Glue – Firenze
Devo andare a Udine a provare con un nuovo gruppo pseudo new wave alle quattro del pomeriggio, peccato che sono le 13.30 e sono ancora a Firenze… In realtà non è un peccato, è tutto sotto controllo e la giornata appena passata è stata decisamente piacevole. Caio è alla guida e dopo che ha passato 24 ore a dire che Firenze è una noia, adesso spara che dopo un giro in mattinata la trova bellissima… in realtà Il Pierasco sottolinea che il vichingo in questione è solamente rotolato in strada dall’ex nido di Veronica a bersi un caffè… Dopo il tragic gig di Roma in solitaria con Caio, il ritorno di Pierasco al basso ha portato una vena di sicurezza oltre che musicale anche umana. Non siamo prontissimi, però nel caldo umido della sala prove avianese la voglia di fare bella figura e tornare in sesto dopo un inverno di break è talmente importante da farti dimenticare l’intero sacrificio, un disco nuovo finito e mai pubblicato alle spalle e in un certo senso, di conseguenza, i nostri lavori “mancati”… come dice Caio traduci god bless taxi driver! Che dio tassista ah ah! Dopo una notte insonne, alla partenza avianese siamo il sottoscritto, Pierascador, Caio, Mary e Veronica: una sazia cinquina. Arriviamo in ritardo di un ora, ma il palco è comunque ancora occupato dalla band di Simone Bimbo (accompagnato alla battera da Dario, profugo che non vedo dal ’96) che tra l’atro, all’ultimo, essendo toscano, giustamente non aprirà il concerto, ma bensì suonerà
per secondo. Il momento dailit della serata è che dopo anni su anni sono riuscito finalmente a ribeccare il Marchetto Lega, con grande felicità oltre che mia, anche di Vanni al mixer e il Gallicchio. Ho invitato anche Marco Parente, ma è con la febbre mentre a sorpresa arriva pure l’ex Diaframma Nicola Vannini di Audioglobe! C’è un caldo bestia, durante il soundcheck sudiamo come delle bestie, ma la figata è che una volta preparata la baracca rimarrà nella stessa posizione fino al gig. Fra una splendida chiacchierata e l’atra con il Lega (ormai babbo da 3 anni e senza bibita molto più magro del solito) salto la cena per evitare di farmi di insulina e rischiare il collasso sul palco e quasi di “conseguenza” parte pure un’intervista decisamente divertente assieme a Bimbo, seduti su una panchina in giardino capitanata da Antonio, sosia del Gallicchio e responsabile del blog del circolo! Quando giunge la nostra ora e siamo sul palco c’è decisamente più gente del solito; trovo Caio nel backstage che si scalda con l’allenatore, facciamo partire la base di Nero e in un battibaleno mi sto già emozionando senza essere in grado di presentare in modo credibile neppure una canzone… insomma diciamo che le Tennent’s Super hanno fatto il loro, ma diciamo che stiamo anche spaccando a modino e che probabilmente, dopo tanti mesi di silenzio questo è uno dei concerti più potenti e balanced since ever! La gente reagisce molto bene, il fatto di avere Vanni al mixer che segue la baracca mi rilassa molto e mentre sto per ribaltarmi sul palco perché perdo l’equilibrio a cercare gli accordi in posizioni discutibili, mi accorgo che Caio sta suonando in modo impeccabile e che Pierasco lo segue modello macchina da guerra. Finalmente la line up spacca, perché se per caso uno è meno in forma gli altri tengono in piedi il tutto e viceversa… questo fa la differenza. Saltiamo Raderla al suolo (la ex Embassy di Dejligt) e sul finale di Dune finisco con il timpano a suonare con Caio dimenticandomi dei microfoni, della parte “tecnica” on stage… Vendo quattro dischi con i quali mi ci pago la colazione, finiamo la bottiglia di Moskovskaya comprata alla Coop di Firenze sud e buttata al centro nel frigo del locale appena acquistata, passando pure come dei principi (cosa rara nel mondo del rock ‘n roll che la band paghino da bere al locale… exception on the rule!) e in definitiva mi rilasso cercando da fumare, ma soprattutto di divertirmi. Sul palco lo dico pure, io sono appena stato arruolato come cameriere nel weekend, Caio monta cappelli sui tetti delle case e Pierasco è un agente immobiliare since ever dunque se avete lavoro per noi non esitate ah ah! Non è un sborata per pompare la working class, ma da quando ho ricominciato anche a fare la stagione chiaramente tutto il resto (forse nell’ipocrisia per la pilla in tasca…) sembra meno portatrice di ansia, più equilibrato, paradossalmente credibile… e io che mi sento comunque e sempre un punk di merda… altri direbbero povero mona, come la mia ex nonna Renata “ce fai o ce sei ?” e così di istinto allora mi vengono in mente anche Martina che cita Verdone, “famolo strano”, oppure il tatuaggio da galera del quale racconta Augusto (il mio titolare) “113 non te temo” e via fino al sottoscritto, che alle cinque del mattino nella ex cucina di Veronica descrivendo l’homeless che si spaccia per handicappato facendo la carità all’uscita del autostrada di Firenze sud, urla: “Ma cazzo questa merda di uomo sta sputtanando una categoria”… stop al panico… il vino è buonissimo… come la pizza dalla tipa dell’Ecuador sotto casa di prima… rock ‘n roll, grazie Gallicchio, Marco e soprattutto Caio che ci sta riportando tutti in Friuli!