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Diario

Il Cane

L’Officina (arte e mestieri) – Giulianova (TE)

Sveglia alle 13.00; alle 12.45 in perfetto orario ricevo una telefonata di Aldo dell’Officina che domanda di routine come siamo messi, se è tutto sottocontrollo. Dopo la colazione tipica sotto casa di Veronica a 2 tranci pizza e Peroni grande, siamo subito alla multipla già riparcheggiata nuovamente alle 8 del mattino da Caio e Veronica per problemi di biglietti, ticket e rischi di multe da oscar. Il tom tom segna come strada più veloce quella per Roma (tutta autostrada), in realtà sto giro sarebbe meglio prendere la più breve e articolata via Perugia, ma lo scopriremo solo al locale. Ci perdiamo a caccia di metano, passiamo obbligatoriamente per il Gran Sasso dove vediamo (oltre alla neve e un tempo da apocalisse) forse l’arcobaleno più acceso e bello degli ultimi anni a detta soprattutto di molti automobilisti talmente affascinati da rischiare incidenti gratuiti per continui e imprevisti rallentamenti. In definitiva il ritardo è inevitabile e raggiungiamo il locale verso le 20.15, ma Aldo con moglie e di conseguenza l’altro titolare Max sono stati già avvertiti, dunque ci accolgono tranquilli pronti ad aiutarci a scaricare il back line al volo. Il problema del casino in un posto piccolo questo giro è tassativo; infatti tanto Caio stoppa tutte le pelli e i piatti con decine di salviette, tanto Max e Aldo insistono comunque sul nostro eccessivo volume. Poco prima di cena, post check trovo Claudio all’esterno impanicato per la difficoltà di suonare così piano. Improvviso dei consigli, personalmente come battero non ho problemi con la dinamica, al max uso le spazzole da jazz suonandole come uno dei Carcass! Gli spiego che il trucco è solo essere groovy, l’estetica funky, immaginare se stesso come quei neri che si vedono suonare nei documentari per strada a Brooklyn, il nervo ci può essere comunque, anche sfiorando il charlie e se fosse troppo alto rispetto alla cassa e il rullo, meglio ancora. Cena a base di decine e decine di spicchi di pizza, vino rosso e birra. Quando giunge il nostro momento la sala si riempie (non come al solito a detta di Aldo) ma comunque succede decisamente qualcosa, grazie anche a Michela del Pao e Arianna amante del Baldinos. Caio suona composto, ma groovy dunque tutto fila liscio, a parte nello stacco di “Dormire” dove come al solito si perde, ma incomincio a credere che lo faccia apposta, forse non ama quel brano. Il feedback dei presenti è buono, parte del cabaret e la chicca di raderla al suolo come una topa senza pelliccia invece che un condominio da abbattere, riscuote molto più successo del solito. Un’ora di set scarso e missione compiuta. Vendo 5 dischi e mi accorgo che ce ne sono rimasti 6 che furbamente tengo da parte per l’ultima data di domani da Andrea ad Isola del Liri. Smonto e imballo la battera con Pierascador mentre Caio si rilassa giustamente con una fanciulla molto carina al bancone e quando sono le tre, siamo pronti per farci mollare all’agriturismo. Aldo mi sembra comunque contento della serata, io sono rilassato e quando in albergo ci dilungheremo per altre due ore in bibite e discorsi psichedelici e logorroici, sarà solo una doccia bollente da duro a farmi rilassare e dunque riequilibrare il sistema nervoso. Grazie a Claudio per la citazione del cobra non è un serpente o meglio il serpente dell’Alabama o il suo risveglio sonnambulo in piedi sul matrimoniale condiviso con Andrea.

Il Cane

Officine Giovani (ex Macelli) – Prato

Giornatine come altre… Dopo aver recuperato il rimborso da Michele e affrontato un pranzo gustoso e particolarmente importante da Camilla e Ali caratterizzato anche dalla presenza di Stephan (amico svedese appena atterrato in mattinata da Londra), il viaggio direzione Prato per l’apertura allo zio Canali diventa la parte più facile. Al locale lo zio, il cugino e il resto della squadra dei Rosso Fuoco sono già operativi sul palco. Il fonico, il merchandaiser Riccardo sono sempre gli stessi, mentre dei nostri referenti al locale (tipo tale Samuele) troviamo solo il fonico Tommy con il quale ci presenteremo solo due ore dopo per il soundcheck. Prepariamo il nostro back-line a bordo palco e quando è il nostro turno per le prove, Giorgio si ritrova a spostare solo la pedaliera del suo chitarrista di destra (quello che sembra Mazzia per intenderci). Ricaviamo un piccolo spazio per la batteria di Caio, Andrea alla sua destra, io centrale sul microfono dello Zio, 7 “canali” a disposizione nel banco e via in assetto “cerchiamo di fare buon lavoro”. Come il microfono nella mia spia ho anche le impostazioni di ascolto della voce dello zio e devo dire che il volume è talmente glorioso e importante come le sue canzoni, che per una volta tanto non avrò assolutamente l’ansia di non sentirmi. Al momento cena non sappiamo a chi chiedere, dove andare, come e perchè, speravo nella dolce Elisa, ma è scomparsa con Marco Rosso. Per fortuna arriva uno del team che ci direziona in una pizzeria dal menu fisso a 4 km con quella di ribeccarsi tutti per il concerto alle 22.30. Il cameriere con baffo è tranquillo, la pizza meno… non so, dopo pochi minuti dal primo boccone, sarà il freddo, lo stress, l’olio, la voglia di topa, finiamo tutti al bagno con il mal di stomaco… Ritornati all’Officine giovani c’è tutta la squadra ad attenderci, da Gallicchio con chirurga, a Veronica con Iacopo e il resto degli amici, manca il Lega e il Battisti che all’ultimo declassano per ovvie logistiche familiari. Si cresce tutti, peccato che io continuo a fare le stesse cose di 20 anni fa e non so se sia un bene essere paraculi dentro… Tocca a noi, preparo il catering sul palco, Caio è in camerino che si scalda, si ha mezzora di set e decidiamo di togliere “Dormire”, “Al fiume” e “Non prenderli”. “Nero” spacca per bene, l’ascolto è impeccabile dai miei tamburi, alla voce e quando finisce, sono tutti sotto il palco. Dalle espressioni e le facce spesso incuriosite, mi sembra che la cosa stia arrivando in the face ai presenti come un sazio, onesto boomerang di energia, tutti gli aggettivi con i quali di solito descrivo una topa… onesta, sazia… Stiamo suonando bene, ho un plettro durissimo ma, riesco a controllare ugualmente la mia zampa sinistra tutta tranne che da chitarrista. Sono felice, soprattutto per il finale di “Dune” obiettivamente il più bello live dalla storia di questa canzone. Quando finisci una bella performance e senti nell’aria, negli sguardi l’approvazione del pubblico sono i momenti dove nello stress del tour inevitabilmente ti vengono in mente solo logistiche “pretty positive”, tipo l’sms della cugina Chiara, dove racconta che con l’apertura ai Sikitikis allo spazio 211 a Torino il prossimo venerdì, arriverà anche il video di “Risparmio energetico” parandoci totalmente il culo per la mancata giustificata consegna (dopo 3 mesi) di quello di “Non prenderli”. Sento tutti affiatati, squotto il banco merchanda e vendo ben 6 cd con sorpresa automatica di Riccardo, beviamo tutti come dei folli, fumiamo fuori dal locale, conosco una ragazza (a conferma del Gallicchio) identica alla mia ex Chiara sulla quale tra l’altro ho fatto un incubo la notte prima in albergo, ci divertiamo in modo estremo, ma senza mai apparentemente perdere il controllo! Quando parte “Precipito” di Canali, non posso fare altro che buttarmi sotto al palco a pogare; “peccato” che Luca surfista battero aiutato da Alessandro mi lanciano sul palco invitandomi a suonare i tamburi, rilanciandomi dritto in pieni anni 90 a quando si condivideva i palchi con gli Here. La gente urla, l’emozione è tanta e le rullate tutte targate Sub Pop partono istintive senza tante pippe. La serata continua, conosco una ragazza mora veramente topa ovviamente accoppiata e mi prosciugo il bar, annaffiando il tutto con della sky… Quando è il momento di andare e farsi dare il rimborso simbolico di 50€ purtroppo manca all’appello Elisa, quella dello staff dalla quale (su suo consiglio) speravo di farmi accompagnare per recuperare questi benedetti ma importanti soldi. Dunque sono solo al bancone dal solito ragazzo; chiedo 2 birre, gli domando del fantasma di Samuele dicendogli che nel suo sms diceva che non garantiva il rimborso, ma ci si sarebbe organizzati a fine serata. Il barista dice che è tardi, che non può darmeli dalla cassa, che devo sentire Samuele nei prossimi giorni. Insisto perchè lo chiami dato che sono solo 50€, non siamo di Firenze, e sono ormai troppe le volte in questo tour dove con la stessa tecnica (l’arte del delegare) non siamo stati proprio rimborsati… A questo girano le palle come una fighetta, smaschera la barzelletta da localari mostrandomi direttamente il vero sms di Samuele che dice che non c’è rimborso per i ragazzi, solo cena e birre… Insomma same old story… Un altro fulminato più anziano mi viene addosso ripetutamente dicendomi di non toccare il primo quando è solo lui a toccare me… me ne vado infilandomi il dito medio in culo, dandogli dei pezzenti e lanciandogli una transenna del palco addosso… sento urlare qualcuno che vuole uccidermi e io, tutto sommato non vedo l’ora. Grazie a Veronica per il divano stra gradito, Giorgio e ovviamente Enrico di Locusta.

Il Cane

Pompass Rose – San Sepolcro (AR)

Dopo 170 km di tornanti in statale arriviamo in pieno centro a San Sepolcro (AR) decisamente puntuali rispetto alla tabella di marcia. Ad accoglierci troviamo Michele titolare del pub e responsabile per questo concerto. La prima cosa che domanda alla squadra fuori dal locale (ancora a furgone carico ) è: “Cosa bevete?” dunque possiamo tranquillamente dire che l’inizio spacca. Pierasco ha due amici (friulano-libanesi) che vivono a San Sepolcro e (ancora prima della fine dell’anno) mi gira il contatto del boss per una data che dopo un sazio giro di mail e telefonate, riesco a chiudere montandocene accanto altre 4, compresa quella rimandata all’ultimo del Contestaccio. Il trip curioso è che Michele si deve essere “confuso” e ieri mi chiama a 24 ore dal gig, dicendo di aver saputo per caso del nostro arrivo tramite gli amici di Andrea, in anticipo di una settimana secondo il suo “calendario”. Boh, non so che dire, mentre trasporto il back line dal furgone al palchetto dentro il pub, nessuno menziona il misunderstanding, beviamo, cerchiamo di rilassarci e a pub vuoto facciamo conoscenza con gli altri colleghi come la cuoca dagli zoccoli sgamati di due numeri più grandi. Ci mettiamo poco a fare il soundhceck; cassa imbottita e rullo stoppato per il casino, rimane solo il noise dei piatti di Caio, il quale gestirà giocando con la dinamica del suo polso, valorizzando così all’esterno le basi e la mia voce. Sono l’unico a cenare, Caio e Andrea si sono sfondati di birre e crostini e rimandono tassativamente il pic nic. Doppaggi, sigarette, sms per promuovere le date e in un batti baleno sono le 22.30 ed è ora di suonare. Fumo una sigaretta sotto la pioggia e conosco una squadra di 7 ragazzi fra i pochi presenti nel pub; le battute scambiate non vendono ugualmente il gig perchè dopo soli due brani anche loro declassano i dadi al tavolo per dirigersi verso l’uscita. Gli unici veri guerrieri assolutamente fun del gig sono la coppia di amici di Andrea: Ali e Camilla. Sinceramente sono loro a darmi la forza di cantare, raccontare le mie storie criptiche e personali, condividerle con il sorriso, fare queste prove in realtà molto comode per rimanere in forma in funzione delle prossime 3 date di questa settimana… come diceva il Carli scuola Jitterbugs: “dai Teobazio che oggi andiamo a prove!…” Finito lo “Show” vendiamo 2 cd su 2 persone, dunque Bingo! Guardiamo dei video di batteristi super virtuosi nel portatile di Caio, gli altri mangiano, Michele ci tiene compagnia e verso le 3 del mattino, ci porta all’albergo da 90€ a notte. Persiste il silenzio stampa riguardo al nulla in sala, alla confusione sul giorno della data, al nostro rimborso ancora non corrisposto, a una sensazione generale di insoddisfazione tipo mancata scopata misto: “che cazzo me ne frega, dopo due giorni dormirò per la prima volta 8 ore con la panza piena di ottima birra e cibarie moto gradite”.

Il Cane

Glue – Firenze

Sono devastato, sfrutto le uniche quattro ore scarse di viaggio Pordenone – Firenze per rifarmi e dormire incastrato nel culo della multipla. Ieri notte post prove avianesi sono tornato in treno a Udine e, dopo una cena alle 3 del mattino e cazzi vari, non sono più riuscito a prendere sonno. Fra le varie paranoie, le principali sono: l’ennesima mancata (ma giustificata) consegna del video di “Non prenderli”, il fatto di avere Caio alla battera e non Andrea con la continua legittima ansia che all’ultimo non si presenti ai concerti e la posticipazione della data di giovedì al Contestaccio. Federico (il nostro gancio per la data nella capitale) dice che il gestore del locale gli ha palesemente confessato di essersi “semplicemente” dimenticato del nostro concerto e di aver ormai fissato altro su Universal per quel giorno. Fra gigs non pagati, locali chiusi, date che si spostano o cancellano all’ultimo, possiamo dire che nel “Risparmio energetico” Tour non mancano di certo le sorprese on the road. Per fortuna al Glue il team rimane lo stesso e il fedele Gallicchio non si rinnega mai quanto ad ospitalità, professionalità e soprattutto lucidità. Infatti appena scaricato il back line, mi ricorda che giovedì suona Canali a Prato e che possiamo sempre domandare a Luca o Enrico Locusta di aprire allo zio. Enrico (che per telefono mi ricorda con mia grande soddisfazione come Matteino Jitterbugs) dice di sentire i ragazzi del locale i quali sparano di non avere soldi per i supporti, ma di essere accattivati dall’idea; vedremo domani. Stasera alla fine mancano all’appello Nina, Appino, Marchetto Lega, Battisti e Sara, ma arriva per culo appena scesa dal Friuli, la buona Veronica senza il milanese Iacopo. Ad aprire il concerto ci sono gli stilosi Silenzio del mare, dei ragazzi toscani super alla mano, amanti del jazz e di generi distanti da quello più istintivo e rumoroso del Cane, ma decisamente in sintonia quanto a voglia di divertirsi e confrontarsi. Dopo check e cena molto tranquilla, passo buona parte della serata a raccontarmela con Veronica, cercando di non farmi succhiare l’energia quando gli aggiornamenti trattano l’ormai ex amico ternano in comune. Il concerto dei ragazzi è decisamente piacevole, loro sono dei professionisti, e anche se la serata è una magra notevole e i pochi presenti sono seduti sui divani, la nostra riserva di carburante comune incomincia a proiettarci in un nostro show ricco di energia, battute, errori, ma anche tanta concentrazione da parte del sottoscritto. Quando parte la base di “Nero” scopro che Caio si è dimenticato la camicia e portafoglio per tutte e 5 le date, speriamo che il prossimo step non sia quello di dimenticarsi i brani, come gli appuntamenti alle date sempre più spesso ultimamente. In certe canzoni accelera e si sfasa totalmente dalle basi o in altre (per una serie di rullate sborone) manca degli stacchi importanti o cambia le casse per la felicità di Pierascador al basso che, in quel caso specifico, non sa a chi appoggiarsi con il groove… Mi piace crescere, dopo 20 date di questo tour, voglio riuscire a strillare fin dal primo ritornello di “Non prenderli”, riuscire a non sbagliare gli accordi, non suonare scordato, avere un controllo assoluto di tutto quello che facciamo on stage e non investire invece buona parte delle mie energie, in un continuo karaoke e cabaret con il pubblico, in principio molto seduto e tranquillo, a fine show decisamente preso, divertito, come testimoniano i sette dischi venduti. Mi ricordo una fanciulla molto carina scroccare una cicca a Veronica, ma la chicca energetica della serata è senza ombra di dubbio la nuova fiamma chirurga di Ale Gallicchio, con i quali (assieme ad un altro ragazzo conosciuto in serata) farò le sette del mattino a fumare, bere, rodarci per il festino con Canali di giovedì a Prato appena confermato via sms da Samu dell’ex Macelli, mentre rischio di sboccare scrivendo questi blog in auto fra i tornanti, gli ulivi, la pioggia in direzione Arezzo.

Il Cane

Deposito Giordani – Pordenone

E finalmente portiamo Risparmio Energetico anche a Pordenone e non vi nascondiamo il fatto che questa cosa non è che ci rilassi molto. Suonare in casa è sempre più complicato, confrontarsi con gli amici che ovviamente ti conoscono, spesso determina un investimento di energie e un accumulo di dubbi e, a secco da prove, decisamente maggiori. La settimana è volata in studio a Udine a lavorare alla scrittura del terzo disco de Il Cane (autismo e rassegnazione), stare totalmente in ramadan da alcool, chiudere qualche data e principalmente non dormire un cazzo per un’agitazione dovuta forse a nulla di veramente chiaro… Ale Edera (ormai arruolato dalla Virus) è il nostro gancio per questa serata. Quando arriviamo alle 17.30 al Deposito aspettiamo un pochino e poi facciamo subito conoscenza con i ragazzi dell’impianto: fonico Edward e fratello Ervin. L’idea è quella di fare un check lungo e rodare le cose come si devono, ma purtroppo nella postazione di Caio alla battera spesso per le vibrazioni si stacca il mixer o il cavo fire wire dal mio portatile e, per evitare che succeda la tragedia del Garage con i Muleta… perdiamo gran parte del soundcheck ad essere sicuri che Caio abbia tutto sotto controllo. Dopo aver provato il Sole, la Solitudine e Mercoledì senza chiuderne neppure una, ecco che il fonico ci invita a lasciare provare lo stage anche alle altre band tra l’altro di amici: i Madrac di Fulvio, i White Palms di Nicolino e The Moon del Piotre. In realtà oggi ci sono le finali regionali di Italia Wave e noi si ha l’onore di suonare come ospiti fuori concorso. La prima birra dopo 6 giorni è meglio del Prozac e non a caso arriva Simonchia che, contrario come al solito a questo mio lato self destruction, spara la paternale da fratello maggiore, ma in un modo talmente dolce che inevitabilmente mi riporta indietro a quel periodo di speciale convivenza nei primi anni 90. Ma è la giornata dei coinquilini, infatti oltre a lui arriva pure Luca Cani da rapina (scortato dal Calligo) che oltre a regalarmi una giacca molto carina, mi ricorda che lui e la donna leggono spesso questi diari, dunque approfitto per risalutarli da qui eh eh! Dopo una pasta al tonno veloce seduti ai tavoli del Giordani con i Madrac e la noiosa ma “fondamentale” pratica del borderò, arrivano i Novalisi al completo ai quali propongo di fare la prevista reunion per la logistica del loro disco in un posto diverso dal Deposito, tipo in osteria nelle vicinanze. E’ presente anche la spalla destra della Matteite, Pierascador il quale (con 3 grappe in corpo pre gig) dice pure delle cose utili e disinvolto butta al centro dei consigli direi impeccabili agli amici e colleghi veneti. Tra una birra e un amaro si fanno le 11 e passa e mi sento particolarmente alticcio. Ritornati al palco becchiamo solo il gig dei Madrac e non faccio neppure in tempo per sicurezza a bermi una piccola coca cola che è già il nostro turno. Siamo tesi ma credo anche molto emozionati e pochi secondi dopo aver premuto la barra del Mac e fatto partire l’intro di Nero, la sala si riempie di amici tra i quali molti per il culo rientrati in patria per Pasqua tipo Mortazza, Nina e poi comunque il gruppo coccinella, tutto il giro di Via San Vito, Mary, Davide Moscow, amiche e amici vari… Sul palco non si sente un cazzo, le prime tre canzoni canto a memoria e vado un attimo nel panico pensando tipo nei versi agli accordi che dovrò fare (di solito in automatico) nei ritornelli. Continuo a chiedere di alzarmi cose nel monitor e quando dal quarto brano li ricollegano perchè scollegati… parte un volume spropositato che manda in larsen la mia chitarra e mi costringe in un angolo del palco per buona parte del resto del concerto. Al di là dell’incazzatura di mettersi in pericolo in casa, siamo nervosi e polemici a priori, più che risparmio energetico o autismo e rassegnazione, siamo in pieno assetto autismo e provocazione e dunque non risparmio battute sulla patata rasata, i leghisti (di solito la politica sul palco la evito) metereopatici… affiancato pure da un Pierascador che dà il suo meglio quando per l’ennesima volta non gli funziona il distorsore nella “Solitudine”… Dune assieme a Male al Dente, sono i brani che questa sera mi emozionano di più, anche se ci perdiamo nel finale di Dune, anche se siamo storti, anche se siamo un po’ alla cieca e non sappiamo bene che cazzo sta succedendo fuori. Ma nessun problema, da lì a breve, post gig, ogni dubbio verrà chiarito immediatamente: sono tutti entusiasti del suono, qualcuno anche della performance, Mortazza dice che è ora di usare l’elettrica (lo dico sempre ma una volta per tutte sta per arrivare la diavoletto…) altri che si sentiva la voce, altri ancora comprano dei dischi o mi presentano i loro nuovi ragazzi mentre mando totalmente in tilt la Mary confessandole di fronte al gruppo coccinella che sono sempre stato convinto fosse lesbica. Alle due del mattino il Giordani chiude, lascio il master dei Novalisi al Mortazza e in teoria scrocco da dormire sul pavimento di Falvio, dove sta per partire un festino decisamente importante con Nina e molti altri. Ma il programmino ha vita breve perchè mentre mi dimentico il Twin Fender di Cussigh al locale (e si che ho 3 cose da prendere, non suono la battera con il Cane…), parte la logistica per una nuova pasta a casa di Pierascador con tutti i vari cai, Mary, amiche, la figlia del sindaco, che purtroppo mi farà appunto declasserà il gruppo coccinella. Il resto è pioggia, la Sandre che in retro nel parcheggio tampona l’ammiraglia Bmw di Andrea, la mossa intelligente di evitare i carboidrati notturni, ipotesi da ubriachi sull’altezza del balcone di Andrea, bottiglia di vino da 15€ frantumata sul pavimento della cucina, Swaighel collassato sul divano che si risveglia con della pasta imboccata dall’altro Caio, materassino professional che per la prima volta non si auto gonfia per pompetta elettrica a puttane, un sasso importante che grazie sempre a Swaighel vola all’entrata del condominio, un fottuto relax che finalmente riappare ovviamente al termine di questa missione regionale e di questa settimana pre Pasqua, intensa, sulla quale però (forse) dovrei riflettere ulteriormente, perchè quello che è successo per personaggi altamente discutibili con Emi oppure altri che non ho voglia di menzionare, mi riapre nuovi dubbi su come comportarmi con il prossimo in caso di tensione, risparmio energetico, buona Pasqua e ci si sente fra una settimana abbondante per 5 date in 5 giorni.