Studio Fusa – Corlo – Ferrara
Ho deciso di scrivere anche di questo happening molto speciale e molto importante. Non mi ricordo un cazzo, probabilmente per le mie recenti, imprevedibili e ciccione amnesie. Ci siamo incontrati durante l’inverno per ben 2-3 volte per registrare e arrangiare tutti assieme questo piccolo capolavoro dei Don Vito e i Veleno e mi sto mangiando le mani perché come un mona non ho mai pensato di scrivere anche dei precedenti incontri. Ascolto i premix delle volte prima, mi emoziono e penso a Chiara e al fatto che ci fosse pure lei durante quel lavoro, ai festini importanti dell’ultimo dell’anno in sua compagnia, ma anche all’ottima sinergia collettiva della line up durante la scrittura e la ripresa dei brani. I freaks in ordine casuale e senza dettagli di ruoli e strumenti (durante le Jam si invertono spesso…) sono: Manu Fusa, Vivio detto Jack Tormenta, Federico, Charlie, Puddu, la Zizza alle telecamere e il sottoscritto alla ferramenta e ai tamburi. La splendida sala di ripresa dello studio è stata allestita di lucette, faretti, speciali e validissimi disegni di Federico sulle pareti, manichini di bimbe con tappi di Bavaria in the Basement fissati dalla Matteite con il gaffa, tonnellate di
amplificatori, piani, chitarre, bassi e organi… Ieri sera (venerdi) post viaggio in treno Udine-Ferrara di 9 ore (invece che 3) dovuto a un violento sciopero di Trenitalia, sono state già piazzate da Fede e la Zizza una cosa come cinque telecamere con l’idea di farle registrare tutte assieme e ininterrottamente in modo da avere delle riprese (in sinc con la musica) di qualità completamente diversa l’una dall’altra! Sempre ieri sera è stata microfonata anche tutta la sala, amplificatore per amplificatore, parete per parete, angolo su angolo, con quella che se vedessimo la luce potremmo pure tenere le riprese audio. Ora dopo un risveglio alle 11 del mattino con pizze, cotolette, panini, birete, bareti con Zizza e Manu e cazzi mazzi, sono le 15 del pomeriggio e stiamo decidendo cosa indossare, come vestirci, che tipo di tiro estetico e non solo dare al tutto. Quanto a ironia mi sembra che non ci manchi, mi sento tipo nella big band di Springsteen, chiaramente lo slogan è “mai prendersi sul serio…”, dunque siamo a cavallo, però il confine è sottile, soprattutto quando non si sa ancora se siamo in grado di suonare questi brani live oppure se andremo semplicemente a fare un fucking playback anni ’80 con il sorriso. Ho deciso di incominciare a scrivere subito, altrimenti mi scordo la topa del bar di Corlo di questa mattina, oppure il fatto che prima sono passato con Vivio Tormenta a prendere birre e fish fingers sandwich al Lidl e fondotinta anti sbrilluccichio dei faretti a casa della sua donna vigilata da Aron, un doberman nero, immenso, vecchissimo e ovviamente dolcissimo. Ci servono dei portatili per visualizzare quello che succede nelle camere, fottuta tecnologia del piffero; il mio ha bisogno di un sazio cavo firewire altrimenti nisba; riparto con Piddu e ci spariamo un due orette in pieno sabato pomeriggio ferrarese fra negozi, centri commerciali e bar con titolare datata, ma molto schizzata che butta al centro la toilette in cambio di una sua posa gratuita con le amiche al bar della serie: “E voi dove pensate di andare ragazzi? Presentatevi… Upss.. mi scusi ma lei è la titolare? Certamente… allora complimenti per il locale… e grazie per il servizietto! Si figuri, alla prossima ragazzi!”. Sono ormai le sei del pomeriggio, in studio stanno ancora cablando e il realista Manu propone di darsi una mossa perché non ci siamo neppure ancora messi in postazione! Optiamo per riempirci lo stomaco oltre che di birete, vodka e rum, di una serie di sandwich farciti con roba surgelata, patatine, snack, tutte cose sane che al momento giusto mentre proviamo il primo brano per tipo quasi una decina di volte, riappaiono in altre forme…come compagni di merenda! Comunque la realtà è che anche fare un playback cercando di suonare tutti sull’impianto con il click o hi hat finto a volumi stratosferici non è per niente facile; già per me ricordarmi le partì di battera registrate ai tempi (a detta di Puddu decisamente istintive) ed essere credibile agli occhi malefici delle telecamere che sanno molto di quelle a circolo chiuso delle banche (cctv camera) è una piccola impresa! Più sale l’eccitazione misto presa di coscienza sulla difficoltà tecnica del lavoro e più mi appoggio al tamburello micidiale di Puddu che mano nella mano mi accompagna sul click per tutta la performance, una sorta di sonda malefica e anche un ottimo compagno di bancone, dato che ci siamo creati alle nostre spalle un piccolo camerino con bar in una zona in ombra in fondo alla sala di ripresa… Dopo tipo sette versioni del primo brano “La vita è un videogame”, passiamo al secondo “Crollerà anche il mondo” (Fede mi ha appena suggerito i titoli che chiaramente non ricordo…) con quella che domani è domenica e dobbiamo trovare il tempo e la concentrazione per registrarne altri tre, totale cinque! Ma non finisce qui, a fine serata la Matteite riesce a perdere il regalo di un freak per la squadra o meglio appoggiarlo in mezzo al mixer ed annaffiare con una bottiglia di acqua minerale la testa della Zizza; a me sembra che sia stata lei a chiedermelo mentre le rimbalzo attorno tutto divertito, ma agli occhi di Manu e Puddu sembra che io l’abbia fatto deliberatamente… il sorriso misto sconcerto invade la stanza, forse è ora di fare la nanna anche in queste condizioni… Buogiorno! Non trovo il cellulare, ma apro il portatile in standby a dieci centimetri dal mio orecchio destro: sono le undici del mattino per la seconda volta, non sono nel film di quello che si sveglia sempre nello stesso giorno right? Ho dormito come un sasso e pure bene, grazie a tutti quelli che sono riusciti a sopportarmi a fine serata ieri quando schizzavo in giro da per tutto lo studio toccando le pance di tutti, con quella di avere un contatto fisico… Spero in una doccia, ma l’acqua calda ha deciso di prendersela troppo comoda. Trovate le mutande apro tutte le finestre e cerco di fare pulizia, riempio tre sacchetti della spazzatura di cadaveri di cibi e bevande di ogni genere, riordino i vestiti, checco le glicemie un po’ basserelle per il festino di ieri, ingurgito ormoni, gocce omeopatiche antiallergia e naso rosso da vecio d’osteria, mi faccio d’insulina e mi sparo tre sandwich con delle sazie parigine direttamente dal frezeer (ora sono finite). C’è una giornata da urlo; la campagna ferrarese a primavera con il sole ti apre il cuore, niente a che vedere con l’afa e le zanzare dell’estate o la nebbia e il gelo del inverno, è decisamente il periodo più bello, quello nel quale ti verrebbe da invitare un sacco di altri amici e stenderti in giardino a prendere aperitivi sotto il sole. Sto finendo la mia prima bireta del giorno, è ora di lavarsi i denti, farsi la riga in testa e attaccare… ma quando arrivano gli altri? Si era detto alle 12 e sono già le 13.00?? Sento i passi della Zizza di sopra, bene datemi un caffetin zio pompin! Non ci mettiamo molto a capire dove siamo, chi siamo e quanto il tempo è denaro in una situation del genere. Ancora con le tute, assolutamente non in assetto glam freak ma pantofola dipendente, ci mettiamo a provare “Un semplice bacio”, il primo brano dei tre della giornata. E’ decisamente il più bello dei cinque, ha un groove appoggiato anni ’90 stilossisimo, mi ricorda un sacco di cose di quel periodo anche tarre, ma assolutamente efficaci e divertenti! La semplicità è concentrazione e ci sbellichiamo dal ridere come dei matti. Entriamo nel trip del lavoro e l’orgia di birre e sigarette schizza tutta la squadra in una dimensione piacevole, concentrata, ma anche molto operativa… non mancano le jam no sense, le partite a palette in mezzo al prato con Charlie durante il travaso dei filmati, i confronti a shottini di vodka in una primavera da urlo e le discussioni con Birillo, cane mignon dei vicini costantemente infoiato e dunque dal membro perennemente sull’attenti! “Anita” è il 4 brano, decisamente intenso, diretto, un pugno nello stomaco talmente sincero che ti fa venire solo voglia di cantarla e lasciarti andare perdendo il tempo come per molte versioni è successo al sottoscritto! Ogni volta cambiano gli strumenti e i loro suonatori così le posizioni delle telecamere che segue la Zizza coordinata con Puddu, Manu e Viviana… quella dalla cresta e dalla maglietta dei Sex Pilstols, come Charlie con la giacca umana, Puddu con il gilè dei Modena City Ramblers, io con la solita gonna e la cravatta rossa da mona e Manu con la camicia arancione e il baffo da competizione! Quando siamo all’ultima “Ferraresi tutti appesi” oltre ad essere leggermente provati da suoni, bibite, ascolti dall’impianto a volte precari perché privi di click (per me determinante) e divertenti viaggi in gonna a comprare vino e birre all’arci di Corlo con Charlie, siamo anche coscienti del testo importante e del mood del brano obiettivamente darcofilo e polemico. Non c’è una bella aria o meglio tutti sono gasati ma il sottoscritto si perde facilmente finché verso una delle ultime versioni parte verde e capisce di non essere fuori tempo, ma semplicemente in ipoglicemia. Recupero dello zucchero di canna con l’acqua e in un battibaleno sono di nuovo della squadra per altre due versioni del brano che una volta terminato (forse per un calo di tensione generale) porterà la Zizza su una sedia in giardino per un forte abbassamento ti pressione. Tutto ok, nel frattempo si smontano cassette video, si scaricano i file dagli hard disk, si smonta uno studio di aste e di strumenti infilando come al solito parte delle roba nelle auto, si collezionano bottiglie vuote di birre e piene di acqua nel frigo, si lavano i piatti, si chatta con Emi da Roma, si finisce di scrivere questa lista della spesa checcando gli orari dei treni per domani, ci si rilassa pensando alla data con i Morti a giugno a Ferrara e soprattutto al fatto che anche questo disco (come quello del Moro, del Fabbro, di elio p(e)tri o quello già finito del Cane) verrà una piccola orgia di emozioni assolutamente gratuite per quelli ai quali ovviamente non interessa lasciarsi andare dentro.