GINESTRE (TS) 1° fase riprese voci 3° disco il Cane
Al di là delle produzioni come Lavinia, Novalisi, elio p(e)tri e quella in pieno sviluppo de Il Fabbro, personalmente (dopo Dejligt e due dischi de Il Cane) questo è il mio quarto disco alla voce dal 2007 e dunque la necessità professionale (ma anche emotiva) di mettersi in discussione e provare nuove metodologie di lavoro, è arrivata in modo naturale. Oltre a farmi rivedere i testi da Davide Moscow con l’obiettivo di renderli più comprensibili, immediati, meno criptici tipo questo blog… il lavoro vero e proprio è quello di farmi aiutare nel ri-arrangiare le metriche e le melodie delle mie parti di voce delle nuove canzoni. Questo giro il mio coach (in “Feed the dog” era stata Carolina) è il cuginastro maggiore Tony Dainese. L’ ex Electrosacher e cantante dei Jeko Baobab, ha sempre avuto una forte anima soul incrociata ad una passione speciale per Battisti, dunque l’idea di contaminare il nuovo cd rende tutto il lavoro estremamente curioso seguito ovviamente dal lato più importante, ovvero di ribeccarsi nuovamente, dopo anni di silenzio o incontri natalizi sporadici. Scaricato lo studio all’interno dell’appartamento a schiera (parte di un villaggetto sul mare totalmente disabitato d’autunno) passiamo ore sul balcone ad ascoltare gli ultimi rough mix delle canzoni, leggendo i testi con meticolosa attenzione, cercando di entrarci entrambi completamente, inquadrando il loro senso, l’immaginario, lasciandosi andare di conseguenza ad altre storie ancora! Che avventura divertente: sembra che dopo tanti anni il cugino voglia capirmi tramite quelle righe, dunque la sinergia assieme alla voglia di mettersi subito al lavoro diventano realtà dopo solo una pizza e mezzo litro di vino rosso. “Autismo e provocazione” diventa “Sguardo Perso” e con l’apertura del ritornello con doppie voci e le splendide chitarre (ricevute in mattinata dai Muleta) un momento stra dolce sommato ad un finale Deus pazzesco. L’ostica “Il Tempo” in cinque quarti si trasforma in “Al tuo tempo” o meglio…”adesso voltati e continua a ballare al tuo tempo…” con tanto di pseudo solo coro soul di Tony sul finale. La complessa e discussa “Maledizione” caratterizzata dalle voci e i piani di Davide Vettori e l’arrogante giro anni 80 del MicroKorg, diventa quasi contemporanea e tamarra con la frase “quel delirio di emozioni twittate di plastica”. “Sconosciuti” spacca, ma il momento di gloria personalmente è “Spettri” dove il testo non varia molto, ma l’immaginario diventa più noir grazie alla frase “con la voglia di uccidere…”. Ma è solo quando è l’alba e siamo ancora presi dietro a cantare, con le voci basse, stanche e con le onde a pochi metri che rientrano costantemente nel microfono tiratissimo, che metto a fuoco il lavoro con il cugino, la soddisfazione di far succedere le cose con gli altri (recentemente un po’ annebbiata), il coraggio, il sacrificio, il rischi inevitabili dei rapporti di lavoro, perchè in definitiva siamo di fronte ad un monitor con un twitter rotto (non sono diventato sordo…) ascoltiamo e riascoltiamo le nuove versioni, diverse, decisamente più efficaci e riconosciamo il fatto di aver fatto un ottimo lavoro di squadra, di aver raggiunto un equilibrio speciale, non solo perchè siamo cugini, ma anche perchè siamo entrambi fan l’uno dell’altro! E siamo a metà di questo viaggio, nella precarietà di un disco ancora senza etichetta, titolo, senza soldi per mixarlo, ma per fortuna con l’entusiasmo e chissà (come ipotizza Tony) se sarà l’ultimo disco de Il Cane? E chissà se tutto questo (che nel mio caso è anche una scelta che da sempre a livello pratico influisce sul mio modo di vivere) ci faccia stare bene o addirittura male? Ogni disco è un viaggio come una sfida, perchè ci si sente più rodati, più vecchi, ma più ignoranti del primo. Ed è per questo che ogni tanto vado a dormire con quella: magari domani mi invento un altro modo per dire le cose o mi ci sveglio direttamente dentro come per i dischi nel 1994! Viva i diari on the road con il Moro! Grazie Tony.