Jarmush – Caserta
Si riparte con i Blessed Child Opera di Paoletto Messere. L’appuntamento per i due giorni di prove è al solito studio del porcastro di Pescia Romana. La soluzione più comoda è quella di prendere un treno diretto da Udine per Roma alle 6.45 del mattino, arrivare a Termini al binario 2, raggiungere con tre borse mega giganti il binario 28 e saltare al volo su un regionale per Montalto. Paolo e Matteo, più la sua dolce fanciulla Manuela, mi aspettano al bar della stazione, dove un omone dietro al banco invita il Messere ad acquistare il quotidiano se ha intenzione di leggerlo. Nel tardo pomeriggio si completa la nuova line up della band con l’arrivo di Enrico il quale, (sostituendo Matteo al basso), determinerà la grande novità del live: niente più chitarre nelle basi, bensì due vere dal vivo. Post prove decisamente molto stanchi, moriamo cercando di aprire le solite bottiglie di vino sparse per la location; putroppo sono tutte scadute e ci “consoliamo” aiutando Matteo ad esportare delle tracce con pro tools per una band locale. Al risveglio ci organizziamo e schizziamo a fare una spesa importante, ricca anche di una cassa di birra e vino. Le ore a provare il set volano, come la sera a giocare a scala quaranta, a quel punto armati solo di orgie di vino rosso, dato che la birra è nuovamente finita. È giovedi mattina; dopo l’ultima scaletta di ripasso, verso le due si ha la conferma che possiamo portare anche Manuela, perchè il Tetris degli strumenti ci permette di ottenere ben 5 posti liberi nella multipla di Matteo. Sulla via del Jarmush di Caserta (come le scorse date) ci fermiamo a Fondi a ritirare un ampli e lasciare un’altra testata da rivalvolare. Sossio (detto S.O.S) del Jarmush, oltre ad avere la stessa età di Paolo, gestire questo locale da più di 10 anni ed essere una persona speciale e molto disponibile, assomiglia in modo incredibile a Max degli Alba. Al team super gentile dello staff si aggiungono Daniele barbuto e Simona, la quale a fine serata ospiterà (come previsto) il sottoscritto ed Enrico. La cena è buonissima, come l’ospitalità e la generosità riguardo alle bibite. Verso le 23 il locale è pieno di gente seduta ai tavolini, e anche se la situazione mi sembra un attimo composta, a sorpresa (fin dal primo brano) il pubblico reagisce entusiasta e incuriosito dal set! Stiamo suonando bene, anche se ogni tanto parte qualche loop di chitarra fuori tempo di Paolo, il quale si ostina a metterci in pericolo complicando un set già ricco di chitarre. Il nuovo acquisto al basso Enrico (come Matteo in realtà è un chitarrista) compie il suo dovere in modo egregio e per essere la prima dal vivo, appare decisamente rilassato e concentrato. La serata parte molto bene, conosciamo un bel po’ di gente simpatica, ma il top inevitabilmente lo raggiungiamo con l’aumentare delle bibite ingerite al bancone, dove a sorpresa partono delle super chiacchierate con Daniele barista e con Mor (ragazzo senegalese) entrambi ancora scossi da un Friuli doc al quale hanno partecipato molti anni prima… Sono decisamente su di giri e sulla via di casa di Simona in macchina non faccio altro che parlare, sono in piena Matteite e Simona ed Enrico non sanno che basterebbe darmi un sazio colpo in testa per farmi stare zitto e dormire definitivamente eh eh…