Il Mercoledì dei Sarpi – Udine
Novantaquattresima data per il progetto de Il Moro e il quasi Biondo, le solite prove di routine del giorno prima in casa Commisso sono un utile rimedio al rincoglionimento collettivo dovuto principalmente ad un caldo devastante misto un pochino di ansia. Ancora prima di incominciare a provare, l’ormai provato portatile del lento sembra ci lasci in modo definitivo, ma dopo ore di verifiche e controlli sulle varie periferiche scopriamo che il nostro sta sfruttando 96 giga su 98 di hard disc… Risolto l’arcano la scaletta fila, forse meglio del solito e programmiamo pure di incontrarci il 13 e 14 settembre per registrare delle battere sul nuovo disco (non si sa bene con che mezzi…) e prepararci per il set con il Buzz a Dolomiti contemporanee del 15, questo influirà sulle riprese delle chitarre del disco del Fabbro con Egle che slitteranno nuovamente di tre giorni, ma quando si segue la scrittura di 3 dischi e 3 live di 3 diverse band ad un certo punto ti trovi pure a fare testa o croce affidandoti al destino… Giove buca (organizzatore assieme a Manu (Marcolino) e lo staff del Gabrinus del concerto) è un piccolo mito perché, anche se la programmazione dei Sarpi da sempre è molto distante dall’immaginario musicale de Il Moro e il quasi Biondo, è stato proprio lui per primo a volersi mettere in discussione proponendomi questo festino in pieno centro udinese. Come previsto verso le 16.15 vengo prelevato dal moro (con macchina piena di tamburi) al nido Dainese e da lì a breve passando per la via di fronte al Palamostre siamo in postazione allo stand del Gabrinus e Buca all’inzio di via Paolo Sarpi a pochi metri dal Madrid. Il caldo non manca come le birre ghiacciate ma per logistiche di divieti e pippe varie in un lampo scarichiamo il back line in mezzo alla strada e parcheggiamo il mezzo di fronte al Giù al Nord. Per quando arriva Manu Moro con Manuela la battera è pronta come la scrivania di Lorenzo. Montiamo l’impianto mega gigante dei Lithium calcolando lo spazio per il proiettore, la tv e lo schermo alle nostre spalle, perché il deal è che finito il nostro set alle 20.30 scatta la partita dell’udinese. Purtroppo il decoder non becca il canale e dopo ore a cercar di sintonizzare il tutto i ragazzi dello staff sono pronti a gettare la spugna. Manuela Moro oltre a scattare orge di foto segue il suono seduta nelle panche di fronte al “palco” e quando arriva il suo ok come il nostro turno, osservo soddisfatto la moquette rossa accostata alla tenda verde ai nostri piedi… siamo riusciti a ricreare la “cameretta” anche in centro! È ancora giorno, non abbiamo ansie estetiche di luci e menate varie, mi tolgo i pantaloni infilandomi la gonna di fronte ai passanti (non ho molte alternative) e andiamo dritti con un suono a mio avviso curato, concentrati sul bit, consapevoli del circo di questo progetto e non a caso qualcuno viene immediatamente a lamentarsi sostenendo che stiamo “disturbando” il resto dei veri palchi sparsi per la via. Le cuffie di Ema funzionano, come i miei eterni e fedelissimi tamburi, quando siamo verso la fine sono in acqua assoluta, ma vedo amici e sconosciuti fermarsi, sta girando tutto bene e nella lenta mi emoziono più del solito. Quando il festino dovrebbe essere finito, e dovrebbero partire cene e menate varie, il titolare del Gambrinus (ovviamente in cambio di un cachet maggiorato) ci prega di aiutarli perché, dato che la tv è in tilt, non sanno cosa inventarsi per il resto della serata; succede una cosa curiosa, il Moro e il quasi Biondo probabilmente per la prima volta, tengono un concerto totalmente improvvisato di buoni 40 minuti, alternato a brani del precedente set per pararci il culetto in caso di caciara, per intenderci decisamente scuola Jitterbugs anni 90. La cosa funziona e bene; la via anche per l’ora è spesso piena zeppa di curiosi e a quel punto si apre un mondo fra me, il Moro e Manu: siamo consapevoli che questa cosa potrebbe essere una costante e una super novità nei prossimi concerti. Durante l’imballaggio, i pagamenti, il borderò convinco Lorenzo a dare uno strappo a me ed Elisa da Manuela e Manu a Mortegliano; Elisa scendendo nel pomeriggio da Spilimbergo si è ribaltata in auto distruggendola completamente… è viva, sta in piena forma, ma è senza mezzo… questa è fortuna? Decisamente! Un trip decisamente più forte di un gig in centro. Grazie Giove, Buca e Gambrinus!