matteite

Diario

Novalisi

Mushroom Studio – Lunghet/Frisanco –Maniago

Non ho ancora mai scritto dei veneti Novalisi e di questo lavoro di produzione artistica del loro primo disco. Ci siamo conosciuti via mail in piena estate 2011, un po’ come era successo con quel “fenomeno” di Emi per gli elio p(e)tri. Una volta definite le dinamiche contrattuali, le logistiche del tutto e soprattutto ascoltato e messo a fuoco il loro materiale demo, ci siamo trovati nella loro sala prove di meduna di Livenza credo per una decina di week end sporadici per la cosiddetta pre-produzione, con quella appunto di riarrangiare il loro materiale e prepararli alla registrazione del primo disco vero e proprio. La cosa pratica ma, molto utile e comoda di questa giovane band, è che sanno suonare bene sia singolarmente che assieme; Davide cantante (fratello del potente battero Enrico sosia di Richard di Lost) è molto intonato e impeccabile alla chitarra e il bassista Michele (19 anni appena fatti) ha un’energia e un groove importante soprattutto quando decide di suonare in un pezzo acustico la cassa da 26 del collega eh eh! A parte le chicche divertenti, si è lavorato duro e a lungo e i ragazzi sono cresciuti molto, spesso entusiasmati dal mio modo di mettere in discussione a rate tutta la scrittura della loro musica, probabilmente per una differenza semplicemente di età, che mi ha permesso di leggerla in modo diverso ovviamente con l’obbiettivo di cercare di rendere il tutto più credibile, emozionante, senza tante pippe di estetica, commercialità, contesti… qui si suda, in una sala prove con un impianto più ciccione dei locali medi della penisola e con una grandissima voglia di confrontarsi, crescere, dire delle cose e farle arrivare prima di tutto a se stessi nel modo più piacevole e tight possibile. Le varie ipotesi e riflessioni su come riprendere e registrare il disco sono inevitabilmente consequenziali a dei punti tecnici determinanti quali: le restrizioni tecniche del mio studio, dove per mancanza di buoni pre- di solito mi costringe a registrare massimo due tracce alla volta con inevitabile investimento di molti giorni e, per il tipo di lavoro fatto con i ragazzi, con un grande rischio di perdita di feeling nella performance assolutamente live del set, provata dal fatto che se qualcuno della la band deve suonare altri strumenti (come piani, synth) automaticamente si alterna lasciando in stand by il proprio. Dunque propongo ai ragazzi di investire due giorni full time in un altro studio per riprendere al volo e live praticamente tutto, a parte acustiche, voci ed eventuali violoncelli e fiati che invece chiuderò successivamente. Le opzioni sono svariate, ma l’idea di attaccarci al Neve del Bertolo a Lunghet (che mi ricorda molto le battere e i bassi di Feed the Dog di Dejligt) muove ormoni, adrenalina, 4 macchine, donne, cibo squisito, fusti di birra e un Team decisamente molto Goonies… Enrico Fungolo lo conosco da sempre e oltre ad averci lavorato spesso assieme per la sua notevole professionalità, si ha un bagaglio di esperienze comuni di feste fatte per tutta l’Europa che rende il tutto decisamente più accattivante e divertente. Non a caso, dopo tanto tempo senza vederci, la prima sera non montiamo neppure la battera e, una volta scaricato il tutto, finisce alle 5 del mattino a bibite, cibo, racconti importanti al tavolo con tutti i Novalisi con donne e anche il giovane Federico fratello di Lady Oscar. La mattina, operativi, montiamo tutto il back line, battera in mezzo alla splendida sala da ripresa stra illuminata, ampli di basso vicino ma, dietro a dei pannelli anti rientro e quello di chitarra in un box in corridoio all’entrata della toilette più sfruttata della 3 giorni. Dopo pranzo verso le 17 i suoni sono fatti e i ragazzi super a loro agio con degli ascolti decisamente piacevoli, sono pronti a suonare i loro brani seguendo le voci e gli organetti guida creati in precedenza con i loro pc in saletta. Non c’è tanto da pensare, tanto meno da cambiare, le parti sono quelle e dunque principalmente consiglio ai ragazzi di stare attenti alle dinamiche e al click ma, soprattutto lasciarsi andare, fare più rullate possibili, rendere il tutto ancora più completo, istintivo, colorare quello su cui hanno lavorato all’esasperazione. In un battibaleno sono le 10 di sera, e la squadra si è portata a casa più di 5 brani, impressionando non poco Enrico per la tempistica e il sottoscritto per il suono di basso mega gigante e un battera pazzesca in plastica rossa con i tamburi accordati dalla Matteite bassissimi modello Bonham negli anni 70! Dopo cibo e birete le donne ripartono e a seguire inevitabile parte un’altra serata senza Risiko nella cucina monopolizzata da due gatti rossi spettacolari: un maschietto trovatello, e una femmina della cucciolata dei Tre Allegri e dunque quasi sicuramente parente di Birillo, quello rosso di mia sorella Marty. Nuovo giro, nuova corsa, ultimo giorno. Ho dormito bene ma siamo al quarto giorno post caduta da demente e la mia costola (probabilmente incrinata) mi fa sempre più male, spero negli anti dolorifici che prenderò a breve a Udine. Dopo 4 pezzi, rimane solo uno in acustico, ci dedichiamo al doppiaggio delle chitarre con la Gibson di Enrico, volutamente diversa da quelle di Davide, passata per riverberi a molla, delay a nastro, roba vintage bellissima, che scalda in modo speciale la musica ed emoziona non poco la squadra, a parte Michi che dice (ovviamente ironico) che a lui interessa solo il suono del suo basso che è pretty much enorme rispetto a tutto il resto eh eh! Quando siamo a metà pomeriggio, in perfetto orario, attacchiamo con la ripresa dei Synth e del Fender Rhodes, cambiando in continuazione suono, senza mai usare lo stesso, con un risultato e un’originalità di suono ancora più devastante delle chitarre. Pazzesco: verso cena ci siamo portati a casa anche il brano in acustico, totale 10, Fungolo prepara dei bounce rilassato su dei cd e tutte le tracce dall’uno nel mio mac che aprirò alla fine di questo blog e in un batti baleno prendo il treno al volo in stazione a Pordenone, con inevitabile orgia di sms in arrivo nel mio cellulare; sono stato 3 giorni senza campo e senza internet e a dire il vero non mi è dispiaciuto per niente, anche se vengo a sapere che la consegna del master e della copertina del disco nuovo del Cane e l’ultima ripresa del video previste per domani mattina, sono state rimandate a dopo la befana. Grazie Novalisi, Bertolo, la Donna Tasso e il suo uomo Sloth, i mici, il principe delle tenebre Neve e Marty per avermi aperto la porta di casa chiusa alle 5 del mattino.

Il Moro e il quasi biondo (+Lithium)


Cas*Aupa – Udine

Obiettivamente ormai sono passati troppi giorni da questo mio 36° compleanno e successivamente anche troppe avventure, lavori, festini, forse anche delle simpatiche emozioni. Dopo precedenti tensioni logistiche con il circolo, risolte per fortuna in modo umano giusto il giorno prima di questo evento in Town, sono seguite delle prove generali con il Moro e un soundcheck abbastanza semplice, ritardato anche questo giro per il mancato imballaggio di un po’ di back line piattesco rimasto deliberatamente nel sempre più stiloso nido Commisso. Ad accoglierci, dello staff con una sazia cena a base di scarnazza, ci sono Ale, Iacopo e Michela; dopo una breve ma importante discussione con Ale, l’atmosfera sembra decisamente più rilassata. Manuel moro è un pochino stanco per il lavoro, mentre Lore con Rachele è pieno di energia e per certi versi con le sue logiche estetiche riesce sempre a creare un pochino di tensione, anche quando infila un microfono a condensatore praticamente dentro al suo timpano… ma, a mezzanotte, io e Marty facciamo 36 anni e in totale risparmio energetico non ho assolutamente cazzi di farmi succhiare tutte le energie. Quando sono le 23 decidiamo di attaccare, anche se c’è decisamente meno gente dell’ultima serata del Cane e degli Alfabox. Ho le bacchette del Moro, le mie in settimana le ho fottute definitivamente tutte scrivendo e registrando senza sosta battere per il fabbro. Non mi sento a mio agio, l’ascolto del click e dei segnali nelle cuffie è al limite (fucking sweet…) della serie non capisco un piffero, anche se l’energia è buona, non riesco a lanciarmi come al solito e spesso trovo la roba priva di dinamica o comunque decisamente poco emotiva. Il tutto è molto veloce, anche se ci sono tre brani nuovi in scaletta! Qualcuno riprende, il Cerveza fuma facendo il solito effetto fumo nella camera di Ema, ma nessuno strilla, la vittoria più bella sono decisamente i due amici di Manuel che si occupano dei visual e in teoria di missare in diretta dei filmati sul muro alle nostre spalle decisamente psichedelici e accattivanti. In un attimo di delirio, quasi fosse un loop nella performance ai tamburi della Matteite, ribalto tutto lo strumento sul pavimento per poi rimontarlo suonando, sfogandomi in pochi secondi come in un intero set da un’ora. Non mi ricordo con cosa chiudiamo, so che Lore (dopo avermi fatto gli auguri) comunica d’ufficio che usciamo per Matteite e vendiamo dei dischi al banchetto. La serata continua con i Lithium che sul più bello litigano sul palco interrompendo lo show, spaccando delle bottiglie di birra senza continuare con il dj set… ma il tutto vengo solo a saperlo a rate e da voci contraddittorie; non lo vedo perché sono al bar a spegnermi sigarette sulle mani in cambio di vodka, mangiare un toast con la twin sista, ridere con – a sorpresa – Facco barista al bancone, sbattermene delle logistiche, soprattutto quando dopo una scivolata sul pavimento del circolo con probabile incrinata di una costola, scopro pure che il Moro, finito l’imballaggio della sua roba, si è fatto pagare al posto mio. Per fortuna ci sono Alessia e Martina, smonto e carico con calma, con Iacopo gentilissimo che controlla preciso il volume della mia voce in strada nel quartiere residenziale alle 4 del mattino. Non ricordo un cazzo, proprio nulla, so che mi sono svegliato bene, operativo, pronto a festeggiare il mio compleanno in Buca, con la mia prima partita dell’Udinese finita in pareggio e una serie di gossip a scoppio ritardato riguardo a delle cose poco carine che avrebbe detto il Moro il giorno prima riguardo a Manuel e il sottoscritto, probabilmente non immaginando che poi mi venissero puntualmente riportate… No comment, ho rimosso e soprattutto ci sono già passato; quando incominceremo (con 3 anni di “ritardo”?) a scrivere un disco nuovo, forse capirò cosa vale la pena salvare, reprimere o dimenticare ovviamente e solamente se si avrà ancora delle cose interessanti da dire che potranno farci emozionare, dimenticare, infoiare, cagare, dormire, pensare, riconoscere, farci illudere presuntuosamente di essere speciali!

Il Cane

La Tempesta al Rivolta – Marghera (VE) – Cs Rivolta

Credo di aver dormito non più di due ore e per fortuna senza domandare ad Alessia al risveglio chi fosse oppure cosa ci facesse nel mio letto o quello di mia sorella gemella… Dopo aver controllato la chitarra a volumi importanti in studiolo, compro delle pile di scorta e mi faccio mollare in stazione con ampli e chitarra. Al binario a Pordenone per fortuna c’è il magico Pierascador, segue il caricaggio incontro con Caio e in un batti baleno siamo già puntuali in autostrada. Sono molto agitato e anche stanco morto, la paranoia che la mia chitarra mi lasci di nuovo durante il concerto più importante dell’anno è altissima e assolutamente super distraente. Risparmio energetico: quando ci vuole ci vuole!! Cerco di dormire senza grossi risultati nel retro della Fiesta della sorella di Caio piena di tamburi, acustiche di scorta, bottiglie d’acqua! Al Rivolta ci sono tutti e soprattutto ci conosciamo tutti, dagli Zen, Canali, ai Melt, ai Morti, ai Massimo Volume, ai Sick Tamburo… L’atmosfera è bellissima anche con gli addetti ai lavori e quando abbraccio il Mortazza con i risucchianti elasticizzati alla milanese mi rendo conto che forse è passato veramente troppo tempo dall’ultima volta. I cali di zucchero arrivano puntuali, ma i biscotti al cioccolato incrociati con delle birre fresche dei Melt sono la mia vera ed unica terapia. Il fatto di aprire tutta la serata è una botta di culo pazzesca, siamo gli unici a montare il proprio backline incrociato con quello dei Melt e a fare un vero e proprio soundcheck. La batteria suona una bomba, la mia acustica funziona, ma ne ho comunque preparata un’altra di scorta con tanto di cinghia del Teno Blu e scotch di carta sul manico per segnare le mie mappe anti emozione, rincoglionimento… Al mixer c’è Tommy (che scopro poi ex Teatro) si complimenta per il suono, è super gentile e questa è la base per rilassarsi, salutare man mano un po’ tutti, fare un’intervista da bar con i Melt capitanata dal mitico Mr. Brancamenta Momo e prepararsi fisicamente con vodka e birra alla performance. Alle 18.30 la sala del nostro gig è super piena e soprattutto si ha la fortuna di avere tutte le band al nostro palco perché nessuna può fare neppure un line check. L’energia e il suono sul palco è speciale, ci siamo rodati bene, il nuovo materiale spacca e soprattutto quando chiamo i vecchi singoli forse per la prima volta sento la gente cantare i ritornelli (forse solo nella mia testa ah ah…). Il caldo è micidiale più delle birre, siamo tutti in camicia e in acqua, tranne quel mona di Andrea che scopro in felpa solo dalle foto del giorno dopo. Chiudiamo con “Male al dente” e “Dune” con un mood molto intimo che sembra catturare una sala colma oltre al mixer, da un pubblico decisamente attento, consapevole, caldo; non è un festival come altri e mi sento fortunato, pretty much! Una volta chiuso il fantastico concerto dei Melt… “raccontami il tuo inverno!!” i roadies del Rivolta ci aiutano a caricare immediatamente il back line nella macchina, mentre la mia roba finirà invece nella macchina di Alessia ancora in Friuli a dormire. Non mancano svariate interviste, i complimenti anche costruttivi di un sacco di amici musicanti presenti al gig, uno dei miei preferiti quello di Gigione che per la prima volta mi abbraccia e dice che si è spaccato tutto. Durante il concerto dei Sick Tamburo arrivano la Mary con la Sandre e Alessia. Iniziano orge di birre incredibili, credo di avere una cosa come 11 consumazioni, ma la cosa geniale è che nell’area catering ci sono le birette a gratis per i musicanti servite da quattro bambine molto giovani alle quali inevitabilmente romperò le Wollere tutta la sera per avere ancora più bibite. Con grande rammarico di Alessia non riusciamo a vedere il concerto dello zio Canali perché lo stanzone è impenetrabile, la cosa però pazzesca è che riesco a passare tipo due ore a girare con quel pazzo di Andrea di Bologna che non vedo da sempre e che mi riporta a dei fantastici e mitici anni 90. Quando è il momento dei Massimo Volume mi faccio furbo e grazie ai pass mi infilo con Alessia dietro il main stage guardandoli direttamente dal palco. Come mi ha confessato poco prima Egle durante una chiacchierata fighissima, non è cambiato nulla, sono esattamente come 10 anni prima, ma Egle si è scordato di dirmi che nel frattempo lui ha incominciato a muoversi e di brutto!!! Mitico! La serata è infinita, sono sereno, penso al nuovo disco in uscita per Matteite a fine gennaio, come a quello dopo ancora, che forse uscirà per Tempesta di nuovo, della serie questo è un collettivo e non ci sono regole o meglio se vuoi far succedere le cose sei libero di farlo! Quando è il momento degli Zen, Appino distrugge il pedalino del distorto e tutta una serie di chitarre che man mano Enrico Locusta gli passa dal bordo palco, c’è tensione e forse loro sono semplicemente esauriti dopo un anno e passa di date senza break! Guerrieri! Dopo il momento dindi con ulteriore buttata al centro di free drink del Mortazza, scatta una parte della serata caratterizzata da Sun –Dru-Thi e Gionata Teatro con le donne, Momo e il Branca, orge di ogni genere, il concerto fisico concettuale di Gionata (una persona veramente simpatica e un chitarrista super talentuoso) il dj set di Nikki, tante emozioni ma soprattutto un ritorno in macchina con Alessia da pisciarsi dal momento in cui riusciamo ad infilare il biglietto dell’autostrada e anche la tessera sanitaria dentro alla fessura del cd, costringendoci a smontare tutta l’autoradio un po’ con il sorriso, un po’ alla capo di cazzo, un po’ tipo same old story! Grazie Enrico.

Il Cane vs Alfabox

Cas*Aupa – Udine

Una data in città pre-disco (in uscita a gennaio), in accoppiata con gli amici e compagni di merende Alfabox, è più che una palestra alcolica: è un festino all’ennesima potenza. Le prove avianesi degli scorsi giorni sono state fondamentali, soprattutto quanto a sorprese tecniche come ad esempio quella di avere le ottave del basso di Andrea e della mia chitarra completamente fuori e dunque trovare il tempo e i soldi per farcele riassestare da un costoso liutaio pordenonese. L’appuntamento per il check è alle 18.00 nell’ex scuola elementare di San Domenico che raggiungo puntuale con il mitico tastierista degli Alfa, Alessandro. Purtroppo Pierascador e Caio sono completamente incastrati nel traffico della statale e fra una cosa e l’altra arrivano con quasi due ore di ritardo. Nessun problema, ci sediamo a tavola con lo staff di Cas*Aupa, mangiamo dell’ottimo pollo al curry con il riso e dopo caffé e amari decidiamo che sia un’ottima partita a calcio Balilla Cane vs Alfabox a determinare l’ordine delle band on stage. Anche se Caio è un mago del Calcetto, la Matteite in difesa è un piccolo disastro e perdiamo senza tante menate eh eh! Sul palco condividiamo un sacco di strumenti, il check degli Alfa è buono, mentre quello del Cane è confuso e soprattutto il volume delle basi nei monitor è ridicolo, impanicandomi non poco durante tutta l’operazione. Verso le 23.00 il posto è bombo, deciso di darmi alle pubbliche relazioni armato di Moskovskaya e quando ormai sfioriamo l’ora dei Vampiri, Alessandro ex Yoko mi invita a dare inizio alle danze. Entrambe le stanze del secondo piano sono stra piene, sono molto schizzato e la voglia di fare un concerto a modino, anche in funzione della performance di domani alla Tempesta al Rivolta, è meglio di una medicina. Il suono spacca, la sala piena di gente finalmente valorizza anche le basi e l’amalgama durante “Nero” fa comparire il sorriso alticcio soprattutto al sottoscritto. Ci sono un po’ tutti e fra una cosa e l’altra iniziano ad arrivare svariati schizzi di birra sul palco e sulla mia chitarra… La cosa degenera e dopo “Il sole” e soprattutto “Risparmio energetico” (e come dicevo dopo 70€ per riassestare l’acustica) la mia amica mi lascia del tutto… cambio le pile, provo di tutto, ma nisba, non c’è nulla da fare. Nessun problema, scendo dal palco, rovescio un’intera pinta di vodka in testa al colpevole e ritornando on stage decido di suonare con gli altri “Dune” attaccandomi al fedele e indistruttibile tom di Caio. Viene bene, malinconica quanto serve, mi sento soddisfatto e una volta al bar cerco di rimandare il problema della mia Ibanez. Non vendo dischi, parlo con un sacco di amici, tra cui Davide Moscow che non vedo da generazioni. Gli Alfa, probabilmente per l’orario, hanno meno pubblico ma decisamente di affezionati che in bomba ballano e cantano come dei matti per tutto il loro ottimo festino, mentre il Matteino cerca di distrarre il Baffolo chitarrista oppure rubare le birre al buon mancino Gian. Ma fra un saluto, la stanchezza e lo smontaggio, la serata degenera di botto facendo scomparire al Matteino tutto il buon lavoro fatto alle bibite durante tutta la faticosa giornata. In settimana certi dettagli tecnici importanti sull’evento non sono stati comunicati dal nostro referente al resto dello staff (o viceversa) e, per chiuderei cerchio, alle band (responsabile il sottoscritto) creando di conseguenza delle forti incomprensioni fra tutti e i giorni a seguire delle rettifiche di questo blog  (non per mia decisione) concluse per fortuna con una serie di mail positive che testimoniano che firmare come i pirati con il sangue una mail, un contratto con tutti i coinvolti e responsabili prima di un festino (specialmente con il proprio Cane) diventa una mossa spesso essenziale soprattutto in funzione della prossima serata di venerdì 17 dicembre con il Moro e il quasi biondo + Lithium che casca in modo impeccabile il giorno del compleanno mio e di mia sorella gemella Martina. Speriamo bene!

Il Cane

Inferno – Telecapodistria (SLO)

Siamo alle solite; fra le registrazioni del disco del Fabbro, le prove e il lavoro di booking de il Cane per il tour del nuovo disco e soprattutto le date del prossimo venerdì 2 a Udine a casa Apua e quella di sabato 3 alla Tempesta al Rivolta, seguito in ordine: dalla periodica pre-produzione dei Novalisi e probabilmente degli a Perfect trick a Perugia, più le date randomatiche ma, ultimamente più che costanti de Il Moro e il quasi biondo, il tempo per trovare se stessi e coordinarsi con il mondo diventa uno scontro fra titani. Martedì mattina mi sveglio con una mail di Andrea (conduttore di Inferno programma tv di musica in onda su Telecapodistria e la seconda rete del canale sloveno) più due chiamate perse dell’amico giornalista e guerriero Ricky Russo. Il deal è semplice; sembra che mi stiano cercando da una settimana per invitarmi a fare un’intervista come Cane però per il giorno dopo in Slovenia. Non ho il tempo di coordinare la band immersa nel lavoro da comuni mortali e sentendomi via mail con lo staff della tv confermo al volo i miei orari dei treni per mercoledì. In stazione a Trieste verso le 17 trovo una macchina di Telacapodistria pronta a portarmi in Slovenia dritto in tv. Il signore che guida è super tranquillo, principalmente si lamenta per il freddo, ma di base è estremamente gentile e rilassato. Agli studi siamo tipo 5 band radunate attorno ad un tavolo, ricco di succhi, coca cole ma niente birete. C’è una ragazza molto gentile che oltre ad assomigliare decisamente ad Edi del Fanfulla, ci segue e dopo averci mandato al trucco senza tanti fronzoli, organizza l’ordine delle interviste delle band con Andrea nello studio di Inferno, decisamente rosso e estremamente caldo e scivoloso. In principio essendo l’unico ad essermi presentato da solo rappresentando una band finisco in scaletta per primo, poi però per problemi di inquadrature consequenziali da eventuali spostamenti di sedie in studio, vengo piazzato per ultimo. A parte le tre band slovene da un inglese e un italiano ovviamente come al solito impeccabile, in attesa lego subito con gli unici altri due italiani di Belluno dei Mole. In un attimo scopro che escono per Redd Army, l’etichetta udinese dell’amico e compaesano Fulvio Romanin. Sigaretta dopo sigaretta al gelo entriamo in sintonia, parliamo di Sas Mus (il centro di arte contemporanea del Bellunese dove ho avuto la “fortuna” di esibirmi di recente in una “performance” del Moro e il quasi biondo), della scena musicale in Italia, di distributori, di spese pratiche di stampa di un cd, il tutto con un tiro decisamente piacevole e divertente. La loro intervista spacca, quando arriva la mia sono visibilmente agitato, ma devo dire che il cilindro, il fondo tinta, il lipstick super Glam di Andrea sommato ad una sua notevole professionalità mette la Matite totalmente a suo agio, rispondendo alle domande decisamente preparate ed interessanti con un vibe meno agitoso del solito (almeno per quello che ho provato di fronte alla telecamera), è ovvio quando rivedrò la puntata magari mi vergognerò come al solito ah ah! Questa è l’ultima puntata del 2011, dunque scatta un brindisi a prosecco rosso Sloveno con tutto lo staff e una cena solo con Andrea & girl-friend e tutte le 5 band presenti al programma tv. I ragazzi di Belluno come Andrea si offrono di accompagnarmi in stazione a Trieste post cena, ma l’ultimo treno è alle 22.10 e quando sono le 21.50 siamo ancora agli antipasti…chiamo i Russos che sono all’Etnoblog sembra a vedere un concerto stra Dailt, purtroppo non c’è campo e ricevo un loro messaggio dove super disponibili dicono che al max mi danno uno strappo a Udine… dei signori. Quando è mezzanotte passata, i Mole mi lasciano in piena bora vicino al Tetris, peccato che l’Etnoblog sia stato spostato da anni sulle rive e dunque la camminata diventa oltre che obbligatoria decisamente importante. Torno indietro, recupero la location senza tante reminiscenze (non ci sono mai stato) entro a gratis grazie ad un accredito dei Russos gustandomi gli ultimi due brani del talentuoso
triestino incrociando una bireta con quel fenomeno di Franz Teatro seguito da Deborah con occhiale modello Mondaini, Topa Martina in accoppiata con Ilaria Tetris e in definitiva the glorious Russos. Tutto ok, il festino è ormai alla frutta; con piacevole sorpresa e per chiuder in bellezza scrocco una dormita da Franz assieme a Cortex, preceduta da un Kebab alla vecia in centro, orge di playstation e whiskey, Hostel di Tarantino, alba e Fringe per il collasso. Il risveglio è impeccabile; camminata con discesa da San Luigi assieme Franz condita da una piacevole chiacchierata sulla guerra dei poveri del mondo indie rock’n’roll italiano, poca bora, sole e soprattutto uno splendido pranzo in osteria offerto gentilmente dalla topa Martina pronta per un giovedì off a lavatrici domestiche. Grazie ad Andrea, i Russos, Franz e Martina!