Silent Way 2015 – Gorizia
Sono in zona quarant’anni e per la precisione a mezzanotte di questa sera li festeggerò direttamente sul palco con i colleghi amici So Long Saigon. Mentre a giorni entreremo in studio con Dave Moscow per mixare il terzo singolo “Scatola”, passiamo le ultime settimane ad arrangiare un set live totalmente acustico, con quella di aprire il concerto di Colapesce al Teatro San Giorgio di Udine; sul più bello però la data salta perché ad Ale viene prenotato un volo per un dottorato in Israele, mentre allo stesso tempo Valentina ufficio stampa rilancia proponendoci questo nuovo concerto in elettrico a Gorizia. Rodati da tre prove nei precedenti weekend, quando nel pomeriggio carichiamo tutto il backline nella station wagon del fonico Leo, fuori dalla “cuccia” del Cane, personalmente mi sento rilassato e abbastanza pieno d’entusiasmo. Il Silent Way Festival, oltre ad avere diversi palchi sparsi in pieno centro per Via Rastello, è caratterizzato dal fatto che il pubblico può ascoltare il concerto con delle cuffie lampeggianti che vengono distribuite in cambio di una cauzione di 5 euro e di un documento d’identità! Arrivati alla location scopro prima di aver dimenticato a casa sia lo sgabello che il reggi tastiera per Ale e secondo che il pubblico utilizzerà le cuffie, ma esclusivamente durante i diversi dj set, previsti dopo il nostro concerto. Ale arriva in ritardo da Trieste perché il babbo viene preso da un malore alla guida, risolto per fortuna in giornata, mentre i So Long montano il palco, provando il suo microfono della voce, la sua chitarra e i pedalini, penalizzati da uno verde totalmente fuori uso. La logistica per la cena è un attimo confusa, perché ci sono dei problemi di comunicazione fra l’organizzazione (seguita fra i vari anche dal gentile Luca di Gorizia, già amico del giro dei Warfare) e l’osteria che ospita l’evento. Risolto il problema arrivano un po’ di amici in trasferta come Ilaria e Mara, alcuni udinesi del conservatorio e del giro di cas’Aupa. Anche se il cortile interno della location è totalmente colmo di gente, il chiosco del bar inaccessibile per delle tempistiche da posta, l’umido ti entra nelle ossa, e sono molto indeciso se scoprirmi e suonare in maglietta, o continuare a indossare felpe e maglioni vari. Quando siamo pronti per incominciare si creano delle tensioni perché Ale è senza accordatore e capo tasto, e anche se in questo caso specifico la responsabilità del suo materiale è nostra perché abbiamo caricato tutto il backline, rimaniamo tutti un attimo confusi dal fatto che se ne sia accorto solo a pochi minuti dall’inizio del concerto. Suonare la cassa e il rullo con l’iPad è sempre molto divertente soprattutto se come questa sera posso ascoltarli nel monitor a un volume decente, non ho invece la stessa fortuna con i microfoni delle voci, praticamente assenti nei monitor di tutti, ma almeno in bomba nell’impianto generale. A mio avviso il concerto fila liscio, a detta di qualcuno potremmo armonizzare di più quando cantiamo tutti assieme, ma in generale non colgo grandi cappelle collettive e anche quando verso la fine mi si stacca il battente del pedale per ben due volte, la risolviamo rifacendo il ritornello finale di “Marco” e allungandolo come si deve. Bene, sono entrato nel mio quarantunesimo anno di “attività cerebrale”, vediamo di metterla in discussione del tutto!