matteite

Diario

Il Mercato Nero

Controsenso – Prato – Presentazione Società drastica

Ormai sono settimane che il nido Dainese è vuoto. Non c’è neppure la gatta Artura, perchè mio padre l’ha lasciata in custodia a Gorizia ed è giustamente andato in Val Dorcia a farsi consolare da sua sorella Elena e Andrea. Ma Il Cane, di passaggio fra le date con BCO, le prove con gli ex Don Vito Fede e Viviana, come altri svariati progetti, ci ripassa sempre per casa, smonta e rismonta lo studio, lava i piatti 4 volte al giorno, quando fa la spesa cerca sempre di riempire il frigo non solo di birra. Ma nel nido passa anche Marta, la quale mi combina lo sciroppo omeopatico preso “in prestito” dal padre, o dopo due bicchieri di rosso è ubriaca ma dolce quando basta, per farmi dimenticare che la solitudine dentro questa cazzo di splendida location è una malattia dolcissima. Questo è il mood che mi accompagna da settimane, lo stesso che mi porto dentro questa mattina andando a prendere il solito autobus, con i soliti piatti, rullante, pedale, portatile, cazzi mazzi. Il trip è un treno per Bologna e zompare in auto con Egle direzione Prato per la presentazione dal vivo del disco de Il Mercato Nero. Dopo anni, da tre giorni mi è tornata l’asma dovuta ad una tosse ferocissima, e dunque doso le sigarette e di conseguenza la mancanza di nicotina nel sangue, con reazioni fisico emotive totalmente nel range di qualsiasi tossico tabagista professionista. A Padova sale nel mio vagone completamente a caso Il Fabbro, ha un biglietto fino a Prato perchè (a differenza del sottoscritto ed Egle) tanto per cambiare, non si è mai fatto sentire con la squadra, dunque ignaro del passaggio da Bologna, spende stupidamente dei soldi… altro che ticket pagato dalla Petrina o BlaBlacar. Ma in teoria oggi per Il Cane, Il Fabbro ed Egle si ufficializza Il Mercato Nero. Dopo sangue, baruffe, tensioni come amori, festini e nuovi mille euro e passa in cassa, frutto soprattutto delle date chiuse dal sottoscritto, di recente decidiamo di uscire a Febbraio per l’etichetta di Paolo Messere, perchè la mia è off fino a maggio e soprattutto nessun altro ha gradito il prodotto. Il deal è che per i soldi della cassa Seahorse stampa 300 copie, dividiamo le edizioni e con quel poco che avanza gli si paga l’ufficio stampa interno dell’etichetta. Da buon sadomasochista new romantic decido anche di occuparmi del rapporto con l’editore Govinda, quello con Davide Muleta, Elia fotografo e la serigrafia di Cosenza per il lay out, mentre invece propongo ai colleghi di eleggere Manu come responsabile per il rapporto con ufficio stampa. A disco uscito nei negozi non abbiamo ancora un comunicato pronto, il Fabbro sulle info dell’evento del concerto dice a Gallicchio di scrivere che il disco è stato registrato da Berto e mixato dal Lega… come durante il viaggio Bologna – Prato, mentre Egle alla guida ci interroga sul lavoro poco trasparente dell’etichetta, si dimentica di dirgli che Lorenzo dell’ufficio stampa ha avuto dei problemi e apparentemente, sembra sia questo il motivo per cui il lavoro si sia rallentato. Rock’n’rolla! Al locale la batteria a disposizione è discutibile, mentre lo staff coordinato dal Gallicchio è stra disponibile. Dopo aver imbastito il palco e fatto un minimo di monitor, proviamo cinque scalette in buone cinque ore, non mancano delle tensioni sul palco dovute forse sia all’insicurezza perchè non suoniamo assieme da svariati mesi, sia alla giornata che di base è molto stressante, sono comunque sveglio dalle cinque del mattino. La cena è piacevole, come le litrate di birra fatte comprare appositamente per la band da Ale, il quale tra l’altro butta al centro il gancio di un booking bolognese che il super Egle contatterà in settimana. La performance funziona: suono un po’ più forte dell’ultima scaletta e un po’ meno di quella prima ancora; se non c’è pacca nel set de Il Mercato Nero, la baracca rischia di crollare, o sembrare moscia, la dinamica, la tensione sono importanti, come i cori e il fatto di andare tutti a tempo, ma prima di tutto Manu aka Il Fabbro deve cantare deciso, e questa sera fra consigli e pippe varie pre concerto, mi sembra molto meglio del solito. Non mi emoziono molto, sono troppo concentrato sul fatto di non sbagliare e semplicemente porto a casa la pagnotta sottopagata senza tanti peli sulla lingua, ma con svariati crampi durante la performance, precisamente tre; per la prima volta since ever, da un anno soffro pure di crampi… non ad Ugo… per fortuna! Il fine serata a parlarmela con il Marchetto, alla ricerca dell’ albergo, dispersi fra Prato e Pistoia senza tom tom ma con tanta voglia di confidarsi e sfogarsi in un periodo così complesso, è sicuramente la parte più pura e anche dolce della serata, grazie Marco, Ale e Mercati, speriamo che questa avventura ci porti soldi e sorrisi, oltre che tutti questi sacrifici da musicanti.

Blessed Child Opera

Circolo Agorà – Cusano Milanino (MI)

E’ passato troppo tempo, o meglio avevo scritto due righe lasciandole marcire sul fondo di questo diario del mio portatile, riaprirle ora è un suicidio, dunque vediamo cosa mi ricordo. Durante la notte i tre moschettieri Matteo Kyuss, Enrico e Matteite approfittano di un lancio dell’addormentato omino della reception dell’albergo: “Ragazzi se avete fame potete dare un occhio al catering che aprirà in poche ore…” Rubiamo decine e decine di marmellatine, burri, succhi di frutta, biscotti… La doccia è un capolavoro; ne approfitto sia prima di collassare sul letto che al risveglio previsto per le 11.30, perché si deve lasciare la stanza tassativamente alle 12! Alle 11 scarse bussano alla porta Paolo e Francesco già svegli da ore; domandano del resto della crew, li lascio sulla porta e infilandomi nuovamente sotto le coperte, gli faccio notare che giustamente stiamo ancora tutti dormendo. A pranzo ci sfondiamo da un kebabbaro di fronte all’albergo e in poche ore di viaggio arriviamo dritti al circolo Arci di Cusano Milanino. Siamo in anticipo, i nomi dei ragazzi del collettivo sono troppi, ci sono due fonici (uno con i dread lunghissimi e una cagnetta microscopica e vecchietta a giudicare dall’alito importante), un ragazzo con un cappello nero alla Dick Tracy credo responsabile della programmazione, e poi due fanciulle e un altro rasta in cucina e al bar. All’arrivo la sala dall’ottimo impianto è colma di bambini e insegnanti in pieno assetto “compiti del pomeriggio”, dunque montiamo senza provare per evitare l’inevitabile eccitazione collettiva. Di supporto c’è un gruppo della zona composto da cinque giovani, alcuni talentuosi e in pieno trip progressive; il loro soundcheck dura tipo 2 ore, che i BCO investono in decine di partite a biliardino caratterizzate decisamente da un Paolo Messere professionista, super competitivo, e avversario del sottoscritto. A cena ci sfamiamo con una pasta al pesto e premurosi facciamo pure un bis, non sappiamo che a breve arriveranno ulteriori abbuffate di pizzette, focacce, della serie questo giro la mia dieta insulinica non basta a reggere il colpo. La chicca della serata è sicuramente il fatto di scoprire la zona fumatori esterna e organizzata su un terrazzone situato direttamente sul tetto del circolo: grazie gioventù locale per averci fatto vedere la retta via… Al momento della performance dei BCO l’energia è giusta, come tutto il suono e il frigo del camerino colmo di birre in lattina Bavaria. Suoniamo bene, il mio nuovo piatto Crash della Ufip serie Bionic acquistato in settimana da un gancio pugliese, aumenta il muro del suono in modo determinante, e nel finale il crescendo improvvisato sui piatti viene prolungato fino all’esasperazione… il mio cuore, il mio fegato, sento che qualcosa si sta per smontare dentro e prima che mi venga un colpo, sento il mio amico immaginario che mi dice…: “Matteino guarda che ci rimani secco, non hai i superpoteri come nel 92…” rivedendo le foto, sembro un freak nudo e fatto di anfetamine, smandibolo, e penso cazzo non sono in una puntata di Breaking Bad e non è possibile che quando suono, mi dimentico sempre che faccio delle facce da ricovero… Grazie Paoletto per questa nuova avventura!

Blessed Child Opera

Blah Blah – Torino

Glicemie basse, glicemie alte, dormire non dormire, treno o macchina, sono comunque le solite nove ore e passa di treno per arrivare da Udine alle prove dei BCO a Pescia Romana, questo giro via Pisa, probabilmente più corta e meno costosa rispetto al tragitto in Eurostar passando per Roma Termini. All’appello in stazione a Montalto di Castro la crew aumenta, grazie alla presenza di Francesco leader dei Motherboard’s Project, nuova produzione della Seahorse recordings, il quale butta al centro la sua multipla per questa manciata di date perché la super Mercedes da zingaro del Messere, sembra sia definitivamente alla frutta. Dopo la solita spesa all’Eurospin anticipata dal buon Enrico, un diluvio fotonico, mezzo litro di rosso e saluti vari con il Messere, monto la batteria dallo sgabello in legno incriminato e sono pronto per le prove. La scaletta gira abbastanza, anche se Paolo riesce sempre a complicare un pochino tutto, cercando di mandare dei loop di chitarra con il pedalino che (anche se registrati alla giusta velocità) non saranno mai perfettamente a tempo con il mio metronomo. Dopo una cena molto piacevole preparata da Francesco (aiuto cuoco stagionale nella vita) ci lanciamo in una jam più che divertente dove il sottoscritto finisce al basso, Matteo alla batteria anni settanta, Enrico e Fra alle chitarre. Paolo non sa gli orari del soundcheck per Torino, si ipotizza attorno alle 17/18 con partenza tassativa e massima per le 11. Ovviamente partiamo in ritardo, il tempo è uno schifo, piove di brutto, e dopo un’orgia di puntate di Weeds girate dalla topa Marta, muoio sul fondo della Multipla massacrato da sbalzi glicemici. Arriviamo attorno alle 20, Gozzi il titolare ha appena lasciato il locale e tornerà più tardi, ci accolgono un barista e il fonico, operativo dalle 16, reale appuntamento per il check! E’ destino che trovi un altro sgabello in legno sul palco, dunque è ufficiale che ci sia una congiura in corso per fottermi il mio fondo schiena da anoressico eh eh! Sostituisco la cena a base ti tartine varie dell’aperitivo, con due cacciaviti (vodka e Fanta) e faccio pubbliche relazioni con Cubisino e Ale dei Margaret e Luca con donna, mandati appositamente dalla Barbara purtroppo incastrata nelle montagne per la neve. Dato il nostro ritardo importante, a breve sono le 11 e saliamo sul palco per questa nuova avventura dei BCO, non prima di rubare il Colbacco di Luca e proporlo a due ragazze sedute al tavolino, spacciandolo come un ottimo gadget russo, peccato che una di loro sia veramente russa, mentre l’amica belga. Il suono è buono e anche se non c’è molta gente, le prove del giorno prima sono un ottimo strumento per suonare più sereni e anche quando partono degli errori esserne consapevoli e dunque concentrati. Sul finale ci sono dei problemi tecnici, Paolo reclama qualcosa, il dj fa partire la musica credendo che la performance sia finita, e il fonico porge a Paolo il borderò con l’ampli ancora in pieni feedback… C’è della tensione, Paolo gli risponde in malo modo, per fortuna successivamente si scuserà, supportato anche da Enrico. Mentre scatta una curiosa baldoria di telefonate ed sms con Amaurì in concerto ad Ancona dalla Barbara dell’ex Asilo, Cubisino ed Ale mi prelevano e mi portano in pub a poche centinaia di metri a beccare una loro amica molto carina, peccato che per la lunga oretta totalmente in ipo, penso sia una cliente casuale del locale. Insomma non sono in formissima, ma la serata è molto piacevole e calcolando il periodo difficile, determinato soprattutto dalla scomparsa di mia madre, dai forse troppi impegni lavorativi e dalle svariate e frenetiche pubbliche relazioni con il prossimo, mi sento fortunato perché posso ancora suonare e fare quello che mi piace, principalmente da 20 anni spaccati!

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Glue Lab – Ancona

Siamo alle solite, bastano due sms per svegliarsi con il piede sbagliato; il primo drammatico dal nido Dainese, per le condizioni sempre più precarie di mia madre, il secondo di Enrico infermiere, il quale super mortificato disdice la sua partecipazione (appena confermata in settimana) come battero al tour de Il Cane di marzo, impossibilitato per comprensibilissimi impegni e turni di lavoro. Al bar sul lungo mare ci rilassiamo consumando una super colazione mentre su un maxi schermo mandano in diretta la partita Napoli- Cagliari. Il viaggio verso Ancona è piacevole soprattutto perché lo passo a dormire (come ogni data di questo tour) incastrato fra le borse del sedile posteriore; Dopo i personali e passati casini fisici dello scorso anno, non posso più permettermi di dormire poco, e dunque appena posso, sfrutto metodicamente ogni momento sui treni, furgoni, arei per riposarmi. Ultimamente Ancona non appare molto nella lista dei miei contatti, dunque quando arriviamo al Glue Lab spero in qualche reminiscenza passata per riconoscere qualcuno dello staff. La soluzione arriva a cena post sound check, quando appare Barbara dell’Asilo (un tempo mora) con la quale (super in forma) condivido racconti sul mitico tour con i Chokebore e Jitterbugs di metà anni 90, come le varie e successive date degli Ulani. Ma il bello arriva quando salta fuori che il barista Gabriele Santamaria mi conosce per i Meathead ed è tuttora super in contatto con il Deison, e dalla porta principale entra pure Vanni in arte”La Tosse Grassa”, idolo di Gaetano No Fun, già promoter di una sua recente data udinese. Mi presento, gli passo il mio cellulare pregandolo di fare una chiamata a sorpresa a Gaetano (in quel momento al cinema con la madre…), per poi anche avvertire via sms il Deison del mio nuovo barista preferito in comune… Sono tutti molto in forma, a parte Paolo Ticà degli Aeidi il quale confessa di aver lasciato di recente gli Aedi. Anche se è domenica, c’è abbastanza pubblico, e soprattutto lo staff ha bisogno di divertirsi e crederci. I personaggi curiosi non mancano: quello che sta tutto il giorno seduto al centro culturale per controllare internet con il portatile e scroccare monete al bar per bere oppure quello più anziano con il barbone, molto colto musicalmente, il quale però regolarmente scompare poco prima dell’ inizio del concerto. Il gig mi piace, mi diverto, il suono è cattivo e nella piccola stanza concerti dello scantinato del locale la batteria suona molto bene. Il pubblico è interessato e reagisce bene, quello che perde il controllo sono io che a fine gig, non in modo violento, comunque ribalto la batteria dimenticandomi che il materiale non è nostro, irritando visibilmente e ovviamente il fonico, il quale dopo ore di scuse a rate del sottoscritto, giustamente mi sottolinea che un microfono si può rompere anche in un secondo momento, magari dopo mesi, e che lui non può perdere tempo a rincorrere le decine di band che passano per il Glue poco rispettose verso il suo materiale, non del locale. Distratto da questa mia cagata da teen ager e stupidamente di cattivo umore, declasso l’invito per una foto collettiva scattata da una fotografa professionista molto gentile e carina, passando probabilmente pure per uno scorbutico! Me la faccio, me la dico e me la conto diceva la mia nonnetta materna Renata di recente presenza fissa nei miei pensieri domestici. La serata termina a casa di Barbara, pieni di birre, croissant salati del forno sotto casa, in compagnia (oltre che di Gabriele) di due nuovi compagni di letto: un Cane enorme e un gatto bianco; il primo accomodato sulla mia pancia e il secondo direttamente sul mio volto. Grazie BCO, come Paolo per quest’opportunità lavorativa e umana e a tutti quelli che comprendono che, anche se scrivo palesemente come un Cane, la missione qui è salvare i ricordi, come anche in parte i rapporti, gestire una memoria sicuramente sempre più incontrollabile.

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Gala Caffè – Martinsicuro (TE)

Dormo su un letto di una comodità rara e quando vengo svegliato dal Messere, scopro che, strano ma vero, la reception non ha svegliato nessuno perché effettivamente sono le 13.45! Al Caffè a piano terra ci servono ugualmente anche la colazione e da lì a breve ci fermiamo a pranzare in un bar su una statale. I gestori sono campani e anche se ordiniamo tutti dei panini principalmente con la mozzarella di bufala, ci fanno accomodare su un tavolo all’aperto, sotto il sole, incominciando a servire piatti direttamente scelti da loro… quando rifiutiamo una bottiglia di Prosecco di Valdobbiadene, capisco che il servizio sarà pagato tutto. Infatti viene presentato al Messere un conto spropositato di 75€, che ovviamente il nostro boss dalle medesime origini campane, abbasserà tassativamente a 50€, grande Paolo. La direzione, gestita dai Tom Tom dei due iPhone (sempre a rischio batteria scarica) di Enrico e Matteo, è Martinsicuro in provincia di Teramo. Purtroppo sono passati troppi giorni, e anche se ora mi ricordo abbastanza, i nomi dei gestori non rientrano nel mio archivio mentale, potrei andare a fare una ricerca su Facebook… L’estetica del Gala Caffè è quella tipica di un bar anche diurno da colazione, semplice, bianco a vetrate sulla strada. La programmazione è molto serrata, e riconosco svariate band indie italiane sulle locandine appese alle pareti. Principalmente i proprietari o gestori, sono una coppia molto disponibile affiancata da Massimo addetto all’organizzazione e logistica dei concerti, più tre baristi: due ragazzi e una ragazza bionda molto giovani. Adattata la batteria al poco spazio a disposizione, bloccata la cassa con un fusto di birra pieno e il charlie con un pezzo di marmo perché manca il tappeto e devo suonare su delle scivolosissime mattonelle bianche, ci rilassiamo di fronte ad una cena importante. Anche al bar sono molto generosi, e l’aperitivo amaro, vino e acqua minerale, rimane il più quotato per tutto l’arco della serata. Si parte, il locale è obiettivamente pieno, una ventina di persone sono addirittura sedute su dei tavolini appositamente riservati a pochi metri dalla band. Siamo in piena, c’è un’ottima energia, siamo concentrati, precisi, i pezzi girano da soli e anche se passo il concerto a rincorrere la mia cassa che slitta dietro alla schiena di Paolo, sono felice. Il caldo è pazzesco, sudo, puzzo e all’improvvisazione finale rimango a petto nudo in gonna lasciandomi definitivamente andare a continui sali e scendi di dinamica sui piatti. Mi sembra che Paolo venda una decina di dischi, e mentre ci rilassiamo in camerino con il titolare mega gigante, penso al fatto che durante il gig ho riconosciuto in sala Paolo Forlì, già booker marchigiano ai tempi degli elio p(e)tri. E’ in compagnia della moglie e altre tre ragazze molto carine che soprannomino Charlie’s Angels, festeggiamo al bancone con molti nuovi amici, ma personalmente e in un secondo momento, soprattutto con i tre baristi giovani, meno indaffarati rispetto a tutta la prima parte dell’happening. La pacchia comunque dura poco perché alle quattro, stanchi e pronti per andare a dormire, scopro che invece tutto lo staff sta pulendo meticolosamente la location; fra due ore riaprono per le colazioni e ritornare alla tipica veste da bar diurno. Mi complimento con i gestori, perché penso che il futuro dell’underground, saranno sempre di più queste realtà e soluzioni più piccole, con meno spese, ma astutamente più versatili, a rendere possibili dei concerti come i nostri, pagati quanto dovuto, ma gestiti da persone generose e corrette, pronte a mettere in discussione la tradizionale attività in un posto apparentemente difficile e superficialmente provinciale. Grazie, bellissima serata.