Glue Lab – Ancona
Siamo alle solite, bastano due sms per svegliarsi con il piede sbagliato; il primo drammatico dal nido Dainese, per le condizioni sempre più precarie di mia madre, il secondo di Enrico infermiere, il quale super mortificato disdice la sua partecipazione (appena confermata in settimana) come battero al tour de Il Cane di marzo, impossibilitato per comprensibilissimi impegni e turni di lavoro. Al bar sul lungo mare ci rilassiamo consumando una super colazione mentre su un maxi schermo mandano in diretta la partita Napoli- Cagliari. Il viaggio verso Ancona è piacevole soprattutto perché lo passo a dormire (come ogni data di questo tour) incastrato fra le borse del sedile posteriore; Dopo i personali e passati casini fisici dello scorso anno, non posso più permettermi di dormire poco, e dunque appena posso, sfrutto metodicamente ogni momento sui treni, furgoni, arei per riposarmi. Ultimamente Ancona non appare molto nella lista dei miei contatti, dunque quando arriviamo al Glue Lab spero in qualche reminiscenza passata per riconoscere qualcuno dello staff. La soluzione arriva a cena post sound check, quando appare Barbara dell’Asilo (un tempo mora) con la quale (super in forma) condivido racconti sul mitico tour con i Chokebore e Jitterbugs di metà anni 90, come le varie e successive date degli Ulani. Ma il bello arriva quando salta fuori che il barista Gabriele Santamaria mi conosce per i Meathead ed è tuttora super in contatto con il Deison, e dalla porta principale entra pure Vanni in arte”La Tosse Grassa”, idolo di Gaetano No Fun, già promoter di una sua recente data udinese. Mi presento, gli passo il mio cellulare pregandolo di fare una chiamata a sorpresa a Gaetano (in quel momento al cinema con la madre…), per poi anche avvertire via sms il Deison del mio nuovo barista preferito in comune… Sono tutti molto in forma, a parte Paolo Ticà degli Aeidi il quale confessa di aver lasciato di recente gli Aedi. Anche se è domenica, c’è abbastanza pubblico, e soprattutto lo staff ha bisogno di divertirsi e crederci. I personaggi curiosi non mancano: quello che sta tutto il giorno seduto al centro culturale per controllare internet con il portatile e scroccare monete al bar per bere oppure quello più anziano con il barbone, molto colto musicalmente, il quale però regolarmente scompare poco prima dell’ inizio del concerto. Il gig mi piace, mi diverto, il suono è cattivo e nella piccola stanza concerti dello scantinato del locale la batteria suona molto bene. Il pubblico è interessato e reagisce bene, quello che perde il controllo sono io che a fine gig, non in modo violento, comunque ribalto la batteria dimenticandomi che il materiale non è nostro, irritando visibilmente e ovviamente il fonico, il quale dopo ore di scuse a rate del sottoscritto, giustamente mi sottolinea che un microfono si può rompere anche in un secondo momento, magari dopo mesi, e che lui non può perdere tempo a rincorrere le decine di band che passano per il Glue poco rispettose verso il suo materiale, non del locale. Distratto da questa mia cagata da teen ager e stupidamente di cattivo umore, declasso l’invito per una foto collettiva scattata da una fotografa professionista molto gentile e carina, passando probabilmente pure per uno scorbutico! Me la faccio, me la dico e me la conto diceva la mia nonnetta materna Renata di recente presenza fissa nei miei pensieri domestici. La serata termina a casa di Barbara, pieni di birre, croissant salati del forno sotto casa, in compagnia (oltre che di Gabriele) di due nuovi compagni di letto: un Cane enorme e un gatto bianco; il primo accomodato sulla mia pancia e il secondo direttamente sul mio volto. Grazie BCO, come Paolo per quest’opportunità lavorativa e umana e a tutti quelli che comprendono che, anche se scrivo palesemente come un Cane, la missione qui è salvare i ricordi, come anche in parte i rapporti, gestire una memoria sicuramente sempre più incontrollabile.