Il Cane (+ Muleta)
Garage Club – San Martino di Lupari (PD)
Non so come sono riuscito a prendere quel cazzo di treno, però ci sono riuscito… ma facciamo un passo indietro come al solito. Giovedì tipo per le undici di sera, mollo tutto in studio e finisco in centro nei soliti bar per poi svegliarmi in dolce compagnia rendendomi conto che non ho sentito la sveglia. Sono a piedi, a sei km da casa e ho un’ora e mezza per arrivare all’ovile, salvare dei files nel mio mac, stampare dei testi, fare delle valige, recuperare strumenti, mangiare, cagare e partire per una nuova 4 giorni. Ci riesco, zompo al volo sul treno in ritardo e pieno di pendolari del pranzo, mollo la chitarra e lo zaino sui sedili e collasso con il sole in faccia per 40 minuti di tratta Udine – Pordenone. In stazione arrivano Pierascador e Caio con la macchina del Caius perchè l’ultima volta si è fottuto il cambio della Multipla. Anche se si ha poco backline (useremo principalmente quello dei Muleta) la macchina è microscopica, il tetris è feroce e so che mi riaddormento come un rottame per tutto il viaggio con la custodia della chitarra nella schiena a solleticare la mia costola incrinata e l’asta del charlie in mezzo ai coglioni. Quando mi sveglio nuovamente sono le 17.00 e siamo al locale in pieno scaricaggio coordinati con il fonico dei Muleta e Davide arrivati apposta per prestarci il backline. Il circolo è molto grande, ha un impianto importante, ma confina con un ristorante… dunque i soundcheck delle band devono finire tassativamente entro le 19.00. Coscienti che Caius non sarà nuovamente dei nostri come per il “Metodo di danza” tour, siamo tutti un attimo scossi, ma l’atmosfera anche con Andrea è molto buona, della serie: sapere di che morte morire paradossalmente ci sta definitivamente rilassando, ovviamente molto di più che gli ultimi due mesi di totali e snervanti tira e molla. La batteria in sala è una cannonata mentre per la chitarra suono con l’ampli di Davide (un fender anni 60 molto particolare) perchè il solito Twin reverb del buon Cussigh è a Parigi con Ru Africa in missione con i Tre Allegri. All’inizio non riesco a gestire il suono che è tutto distorto, poi scopriamo che quel canale dell’ampli è fottuto e una volta ritornato ad un suono acustico più che tradizionale, mi accorgo che controllarlo è comunque decisamente difficile. Finito il check, fra corone e pizze decidiamo di fare un giro di bar locali perchè sono le 20.30 e prima delle 23.30 non inizia nessuno. Disertano Caio, che opta per una penichella sui divanetti del locale e Davide, per una pausa domestica nel suo nido. I caffé, gli amari, le corone, il gin del Tenus, ricarburano la squadra di freaks alla quale nei camerini alle 23.30 arriva una nuova comunicazione di servizio: il concerto inizierà a mezzanotte, mezzora il Cane, quarantacinque minuti i Muleta. La bella notizia è che si è recuperata una telecamera e riprenderemo tutto il concerto, dunque con martedì potrò spedire le riprese con gli arrangiamenti di batteria live del Caio al nuovo batterista, velocizzando indubbiamente il piano di battaglia. Il concerto funziona, l’ascolto della voce è molto buono, la mia chitarra crea problemi come al solito (una volta per tutte mi recupererò la Gibson SG… basta!) e purtroppo la pedana della batteria è troppo instabile e a Caio si sconnette due volte la scheda audio. Non è un concerto facile, ma alla gente piace, pochi ma buoni reagiscono coinvolgendosi gradualmente canzone dopo canzone. Durante il gig super punk e molto figo dei Muleta, compilo il borderò e al banchetto (niente uomo delle rose) vendo la bellezza di 8 cd! Non sono pochi e stra soddisfatto decido di gustarmi una birra e gli ultimi 5 brani muletosi. Al battero si ribaltano le aste e quando non succede, ci pensano comunque Davide e Teno colpendogli di contratto ripetutamente il crash con le palette delle loro chitarre vintage. Il resto della serata è piccolo classico… vodka schifosa al bancone, gente che mi chiede se sono uno dei Cani, buttafuori ciccioni che non credono abbia suonato, la sorella della titolare del Pomopero che compra i dischi in camerino scortata da un ragazzo molto alto e simpatico che sembra Marcolino, fughe veloci per bareti e pasta delle 6 del mattino nella splendida dimora California anni 60 del grafico Davide, con annessa jam acustica ripresa da un telefonino senza audio eh eh… grande e grazie al regista Turco, Giovanna, Teno e il guerriero Davide che, fra super ospitalità per due giorni, rossi e chiacchierate alticce, per la prima volta ieri a cena riappare di colpo nei miei ricordi a quel Beach Bum del 98 con Sonic Youth, C.S.I, Here, Marlene…