Teatro San Giorgio – Udine
Forse perché una buona fetta degli organizzatori di questo evento sono amici e giochiamo tutti in casa, la comunicazione riguardo alla logistica di questa data con gli Zeman è un attimo incasinata, a partire dal nostro nome che non compare su nessun poster o flyer del web. È ovvio che nessun di noi se la prende veramente, ma quando è mezzanotte del giorno prima e personalmente non so ancora se devo portarmi i tamburi e a che ora, la situazione diventa un attimo complessa. Il tutto si risolve alle 11 del mattino, quando ricevo una telefonata di scuse e vengo avvertito che il soundcheck deve avvenire alle 16.30 e che il gruppo headliner inevitabilmente non condivide assolutamente nulla. Alle quindici, fuori dalla sala prove, dividiamo tutto il backline fra la macchina del Lupo e quella di Dede per poi perderci in centro a Udine perché anche con i TomTom, il sottoscritto e Dede non hanno ben chiaro dove si trovi il Teatro; “di notte leoni di giorno…” diceva mia nonna Renata. Ovviamente alle 16.15 sul palco sono appena al soundcheck della batteria, dunque svuotiamo le macchine, montiamo tutto giù dal palco e incominciamo a spinarci delle Ceres ridendocela con tutto lo staff. Rapinolo si piazza a guardare una partita del Pescara, ne approfitto per scroccargli il portatile per il concerto, dato che al momento con il nuovo del Lupo non riusciamo ad attivare il click sul trackpad. Il bellissimo palco del Teatro è leggermente in discesa, inchiodo come non mai il mio set, collego le cuffie al portatile, metto in ascolto solo la voce del Lupo nel side laterale, e mi rilasso perché il fonico di palco è l’amico Elvis: dunque siamo tutti in una botte di ferro. Nelle due ore di stallo prima della cena, il sottoscritto, Rapinolo e Dede si concedono un aperitivo relax in uno dei soliti bar in centro, mentre il Lupo schizza dalla prole con quella di beccarsi alle 19.30 al Ristorante Marinaio. Strano ma vero a tavola non riesco a finire il secondo di carne, probabilmente come al solito mi sono ingozzato e ora spero vivamente che il caffè e la grappa facciano il loro sporco lavoro modello idraulico liquido. Fuori dal ristorante incrociamo i ragazzi del gruppo headliner, ufficialmente prenotati al nostro tavolo, peccato che stiano cercando un altro rinomato ristorante della zona… Grazie anche a una lista di accrediti riusciamo a portare un po’ di amici e quando sta per giungere il nostro momento mi coordino con il super Marco ed Elvis in camerino, incorniciando una serie di belle ragazze praticamente nude, reduci da uno spettacolo teatrale che richiede un inevitabile e tassativo silenzio all’interno e all’esterno del teatro. Per la prima volta decido di mettermi la gonna con Zeman, faccio un giro di scotch di carta attorno alla mia testa per bloccare le cuffie, osservo Elvis ridermi in faccia perché sembro uscito da un manicomio, e cerco di trovare me stesso, prima di dosare tutta la mia energia durante il concerto, per i miei standard particolarmente veloce. I presenti in sala sono svariati, a differenza del check, attutiscono un attimo il riverbero del salone, mentre nelle prime file noto molta gente giovane. Il suono sul palco e a detta di molti fuori, ha una bella pacca e soprattutto è molto a fuoco. I due brani nuovi in scaletta girano senza problemi e soprattutto senza segnali nelle mie cuffie (ottimo nuovo traguardo). Smonto, imballo, bevo orge di Heineken in bottiglia perdendo costantemente il senso dell’orientamento nel percorso dal camerino alla sala del concerto. La performance degli headliner è un attimo fiacca, in realtà sembrano stanchi dal tour e il suono è un attimo confuso; continuo a spostarmi rispetto al palco con Mara, cercando un punto più piacevole, coincidenza in fondo alla sala vicino alla spina della birra. A mezzanotte parte anche il compleanno del collega Viet in pieno dj set anni 80 con Tommy, sembriamo tutti rilassati, sarebbe bello si potesse utilizzare più spesso per i concerti un teatro del genere in centro città, sono certo che in molti viziati lascerebbero a piedi i soliti aperitivi, senza neppure perdere la patente.