matteite

Diario

Il Fabbro (aka Magredo)

Firenze – Missaggio 1° disco Magredo

La discesa libera Udine – Firenze di domenica sera avviene esclusivamente grazie alla Friko’s mobile stracolma di monitor, schede audio ma soprattutto borse e borse di viveri. Federico aka “Frico” è di Udine, ma in questo periodo durante la settimana lavora in trasferta in quel di Siena, dunque il fortunato passaggio come il conclusivo festino nella galleria di Giovanni sotto casa di Veronica, para completamente le chiappette a tutta la squadra. Moriamo esausti per 4 ore da Veronica e il lunedì mattina presto siamo già operativi di fronte ai monitor del mio studiolo montato nel tinello di casa Lega. Dopo anni di distanza l’idea di condividere con lui questa parte finale e fondamentale del disco mi “tranquillizza” e lusinga professionalmente di brutto. Come per Egle il suo brano preferito è “Anduia” e d’istinto decide di partire con quella. Tutte le tracce del disco sono state editate, pulite, intonate e messe “a tempo” dal sottoscritto, dunque l’importante goal collettivo è mirato all’equilibrio dei volumi, alla pasta del suono, senza comunque scordare che poi comunque mancherà il master finale di Shawn a Frisco. Mentre post cena Manuelito collassa sul divano, in cucina apriamo pure “Saccopelista” che assieme ad “Anduia” e “Automobile” rientra nella categoria dei brani “diversi” di questo disco dei…??? non si sa, non si ha ancora un nome, dopo il Fabbro (troppo referenziale) Anduia è stato declassato da tutti; se avete qualche idea buttate al centro please, al momento si ha: “Peluca”, “Esche vive”, “Mia Nonna”, “Magredo”, “Enorme”… Le classiche e comode cuffie AKG (come per le produzioni di Novalisi, elio p(e)tri, Il Cane, Lavinia…) in linea di massima all’ascolto non mentono mai perchè non regalano niente di più di quello che succede veramente, dunque da buon metallaro reclamo un pochino di battera nel mix di “Anduia” e “Saccopelista” preparandomi a fine nottata alla visione di alcuni filmati girati ai tempi da Marchetto in un ex manicomio e allo “sgonfiamento” alle 6 del mattino del mio materassino, costringendomi all’inevitabile occupazione del lettone di Marco eh eh! Giorno 2 – Non è una sensazione!?… ho dormito meglio, ma soprattutto di più, ci voleva! Preparo uova e toast con il burro in padella per tutti e in un batti baleno siamo già di nuovo al lavoro. Incominciamo a capire un pochino l’ascolto, inevitabilmente un attimo rimbombante nella stanza adattata a studio. “Anduia” ha forse ancora un attimo la battera sotto e dunque troppo “narrativa”, segue l’emozionosa “Saccopelista”, il primo possibile singolo “Esche vive” e in fine la geniale “Ineluttabilità”. Dopo settimane di dubbi sul fatto di non aver registrato a Lignano più take delle stesse parti di chitarra di Egle (come invece di solito faccio in tutti i miei dischi) al momento del confronto con Marchetto ci ritroviamo immediatamente, passando ore a tagliarle e rimontarle diverse ottenendo un risultato stereofonico decisamente più efficace e gradevole. Inquadrato l’arcano della batteria dai volumi “bizzarri”: il Charlie (anche se spento) rientra troppo in tutti i microfoni soprattutto quello del rullante (un classico…), segue il montaggio di una “bassona” su “Esche vive” e gli gnocchi fatti a mano dal Fabbro. Post “L’ineluttabilità” e la visita di Veronica (più amico) in missione per conto di Manuel e Marchetto, i due si perdono giustamente in partite di scacchi mentre il sottoscritto cerca di gonfiare un nuovo materassino che si sgonfierà nuovamente alle 6 del mattino… Marco? Lettone? dormi? posso?… Giorno 3 – Sono le 12.15 dunque niente colazione, passiamo subito ad una semplice e abbondantissima pasta al pomodoro preparata al volo dalla Matteite. “L’Ineluttabilità” con le nuove voci condite al delay spacca a palla. Montiamo il campione di rullo su “Esche vive” e finalmente forse risolviamo i problemi della battera. Questa sera verso le 22 è previsto un festino con Anna Sofie e Vero al circolo Arci di via San Niccolò e, dato che in questo momento Manu sta contrattando con loro in centro, io e Marchetto (per la prima volta soli) parliamo un po’ delle nostre vite negli ultimi anni. Verso le 21.30 decido di muovermi scortato da Manu mentre Marco preferisce rimanere al nido a lavorare per la famigghia. Siamo a venti minuti a piedi che investiamo per confrontarci sul mix, seguono orge di partite a calcetto affiancato da Anna vs Monica e Ario, litrate di Chianti, ipoglicemie passeggere gestite grazie ad una brioche alla marmellata di Manu, festini gloriosi fra la galleria di Giovanni, un pub nella zona Santo Spirito, una piccola discoteca piena di americane infoiate e Veronica che cammina senza jeans e mutande (coperta dalla giacca a vento molto sexy) perchè si è appena accomodata su una pozzanghera… è proprio una sista’! Giorno 4 – 11.30! Marco chiama sul mio cel a casa di Vero e in meno di un’ora ci ha già prelevato e riportato al suo nido con la macchina di Marzia. Mentre preparo il pranzo riascoltiamo le nuove versioni dei primi 4 brani; Marchetto ha passato la notte a rifare i volumi usando come riferimento il glorioso cd di MIA: voci e battera a palla, l’ascoltatore deve ballare, muovere la testa a tempo cantando a squarcia gola. Siamo stra felici, entusiasmo con i piedi per terra. Passiamo la giornata su “Passo falso” (possibile secondo singolo) riaprendo le vecchie take di voce dei versi e alternandole alle ultime registrate il giorno prima di partire. Ma la chicca della giornata è l’arrivo della bellissima Agata (figlia di Marco e Marzia) una bimba di 5 anni dal geniale accento fiorentino. Le ore di lavoro incrociate alla sua energia sono uno spettacolo come il suo lettino di cui (al terzo giorno) requisisco il materasso abbandonando così definitivamente i materassini “sgonfiabili”. Giorno 5 – Dormire bene fa la differenza. Oggi è venerdì, Anna Sofie e Veronica ci aspettano al varco, ma noi siamo in balia dei mix, dunque per fortuna non promettiamo festini a nessuno finché non siamo sicuri di avere il controllo del lavoro. I due brani del giorno sono “Tossico” (dal basso più distorto della storia e dal finale lisergico) e “Automobile”. In quest’ ultima Manu aggiunge un synth geniale, molto tamarro da balera anni 80 che, incorniciato con le chitarre psichedeliche di Egle, rafforza l’arrangiamento modello ” Passo Falso”. Ci giochiamo la giornata fra doppio giro di spaghetti, montaggio del campione del rullo su tutti i restanti brani, pubbliche relazioni all’aperitivo con Giorgia (amica di Marchetto) in missione per trovarci il nome per la band, lunghi ascolti e correzioni dei primi 7 brani fino alle sei del mattino. Manuel dorme vestito da ore sul solito divano in cucina: al risveglio avrà un’ottima sorpresa. Giorno 6 – E’ l’una passata, mi sto iniziando a svegliare sempre più tardi, ma ho bisogno di scarnazza, dunque orgia di toast al prosciutto. Marco è armato di cuffie e operativo già da svariate ore e dunque siamo pronti ad aprire “Demoni” e “Miracoli” lasciando da parte “Inferno” e lo svarione di 7 minuti di synth, di cui ho perso totalmente le tracce… Gita veloce sotto la pioggia al Penny Market per birete Spaten in offerta e Tabacco all’angolo. Visita del buon Gianni, cenetta ripiglio, distorsore sul pre ritornello di “Demoni” per rafforzare le chitarre comunque distorte e doppiate e piano piano ci siamo. Chiamo sia Anna che Vero per confermare i festini di martedì e mercoledì, ma declassare quelli del week end perchè siamo presi con le bombe… infatti dopo essere battuto ripetutamente a scacchi da Manu e a dama da Marco ci perdiamo nel discorso più vecchio della storia: da dove nasce l’ uomo, se l’ha creato dio, se ci piace l’idea di credere di vivere più vite o di essere cremato o sepolto sotto terra… Marco dice che il mio viaggio sembra molto vicino a quello buddista perchè fra le varie vite racconto che in quella precedente ero un sasso a mollo in un ruscello eh eh!! Siamo quasi in dirittura d’arrivo. Chiudiamo gli ultimi brani, ceniamo con una pizza buttata al centro da Gianni, ascoltiamo tutti i rough mix segnando su questi fogli di carta piccole correzioni sperando che il festino in corso non ci confonda del tutto e che l’indomani (agli ascolti definitivi) qualcuno non dica: “Cambiate barista!”. Manu continua a vincere a dama senza ritegno, come alla scelta del singolo o della scaletta del disco a spararle grosse cercando sempre (quasi provocatorio) delle soluzioni poco “Radio friendly” come ad es. mettere sette minuti di “White noise” nel bel mezzo di un disco di soli 35 minuti…Tutto questo fa parte del gioco, come quello domestico di convivere in 3 uomini sotto lo stesso tetto per 7 giorni senza nemmeno farsi una pippa. Domani è un altro giorno e, a parte le prove per il gig di Veronica, sono già con la testa su altro.

Il Cane

LIGNANO (UD) 2° fase riprese voci 3° disco

Dopo le registrazioni del Fabbro con Egle e Manu, la fuga Lignano – Udine per provare il nuovo tweeter nuovamente rotto dopo pochi secondi e la definitiva discesa in corriera verso lo stesso mare, sono assolutamente pronto per il festino con il cugino Tony. Il tempo fuori dalla finestra, a pochi centimetri dalla regia è uno schifo: piove e poi piove e poi alla fine piove ancora… Mentre rimetto apposto i diari arriva il Cugino per pranzo in assetto super agitato e concentrato come al solito, cazzo in questa famiglia di schizzati ogni tanto i geni dovranno dettare legge ed entrare dalla porta principale right? Mangiamo, parliamo di una serie di idee come coinvolgere Chiareti ed Elio per un collettivo famigliare Audio – Video, o il raffreddore del cugino (bella fregatura per le voci) dovuto forse a due fortunati inverni al caldo delle Canarie. Il primo pezzo che in modo abbastanza randomatico decido di affrontare è l’apparentemente semplice “Il Premio”. Ormai, dopo la prima fase di lavoro delle Ginestre con Tony, si è impostata una metodologia di lavoro abbastanza efficace: ascoltiamo il brano, leggiamo ed editiamo il testo oltre che per renderlo comprensibile (lavoro già affrontato con Davide Moscow) anche per renderlo compatibile con le nuove metriche più melodiche, ma soprattutto diverse. E per questo che partiamo alla grande facendo le 6 del mattino anche per ore ed ore di pausa rese magiche da aggiornamenti reciproci vari sulle proprie vite, cene semplici ma ovviamente abbondanti, perchè dobbiamo lavorare e sopratutto cantare, scrivere cori chiudendo “il Premio” e provando ad abbozzare in velocità “Panico”. Il risveglio con la pioggia che persiste al di fuori del Bunker Lignanese e principalmente la mancanza di soldi che impedisce delle normali colazioni al bar non aiuta l’umore dei due guerrieri. La fame è molta, dunque nuovamente (con sole 4 ore di sonno a testa, anche Tony non dorme un cazzo…) è meglio riempirsi lo stomaco di brutto: la colazione diventa un pranzo decisamente sazio, sembra che si debba andare a fare una regata ih ih! Chiudiamo “Panico” e passiamo alla terza poppissima “Vero” (la preferita di Cristian Face Like A Frog). Anche in questo brano i versi funzionano ma il ritornello è seduto, non vuole partire. Cantiamo, urliamo, scopriamo a breve che non siamo più soli e non sono menate di fantasmi, l’appartamento confinante al nostro sul terrazzo tiene una coppietta di ragazzini “venuti” credo in missione romantico ginnica (ipotizzo, non li ho sentiti…). Quando sono le quattro del pome vengono a trovarci per un paio di ore la Elena e la Mary da Pordenone. E’ una gradita sorpresa soprattutto dal momento in cui per la prima volta riuscirò a fare cantare la Elena nel ritornello. Incrociare gente come la solita cassiera alla PAM (aperta anche il primo novembre…) riesce a farci staccare, come la cena più importante dopo anni con Tony a farci spurgare delle confidenze decisive, dei dubbi sulle nostre vite talmente forti da fare apparire delle lacrime sui nostri volti. Emotionally confused? Direi proprio di no, ci siamo e adesso siamo ancora più carichi per portarci a casa “Strada Nuova” sconfiggendo delle mie toste ipoglicemie e svegliandoci il terzo giorno con più ore di sonno alle spalle. Neanche a farlo apposta l’ultimo brano della scaletta è “Lacrime”: a parte due parole nel primo verso e la ripetizione di…”ma cosa sono le lacrime?” anche questo giro tutto il lavoro sarà concentrato sulla ricerca di cori nel ritornello per rafforzare lo splendido spelling del nipote Niccolò della parola La-cri-me! Quando siamo a cavallo, investiamo un’oretta ad ascoltare il lavorone del Fabbro con un ottimo feedback del cugino che butta al centro l’idea di una possibile collaborazione con Sofa Surfers. Anche con Manu con il Cane si deve capire dove mixare e i problemi ovviamente non sono solo legati ai soldi. Bene, prendiamo la macchina e torniamo all’ovile udinese, ogni tanto disintossicarsi dai social network è un’ottima mossa anche lavorativa. Zizza, grazie Tony e ovviamente Elisa Russo.

Il cane + Novalisi

APARTAMENTO HOFFMAN – Conegliano (TV)

E siamo arrivati alla prima dal vivo di “Per versi soli” dei guerrieri Novalisi. L’Apartamento Hoffman di Conegliano è una location perfetta a livello geografico e si prevede un sazio sbarco di amici freaks sopratutto da Meduna, Motta… le zone dei Novalisi per intenderci. Sono giorni molto intensi per il sottoscritto; la chiusura delle riprese delle voci del Cane con il Cugino Tony come quelle del primo del Fabbro colorate dai concerti randomatici del Moro si alternano a una mia importante “sfiga” con la tecnologia nel domestico: un portatile nuovo di pacca dal dottore, la consegna in mattinata di un nuovo tweeter dei monitor ma di una serie sbagliata, una Gibson post liutaio con il mi cantino che gratta… insomma dettagli! A Udine prendo il treno per Conegliano talmente  bombo di pendolari del venerdì da invogliarmi a non timbrare il biglietto come a 16 anni… all’arrivo pioggia, bireta, freddo, niente carta igienica in tutta la stazione… Ma almeno la vera figata che al locale (oltre al titolare Francesco) al mixer c’è il grande Brux fedele compagno di merende del luciaio Andrea Carlotto, delle persone splendide con le quali per anni ho lavorato e soprattutto fatto festino, dunque l’idea di passare una serata assieme come ai vecchi tempi non mi emoziona poco. Mentre mando mail per il tweeter bevendo rossi, i Novalisi fanno il loro soundcheck preciso, un po’ incasinati per il volume di basso decisamente eccessivo, risolto trovando un inevitabile compromesso con il chiaramente frustrato bassista MIchelino. Le mie prove invece sono molto rapide, a dire il vero perdo più tempo ad attaccare il testo di dimmi sull’asta del mic, o preparare la logistica sul palco; ho solo elettrica e voce dunque fatti gli ascolti con Brux in sala sono apposto. Durante la cena con pizza margherita per tutti nel backstage sale una certa ansia collettiva, la mia forse più potente del soito, forse sarà il caffè, who knows? Chissà come funziona il sistema nervoso soprattutto in un freak emotivo come il sottoscritto. Finalmente sul più bello arriva Davide Vettori con un Montenegro, parliamo del brano del nuovo disco con lui al piano e poi il nostro scomparirà del tutto… forse il potere della topa… Il mio gig gira abbastanza: sono emozionato ma non mi piace il suono della diavoletto, spesso sbaglio qualche accordo e non ci sono molto con la testa. Amo le canzoni scelte ma, mentre in certe riesco a lasciarmi andare, in altre penso che la prova al volo di questa mattina in studio mi sta letteralmente parando il culo… come dice Michelino si vede che non sono né un cantante, né un chitarrista, ma la baracca funziona e allora vuol dire che l’importante è che arrivi la cosa al pubblico e che i miei fedeli fantasmi mi stiano vicino! I Nova sono in piena forma, dopo una veloce chiacchierata con Brux in camerino il quale mi confessa che (dopo anni di serate per lavoro) nei tempi morti preferisce evitare le pubbliche relazioni in sala e chiudersi in magazzino al computer, sono sotto il palco assieme a molti amici dei colleghi veneti. Le prime canzoni sembra che ci sia qualcuno che li trattenga con il guinzaglio, ma dalla quarta in poi parte il trip che coincide a breve con l’arrivo del Carolotto luciaio che porto immediatamente in camerino per una chiacchierata dopo un sacco di anni. In sala finisce alla grande dicono, i ragazzi vendono 16 cd e fra smontaggi e logistiche varie li ritrovo tutti stra contenti, come al finale nel nuovo splendido nido “negozio” di Enrico battero, stra accogliente e rilassante come sempre. Amo le bestie Novalisi, grazie schifezze! Hug M

Il moro e il quasi biondo

CONTROSENSO – Prato

Risveglio umano… Lorenzo si presenta all’appuntamento da Marty a Udine con un ritardo di quasi un’ora, senza indicazioni, tom tom, numero del responsabile della serata. Sembra un dejà vu, ma non lo è, per fortuna sarà forse la quarta volta che il nostro chiude delle date, dunque proseguiamo il viaggio cercando di rilassarci. Mentre scrivo il blog delle riprese con Tony e il disco dei No Twist gira nell’autoradio, mi concedo una pennichella, ma non prima aver collegato il mio tomt tom e l’indirizzo del locale grazie ad Ale Gallicchio di Firenze. Al Controsenso bevo una coca cola, mi riprendo e trovo Martino e Alessio (fonici) come la barista dai capelli rossi, particolarmente disponibili e professionali.Il sound check è lunghetto e anche un attimo frustrante dato che Lorenzo (un attimo “confuso”) “consiglia” per le terza volta nell’ultimo mese di non mettere la pelle di risonanza in generale sulla mia cassa o di escludere l’unico microfono che amplifica Manu Moro in sala, creando delle gratuite e inevitabili tensioni di squadra. Quando è l’ora di cena appare anche il famoso Dan (responsabile della programmazione) e al ristorante parte una curiosa e interessante discussione con Alessio sull’integrazione dei Cinesi a Prato. Non ci sono problemi per le consumazioni e quando siamo al locale bello pieno ecco che arriva la squadra di friulani come Gallicchio con Donna super simpatica, Veronica con Walter, Lorenzo napolo Codroipo e il guerriero udinese Frico in trasferta di lavoro ad Assisi. Stiamo bene, la gente fuma fuori e la voglia di suonare, di farsi salire la bomba accompagna i tipici rituali del primo concerto della stagione nuovamente al chiuso. Quando tocca a noi, il palco è molto buio, fa un caldo notevole e a dire il vero l’ascolto on stage è un attimo troppo scuro, la gente in sala attutisce il rimbombo ma ovviamente non completamente. Siamo un attimo scoordinati, certe cose vengono molto bene, altre un attimo mosce e in certi momenti quando le improvvisazioni prendono il sopravvento ci lasciamo andare ma non del tutto, è come se lo show non volesse partire del tutto. Mi spoglio perchè è troppo caldo, suono un intero pezzo tecno in piedi facendo la cassa con il timpano (sarei andato avanti ore) ho la bocca impastatissima e come un mona fra uno sputo e l’altro mi distraggo centrando il Moro… le mie scuse in diretta non bastano e questo (assieme al fatto che qualcuno ruberà in serata gli uccellini del moro dal palco) distruggerà completamente il suo morale per tutto il resto della serata. La festa sarà invece più emozionante, come le fotografie della fotografa di Pistoia molto carina e tutta la squadra di amici decisamente in piena forma. All’albergo (dopo ore di ricerca) scopro al cellulare con il responsabile che al pagamento era stato spiegato a Lorenzo come raggiungerlo e quale fosse con precisione… Moriamo per poche ore in cinque invece che tre su un matrimoniale e al risveglio Lorenzo mi riporterà il suo disappunto (con il solito atteggiamento presuntuoso tassativo di Chiasso…) e le sue lecite perplessità sulla cazzata del mio sputo e nessuno gli farà notare che se non fosse stato per me e Manu, lui al locale non ci sarebbe mai arrivato come a dormire in albergo. Come dicono i Novalisi “Per versi soli”.

Il Cane

GINESTRE (TS) 1° fase riprese voci 3° disco il Cane

Al di là delle produzioni come Lavinia, Novalisi, elio p(e)tri e quella in pieno sviluppo de Il Fabbro, personalmente (dopo Dejligt e due dischi de Il Cane) questo è il mio quarto disco alla voce dal 2007 e dunque la necessità professionale (ma anche emotiva) di mettersi in discussione e provare nuove metodologie di lavoro, è arrivata in modo naturale. Oltre a farmi rivedere i testi da Davide Moscow con l’obiettivo di renderli più comprensibili, immediati, meno criptici tipo questo blog… il lavoro vero e proprio è quello di farmi aiutare nel ri-arrangiare le metriche e le melodie delle mie parti di voce delle nuove canzoni. Questo giro il mio coach (in “Feed the dog” era stata Carolina) è il cuginastro maggiore Tony Dainese. L’ ex Electrosacher e cantante dei Jeko Baobab, ha sempre avuto una forte anima soul incrociata ad una passione speciale per Battisti, dunque l’idea di contaminare il nuovo cd rende tutto il lavoro estremamente curioso seguito ovviamente dal lato più importante, ovvero di ribeccarsi nuovamente, dopo anni di silenzio o incontri natalizi sporadici. Scaricato lo studio all’interno dell’appartamento a schiera (parte di un villaggetto sul mare totalmente disabitato d’autunno) passiamo ore sul balcone ad ascoltare gli ultimi rough mix delle canzoni, leggendo i testi con meticolosa attenzione, cercando di entrarci entrambi completamente, inquadrando il loro senso, l’immaginario, lasciandosi andare di conseguenza ad altre storie ancora! Che avventura divertente: sembra che dopo tanti anni il cugino voglia capirmi tramite quelle righe, dunque la sinergia assieme alla voglia di mettersi subito al lavoro diventano realtà dopo solo una pizza e mezzo litro di vino rosso. “Autismo e provocazione” diventa “Sguardo Perso” e con l’apertura del ritornello con doppie voci e le splendide chitarre (ricevute in mattinata dai Muleta) un momento stra dolce sommato ad un finale Deus pazzesco. L’ostica “Il Tempo” in cinque quarti si trasforma in “Al tuo tempo” o meglio…”adesso voltati e continua a ballare al tuo tempo…” con tanto di pseudo solo coro soul di Tony sul finale. La complessa e discussa “Maledizione” caratterizzata dalle voci e i piani di Davide Vettori e l’arrogante giro anni 80 del MicroKorg, diventa quasi contemporanea e tamarra con la frase “quel delirio di emozioni twittate di plastica”. “Sconosciuti” spacca, ma il momento di gloria personalmente è “Spettri” dove il testo non varia molto, ma l’immaginario diventa più noir grazie alla frase “con la voglia di uccidere…”. Ma è solo quando è l’alba e siamo ancora presi dietro a cantare, con le voci basse, stanche e con le onde a pochi metri che rientrano costantemente nel microfono tiratissimo, che metto a fuoco il lavoro con il cugino, la soddisfazione di far succedere le cose con gli altri (recentemente un po’ annebbiata), il coraggio, il sacrificio, il rischi inevitabili dei rapporti di lavoro, perchè in definitiva siamo di fronte ad un monitor con un twitter rotto (non sono diventato sordo…) ascoltiamo e riascoltiamo le nuove versioni, diverse, decisamente più efficaci e riconosciamo il fatto di aver fatto un ottimo lavoro di squadra, di aver raggiunto un equilibrio speciale, non solo perchè siamo cugini, ma anche perchè siamo entrambi fan l’uno dell’altro! E siamo a metà di questo viaggio, nella precarietà di un disco ancora senza etichetta, titolo, senza soldi per mixarlo, ma per fortuna con l’entusiasmo e chissà (come ipotizza Tony) se sarà l’ultimo disco de Il Cane? E chissà se tutto questo (che nel mio caso è anche una scelta che da sempre a livello pratico influisce sul mio modo di vivere) ci faccia stare bene o addirittura male? Ogni disco è un viaggio come una sfida, perchè ci si sente più rodati, più vecchi, ma più ignoranti del primo. Ed è per questo che ogni tanto vado a dormire con quella: magari domani mi invento un altro modo per dire le cose o mi ci sveglio direttamente dentro come per i dischi nel 1994! Viva i diari on the road con il Moro! Grazie Tony.