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Diario

Il Cane

Mixaggio “Alla grande” – Casa di Gianni Neri – Pelago (FI)

Bene, a questo punto del viaggio dopo una settimana a zonzo particolarmente intensa, una persona normale molto probabilmente si affiderebbe ad una serie di analisti eh eh… invece sono salvo, “Indipendente”, perchè avendo dormito a modino, riesco tranquillamente a sopravvivere al tanfo umano della linea degli autobus romana 105, totalmente piena zeppa di lavoratori, freaks come il sottoscritto, appena svegli, di ogni forma , colore, età, razza ed “entusiasmo”… A Firenze Campo di Marte vengo prelevato dal Marchetto alla guida della sua macchina bianca (forse mai vista fino ad oggi) e dopo una pasta veloce, una Spaten e due chiacchiere sul lavoro da fare, carichiamo lo studiolo in auto, avviandoci verso il magnifico nido di Gianni sui colli di Pelago. A parte il mixaggio del nuovo brano “Alla grande” che vede come ospiti agli organi Ilaria degli A Toys Orchestra, Michelino Novalisi al basso, Federico dei Film da Fuga alla tromba e Giovanni Chewingum alla voce, principalmente si deve ripassare un po’ tutte le mie voci dei versi del disco dentro a dei riverberi, cercare di renderle meno ferme, crude; il riferimento sono quelle del singolo “Maledizione”, già decisamente più credibili. Il buon Settimo mi ha prestato un altro mac che faccio montare al Lega nel salotto “galleria” di Gianni assieme alla scheda e alle sue casse. L’ascolto nello stanzone è difficile, tutto  rimbomba un casino, ma ne siamo sempre stati molto consapevoli, infatti la scelta della location è sempre stata motivata principalmente da un fattore umano e dalla possibilità comunque di non aver limiti di casino a qualsiasi ora, dunque (come per i precedenti due mesi) saranno solo le solite cuffie akg il nostro vero riferimento per l’ascolto… Oltre a Caterina e al babbo Gianni (con i figli Adele di 18 anni e Michelangelo di 13 in arrivo da domani), un altro guest “residente” per la 4 giorni, impegnato ad imbiancare una casa con Gianni nelle vicinanze, è lo stra simpatico (pure ex cubista) Stefano: una persona stra alla mano, con la quale le risate e il buon umore non mancano assolutamente mai. Marchetto è tranquillo, il suo mood è sempre un pochino imprevedibile, ma si vede che ha voglia di finire il lavoro, dunque ci mette poco a far partire la missione in regia, completata in parte in piena notte con l’arrivo via mail degli splendidi cori di Giovanni. E siamo a martedì: doccia, colazione, pranzo, blog delle scorse date e verso l’aperitivo anche Stefano e Gianni confermano che preferiscono le nuove vesti delle voci, e mentre mi sposto nell’area festino aka la cucina, Marco apre “Alla grande”. A cena arrivano Caterina post lavoro con un’amica, Manuela e anche la dolce Adele, la quale su mio consiglio (senza tante pippe) costruisce due dadi con due tappi di sughero facendo scattare il solito gioco collettivo dell’«uno-due», «ci credo o non ci credo», tutto basato sul barare, mentire, dove la penitenza è tassativamente uno shot di vino o vodka! A breve siamo tutti in un altro pianeta, scopriamo pure le variabili infinite nel mentire di Caterina, ogni tanto a tavola appare e partecipa anche il super Marchetto, il quale comunque fa spola fra la cucina e lo studio per continuare il lavoro. Siamo al terzo giorno. L’ospitalità e il vibe di tutti è ottimo compreso quello del gallo e delle due galline a seguito, totalmente liberi, ruspanti, a spasso per il giardino, dentro casa, e pure più intelligenti del previsto, dato che la notte dormono sull’albero per non farsi acchiappare dalle varie volpi furbacchione! Finiti i bounce di tutti i brani, apriamo “Alla grande” scoprendo stra felice che Marchetto l’ha praticamente già mixata il giorno prima, dunque rivisti da lucidi un paio di equilibri, per cena iniziano ad arrivare i primi guests: Jenny, una ragazza canadese scatenata la quale vuole farsi fabbricare un dildo dorato in Svizzera e cerca a tavola dei presta “nomi”, un uomo detto Fallani, la dolce Agata figlia di Marco, con Mamma Marzia e Lupin (il gatto nero infoiato e ciccione dei vicini) che puntuale ogni sera si presenta metodico a fare le fusa. Ora siamo decisamente pronti a ripartire con i dadi, il vino, le risate, la cosiddetta voglia di staccare e soprattutto mangiare! Jenny va pure matta per la batteria e mi chiede un paio di dritte; suona il 4/ 4 di Back in Black degli Ac/Dc (per intenderci) in modo stra fiko, provo a prendere la chitarra e poi il basso, insomma parte la Jam. Ma quella più tosta a sopresa è sicuramente quella più in intimità con Gianni alla chitarra e Marco al basso. Una bombetta, bisogna per forza ribadire e assolutamente registrare, anche se forse Stefano l’ha ripresa con il telefonino. All’alba sui colli di fronte ad un panorama da urlo super Donnie Darko con i galli che si svegliano a vicenda, la gatta stra selvatica di casa Nerina a spasso per il giardino e soprattutto Adele in piena forma, sono stra felice di aver rimandato la partenza per potermi gustare un’altra giornatina di “relax toscano”. Marchetto mi sveglia salutandomi e verso l’una scendo in cucina sparandomi delle uova in padella stra buone accompagnate da del rosso e principalmente passando l’intero pomeriggio a preparare tutte le info del cd di “Boomerang”, riscrivere i testi (super grazie ad Adele per la collaborazione), selezionare un sacco di foto e caricare il tutto on line (compreso il master) per spedirlo ad Elia fotografo e Davide di Moscow! Siamo all’ultima cena… Stefano sorridendo finto spaventato rinuncia al festino e abbracciandoci comunica che torna a casetta eh eh; si aggiunge Michelangelo arrivato nel pomeriggio ma un attimo ammalato e Sandra, una nuova terza amica di Caterina molto carina, accompagnata da un uomo muscoloso (butta fuori) appassionato di moto seghe; sembra che tenga una collezione di 7 elementi, tra cui una piccola giapponese molto costosa e molto precisa! Dovrebbe essere la serata più tranqui, ma alla fine riusciamo comunque a fare le 5 del mattino a parlare di cose stra interessanti, importanti, come fra le mie più gettonate i problemi di diarrea nei locali pubblici. Non so che dire, sono state delle giornate bellissime, i cerchi si chiudono per crearne di nuovi, nuovo slogan di questa 10 giorni. Grazie Adele per averci svegliati dopo due ore, Gianni per avermi portato in stazione a Pontassieve, Nerina per avermi tenuto compagnia sul divano e ovviamente Marchetto!

Il Cane

Riprese videoclip “Maledizione” – Pigneto – Roma

So e zo per la Penisola! Finché il mio cervelletto tiene (anche se zompo sui treni in direzione opposta) è tutto super sotto controllo… Il risveglio totalmente lisergico della mattina coincide perfettamente con lo script del videoclip al quale sto andando a partecipare a Roma. Esco in strada in pieno centro a Firenze, blocco un taxi perchè in 9 minuti dovrei essere in stazione, ma il tassista dice che è già prenotato e mi consiglia di correre dritto per la via; penso di essere lontano, ma in realtà in tipo 5 minuti sono a Santa Maria Novella scoprendo pure di avere il treno in ritardo e dunque guadagnando preziosi minuti per prendere del cibo e fare il biglietto agli automatici. Dormo e poi dormo ancora, e poi forse dormo di nuovo, l’insulina lavora come gli ormoni e gli anti epilettici e dopo ben 3 ore e mezzo di viaggio all’arrivo al mitico e in culo binario 2 est di Roma Termini, la cugina Chiareti appare come una visione molto gradita e surreale! Non ricordo dove pranziamo, ma so di conoscere al volo il suo collega alla seconda camera Julien, e di trovarmi a breve ad un parchetto di fronte ad un fioraio in via del Pigneto, con una birra in mano, ma con la pioggia, il vento e un cazzo di freddo incontrollabile… sarà la stanchezza! Lo script è semplice anche questo giro. Dopo una seratina leggera, mi sveglio in mezzo a due bidoni della spazzatura sdraiato sul cemento con una bottiglietta di acqua magica in una tasca della giacca e con un cellulare attaccato con delle scotch ad una mano; mi alzo e d’istinto rassegnato, più che in bomba non faccio altro che chiamare e richiamare lo stesso numero inesistente peggio di una vera e propria maledizione! I risvegli sono tre come le tre locations diverse di Roma, come i tre neuroni che mi rimangono ancora incredibilmente operativi, come i tre cellulari disintegrati sul set. Chiara e Julien sono un team speciale e molto concentrato e la loro sinergia non è solo motivata dal fatto che frequentino la stessa scuola, è un equilibrio piacevole che in certi particolari riprese azzardate amplifica ulteriormente anche la mia voglia di mettersi in discussione, prendendo il coraggio in totale tensione di attraversare una piazza romana super trafficata praticamente fermando il traffico e rotolarmi sul parco in mezzo al tutto come uno schizzato teen ager professionista, oppure incominciare a camminare sulla tangenziale in salita ovviamente in senso opposto… A cena la fame è selvaggia: bavette aglio, patè di olive nere e grana, vodka, birra, pubbliche relazioni con i coinquilini della cugina e con un gatto rosso super ciccione e via al volo nel primo bar sotto casa a cercare di bere una mezza Guinnes veloce per conoscere fra i vari anche Laura di Trieste, altra compagna di corso di Chiara e Julien. Definitivamente dormiamo come si deve e il secondo ed intenso giorno di riprese fin dalle prime ore della mattina è finalmente premiato da un bel po’ di sole e buon umore. Mi sento meno teso, anche se il secondo risveglio del video avviene alla fermata del tram, sdraiato con la testa appoggiata sulla classica linea gialla dipinta sulla pavimentazione e parallela al tram in arrivo con la gente che scende di fretta giustamente un attimo sorpresa, confusa. Seguono riprese in un “parco” di un quartiere popolare, come lungo le mura vicino al circolo degli artisti, dove mi approprio della cuccia di un homeless e dove lancio da un cavalcavia il terzo e definitivo cellulare. Rimangono solo le riprese al tramonto sul super terrazzo del condominio di Chiara. Mentre aspettiamo la luce giusta, in cucina si è creato un meeting stra divertente di ragazzi pronti ad assistere alla finale Roma- Lazio coordinato con il definitivo saluto del gentilissimo Julien, pronto a tornare alla sua normale routine! La vodka ghiacciata mi aiuta a cantare in falsetto girando su me stesso mentre mi riprendo da solo in mezzo al terrazzo, come a sopravvivere alla orgia di boccacce, strizzate di occhi e di naso che devo ripetutamente girare per un’oretta guardando immobile nella super Canon di Chiara. Ci siamo riusciti, siamo stanchi, felici, ma siamo io e Chiara e lei sta crescendo con una disponibilità e soprattutto una testa che mi rende orgoglioso come cugino, freak, artista, musicante. Domani parto per Pelago a finire il mix di “Boomerang”, si chiude un cerchio per aprirne altri ed altri ancora.

Il Mercato Nero + Muleta

One Eyed Jack – Firenze

Si ritorna in toscana senza tante menate. Ci incontriamo tutti nel solito bar di via Fanfulla con il giardino esterno, ma non prima di avere sbranato un’orgia di focacce a Ciauscolo e formaggio in una pizzeria tattica di una laterale di via del Pigneto. Caricato il furgone, salutato il grande Poppi mancato la sera prima, molliamo velocemente la tangenziale ed entriamo “sparati” in autostrada. Fra un abbiocco e l’altro, seduto accanto al super driver Teno e Andrea battero, mi sveglio con “Risparmio Energetico” che gira in piena nello stereo del furgone e cerco di chiamare in loop Gabri del Jack perchè il pub è in centro a Firenze totalmente in zona a traffico limitato. La soluzione è semplice: arrivati in zona stazione fermiamo dei vigili e sempre scortato dal Teno, andiamo a fare un permesso giornaliero aiutati da una vigilessa decisamente graziosa e disponibile. Il Jack è un pub molto piccolo, ma essendo in pieno centro storico è pieno zeppo di turisti americani già carichi di birre dalle 6 del pomeriggio. La logistica su palco è molto complessa, perchè lo spazio a disposizione è tipo 2 cabine del telefono, ma al di là dell’ineluttabile stanchezza, il mood collettivo è ottimo, sicuramente potenziato dall’arrivo di Marchetto Lega, l’omone Gabri, Anna Sofie ed Eugenia. Gestiamo un attimo i micidiali volumi al check dei Muletosi e partiamo con un graditissimo e folle ordine di cheeseburger, polletti fritti, ma sopratutto birre belga di ogni forma, colore e gradazione. L’arrivo di Walter, Adele e ovviamente Gianni con Caterina, spara tutti ancora di più in uno stato di eccitazione molto dailit, sicuramente divertiti anche da un suono e vibe dei Muleta caldo, forse anni 90… ma loro parlano e suonano come mangiano da allora, e questa sincerità traspare in crescendo canzone dopo canzone, concerto dopo concerto. Quando tocca al Mercato Nero, mi sento rilassato, tolgo la maglietta “sordina” dal rullo, collego scheda e computer, birra e gonna e sono “pretty much ready”, affiancato da i miei colleghi drasticamente più vicini del solito! Aria condizionata o no, c’è caldo, fatico, e non faccio altro che pensare all’idea di comprarmi un microfono da bocca, liberandomi una volta per tutte di questa cazzo di asta del microfono che centro regolarmente con i gomiti o le bacchette in loop, per non parlare di quando casca in mezzo alla batteria perchè rimango un agitato cronico. “Saccopelista” funziona, come “Miracoli” o la sparata “Inferno”, in generale stiamo migliorando e non vedo l’ora di vedere il primo video girato da Andrea, arrivare alla data di Cormons in casa con i Bachi da Pietra prevista per il 22 giugno e fare il punto della situazione in cassa! A fine caricaggio del furgone, per la precisione quando Il Lega è pronto per andare a parcheggiarlo a casa sua, mi dimentico di consegnargli il mac del babbo per il mix de Il Cane della prossima settimana… per fortuna ci penseranno i Muleta domani al risveglio, mentre alle 8 del mattino il sottoscritto prenderà un treno per ritornare a Roma a girare il video di “Maledizione” con la cugina, non so bene come fare per svegliarmi… cazzo viva il rock n roll e l’essere finti zingari, almeno ti da l’impressione di “non prendersi troppo sul serio”…! Grazie a troppi, u know who you are!

Il Mercato Nero + Muleta

Forte Fanfulla – Roma

Riparte il festino in furgone con i Muleta. Come al solito io e Manu scendiamo con un giorno d’anticipo per esercitarci nella sala prove bolognese dei Massimo Volume. Dopo una cena squisita arricchita da un’orgia di muffin salati preparati da Chiara, come da programma mi avvio a piedi verso la libreria Modo in centro a Bologna, dove ho appuntamento con Enzo ed Ilaria. Oltre ad Andrea in libreria, al bar accanto incontro anche Paoletto (ex Delano) al lavoro dietro al bancone. Le birete “scaldano” il mood di tutti e quando sono le 4 del mattino e sono collassato su un letto preparato da Ilaria, sono stra felice di averla come guest alle tastiere in un brano del nuovo e terzo disco de Il Cane. All’appuntamento con I Muleta a casa di Egle c’è un sole incredibile, peccato però che la macchina di Enzo faccia dei rumori stranissimi (potrebbe essere la marmitta andata) e dunque siamo costretti a salutarci in fretta e furia. Egle butta al centro il tom tom, Teno è operativo alla guida del furgone “Pallavolo Rossano” e con un testosterone collettivo importante, partiamo felici in direzione Roma. Parcheggiare il Furgone in via Fanfulla è sempre un casino, troppo stretta e a senso unico, dunque se manchi il parcheggio devi rifare tutto il giro del quartiere. Entrando per la prima volta nella sala dei concerti del F.Fanfulla riconosco tutti i mobili, il bancone, il calcetto del vecchio Fanfulla, semplicemente disposti in modo differente, e inevitabilmente i ricordi scattano di default. Andrea organizzatore rimane sempre lo stesso, anzi forse lo trovo pure più dinamico del solito e quando gli sto presentando Egle, ecco che prevedibile entra Emi “sorpreso”, il quale saluto una volta sola in modo molto formale, ignorandolo per il resto della serata. Anche se la nuova location dovrebbe permetterci di suonare ad un volume normale, senza set acustici o vie di mezzo sonore, al momento del check dei Muleta, mezza cucina viene a bloccarci immediatamente sostenendo che i volumi sono da carabineri al 100%! Il battero sostitutivo di Giulio per queste due date si chiama Andrea e spacca di brutto; certo picchia a modino, ma con un controllo dello strumento tosto e uno stile decisamente anni 90! Ma è la serata dei batteri ed ecco che al check arriva a trovarci anche Andrea Frosinone (già ai tamburi con il Cane) stra mega fan dei Massimo Volume, dunque il linkaggio con Egle è automatico. Anche se la sala è mezza vuota e la serata all’inizio è un po’ fiacca, post cena ad Anduia e pasta stra buona, arrivano con piacere sia Matteone che Daniele Babbo che ovviamente Edi con le varie colleghe bariste. Anche Sergio fonico (in compagnia della solita ragazza molto carina) si coordina con il Turco il quale sta registrando i concerti per montarli sulle riprese di Chiareti. Quando è il nostro turno, incredibile ma vero la mia scheda audio decide pure di funzionare nuovamente, dunque premo barra su questo portatile, sperando che non mi abbandoni sul più bello della performance. Mi sembra che tutto giri, a parte scappellare la solita rullata di “Inferno” facendo entrare tutti nel ritornello completamente sfasati. Il groove de Il Mercato Nero sta crescendo, come gli euro in cassa per il disco, come la nostra consapevolezza sul potenziale del progetto, sui nostri non pochi limiti. Il gig dei Muleta è una bombetta e loro sono sempre più dolci e stra fighi. In piena serata (probabilmente un attimo prevedibile) Teno arriva al bancone da me ed Edi e getta la spugna dicendo che non se la sente di guidare il furgone fino a Firenze. Dopo un’ora e mezza di logistiche aiutato in modo concreto e determinante dalla super Edi, optiamo per lasciare il furgone in strada, backline al locale, io e Manu a dormire da Chiareti e i rimanenti nella camera della coinquilina di Edi. Solo dopo potrò fare le 8 del mattino a bere Moretti selvagge e parlare con quel fuso dolcissimo di Andrea Frosinone. E anche questa è fatta!

Il Mercato Nero

Riprese videoclip “Esche Vive” Aviano (PN)

È inutile che ce la meniamo, forse stiamo un attimo cagando fuori dal vaso. Sono le 2 di notte, e io e Manu siamo in stazione a Verona con quella di aspettare un treno per Pordenone alle cinque del mattino! Ci appoggiamo per un’oretta da un Kebabbaro di fronte alla stazione, ambientino caraterizzato da 5 rumeni molto ubriachi e molto molesti; la rissa è nell’aria, mi bevo una Ceres in fretta e furia e dotati di doppio saccoapelo ritorniamo a montare un matrimoniale immaginario in piena hall della stazione di Verona. Un film nel portatile ha effetto sonnifero e crediamo di dormire per due ore. All’arrivo a Pn alle 10.15 c’è un sole pazzesco ma personalmente sono troppo stanco per apprezzarlo. Il primo ad arrivare è Elia fotografo, segue la macchina con gemella Marty, Giove e nipote Niccolò e poi Djouf in treno. Il regista Andrea Banano, Roberto, l’infermiera Anna con un cane ed un amico, Enrico Novalisi, Dario datore di lavoro di Manu ci aspettano già o arrivano a rate ad Aviano. Dato che il testo di “Esche Vive” in linea di massima descrive il disagio sociale di un paziente di qualsiasi età di fronte a strutture psichiatriche come il C.S.M, la location scelta è la sala d’attesa di uno studio medico gentilmente messa a disposizione in settimana dal dott. Berto (Babbo di Enrico fungolo). Dopo una camminata alla Coop con Marty, Giove, Niccolò e Manu per fare un minimo di spesa per la squadra, una serie di spiegazioni logistiche del regista a tutti i partecipanti, attorno alle 13 entriamo nel cuore delle riprese. Il Cane e Il Fabbro sono seduti vicini, affiancati sulle sedie di sinistra da Marty e Niccolò mentre su quelle di destra da Djouf e Dario. Nella piccola stanza c’è anche la tipica scrivania per l’accettazione dei pazienti, gestita dalla simpatica e dinamica Anna, coincidenza infermiera anche nella vita. Sono distrutto, Elia documenta fotografando gli attori sul set, e non resiste alla tentazione di postare in diretta su facebook una foto del sottoscritto addormentato su una sedia in piene riprese. Manu canta in loop la canzone al doppio della velocità, io cerco di seguirlo con i cori del ritornello, e principalmente nelle prime ore cerchiamo di portarci a casa tutte le riprese con le comparse in modo da poterle liberare il prima possibile. I momenti divertenti nell’armonia di questo sabato pomeriggio di fronte alla camere sono numerosi: un Fabbro il quale alzandosi in piedi in teoria dovrebbe spaventare Niccolò ma invece ottiene solo un boomerang di sazie risate di mio nipote, oppure il suo lancio delle pillole per aria, seguito da una sua crisi di nervi molto da freak gestita con un potentissimo placcaggio della minuscola ma operativa infermiera Anna. Sono più sereno e felice del solito, con il fatto che nessuno de Il Mercato Nero si riprenda neppure le spese di viaggio dalle date che sto chiudendo e il fatto che i ragazzi del video (come ad es. Elia) lavorino per il momento a gratis, a breve dovremmo avere i soldi per la stampa e l’ufficio stampa di “Società Drastica” (possibile titolo dell’album), seguiti pure da un videoclip, goal de Il Mercato Nero prefissato appena lo scorso febbraio post mastering a Frisco anticipato gentilmente da Davide ed Enrico dei Morti. Next week si riparte con i Muleta e giro a Roma con cugina Chiareti, anche il video del primo singolo “Maledizione” della terza creatura de Il Cane.