Giornata dell’arte – Liceo Artistico Dosso Dossi – Ferrara
Dopo un venerdì di stallo ferrarese dove inevitabilmente non ci facciamo mancare assolutamente nulla, alle 7 del mattino scendiamo dal grattacielo e saliamo in auto con Thomas del Liceo direzione La Resistenza: la missione è prelevare il furgone e caricare l’impianto nel Pandino di Thomas. Mentre correggo un po’ d’ipoglicemia con dei terribili croissant confezionati alla crema, Elisabeth del centro appena sveglia ha voglia di parlare e farmi 250 domande al secondo, in realtà non la cago molto, perché ho la tipica e terribile sensazione di essermi dimenticato qualcosa che contagia pure Giulio, il quale ha l’ansia di aver lasciato il gas accesso a casa di Alessio. Il dilemma si risolve nel cortile interno del liceo, dove scaricando il back line, leggo un sms della Nena che dice: “Dunque arrivate?” avremmo dovuto caricarla in furgone alla Resi, perché il suo ex nido è a 20 metri… Esclusi gli insegnanti, le bidelle, il preside, Andreino ai suoni, Nena, Marilò, Elena e Mattia, l’età media è inevitabilmente bassissima. Per montare il pannello di Giulio ci vuole una sazia oretta, come per smontarlo. Oggi il nostro guerriero deve pure schizzare a Pordenone per rifare la stessa operazione e disegnare un cristo in una chiesa. Attorno alle 10.30 il gruppo Cross Over degli amici di Thomas della Resi attacca con un’orgetta di cover degli Agnostic, Rage Against… sono bravissimi ma frustrati dal fatto che molti allievi sono affacciati alle finestre delle aule, ma non possono scendere in cortile fino alla ricreazione. Il cantante dotato di perenne mano sul pacco alla Jim Morrison (a detta di lui dopo “interno coscia”) ma moicano super punk, chiama un’insegnante per nome al terzo piano e urlando la prega di far scendere le groupies a pogare eh eh! Anche se sono molto stanco, e di norma è molto raro suonare a queste ore del mattino (a parte nei carceri), lavorare in un contesto del genere ti responsabilizza; l’energia è pazzesca, penso a quanto mi abbiano segnato e portato a fare quello che faccio da venti anni, i primi concerti ai quali ho avuto la fortuna di assistere a 14-15 anni, mi guardo attorno e sto decisamente bene. Anche se non suoniamo assolutamente con le basi, durante la spiegazione introduttiva di Giulio il suo vecchio portatile s’impalla, mi piazzo al volo dietro al pannello e cerco di riavviarlo, mentre colgo un certo nuovo tiro da prof. Nel tono della voce di Giulio, probabilmente anche agitato per l’imprevisto. Essendo in un cortile interno chiuso in mezzo a quattro edifici di 3-4 piani, ogni volta che colpisco la cassa, il suono rimbalza su tutte le pareti in modo super curioso e se devo essere sincero, passo la prima parte della performance un attimo perso in questo trip. Il cortile è tutto pieno di studenti e Giulio spesso ne approfitta per percorrerlo indemoniato con il viso sporco di colore rosso sangue, passando fra i giovani seduti, incitando il pubblico a questa performance ancora più forte del solito. Mentre smontiamo rilassati ma in super velocità, appare il preside un attimo in difficoltà per quanto riguarda il rimborso spese, fortunatamente chiarito dopo un confronto a quattro teste molto bizzarro. Giulio schizza verso Pordenone alla velocità della luce, io sono nelle mani della Nena, dell’aperitivo a mezzogiorno con la Zizza e Viola, del piacevolissimo pranzo con la sorella di Libero e Thomas, delle scorribande in vespa con Manu a Corlo nel pomeriggio, e del potentissimo concerto dei vermi alla sera. Grazie Giulio, Alessio e Thomas!