MU – Salò
Per fortuna possiamo dormire quanto vogliamo e quando alle 13.30 dopo la doccia sono seduto su delle sedie in vimini all’esterno dell’hotel, appaiono i due Stefani più che operativi e reduci da un risveglio da leoni: hanno appena trovato le spine della birra del festival aperte e hanno deciso di iniziare alla grande assaggiandole come si deve. Crema – Salò sono due ore scarse di auto, dato il largo anticipo, optiamo per andare fuori a pranzo in centro a Crema; in realtà non guardiamo nulla del centro, ma ci infiliamo immediatamente in un take away turco, mangiando seduti senza ritegno, concedendoci anche un caffè corretto Baileys nel bar accanto, gestito da una ragazza bionda molto simpatica, ma forse reduce da un festino più competitivo dei nostri, perché schizzata a un livello superiore… Arrivati al MU, poiché la cameriera è palesemente sorpresa per il nostro largo anticipo, io e Dede attraversiamo la strada e collassiamo con i piedi a mollo nel lago di Garda. A breve appaiono Lupo e Rapinolo armati di sguazzone preso per 3€ al locale: di comune accordo decidiamo di andare a piedi a un supermercato per acquistare litri di vino bianco e non pesare sul locale o più possibile ancora spenderci tutti i nostri soldi al bancone. Durante la camminata sul lago ricordo di averla fatta in passato con Sara Kuku, e felice penso che fra poche ore (dopo un sacco di tempo) dovrei avere il piacere di rivederla. Verso le 18.00 il Mu ha già dei clienti in pieno aperitivo, ci presentiamo con tutto lo staff super alla mano e senza tante menate spieghiamo che ci siamo portati il catering a domicilio perché altrimenti ci beviamo tutto il bar! La notizia è accolta con piacere e veniamo forniti di bicchieri, ghiaccio e soprattutto un frigo privato. Anche il fonico bresciano come la cameriera mora e quella nera sono molto gentili, purtroppo non ricordo i loro nomi, ma sarà difficile dimenticarsi il “sorriso” della seconda. Rapinolo ha passato la scorsa sera a dire che non vede l’ora di suonare in un festino privato, tipo in giardino, beh qualcuno l’ha letto nel pensiero, perché in generale l’assetto sul piccolo palco e il locale è decisamente intimo. La cena a base di pasta al pesto, patate e fagiolini preparata dalla madre del titolare più insalata e vino bianco servita su un terrazzo con vista sul lago illuminato, è un momento speciale. Seguono caffè, amari, come previsto l’arrivo di super Kuku con ragazzo, la principessa artefice del mio tatuaggio sul fondo schiena, e una sigaretta veloce prima dello show, previsto tassativamente per le 22.00. Il locale è bello pieno di gente, come turisti biondi stranieri, tedeschi, olandesi. Rapinolo punta il microfono in mezzo alla sala con quella di spronare il pubblico ad avvicinarsi, ma la missione non è semplice, e anche se i presenti sono molto caldi, sembra che avanzare di due metri crei comunque dei forti disagi eh eh! A proposito di disagi questa sera sul palco ne teniamo uno nuovo: a Dede gli si spegne e riaccende l’ampli abbastanza spesso, probabilmente sono dei cali di corrente nell’impianto, rimane che i primi brani diventano un pochino una sfida e ci tocca seguirlo per cercare di capire se è in grado di rientrare nella metrica dei brani dopo interi versi di silenzio. Il caldo è impegnativo, ma mi sento sicuro e con Dede sul finale di “Fondo” scriviamo un nuovo arrangiamento di stacchi sui piatti molto stoner assolutamente monolitico. Passo una buona mezzora a raccontarmela con Kuku e Mattia, gli regaliamo un disco e loro ne comprano uno, poi purtroppo schizzano subito perché la mattina dopo lavorano come tutti i comuni mortali tra cui il Lupo, il quale parte con quella di arrivare il prima possibile in nottata a Udine. Dede è stanco e collassa in macchina, Rapinolo è più ubriaco del solito, ma essendo il sottoscritto responsabile del Tetris, lo sfrutto come si deve facendomi aiutare a portare tutto il back line all’auto. A parte menate di cachet e logistiche varie, siamo a dormire a casa del titolare e si deve aspettare che smonti e carichi anche il suo di back line. Non ci sono problemi mi attacco al bancone pieno di free drink e osservo le tipiche scene da bar estivo: un ragazzo addormentato su un tavolo circondato da clienti i quali divertiti appoggiano bicchieri pieni sulla sua testa, qualche fanciulla alticcia che si ribalta causa tacchi esagerati, un traffico importante fuori e dentro dal bagno, il ricordo vivissimo di un paio di festini con la Nena e la Sandre sullo stesso lago. Grazie Zeman e Mu.