Rocktown – Cordenons – PN
In un periodino così ricco di impegni, tamburi, missaggi, voci agli sgoccioli, registrazioni ovunque e di ogni forma e colore, una proposta dipartecipazione ai tamburi ad una performance di Audiopaint casca a “pennello”. Giulio Masieri è una vecchia conoscenza pordenonese, ed anche se ormai sono più di 10 anni che non faccio più base nella capitale del rock’n’roll, ogni tanto cerco comunque nel mio piccolo di seguire a distanza i suoi lavori. Dietro a questo Audiopaint c’è un laboratorio che Giulio coltiva da un sacco di tempo e soprattutto una”Lavagna musicale” (direi più che magica eh eh…), che Giulio cerca costantemente di perfezionare in modo sempre più credibile. Decisamente alla buona: si parla di una tela enorme, lavabile, che solo di recente pittura condei colori a base di zucchero, miele… una specie di acquerelli di sua produzione. Per tutta la parte posteriore della lavagna sono sparsi dei piccoli trigger molto sensibili che al contatto con il pennello di Giulio vanno ognuno a percuotere a loro volta un tasto di una delle ben 64 piccole tastiere midi divise musicalmente fra pianoforti, archi e credo fiati, disposte in modo super meticoloso per tutta la superficie. Il controllo dell’armonia è inevitabilmente abbastanza complicato e ogni tanto randomatico, ma il risultato è pazzesco, soprattutto se si pensa che allo stesso tempo Giulio disegna velocemente splendidi metri quadri di teschi durissimi. Siccome la trasferta di oggi non si ferma in Friuli, ma a fine concerto prosegue per il lago di Garda dove la Sandre (in piena stagione) aspetta il sottoscritto e la Nena Fe per sazi festini, scrocco letteralmente il mezzo al Settimo, lo riempio di tamburi, metto alla guida la Nena e verso le 17 siamo al locale di Cordenons. Giulio è sempre uguale, oggi “particolarmente” dato che ieri mattina sono entrato da un ottico e dopo 10 anni senza vedere, ho comprato una borsa del Despar di lenti a contatto. Monto la mia batteria (guardando il palco dalla sala) sulla destra, in modo da lasciare campo libero al Guerriero Giulio, facciamo un rapido soundcheck improvvisando totalmente, più che altro per regolare i nostri ascolti nei monitor e ci piazziamo fuori dal locale a bere birre accogliendo tutti i vari amici pordenonesi. La squadra base è semplice: Alberto Kuntz, Claudio Swaighel, Peter, Bravin, Luca Santarossa con donna, Nicola Furlanetto già linkato con il barista come con le noci in cucina, ed infine Banano accompagnato da un sacco di ulteriori amici altissimi! Stranamente, mi nutro prima della performance e mi armo dell’ennesima birra…: se mi piace bere quando so cosa devo fare, figuriamoci quando non ne ho la più pallida idea. La sala è piena di gente molto concentrata; Giulio (su consiglio del gestore del locale) sale sul palco e spiega ai presenti il funzionamento della “Lavagna magica” per poi iniziare impeccabile questa danza fra primi schizzi sulla tela e prime note di piano nella sala. Non aspetto molto, perché ho l’ansia di non avere il controllo con il mio strumento, dunque salgo sul palco, guardo la tela, ascolto dal mio monitor, prendo la velocità e mi lancio in un groove. Anche se per la prima volta in vita mia ci vedo, non riesco ad osservare costantemente il disegno di Giulio, dunque molto spesso ascolto più che guardare, cerco un equilibrio soprattutto emotivo, cerco di creare tensione grazie alla dinamica del mio strumento, picchiando o sfiorando i tamburi, mi lascio trasportare dalla violenza del rosso sangue sulla tela e la faccia di Giulio, dagli schizzi, dall’energia di questa performance, che Giulio intelligentemente condivide ogni volta con musicisti diversi, rendendola imprevedibile e, ovviamente, differente. Il resto del festino è una giornata speciale coronata dall’acquisto di un paio di occhiali da sole, la caduta del mio cellulare da 16€ dentro al lago di Garda (funziona ancora…) e il tilt totale del Trackpad del mio portatile caratterizzato da una freccetta del mouse che si muove come in piena epilessia, clicca e apre cose da sola, una bomba direi… viva il “Matteino e la tecnologia” e soprattutto grazie Giulio.