matteite

Il Cane

Pomopero – Breganze (VI)

Che dire, sono cotto ma emozionato. Tre giorni di prove toscane in quel di Pelago nella splendida dimora di Gianni (scortati anche dal Fabbro e il Lega) fanno la differenza. Più provi e più ti senti consapevole dei tuoi limiti, ma anche del potenziale: non sono un cantante, come non sono un chitarrista, mi sento un battero, ma questo non vuole dire che non mi piaccia scrivere e registrare un terzo disco de Il Cane, cercando per mesi date in giro per la penisola per promuoverlo. Quando il sottoscritto più Pierasco e Andrea battero di Frosinone lasciano Pelago in macchina per andare a Vicenza, la mia voce è andata da tre giorni come l’indice destro scardinato sotto l’unghia dallo strofinarsi sulle nuove corde delle due acustiche. Sono un agitato costante e anche il Pierascador è della stessa scuola, per fortuna Andrea smorza tutta quest’emotività, dormendo per tutto il viaggio attraverso gli ormai metabolizzati Appennini; l’incontro con Teno a Rossano, a casa della zia Davide dei Muleta per lo scambio della nostra auto con il furgone dei Muleta, viene rimandato direttamente al Pomopero. Dunque, da Davide essenzialmente fumiamo una Marlboro morbida e carichiamo tre aste nel nostro mezzo, forse esageratamente carico. Luca, come le tre sorelle e le due gatte del Pomopero, sono sempre in piena forma e molto gentili. All’arrivo, mentre il Teno parla al cellulare nel piazzale e la squadra svuota l’intero backline di due mezzi all’interno del locale, mi faccio preparare da Luca il solito beverone caffé doppio, acqua calda e Baileys. Mangiamo, beviamo, compiliamo il borderò, ma soprattutto proviamo i brani, senza avere molto il controllo, forse per l’emozione della prima, per il nervoso, per il suono un pochino complicato dalla mancanza di casse spia e dalla posizione delle casse dell’impianto a pochi centimetri dal mio orecchio. Il Turco (già fonico dei Muleta) è il nostro salvatore e al suo arrivo l’ascolto migliora nettamente, come i cori di Pierasco, grande novità in dieci anni di festini “metallari”! Anche se investiamo mezzora a far saltare brani della scaletta perché, incredibile ma vero, al terzo disco abbiamo un concerto di quindici brani per oltre un’ora di set, alla fine le suoniamo tutte esclusa la nuova super hit “Alla Grande” perché non mi ricordo il testo infinito e siccome sono pure orbo, neppure se appiccico il testo all’asta del microfono, fra buio e menate varie, non sono sicuro di riuscire a leggerlo. Dopo il lungo festino con Franz polaroid fotografo, Teno senza bibita per missione disintossicante, la dolce Chiara, Andrea battero e grande pianista e tutti i generosi e interessanti presenti (al merchandising supero i 15 dischi venduti) io e il Pierascador investiamo una divertente ora alcolica, cercando di sbloccare e confrontarci con Andrea battero, il quale suona fin troppo pulito e preciso. Abbiamo bisogno di un animale, altrimenti la gente si concentra troppo sulla mia “voce”, sul mio modo disastroso e soprattutto amatoriale di suonare la chitarra. Forse ci riusciamo e quando in piena notte muoio sul divano dell’ufficio del buon Davide Merda team, mi sento felice, perché ancora una volta (4°disco solista) ho trovato l’energia, il coraggio, gli euro, la pazienza di ributtarmi nella mischia per questa nuova avventura.