matteite

Diario

Il Moro e il quasi biondo

Sass Muss – Dolomiti contemporanee – Sospirolo – Belluno

Ultimamente il trio Manu-Lore-Mat del Moro e il quasi biondo sta crescendo in modo spontaneo e sinergetico. Il tutto è sicuramente aiutato da un rapporto umano che come obiettivo al momento non ha quello di imporsi come strumento esclusivamente per comunicare, dire coordinati delle cose assieme, cercare di fare della musica, ma bensì quello di rilassarsi durante questi sporadici concerti e di conseguenza il lavoro di prove prima della performance. Infatti siamo reduci dalla festa di compleanno di Manu a Rivarotta, ricca di un sacco di gente divertente e piacevole, ma soprattutto di un notevole quantitativo di scarnazza slovena e pregiate bottiglie di vino. L’invito a questa mostra decisamente grande di arte contemporanea è arrivato da molto come molto di recente anche il dettaglio che pure questo giro non ci sono rimborsi a disposizione e anche per il mangiare e bere le restrizioni sono al quanto determinanti: Manuel è un lord di prima categoria e con l’aiuto della zia Giovanna carichiamo due frighi di queste assolute bontà arrivando preparatissimi in meno di due ore all’appuntamento. La location è molto suggestiva: è un’ex fabbrica chimica fallita da anni e i suoi immensi e svariati capannoni sono stati adibiti a location per mostre decisamente interessanti e coinvolgenti. Appena arrivati Gianluca, il responsabile spiega seduto su una mountain bike la storia e la politica del posto e di conseguenza il succo del discorso: non abbiamo un euro da darvi… No problem ci sbolognamo il soundcheck aiutando anche il gruppo di supporto dei due fonici Paolo e la batterista sexy virtuosa Giulia e subito prima del tramonto siamo a montare una griglia per un collettivo che all’apice raggiunge tranquillamente la ventina di membri. Manuel cucina come un matto, io mi occupo dei piatti, forchette, bicchieri e tovaglioli elemosinandoli ad un bar più che diffidente perchè in realtà non responsabile della cena. La grande abbuffata come il vino riscuote successo, c’è una bella atmosfera e la stanchezza misto frustrazione per dover fare tutto con Paolo per fortuna con la panza piena, le bollicine e i 14 caffé offerti da una ragazza, svanisce. Fa molto freddo, il Moro sta congelando, io ho un maglione da ieri sera e quando ci muoviamo a vedere il primo concerto Lore sta ancora tremando. Manu non si smentisce mai e si prende pure la responsabilità di correggere e fare i suoni a Paolo e Giulia, decisamente gli unici veramente operativi e dinamici della baracca. C’è abbastanza gente, ma la ripetitività della loro musica molto diversa da quella del Moro, crea aspettative diverse, forse distrae e direziona la gente in un altro immaginario, invogliando un po’ di presenti a lasciare il loco probabilmente ignari del nuovo sound in arrivo sul binario tre. Dopo il maglione della salute per Lorenzo, una bottiglia ghiacciata di Cabernet Sauvignon piazzata vicino alla mia spia, un sazio intro di Manu alle percussioni, siamo pronti per partire scoprendo immediatamente che la prolunga delle mie cuffie buttata al centro dal Moro non ha nessuna intenzione di andare….Ce n’è sempre una… Ci scambiamo le cuffie e il concerto con le bacchette, il rimbombo naturale del super edificio post industriale alla Conan, mi spara dritto ad un festino noise anni 90… la battera suona e io ho voglia di lasciarmi andare ma suonare il più preciso possibile. L’importanza della nostra estetica in un concerto del genere è decisamente più importante del solito, la mia idea di mettere sopra la mia testa modello crocifisso uno sgabello, seguita da quella impeccabile del Lento di farci sedere sopra il coccodrillo gonfiabile, come dice il Lore, contestualizza tutti forse su Marte. La festa continua, ma prima si deve smontare tutto il backline, compreso tutto l’impianto che muove un furgoncino elettrico per ben cinque volte. Quando svuotiamo l’ultimo sono esausto e non ho neppure più tutta questa voglia di festeggiare. Per fortuna il nuovo giro di pancetta alla brace rilassa tutti (anche al momento dei saluti) e quando trovo tre coperte sul mio letto mi sento decisamente fortunato e predisposto a dimenticare momentaneamente il delirium tremens di questi ultimi due mesi. Grazie Manu e Lorenzo per i sorrisi, le semplici risate non forzate, spontanee, l’entusiasmo, strumento chiave per questa missione caritatevole.

elio p(e)tri

Riprese voci – chitarre nuovo cd elio p(e)tra

Cazzo che periodino infelice! Le tensioni si accumulano nel sangue come nel cuore e ogni tanto diventa quasi impossibile avere il controllo delle proprie emozioni! Sembra un loop noiosissimo e come nei testi del Cane ti ritrovi a fare l’elenco della spesa senza voler neppure riconoscere il perché! Parto giovedì sera alle 9; il Settimo mi molla gentilmente in stazione a Udine aiutandomi a caricare sul treno la valigia comprata dai cinesi da Martina nel pomeriggio perché dentro è caricato tutto il mio studio tipo: monitors, schede audio, per ampli, microfoni, la prima serie di Lost… Non dormo un cazzo, vagone pieno di obesi e i comodi poggia testa di treni Italia che ti scardinano il collo del tutto! Alle 6 arrivano a prelevarmi a Roma Termini in accoppiata vincente Edi ed Emiliano e sgai propongono immediatamente una colazione nel Pigneto a base di birre fresche… so che dopo 24 ore di assoluta “concentrazione” arriva pure il collasso modello Conte Dracula nella bara ma, non prima delle 10 del mattino. Giorno 1: il pranzo con Edi e Emi è molto efficace come il caffé e il prelavaggio di un buon bianco toscano ghiacciato al Forte Fanfulla con annessi saluti d’obbligo a tutta la squadra al completo del neonato Arci romano. Mentre scegliamo delle tavole sotto un sole africano da usare come scrivania, Emi mi prende in parte dicendomi molto serio che mi deve parlare; mi agito, immaginando menate di soldi (dato il periodino di estrema bolletta), invece la solita sola su una persona incredibile ma, vero, ora decisamente meno importante e inaffidabile come lui, ritorna come un boomerang di merda e a quel punto non sto neppure a discutere e mi attacco al bar e a casa ad ogni forma di bibita truccata durante tutta la logistica dell’imballaggio dello studio nella Panda. A Terni passiamo a trovare degli amici per recuperare acustiche, tastiere e quando siamo a casa Angelelli per sfamarci e prelevare il resto delle scorte cibo, mi rendo conto che (oltre ad essere le 11 di sera) per la seconda volta durante le riprese di questo disco Emi (nel nome della sincerità) ha scaricato il barile poco prima di una settimana di lavoro intenso e questo non riesco neanche lontanamente a tollerarlo; il finto Bradipo avrebbe potuto comunicarlo prima di farmi scendere per nove ore di treno oppure direttamente alla fine del lavoro, non prima di chiuderci in solitudine assoluta in una casa dove la mia insonnia e voglia di vomitargli in faccia supera quella di una mina post rosso aceto del Festintenda! Giorno 2: Non ho dormito, credo forse un’ora. La casa è decisamente grande ma, a parte le due camere da letto piene delle nostre valigie, ieri notte (dopo 8 km di tornanti in salita) si è montato tutto lo studio direttamente nella cucina-soggiorno, in modo da sporcare e disordinare meno aree possibili. L’umore è improbabile, le mie strategie tipo risparmio energetico, da un lato funzionano alla grande, dall’altro sono molto precarie, perché credo che una persona normale forse non reagirebbe come il sottoscritto. Non a caso Martina post sms mi chiama puntuale e mi domanda come cazzo faccio a continuare parlandomi quasi fossi un alieno. La realtà è che dopo sette mesi voglio finire le riprese di questo disco, farmi pagare e poi concentrarmi su altre cose come il disco del Fabbro, quello dei ragazzi veneti e quello del Cane dal vivo che una volta per tutte ho deciso di fare uscire fra poco. Il mio futuro negli elio p(e)tri è tutto da vedere e la cosa interessante è la totale irresponsabilità che gira dietro e fuori un progetto del genere. Il pranzo a base di panini e bianco funziona e da lì a breve sono già che registro tracce su tracce di chitarre di quel fenomeno di Emi che oltre ad aver potuto prendere nella sua vita qualche lezione di canto e chitarra invece di dire che Kurt Cobain o Thurston Moore sono degli incapaci, si è pure dimenticato di avvertirmi che il suo Mac non ha la presa Firewire perché non è un Pro… Parlo poco, seguo le riprese, arrangio le chitarre di 5 brani e dopo una pasta più che piccante mentre monto campioni di cassa e rullo come in fabbrica, ovviamente mi domando quali siano i motivi per i quali mi ostino in questa missione demenziale e la soluzione al momento è unica: scrivere questi cazzo di blog alle 3.20 del mattino, utili soltanto alla mia memoria ma non al mio umore e poi si vedrà! Giorno 3: I tre ingredienti del male per invecchiare decentemente e trascorrere un tranquillo weekend di paura: non dormire affatto, mangiare poco e a capo di cazzo, bere molto alcool e poca acqua. Con il lavoro è una giornata produttiva, come rapporto umano fra me ed Emi un piccolo disastro. La bombetta sta per esplodere, io non tollero più Emi specialmente la sua attitudine a bestia finto perdente tipo…:”o scusa sai ma non sono un chitarrista…” e lui capisce che io non ho nessuna voglia di stare a fare il diplomatico. Unica ottima notizia è che con Logic trovo una funzione per dividere le tracce midi dei campioni della battera e questo mi permette di risolvere un lavoro di cinque giorni in cinque ore… continuo a riguardare la prima serie di Lost senza grandi emozioni, ma ottima come un sazio sonnifero mixato con mezza bottiglia di Rum. Giorno 4: Finite le riprese delle chitarre, finalmente oggi incominciamo con le voci, affiancate dal lavoro di montaggio campioni che purtroppo mi segue come un fantasma. Valentina non è ancora passata a trovarmi e sinceramente non so se troverà il coraggio di affrontare i tornanti senza Tom Tom come i grande Max ed Edi. Loro arrivano verso le 23.30, stanchi, allegri appena reduci da un posto di blocco perché nel paese non passano inosservati ed ora sono pronti alla guerra più guerra del mondo. Parte immediatamente una pasta che mette a dormire Max sul divano mentre il vino rosso umbro a manina con Vodka e Rum del discount schizzano completamente il sottoscritto ed Edi. Giochi a carte, sfide a braccio di ferro, passeggiate lisergiche scortati dal baffuto nel centro storico del paesino a momenti molto Asher, il tutto colorato da gare di shottini senza ritegno per staccare da tutto quello che sta succedendo in questo incubo di fine settembre. Max in contropiede, inaspettato, quando tutti pensano di andare a dormire o cercano di chiudere un discorso che sia uno, si ripiglia, caccia fuori e monta un binocolo tipo grand angolo sulla macchina e parte a documentare le nostre bavette… direi più che un classico, tutto quello che non avreste mai voluto vedere eh eh! Giorno 5: Finalmente ho dormito e alla grande, tipo più di otto ore sicuro. Verso le 17.00 a panza piena post pasta al sugo rosso e patate al forno con ultra pericolo di esplosione della casa perché il Matteino accende il gas del forno ma non la fiamma…, i nostri animali di Edi e Max alzano le tende per missioni lavorative nella capitale, lasciandoci ufficialmente da soli. Fra ieri e oggi arriviamo ben presto alle riprese delle voci di sette brani: non è come con le chitarre, il mio lavoro di arrangiamento diminuisce drasticamente (non ho più intenzione di essere accreditato in questo disco) controllo il gain, il tempo, ma lascio che Emi canti le tracce al limite costante dell’intonazione esattamente come già scritte nella sua cameretta romana, forse è un bene, forse è proprio quello che deve fare, anche quando gli propongo di fare i miei cori per ovvie motivazioni. Passo la notte a finire il lavoro dei campioni di batteria e creare un minimo di volumi piacevoli nei rough mix sui quali stiamo lavorando. Ci siamo, all’alba mi sparo per la prima volta Cannibal Holocaust rischiando il vomito svariate volte! Giorno 6: Mancano solo le voci di tre brani, Emi finto disinvolto scende appena svegli in cucina e mi dice che vorrebbe muoversi il prima possibile; tipo sono le 15.00 e lui per le 21.00 vuole muovere il mezzo. Gli spiego che al di là delle ore che spenderà per fare queste riprese, sono da rifare delle chitarre e di seguito sono previste altre tre ore per ordinare tutti i file audio, dunque rivedere la logistica potrebbe essere tattico. Le voci sono difficili, Calvino per ultima è la mazzata nelle palle, il senso del tempo di Emi fa rinascere viaggi lisergici per Teen Agers… e una volta finite, il lavoro prosegue, come la Vodka, misto Rum, pasta e marmellata come dessert per ovvi cali di zuccheri e la voglia di prendere un treno senza saper dove scendere. Giorno 7: Risveglio di merda; la resa dei conti. In realtà si è ordinato e imballato tutto. Niente colazione, da lì a breve siamo a Terni a casa dei suoi a scaricare strumenti di altri e caricare squisite cibarie dell’orto Angelelli. In stazione compriamo il tabacco e un biglietto in cuccetta perché non son garantiti i posti e in un cazzo sono già che dormo in macchina con i Pavement ed un Emi ovviamente silenzioso. Quando sono le 14.00 e siamo in stallo da Emi dopo una ricaricante chiacchierata con Damiano, Edi passa a salvarmi e passo il resto del pomeriggio al Forte Fanfulla con il cugino Poppi, Andrea, Manu… a fare la spesa, bere birra, mangiare arancini e cercare di capire una volta per tutte come affrontare il deal elio p(e)tri. La logistica dei treni, dell’arrivo di Daniela, mi porta in cucina con Emi in tempo record; non c’è molto da dire o meglio ribadisco il mio “codice” del cazzo e scappo a ciaccolare via cel in un bar con Marty. Ora sono in treno e penso alla responsabilità di scrivere certe cose, la generale ansia di scordare o volutamente voler dimenticare tutto… ma la vita è una sola, cazzo se è vero! Non so neppure se sto scrivendo per me, per te, per lui, per la pazza, per gli altri! Questo è un feeling, una direzione lavori, un festino notturno che spesso butta in confusione ma che riesce a dare punti di vista ed emozioni totalmente differenti… certo distrae dagli obiettivi ma aiuta a sfogarsi anche quando mancano gli zuccheri e le idee come i destinatari si invertono, si annebbiano, prendono facce diverse, fino a quando torni a capo e capisci che stai scrivendo egoisticamente, principalmente e probabilmente forse solo per te stesso.

Il Moro e il quasi biondo

Orto Botanico – Centaurea – Bergamo

Gallerie? punk? do it yourself? Semplicemente grande spirito di adattamento! Questo è lo slogan Di Fiorenzo (via mail Gino Delia), primo contatto di questo collettivo che arriva alla quarta edizione di questa rassegna fra musica, arte e performance in quel della mia città natale di Bergamo. Arrivo da una serata importante a Cividale in compagnia di Manu Moro, dopo un collasso inevitabile sul suo comodo divano. Colazione da baronetti con bianco e panino con la cotoletta in un bar di Mortegliano già affollatissimo come il resto del competitivo paese. Arrivati in villa Lorenzo è con Rachele al Doge a fare colazione, prelevandoli sotto un sole mostruoso incrociamo il tipico matrimonio del sabato a Villa Manin con inevitabili donnoni tirati e pipe varie. Il viaggio per Bergamo è tranquillo, io non faccio altro che cercare la penichella; ho passato una settimana a lavorare sul disco degli elio p(e)tri, a far finta di dormire spesso carico di dubbi sulle troppe menate emotive di questo periodo più che intenso. Bergamo è sempre uguale, ovviamente soprattutto città alta che è ferma nel tempo, come i soldi che girano in un posto del genere, i Porsche, le Maserati, i turisti stranieri che camminano esausti in salita con gli zaini ma, incantati da una piazza vecchia in nuove vesti perché piena di piante e alberi per una Convention molto verde. Sta per piovere e dunque all’appuntamento fuori dall’Orto botanico non entriamo neppure e veniamo automaticamente direzionati verso una piccola Galleria ex Caveau di un Banca in centro. Le logistiche sono subito difficili; a parte un catering promosso a cena che rilasserà tutti i presenti, la location è molto piccola: quattro stanze di pochi metri quadri su tre piani, tra le quali due per suonare nel piano più basso al quale si accede inevitabilmente da un’unica scala che dall’inizio dei concerti verrà regolarmente occupata da una ventina di persone impedendo spesso la discesa a tutto il resto del pubblico incastrato nella prima saletta delle bibite. Siamo una cosa come 6/7 band divisi fra quelli con l’impianto (noi, un giapo e dei ragazzi di Torino molto Cocteau Twins) e quelli senza nella stanza Caveau tra i quali la mitica Marcy ex Egle che incontro a sorpresa dopo un sacco di anni. Dopo vari spostamenti del nostro backline il Moro e Manu optano per suonare per primi montando il tutto al volo in una stanza drasticamente buia illuminata su richiesta da un faretto montato gentilmente da una fanciulla dello staff “Leopardata” che ci accoglie immediatamente dandoci due consumazioni a testa per il bere quando siamo venuti a spese nostre e tassativi proprio per bibite, cena e dormire. Per fortuna il vino finché dura è for free, il Moro non ha intenzione di bere e io sarò uno dei pochi a non passare alla birra fino al concerto. Incomincia ad arrivare gente, all’amica e compaesana Anna Givani, arrivata a dare una mano a Fiorenzo a cucire delle installazioni ancora venerdì, viene affidato il compito di decidere l’ordine delle band. Il nostro backline è montato in realtà lasciando lo spazio anche per gli altri due gruppi, dato che non ci sono monitor e noi siamo quelli con più backline propongo al ragazzo giapo di aprire le danze per capire il suono delle stanza e non avere sorprese per primi ma, dopo molte incomprensioni per un suo inglese estremamente discutibile, capisco che non ha voglia di venirci incontro… Per fortuna al mio ritorno trovo il gruppo di Torino che monta la strumentazione offrendosi di suonare per primi e non per terzi. Passo la serata a parlare di cibo, vista e altre cose interessanti con altre due ragazze dello staff molto carine e simpatiche in particolare una che miope come il sottoscritto oltre a non usare lenti porta occhiali finti… Quando arriva il nostro turno dopo un gig di Marcy molto dark, intenso e ricco di emozioni, invito la gente sulle scale a scendere in modo da riempire tutta la nostra stanza. Ci presentiamo e partiamo con uno show inizialmente molto punk per il mancato funzionamento del microfono del Moro, due battere che slittano scivolando sul pavimento e degli auricolari che peggio del solito con il sudore non ne vogliono sapere di rimanermi infilati nelle orecchie. L’energia è ottima, cerchiamo di non fare troppo casino e soprattutto dopo “Possono essere baciate” con la lenta “Si riempie una volta al mese” segnano il territorio con grande risposta del pubblico già incuriosito. Il lavoro dei campioni dei versi di animali, perfezionato ulteriormente di recente da Manu e Lorenzo, da i suoi sazi frutti e adesso come conferma il Moro alla guida, dopo più di 90 concerti di questo disco, ci permette di meritarci i soldi della serata che di default non ci saranno come spesso succede alle rassegne d’arte contemporanea… A parte un sacco di complimenti super graditi conditi da risate e presentazioni varie, la serata degenera perché al bancone a 2.50€ a Becks sono riusciti a finire pure tutto il bere; schizzo con Marcy e Fiorenzo che (di parola) gentilmente compra delle birre e al ritorno assistiamo all’ultima nota del gruppo headliner. La gente inizia a scomparire, provo a ritornare nello stesso bar con un’altra ragazza, ma le bariste sono tassative e non aprono neppure la finestra. Manu si è addormentato in strada, grazie ad Anna portiamo dai bassifondi tutta la strumentazione nella via, mentre il Moro è a recuperare il Galaxy privo di marmitta (si è staccata arrivando) chiuso con altri dentro al parcheggio perché la responsabile si è portata via le chiavi lasciando richiudere il cancello automatico. Purtroppo si deve seguire la macchina dei ragazzi che ci ospitano e in buona fede schizzano al volo, impedendoci però di salutare Fiorenzo, Marci, la Anna il resto del collettivo tutto tranne che di freaks! Speriamo di ricevere in futuro dei buoni filmati e delle buone foto fatte dal fotografo con la barba decisamente molto simpatico e più attento alle logistiche di un happening del genere di primo impatto un po’ precarie, ma poi con la collaborazione di tutti, più serene ed efficaci. Ora ci aspetta un’altra galleria il 24 a Belluno, sperin ben!

elio p(e)tri + Perfectrick + Blue Veins

Parco Sant’Angelo – Perugia
Bene, operativi per ritornare in quel di Perugia e sulla strada riconsegnare l’impianto al service. Andrea è al lavoro fino alle 9 di sera, dunque ha intenzione di raggiungerci a metà serata e per il soundcheck di farci organizzare con Zito, zio, Zico dei Perfectrick. Primo trouble del giorno: ci manca un microfono e quelli del service ci pregano di dare un occhiata al locale anche se le possibilità che ce l’abbiano loro in mezzo a delle matasse immense di cavi appena riconsegnate come trovate, è molto alta! Infatti al bar di Sangemini troviamo solamente i titolari e la solita squadra di bambini al biliardino in assoluta piena forma. Sembra che debba piovere da un momento all’altro e sarebbe abbastanza curioso oltre che una sfida importante. Siamo i primi ad arrivare al parco Sant’Angelo e dalla pizzeria sopra l’anfiteatro scendono in ordine Francesco con il suo collega basettone stra simpatico e l’altra barista Donatella che oggi sostituisce Valentina, impegnata momentaneamente in gelateria ma in arrivo in seconda serata. Trouble numero due del giorno: qualcuno la scorsa notte gli ha rubato nuovamente quattro cagate in pizzeria facendogli dei danni noiosi al chiosco. Da lì a poco arrivano tutti i Blue Veins privi di battero, cantante e ovviamente Daniele Mr.Man tutto fare della serata con il resto dei Perfectrick! Montiamo tutto piano piano mentre ovviamente cerchiamo di decidere la scaletta della serata che determinerà tutta la logistica dei soundcheck, orari, limiti e cazzi vari. Headliner Perfectrick, elio p(e)tri secondi perché senza Andrea fino alle 22.00 e ad aprire gli splendidi Blue Veins super MC5 e anni 70! A cena mentre in 12 mandiamo in tilt la cameriera che ci deve prendere l’ordine… scopro la vera identità e missione super preziosa del rastone con la mountain bike che incontriamo da giorni al chiosco a “valle”: è il pizzaiolo e fa una pizza che spacca di brutto, era da una vita che non ne mangiavo una così delicata, assolutamente impeccabile! Daniele ha fatto un suonone, alle prime note ruggenti dei Blue Veins compare gente, soprattutto seduta sulle pratiche gradinate dell’anfiteatro che però inevitabilmente rendono il tutto più dispersivo e meno raccolto! Sarò già alla settima birra, ma sono troppo concentrato e la voglia di fare un bel concerto con Andrea ed Emi, soprattutto dopo gli ultimi discutibili per problemi tecnici ed emotivi, è meglio di una scopata! La tecnica da festival di condividere solo cassa e timpano e prepararsi a parte le proprie aste con i piatti è ovviamente molto pratica e in tre minuti ho il set rimontato, con tanto di computer e mixer. Ieri sera ho rotto tre bacchette, quando di solito ne rompo una all’anno, per sicurezza ne prendo una in comodato d’uso ma a sua insaputa a Federico (già avvocato) dei Perfectrick, risultato: sono comunque troppo fine, passo il gig a suonarle all’inverso facendo più caciara del solito e con un controllo della dinamica minore e diverso. Il suono di basso di Andrea cambia volume spesso nella mia spia immensa e spesso è distraente nei confronti delle line di voci uniche vere guide di questo disco degli elio p(e)tri. Comunque si ha una bella pacca, certi brani vengono meglio del solito, altri un attimo confusi, anche se la location è da urlo, noi siamo al 70%, forse siamo stanchi ma per fortuna si ha ancora voglia di fare festino. Daniele sta lavorando a gratis da ore per tutti e tre i gruppi, quando è il suo turno mentre i suoi colleghi mi abbracciano e si congratulano entusiasti dal palco per il mio modo di percuotere i tamburi, decido di rompergli le wollere per tutta la performance, appostandomi al mixer di palco con Francesco titolare lanciandogli per ridere addosso tappi, sigarette, passandogli cicche di tabacco, birre ghiacciate… la cosa funziona, moriamo dal ridere, e quando gli centro il bicchiere con un filtro da tre metri di distanza Fra mi dice…”alla fine ci sei riuscito ah ah!”. La serata degenera in tutti modi: il concerto dopo solo 10 minuti di ritardo viene interrotto dalla municipale in borghese che stacca la corrente senza avvertimento (rischiando di farci dei danni agli ampli importanti) giustificandosi con il titolare in modo categorico ma molto curioso: il panettiere del centro si deve svegliare fra due ore (alle 3) non fateci ritornare di nuovo per cortesia… No problem, il mood è molto figo, siamo tutti in bomba e dopo che ho passato l’ultima serata storica a pizzicarmi con Federico su pronunce e non pronunce di certi gruppi delirando tutti in modo geniale, questa sera ho il piacere di salire di livello nel mondo della polemica gratuita e conoscere la sua giovane ragazza molto carina, sveglia e forse perché timida, molto aggressiva nel compararsi con il prossimo… La tensione da bar da briscola si risolve con una jam freakettona e collettiva ai tamburi dove rompo definitivamente la pelle appena acquistata della cassa e una più classica con la play list di i-Tunes del mio Mac (tra l’altro tutta di quel fenomeno della mia ex Chiara) ad alternarsi nella scelta dei brani da “Out of time” dei Blur a saccopelista del Fabbro e via dicendo… Siamo affamati, mentre smontiamo per l’ennesima volta impianto e backline vari mi accorgo che Valentina ha tirato pacco e che Zito è talmente duro che non riesce a fare manovra da 15 minuti con l’auto fomentando delle risate collettive potentissime. In un bar forno veniamo abbordati da una fanatica di Cristo scortata da un cagnetto molto più simpatico di lei e finisce nuovamente in polemica quando la signora mi dice che Dio ti benedica e in risposta lo paragoniamo a Michael Jackson… Nel nido di Daniele siamo a dormire io Emi, Dan, Fede, Zito mentre Andrea ha deciso all’ultimo di tornarsene a Terni spedendoci un sms delirante riguardo ad ipotetici rimborsi spese, quando io ed Emi per queste tre settimane si è investito tutti i nostri risparmi con quella forse di non riprenderli mai…!? Ora sono in viaggio per il Friuli, pronto per lavorare a tre dischi, dimenticarmi delle Pazza, credere in quello che faccio forse un pochino di più per riuscire ad abbattere ansie, depressioni in questa guerra dei poveri che come al solito non ci ha imposto nessuno! Grazie Daniele e ad Emi che mi stai riportando all’Ovile Dainese.

elio p(e)tri

Giardino delle Rose – Sanguini

Per una volta che avrei potuto dormire dopo tre giorni insonni il destino ha deciso di piazzarmelo in quel punto again and again! Quando sono le tre del mattino e torniamo a Terni a casa Angelelli con quella di spedire la newsletter delle date e collassare, trovo una “dolce” mail di Chiara che decide per l’ennesima volta di diventare single o molto probabilmente di continuare il festino con altri… dice che non c’è niente di premeditato, semplicemente non è mai stata così bene come nelle ultime tre settimane senza il sottoscritto! Il nervoso misto altro, misto non so che cazzo mi apre gli occhi su troppe cose o tope e decido di ignorarla come al solito ma ovviamente non riesco a dormire. Il pranzo Angelelli come sempre rimette in carreggiata anche un anoressico e avere la panza piena al momento del carico dell’impianto da un service di Sangemini con Emi e Andrea devo dire che in parte riesce a farmi sopportare un caldo da allucinazioni. Siamo un pochino alla capo di cazzo, nessuno di noi è un fonico e la paura di dimenticare del materiale o meglio di non prendere tutto il necessario è automatica e sinceramente non per colpa nostra ma bensì dell’organizzazione. Per fortuna Marco Terni si è offerto di aiutarci e ora post mezzo danno riconosco alla grande che è stato la nostra salvezza! Montiamo tutto, i suoni girano abbastanza, si ha pure due monitor, un proiettore che manda un film di Dario Argento alle nostre spalle e due faretti non provati con il resto che saranno la causa di un piccolo ma determinante danno sul palco. La cena è ottima; siamo in una tavolata di dieci persone, ci sono anche tre bambini dolcissimi tra cui Checco e Lorenzo, il figlio battero magico del nostro Andrea e verso la fine si aggiunge pure la famiglia Angelelli al completo con tanto di fratello del babbo e compagna, gli zii e i cugini! Verso le 23.15 facciamo un giro per un centro (in realtà abbastanza vuoto) per recuperare Damiano con le Charlie’s Angels, peccato che si siano dimenticati la tanto acclamata macchina fotografica; è destino, documentare questo mese di elio p(e)tri è stato impossibile! Siamo tutti un pochino alticci e presi anche bene perché sta arrivando un sacco di gente! Quando si parte arriva pure il salvatore Marco che ci segue come un capo per tutto il tempo. Il primo danno è dovuto all’ampli di basso che decide di andare a rate, cambiamo tre jack e ipotizziamo che sia o l’attacco del basso o quello dell’ampli! La cosa è ingestibile: Andrea più che alticcio di fronte ai suoi amici dice di non saper suonare, piange il morto, io per sdrammatizzare lo sputtano dicendo che è famoso per avere un gran coso in mezzo alle gambe e per andare matto per altri simili, Emi invece si innervosisce perché non tollera che l’altro si spacci come un handicappato e cerca di proseguire con la scaletta accorgendosi che anche il loro unico monitor davanti ha deciso di lasciarli. Verso la fine i brani incominciano a venire meglio ma è molto difficile e ci lascia a rate anche l’ampli di chitarra! Siamo abbastanza sconvolti, dopo un finale epico, molto caciaroso di 10 minuti, schizzo al bar a bere una birra ghiacciata mega gigante e scopro due cose curiose: prima di tutto che durante il soundcheck non si è mai provato i faretti che ciucciano un sacco di corrente e questo ha semplicemente creato questi abbassamenti di corrente mostruosi, secondo la gente fuori sentiva benissimo ed è stata più che ignara del nostro disagio on stage, dunque tutto sommato non è poi andata così male! Il calcio balilla, incrociato con orge di vodka e birra diventa il trip del post gig! Quando sono le 3 del mattino e ho appena perso un match in compagnia di una topa da cinebrivido, Andrea insiste per scaricare il backline, oggi assolutamente doppio. Sono un pochino malinconico, invito Lalla a sedersi in un tavolino a sinistra del palco, apro il Mac a massimo volume e con Andrea ci diamo dentro in questa missione di imballaggio più che complicata. La nostra roba finisce in una stanzetta del bar, mentre in macchina di Emi carichiamo quello da dare al Service domani prima di ri-prelevare il nostro backline sulla via di Perugia! Stanchi, ma anche sereni investiamo un’oretta ad ascoltare le riprese del nuovo disco e con grande entusiasmo iniziamo a renderci conto del loro potenziale e del fatto sempre più concreto che probabilmente non editeremo nulla lasciando il tutto estremamente live! Questo disco, come questa avventura si concluderà oggi con la data di Perugia ma, la voglia di andare in fondo sta crescendo in modo importante come una missione, una sfida non solo con noi stessi. Invece, per salutare in modo definitivo una persona in particolare, concludo il tutto con la frase di Aroldo in tedesco del brano nuovo del Cane “Oggi”: “Der heutige Tag verstreicht wie gehabt. Aber morgen versuche ich, dir all die Freude wiederzugeben, die du mir geliehen hast”.… Oggi va così domani ti riporterò tutto il bene che mi hai prestato quel giorno così strano!