Il Fabbro (aka Magredo)
Firenze – Missaggio 1° disco Magredo
La discesa libera Udine – Firenze di domenica sera avviene esclusivamente grazie alla Friko’s mobile stracolma di monitor, schede audio ma soprattutto borse e borse di viveri. Federico aka “Frico” è di Udine, ma in questo periodo durante la settimana lavora in trasferta in quel di Siena, dunque il fortunato passaggio come il conclusivo festino nella galleria di Giovanni sotto casa di Veronica, para completamente le chiappette a tutta la squadra. Moriamo esausti per 4 ore da Veronica e il lunedì mattina presto siamo già operativi di fronte ai monitor del mio studiolo montato nel tinello di casa Lega. Dopo anni di distanza l’idea di condividere con lui questa parte finale e fondamentale del disco mi “tranquillizza” e lusinga professionalmente di brutto. Come per Egle il suo brano preferito è “Anduia” e d’istinto decide di partire con quella. Tutte le tracce del disco sono state editate, pulite, intonate e messe “a tempo” dal sottoscritto, dunque l’importante goal collettivo è mirato all’equilibrio dei volumi, alla pasta del suono, senza comunque scordare che poi comunque mancherà il master finale di Shawn a Frisco. Mentre post cena Manuelito collassa sul divano, in cucina apriamo pure “Saccopelista” che assieme ad “Anduia” e “Automobile” rientra nella categoria dei brani “diversi” di questo disco dei…??? non si sa, non si ha ancora un nome, dopo il Fabbro (troppo referenziale) Anduia è stato declassato da tutti; se avete qualche idea buttate al centro please, al momento si ha: “Peluca”, “Esche vive”, “Mia Nonna”, “Magredo”, “Enorme”… Le classiche e comode cuffie AKG (come per le produzioni di Novalisi, elio p(e)tri, Il Cane, Lavinia…) in linea di massima all’ascolto non mentono mai perchè non regalano niente di più di quello che succede veramente, dunque da buon metallaro reclamo un pochino di battera nel mix di “Anduia” e “Saccopelista” preparandomi a fine nottata alla visione di alcuni filmati girati ai tempi da Marchetto in un ex manicomio e allo “sgonfiamento” alle 6 del mattino del mio materassino, costringendomi all’inevitabile occupazione del lettone di Marco eh eh! Giorno 2 – Non è una sensazione!?… ho dormito meglio, ma soprattutto di più, ci voleva! Preparo uova e toast con il burro in padella per tutti e in un batti baleno siamo già di nuovo al lavoro. Incominciamo a capire un pochino l’ascolto, inevitabilmente un attimo rimbombante nella stanza adattata a studio. “Anduia” ha forse ancora un attimo la battera sotto e dunque troppo “narrativa”, segue l’emozionosa “Saccopelista”, il primo possibile singolo “Esche vive” e in fine la geniale “Ineluttabilità”. Dopo settimane di dubbi sul fatto di non aver registrato a Lignano più take delle stesse parti di chitarra di Egle (come invece di solito faccio in tutti i miei dischi) al momento del confronto con Marchetto ci ritroviamo immediatamente, passando ore a tagliarle e rimontarle diverse ottenendo un risultato stereofonico decisamente più efficace e gradevole. Inquadrato l’arcano della batteria dai volumi “bizzarri”: il Charlie (anche se spento) rientra troppo in tutti i microfoni soprattutto quello del rullante (un classico…), segue il montaggio di una “bassona” su “Esche vive” e gli gnocchi fatti a mano dal Fabbro. Post “L’ineluttabilità” e la visita di Veronica (più amico) in missione per conto di Manuel e Marchetto, i due si perdono giustamente in partite di scacchi mentre il sottoscritto cerca di gonfiare un nuovo materassino che si sgonfierà nuovamente alle 6 del mattino… Marco? Lettone? dormi? posso?… Giorno 3 – Sono le 12.15 dunque niente colazione, passiamo subito ad una semplice e abbondantissima pasta al pomodoro preparata al volo dalla Matteite. “L’Ineluttabilità” con le nuove voci condite al delay spacca a palla. Montiamo il campione di rullo su “Esche vive” e finalmente forse risolviamo i problemi della battera. Questa sera verso le 22 è previsto un festino con Anna Sofie e Vero al circolo Arci di via San Niccolò e, dato che in questo momento Manu sta contrattando con loro in centro, io e Marchetto (per la prima volta soli) parliamo un po’ delle nostre vite negli ultimi anni. Verso le 21.30 decido di muovermi scortato da Manu mentre Marco preferisce rimanere al nido a lavorare per la famigghia. Siamo a venti minuti a piedi che investiamo per confrontarci sul mix, seguono orge di partite a calcetto affiancato da Anna vs Monica e Ario, litrate di Chianti, ipoglicemie passeggere gestite grazie ad una brioche alla marmellata di Manu, festini gloriosi fra la galleria di Giovanni, un pub nella zona Santo Spirito, una piccola discoteca piena di americane infoiate e Veronica che cammina senza jeans e mutande (coperta dalla giacca a vento molto sexy) perchè si è appena accomodata su una pozzanghera… è proprio una sista’! Giorno 4 – 11.30! Marco chiama sul mio cel a casa di Vero e in meno di un’ora ci ha già prelevato e riportato al suo nido con la macchina di Marzia. Mentre preparo il pranzo riascoltiamo le nuove versioni dei primi 4 brani; Marchetto ha passato la notte a rifare i volumi usando come riferimento il glorioso cd di MIA: voci e battera a palla, l’ascoltatore deve ballare, muovere la testa a tempo cantando a squarcia gola. Siamo stra felici, entusiasmo con i piedi per terra. Passiamo la giornata su “Passo falso” (possibile secondo singolo) riaprendo le vecchie take di voce dei versi e alternandole alle ultime registrate il giorno prima di partire. Ma la chicca della giornata è l’arrivo della bellissima Agata (figlia di Marco e Marzia) una bimba di 5 anni dal geniale accento fiorentino. Le ore di lavoro incrociate alla sua energia sono uno spettacolo come il suo lettino di cui (al terzo giorno) requisisco il materasso abbandonando così definitivamente i materassini “sgonfiabili”. Giorno 5 – Dormire bene fa la differenza. Oggi è venerdì, Anna Sofie e Veronica ci aspettano al varco, ma noi siamo in balia dei mix, dunque per fortuna non promettiamo festini a nessuno finché non siamo sicuri di avere il controllo del lavoro. I due brani del giorno sono “Tossico” (dal basso più distorto della storia e dal finale lisergico) e “Automobile”. In quest’ ultima Manu aggiunge un synth geniale, molto tamarro da balera anni 80 che, incorniciato con le chitarre psichedeliche di Egle, rafforza l’arrangiamento modello ” Passo Falso”. Ci giochiamo la giornata fra doppio giro di spaghetti, montaggio del campione del rullo su tutti i restanti brani, pubbliche relazioni all’aperitivo con Giorgia (amica di Marchetto) in missione per trovarci il nome per la band, lunghi ascolti e correzioni dei primi 7 brani fino alle sei del mattino. Manuel dorme vestito da ore sul solito divano in cucina: al risveglio avrà un’ottima sorpresa. Giorno 6 – E’ l’una passata, mi sto iniziando a svegliare sempre più tardi, ma ho bisogno di scarnazza, dunque orgia di toast al prosciutto. Marco è armato di cuffie e operativo già da svariate ore e dunque siamo pronti ad aprire “Demoni” e “Miracoli” lasciando da parte “Inferno” e lo svarione di 7 minuti di synth, di cui ho perso totalmente le tracce… Gita veloce sotto la pioggia al Penny Market per birete Spaten in offerta e Tabacco all’angolo. Visita del buon Gianni, cenetta ripiglio, distorsore sul pre ritornello di “Demoni” per rafforzare le chitarre comunque distorte e doppiate e piano piano ci siamo. Chiamo sia Anna che Vero per confermare i festini di martedì e mercoledì, ma declassare quelli del week end perchè siamo presi con le bombe… infatti dopo essere battuto ripetutamente a scacchi da Manu e a dama da Marco ci perdiamo nel discorso più vecchio della storia: da dove nasce l’ uomo, se l’ha creato dio, se ci piace l’idea di credere di vivere più vite o di essere cremato o sepolto sotto terra… Marco dice che il mio viaggio sembra molto vicino a quello buddista perchè fra le varie vite racconto che in quella precedente ero un sasso a mollo in un ruscello eh eh!! Siamo quasi in dirittura d’arrivo. Chiudiamo gli ultimi brani, ceniamo con una pizza buttata al centro da Gianni, ascoltiamo tutti i rough mix segnando su questi fogli di carta piccole correzioni sperando che il festino in corso non ci confonda del tutto e che l’indomani (agli ascolti definitivi) qualcuno non dica: “Cambiate barista!”. Manu continua a vincere a dama senza ritegno, come alla scelta del singolo o della scaletta del disco a spararle grosse cercando sempre (quasi provocatorio) delle soluzioni poco “Radio friendly” come ad es. mettere sette minuti di “White noise” nel bel mezzo di un disco di soli 35 minuti…Tutto questo fa parte del gioco, come quello domestico di convivere in 3 uomini sotto lo stesso tetto per 7 giorni senza nemmeno farsi una pippa. Domani è un altro giorno e, a parte le prove per il gig di Veronica, sono già con la testa su altro.