Il Fabbro
Super Type Music festival – Udine
E siamo decisamente arrivati alla prima live di questo nuovo progetto nato (non solo per l’amicizia che mi lega a Manuelito) quel gennaio 2010 in una casa occupata di Vajont (PN) fra sacchi a pelo, temperature siberiane, Veronica, Fierch, lo Stage Piano rosso di Nicolino Furlanetto e il pre e il microfono nuovi comprati ai tempi con Lavinia per il suo primo disco. E’ passato un sacco di tempo, ma le chitarre definitive di Egle (ex collega nei francesini) non sono ancora pronte, dunque decidiamo momentaneamente di tornare all’origine, caricare le basi nel portatile con i vecchi arrangiamenti e domandare al gentilissimo Manu moro di spararle nell’impianto effettandole in diretta con il suo mixer da dj! Passiamo una decina di giorni curiosi e ogni tanto traumatici a provare ogni mattina nel mio loco in giardino di 2 metri quadri, dalle 10 a mezzogiorno. Le prove generali di giovedì pomeriggio alle officine giovani dei Rizzi sono abbastanza buone; ci sentimo relativamente sicuri, Manuel canta suonando il basso, io lo aiuto incrementando i nostri cori alla batteria, siamo nervosi e anche se il caldo e il sudore sono assolutamente devastanti, l’energia e l’emozione sono alla base di questo lavoro. Passiamo al venerdì: Mariano (amico violoncellista) è l’organizzatore dei concerti per questa festa del P.D in centro a Udine. Gli head liner sono gli amici Alfabox, dunque condividiamo senza problemi parte degli strumenti evitando noiose pare logistiche sul palco e in pratica passiamo buona parte del pomeriggio a bere bianchetti al bar del biciclette supportati dal Pasta, Veronica, Manuela (Moro), dalle pordenonesi in trasferta quali Maurina, la Sandre, Veronica, Mara e due sue amiche con il cagnetto microscopico e stra dinamico. Quando è il nostro turno siamo agitatissimi, ma ecco che a sorpresa arriva Ale Ventura con moglie, un figlio, una figlia e un’altra in arrivo dentro alla dolce Maela. Aumentando gli amici arrivati per l’occasione, inevitabilmente crescono anche le aspettative nostre e di tutti. La voce di Manuel nei monitor è scura ma abbastanza alta dunque piacevole, le basi come il basso invece, sono molto confuse, dunque seguo i miei tipici segnali con click nelle cuffie e cerco di capire dove suona Manuelito rispetto alle basi. L’emozione misto al fatto che Manu Moro effetta il tutto in realtà crea dei problemi e Manuelito in due versi inevitabilmente si perde entrando sfasato nei ritornelli… Conosciamo solo noi i brani, nessuno se ne accorge, i pezzi frenetici durano spesso neppure tre minuti e guarda caso quello più apprezzato a fine concerto è saccopelista dove (a parte il finale) nelle basi non c’è nulla. Si deve lavorare molto, ma a parte il groove, il potenziale di questo progetto sono i testi assolutamente importanti del Manuelito e quando scopriamo che la voce fuori è pure bassa e confusa, per un attimo ci demoralizziamo. Basta un volume sbagliato per fottere un lavoro di settimane. Manu deve “cantare” più convinto, non possiamo metterci in pericolo, dunque learn by mistakes! Per fortuna la Moskovskaya ormai gelata riscalda tutti, anche gli Alfabox in piena forma sul palco, o il Moro e Rachele e tutti gli altri amici in giro o Mariano a fine serata un attimo impacciato in buona fede per i pagamenti. Smontiamo, trasportiamo la battera a casa e schizziamo in parte all’apertura della nuova stagione di cas’Aupa. So di aver incontrato Elisa ma di essermi svegliato alle 8 del mattina su una poltrona abbracciato al Mircone… non mi impippa una pippa! Grazie a tutti quelli che credono in questa nuova avventura! hug M