matteite

Diario

Il Mercato Nero

>Prime Session di prove in trio + Set fotografico al mare con Elia Falaschi – Lignano (Ud).

È già da un paio di mesi che si è finito da Shawn a Frisco il mastering di questa prima creatura de Il Mercato Nero e sembra che le difficoltà per trovare un nome alla band (in principio tipo Il Fabbro, Magredo, Anduia…) siano forse minori di quelle per focalizzare il titolo del disco e il primo singolo (primo video); infatti in ordine e in linea di massima, potrebbero essere “Società drastica” ed “Esche vive”. Sono in molti (come il sottoscritto fin dal principio e poi Egle) a credere in modo concreto nel talento di Manuel aka Il Fabbro e fra le varie manifestazioni di affetto e rispetto nei suoi confronti inevitabilmente risaltano anche quelle economiche, strumento determinante per il raggiungimento di un obbiettivo come l’arrangiamento, la registrazione, il missaggio, il mastering, la pubblicazione e la promozione di un disco. Durante questo percorso, soprattutto se come nel nostro caso la scrittura e l’arrangiamento del materiale avviene direttamente in studio senza una vera e propria band, l’esigenza come la salvezza di un progetto può essere proprio quella di imbastire il concerto dal vivo, soprattutto in un momento difficile di stallo, senza disco in uscita, etichetta, booking, ufficio stampa bla bla… La soluzione è quella di sostituire nuovamente dei concerti de Il Cane con Il Mercato Nero, cercarne altri con i Muleta, chiamare zio Egle, proporgli il festino e scoprire un entusiasmo e una praticità tutto tranne che da zio eh eh! Le logistiche a seguire sono abbastanza complesse e dispendiose anche per dei mancati punk come noi. Egle sale a Lignano in macchina da Bologna di sabato mattina, mentre io e Manu, ancora una volta grazie ai passaggi del gentilissimo Frico all’andata e l’architetto in pensione Settimo al ritorno, venerdì pomeriggio trasportiamo e montiamo tutto lo studio nel salotto dello storico appartamento Dainese sul treno di Lignano Pineta. Ho passato una settimana ad imbastire le basi (seguito al telefono da Marchetto) e poi successivamente a provare di mattina il set con Manu nel mio studio in giardino a Udine. Il goal è quello di organizzare due set: uno con Egle ed uno senza, e devo dire che tendenzialmente sembriamo abbastanza pronti per coordinarlo e coinvolgerlo per la prima volta. A parte il ritardo di ore di Manu alla partenza udinese, le sue tipiche ed insopportabili non risposte al telefono e la sua imprevista corsa alla stazione delle corriere perchè all’ultimo non riusciamo a farlo sedere nella Friko’s mobile, quando la sera a studio montato sono seduto sul divano di Lignano in ipo glicemia e guardo in tv il Film di UnaBomber, mi sento felice e concentrato. Egle arriva per le 12.30, monta il suo ampli accanto alla mia battera e pranziamo in terrazzo sotto il sole con una squisita torta salata cucinata gentilmente dalla sua dolce metà Chiara. Le prove girano, più arriva il brutto tempo fuori dalla finestra e più risuoniamo le stesse canzoni decidendo di omettere dalle basi dei synth assolutamente non necessari nel vero set live del disco completato dalle suonate e magiche chitarre Honolulù del Sommacal. Post gita veloce alla Pam per recupero birete e cibarie per la cena, non riesco a smettere di ridere pensando ad Egle che durante “Miracoli” riesce a scomparire in cucina suonando comunque la sua parte di chitarra e seguendo allo stesso tempo la cottura delle vongole in modo impeccabile! L’abiocco post cena è inevitabile, parliamo al volo di un indispensabile comunicato per le date del prossimo week end ma forse stupidamente (dopo mesi di fondamentali ma lente riunioni via mail con in copia anche Marco e i Morti) rimando un pratico confronto face to face con Manu ed Egle assieme, non riuscendo comunque ad addormentarmi presto perchè (dato che Lignano Pineta d’inverno è deserta) al bar Bellini di fronte a casa suonano Tecno a volumi allucinanti fino alle 2 del mattino. Alle nove siamo svegli e stra operativi in piene scalette (contraddistinte anche dall’esplosione e distruzione delle mie spazzole nuove di stecca) perchè come previsto quando sono le 12.00 veniamo raggiunti dal fotografo Elia contattato dal Cane per una serie di scatti durante la scaletta e principalmente in riva al mare, necessari per gli eventi dei concerti di Ferrara e forse di Bologna. La pulizia e il riordino ineccepibile del nido condiviso d’estate da tutti gli zii è essenziale e le recenti indicazioni stampate sul foglio appeso in entrata sono sempre super utili. Al ritorno occupiamo con il back line tutti i cm disponibili della Fiat nera del Settimo, siamo esausti; questo è l’inizio di una nuova parte del lavoro chiamato Il Mercato Nero e personalmente credo che sia molto più frustrante, complicato e faticoso inventarselo e organizzarlo che metterlo in pratica, per il momento ci credo ancora, speriamo che non diventi una semplice scopata, altrimenti è meglio masturbarsi in solitudine.

Il Cane

Missaggio “Boomerang” – Firenze

Più passano gli anni e più la mia memoria sgarra, infatti da sempre l’obiettivo di questo blog è proprio quello di pararmi il culetto (fra poco tatuato) e soprattutto, nel caso abbia la “fortunata” possibilità di ritornare a suonare nella medesima location, poter rileggere cosa (nel bene e nel male) sia successo la volta prima. L’anda è più o meno sempre la stessa: mi sveglio il giorno dopo di un evento, scrivo nel portatile o su carta, spedisco alla dolce e gentilissima Elisa e svuoto il cestino nel mio cranio. Ora, per quanto riguarda il mix di “Boomerang” (terza creatura de Il Cane) avvenuta come quella dei Magredo a casetta di Marco Lega a Firenze, forse per la prima volta in anni questo diario non è partito e adesso che sono a fine lavori seduto in cucina, ho un mondo di emozioni, istantanee, suoni, canzoni, attimi importanti, speciali che mi rimbalzano dentro incontrollabili, spesso senza nome quasi orfani di contesto, data e ora di nascita. L’attitudine “agitata” di questo nuovo lavoro de Il Cane è spesso determinata dalla “mia” difficoltà nel relazionarmi con il prossimo e di conseguenza da vagonate di dubbi, errori comportamentali e ansie che ciclicamente ritornano come un “Boomerang”. Ma non posso perdere la concentrazione dunque preferisco seguire una nuova lezione di “Risparmio energetico” impedendo per tutta la durata del mix a dei buoni amici di riportarmi in diretta gli svarioni di altri al momento forse confusi, come evitare di farmi ledere il sistema nervoso per il fatto che un ex collega sembra abbia fatto uscire un disco con i miei arrangiamenti (pure non definitivi), battere, synth etc… senza la mia benedizione ah ah! Ma voltiamo pagina! Le risalite in Friuli per il natale goriziano, le emozionose e ben pagate date con i Muleta, il capodanno “Zen” con il Gallicchio e la guerriera KuKù, le gite a Pelago da Gianni e Cate, le fughe per la connessione Internet alla Coop all’angolo come all’Arci di Via San Niccolò o quelle per svago nel ferrarese dalla dolce Nena sommate alla professionalità, correttezza, come la fragilità misto bontà di Marchetto, sono lo spirito “romantico” (cit. Davide Muleta/Annesofie) dolce e concreto di queste ultime settimane fiorentine di mix. E’ dai Jitterbugs a 16 anni nel 92 che cerco di far succedere cose e se dunque a 37 anni nel dubbio si continua ad accelerare come dei folli, il risultato possono anche essere magicamente 2 dischi di fila sudati, ragionati, vissuti con amore come un beat stra groovie in cinque quarti ma spesso amaro, perchè sia la Matteite che Il Fabbro dei Magredo e forse pure il Marchino “sfortunatamente” con le note sono tutti palesemente darkofili. E dunque siamo alle solite: nuovo anno, nuovo disco de Il Cane senza scaletta, copertina, lay out, etichetta, tour, video, deposito siae, ufficio stampa… o meglio, tutto ancora da fare e ovviamente con lo stesso entusiasmo del primo! Se avete idee scrivetemi pure e se per culo mi sono già imbarcato abbiate un attimo di pazienza ah ah!

Muleta

Osteria al Majo – Piazzola sul Brenta (PD)

Mi sembra siano passati 4 mesi da quando sono partito a metà novembre per casa del Lega a Firenze con la missione missaggio del primo disco dei Magredo e del terzo de Il Cane. Questa sorpresa delle date con i Muleta (anche se in Veneto) sono un botta di energia importante e ora, alla fine del lavoro toscano, direi indispensabile; bisogna staccare per ritrovare lucidità e spontaneità nel leggere un lavoro inevitabilmente così prolisso e delicato. Risalendo da Firenze di sabato mattina (dopo una notte con Marco totalmente insonne a vodka a dama) deviando per Brescia per farmi caricare in macchina dalla principessa Sara arrivando a Rossano (VI) per l’aperitivo, spiega subito l’anda decisamente festaiola del sottoscritto. Non mancano le birre, l’entusiasmo e la voglia di ricominciare a tatuarsi… Il pranzo della domenica da Giò e Teno è spettacolare, molto stiloso e delicato. Rileggo la scaletta fisicamente scannata e rispedita in settimana via mail da Davidonzo, riascoltando i brani in ordine nella mia cartella di iTunes, mentre la ex coppia Teno e Giovanna si confronta in piacevoli discorsi da coinquilini. Ci mettiamo un attimo in furgone ad arrivare all’osteria di Piazzola sul Brenta. Il giovane titolare è tranquillo, ma come molti bar che decidono di organizzare concerti in location forse non così “adatte”, è un attimo in ansia per i volumi, tra l’altro molto ridotti rispetto al precedente gig di Thiene. Sono ancora un attimo eccitato per l’incontro con Sara e mentre siamo pronti per incominciare, all’appello c’è tutto il giro di Rossano al completo capitanato da Denis fotografo e poi Giovanna con Ale etc. Suoniamo bene, mi sembra precisi, probabilmente ho sbagliato qualcosa anche questo giro, ma l’emozione è forte, perchè la roba arriva in faccia ai presenti come una cassa di birra Moretti… È troppo divertente da battero suonare seguendo da una parte (al posto che il basso) le chitarre elettriche arpeggiate molto Sonic Youth, Cure, anni 80 di Davide e …”on the other side” la voce carta vetrata del dolce Teno. Siamo stanchelli, ma ci sono tre tipe curiose, una delle quali obbiettivamente più topa e vestita elegante, che in realtà risulta fan del glam rock metal anni 80 più tamarro like Cinderella, Guns N’ Roses, Ac – Dc che segue grazie alle numerose cover band che suonano nei bar della zona… da morir dal ridere, scopriamo che sono di Breganze ma non passano per il Pomopero perchè lo trovano troppo radical chic… il mondo è proprio curioso. Scatta una nuova cena con tutti da Teno e una stra piacevole chiacchierata notturna con Davide nella sua ormai nota villa “Malibù”; piano piano ci conosciamo sempre di più, scoprendo spontaneamente e reciprocamente momenti belli e brutti del nostro passato, mixati alla voglia di fare uscire il loro disco come Matteite grazie alla logistica e alla praticità di Barbuz Ufficio stampa. Ora che scrivo su un treno diretto a Ferrara dalla Nena, seguito da uno domani verso Firenze dal Lega, mi sento una persona fortunata, soprattutto dopo che questa mattina alle 10.45 sono riuscito come un mona (tanto per cambiare…) a dimenticare il cellulare in macchina di Davide e prendere un treno al volo da Castelfranco in direzione “opposta”… la Matteite? i 37? Non so, come dice Flavio… “nel dubbio accelera” e come dice Gae…”Questa non è sfiga”! Grazie Muletaaa!

Muleta

AL CAPPELLO – Thiene (VI)

Fra ipo, risalite e discese dalla Toscana, per fortuna la stanchezza vince su tutto e passo il 25 e metà del 26 dicembre 2012 a dormire cibandomi di Dexter in streaming. Giulio battero Muleta per natale è off e i ragazzi hanno una data a Thiene (VI) in un posto carino che si riempie a palla. Teno (come sempre stra pratico e concreto) mi invita per un rimborso più che generoso a provare il 26 pomeriggio nella reggia della “zia” Davide a Rossano, festeggiare la sera e il 27 fare la prima assieme. Il set dovrebbe essere “morbido”… Dopo i primi 2 brani a prove, fra Moretti, umidità e stupidità mi esce subito un nervo sulla caviglia perchè non regolo la molla del pedale in prestito sforzando il tutto come avessi 16 anni e partono anche subito due vesciche sulle dite, dunque diciamo fedele al mongolino d’oro. Le prove del 26 sono veloci, mi segno delle cose su un foglio A4 di carta appiccicato sulla cassa e più che altro cerco di entrare nell’idea dei brani, perchè le scalette in realtà sono solo 2 e da 20 minuti l’una… poi Davide torna al lavoro e io e Teno (dopo una pasta e il frigo comunque vuoto di Davide) preferiamo schizzare al suo ovile a grappa, rossi, presenti dispersi sul pavimento e soprattutto orgie di amarissimo radicchietto rosso che scopro provenire (grazie alle incontrollabili risate e lacrime di Teno) dal box dell’umido ricco inoltre di zucche con muffa, fondi di caffé… L’ infinita doccia bollente seguita da un’ora a segnarmi metriche e studiare un minimo la scaletta dei Muleta fa volare il tempo e quando sono le 18 si è già caricato il furgone in direzione Pomopero di Breganze (VI) per il mitico aperitivo con le gatte di 12 anni più morbide e gonfie della regione. Il turco fonico e tutto fare arriva puntuale al locale e fin dal primo momento penso a quanto sia comodo e forse indispensabile girare con una persona che copra questo ruolo, cachet o non cachet, posti in furgone o no… Monto i tamburi di Giulio un attimo abioccato mentre Teno e Davidonzo ordinano l’unico giro di Gin & tonic offerto dal locale, a parte le birre e la cena il resto si paga! Attacco la scaletta con le indicazioni sulla cassa dell’Ampli Fender di Davide logisticamente piazzato in verticale alla mia destra sulla classica panca da pub, regolo piatti, accordo il rullo e già durante il soundcheck otteniamo un ottimo feedback dai gestori e dai pochi presenti in sala. Fa molto freddo, o forse sono molto stanco, comunque non riesco a stare fuori all’aperto a bere birete e fumare con i miei tabagisti preferiti. Muoio su un divano per un pochino, ordino la cena un attimo in ipo (ultimamente l’insulina lavora che è un piacere) conosco Lara (ultima fiamma analista molto topa di Teno) la sua amica tatuata (che scopro del vecchio giro anni 90 del pordenonese) e cerco di rilassarmi. Verso le 22.40 il locale è pieno di gente già puntata verso gli ampli, dal banco ci danno il via e la baracca parte. Ogni canzone inizia con il riff principale dell’acustica di Teno per capire la velocità, poi si entra in bomba io e Davide cercando tutti di mantenerla il più possibile, senza afflosciarsi o accelerare come alle medie. Le indicazioni funzionano, come il feedback o i complimenti dei presenti, le chitarre rotte, i gin tonic rovesciati vicino alle prese, le bestemmie, l’attitudine punk ma sicuramente molto diretta e stra emozionosa soprattutto quando arrivano brani come Lotteria dove, personalmente, farei a meno di suonare i tamburi per non rovinarli, un po’ come Egle su Anduia nei Magredo. Sono in acqua ma sono concentrato perchè voglio fare una bella figura, perchè Teno, Davide e il Turco (oltre a pagarmi e avere un sacco di cose fighe da urlare) sono delle persone speciali, vere! La serata finisce quando il Matteino, su consiglio della topa bionda dell’organizzatore 21 enne che ha visto e fatto più concerti di tutti i presenti in sala…, schizza al bancone, spiega che i due drivers sono cucinati e che si cercherebbe un posto per collassare!?… Ci consigliano di parcheggiare nel giardino dietro ma di dimenticare i comodi divani in pelle all’ interno del club… come dicono i Nu Bohemien menate di provincia… loro hanno fatto un sacco di soldi, noi a metà serata non avevamo più neppure le birre for free e ora (forse anche perchè si è cagato fuori dal vaso) finiamo a dormire a dicembre in furgone nel garage condominiale del 21 enne organizzatore che gentilmente butta al centro panini, frutta, biscotti, vino, crackers ma ovviamente non la dolce compagna lolita. Grazie Muleta, u fucking Rock!

Magredo

GALLERIA DI GIOVANNI DE GARA – Via San Niccolò – Firenze

Non male arrivare alla fine di un mix di un disco e alla seconda data dal vivo con un nome provvisorio per il progetto! La galleria di Giovanni come la casa del popolo a pochi metri, sono in via San Niccolò a Firenze ed entrambe le location sono state scelte per festeggiare il 29° compleanno di Veronica. Ieri si è passato il pomeriggio a provare da Giovanni con una batteria, un basso e un impianto pseudo provvisori perchè per fortuna oggi (tramite svariati Lorenzi, baristi della zona, Gianni…) si è recuperato piatti, spazzole, nuovi bassi ed impianti decisamente più efficaci. Quando sono le 20.00 la saletta nel retro dell’Arci è stra piena di cibo e gente tra cui i friulani Lorenzo Napolo, Callicchio più donna e poi Anna Sofie, Monica, Walter… Tutti i ragazzi presenti sono mori o castani con la barba e vestiti di scuro mentre le ragazze sono in maggioranza, carine e per fortuna senza barba. Quando decidiamo di dare inizio alle danze, in galleria alla mia sinistra vicino alla battera c’è il fedele Marchetto, affiancato da una gentilissima sconosciuta bionda la quale passerà l’intero concerto a tenermi ferma l’asta del Charlie con il piede e riempirmi il bicchiere di rosso. Per essere la seconda data dal vivo i brani girano; chiaramente nelle basi mancano tutti i nuovi arrangiamenti (consequenziali alle chitarre di Egle) che da dieci giorni girano in loop nelle nostre orecchie, ma il fatto di tornare alle origini tutto sommato non mi dispiace, lo trovo a suo modo costruttivo. Finiamo lo show un attimo bruscamente (anche se tutti chiedono dei bis) perchè tramite Veronica (ambasciatore non porta pena) giungono lamentele drastiche dal padrone dei piatti e delle spazzole in sala, totalmente nel panico per la sua strumentazione “suonata” con le spazzole… Poco dopo (in pieno festino) vengo requisito e catapultato al volo in santo Spirito da due ragazze francesi molto carine per poi finire serata e ribeccare tutta la truppa nel solito piccolo club pieno di yankees. Il momento più cool è scoprire Friko su dei divanetti al piano di sopra, come Walter al calcetto con dei bruti, il resto ora è nebbia pura. Ottima serata, gig, settimana, disco, Marchetto… Si ritorna in furlania, con quella forse di riscendere in 2 giorni per il mix del nuovo de Il Cane, a meno che non arrivino news da Roma.