Riprese voci – chitarre nuovo cd elio p(e)tra
Cazzo che periodino infelice! Le tensioni si accumulano nel sangue come nel cuore e ogni tanto diventa quasi impossibile avere il controllo delle proprie emozioni! Sembra un loop noiosissimo e come nei testi del Cane ti ritrovi a fare l’elenco della spesa senza voler neppure riconoscere il perché! Parto giovedì sera alle 9; il Settimo mi molla gentilmente in stazione a Udine aiutandomi a caricare sul treno la valigia comprata dai cinesi da Martina nel pomeriggio perché dentro è caricato tutto il mio studio tipo: monitors, schede audio, per ampli, microfoni, la prima serie di Lost… Non dormo un cazzo, vagone pieno di obesi e i comodi poggia testa di treni Italia che ti scardinano il collo del tutto! Alle 6 arrivano a prelevarmi a Roma Termini in accoppiata vincente Edi ed Emiliano e sgai propongono immediatamente una colazione nel Pigneto a base di birre fresche… so che dopo 24 ore di assoluta “concentrazione” arriva pure il collasso modello Conte Dracula nella bara ma, non prima delle 10 del mattino. Giorno 1: il pranzo con Edi e Emi è molto efficace come il caffé e il prelavaggio di un buon bianco toscano ghiacciato al Forte Fanfulla con annessi saluti d’obbligo a tutta la squadra al completo del neonato Arci romano. Mentre scegliamo delle tavole sotto un sole africano da usare come scrivania, Emi mi prende in parte dicendomi molto serio che mi deve parlare; mi agito, immaginando menate di soldi (dato il periodino di estrema bolletta), invece la solita sola su una persona incredibile ma, vero, ora decisamente meno importante e inaffidabile come lui, ritorna come un boomerang di merda e a quel punto non sto neppure a discutere e mi attacco al bar e a casa ad ogni forma di bibita truccata durante tutta la logistica dell’imballaggio dello studio nella Panda. A Terni passiamo a trovare degli amici per recuperare acustiche, tastiere e quando siamo a casa Angelelli per sfamarci e prelevare il resto delle scorte cibo, mi rendo conto che (oltre ad essere le 11 di sera) per la seconda volta durante le riprese di questo disco Emi (nel nome della sincerità) ha scaricato il barile poco prima di una settimana di lavoro intenso e questo non riesco neanche lontanamente a tollerarlo; il finto Bradipo avrebbe potuto comunicarlo prima di farmi scendere per nove ore di treno oppure direttamente alla fine del lavoro, non prima di chiuderci in solitudine assoluta in una casa dove la mia insonnia e voglia di vomitargli in faccia supera quella di una mina post rosso aceto del Festintenda! Giorno 2: Non ho dormito, credo forse un’ora. La casa è decisamente grande ma, a parte le due camere da letto piene delle nostre valigie, ieri notte (dopo 8 km di tornanti in salita) si è montato tutto lo studio direttamente nella cucina-soggiorno, in modo da sporcare e disordinare meno aree possibili. L’umore è improbabile, le mie strategie tipo risparmio energetico, da un lato funzionano alla grande, dall’altro sono molto precarie, perché credo che una persona normale forse non reagirebbe come il sottoscritto. Non a caso Martina post sms mi chiama puntuale e mi domanda come cazzo faccio a continuare parlandomi quasi fossi un alieno. La realtà è che dopo sette mesi voglio finire le riprese di questo disco, farmi pagare e poi concentrarmi su altre cose come il disco del Fabbro, quello dei ragazzi veneti e quello del Cane dal vivo che una volta per tutte ho deciso di fare uscire fra poco. Il mio futuro negli elio p(e)tri è tutto da vedere e la cosa interessante è la totale irresponsabilità che gira dietro e fuori un progetto del genere. Il pranzo a base di panini e bianco funziona e da lì a breve sono già che registro tracce su tracce di chitarre di quel fenomeno di Emi che oltre ad aver potuto prendere nella sua vita qualche lezione di canto e chitarra invece di dire che Kurt Cobain o Thurston Moore sono degli incapaci, si è pure dimenticato di avvertirmi che il suo Mac non ha la presa Firewire perché non è un Pro… Parlo poco, seguo le riprese, arrangio le chitarre di 5 brani e dopo una pasta più che piccante mentre monto campioni di cassa e rullo come in fabbrica, ovviamente mi domando quali siano i motivi per i quali mi ostino in questa missione demenziale e la soluzione al momento è unica: scrivere questi cazzo di blog alle 3.20 del mattino, utili soltanto alla mia memoria ma non al mio umore e poi si vedrà! Giorno 3: I tre ingredienti del male per invecchiare decentemente e trascorrere un tranquillo weekend di paura: non dormire affatto, mangiare poco e a capo di cazzo, bere molto alcool e poca acqua. Con il lavoro è una giornata produttiva, come rapporto umano fra me ed Emi un piccolo disastro. La bombetta sta per esplodere, io non tollero più Emi specialmente la sua attitudine a bestia finto perdente tipo…:”o scusa sai ma non sono un chitarrista…” e lui capisce che io non ho nessuna voglia di stare a fare il diplomatico. Unica ottima notizia è che con Logic trovo una funzione per dividere le tracce midi dei campioni della battera e questo mi permette di risolvere un lavoro di cinque giorni in cinque ore… continuo a riguardare la prima serie di Lost senza grandi emozioni, ma ottima come un sazio sonnifero mixato con mezza bottiglia di Rum. Giorno 4: Finite le riprese delle chitarre, finalmente oggi incominciamo con le voci, affiancate dal lavoro di montaggio campioni che purtroppo mi segue come un fantasma. Valentina non è ancora passata a trovarmi e sinceramente non so se troverà il coraggio di affrontare i tornanti senza Tom Tom come i grande Max ed Edi. Loro arrivano verso le 23.30, stanchi, allegri appena reduci da un posto di blocco perché nel paese non passano inosservati ed ora sono pronti alla guerra più guerra del mondo. Parte immediatamente una pasta che mette a dormire Max sul divano mentre il vino rosso umbro a manina con Vodka e Rum del discount schizzano completamente il sottoscritto ed Edi. Giochi a carte, sfide a braccio di ferro, passeggiate lisergiche scortati dal baffuto nel centro storico del paesino a momenti molto Asher, il tutto colorato da gare di shottini senza ritegno per staccare da tutto quello che sta succedendo in questo incubo di fine settembre. Max in contropiede, inaspettato, quando tutti pensano di andare a dormire o cercano di chiudere un discorso che sia uno, si ripiglia, caccia fuori e monta un binocolo tipo grand angolo sulla macchina e parte a documentare le nostre bavette… direi più che un classico, tutto quello che non avreste mai voluto vedere eh eh! Giorno 5: Finalmente ho dormito e alla grande, tipo più di otto ore sicuro. Verso le 17.00 a panza piena post pasta al sugo rosso e patate al forno con ultra pericolo di esplosione della casa perché il Matteino accende il gas del forno ma non la fiamma…, i nostri animali di Edi e Max alzano le tende per missioni lavorative nella capitale, lasciandoci ufficialmente da soli. Fra ieri e oggi arriviamo ben presto alle riprese delle voci di sette brani: non è come con le chitarre, il mio lavoro di arrangiamento diminuisce drasticamente (non ho più intenzione di essere accreditato in questo disco) controllo il gain, il tempo, ma lascio che Emi canti le tracce al limite costante dell’intonazione esattamente come già scritte nella sua cameretta romana, forse è un bene, forse è proprio quello che deve fare, anche quando gli propongo di fare i miei cori per ovvie motivazioni. Passo la notte a finire il lavoro dei campioni di batteria e creare un minimo di volumi piacevoli nei rough mix sui quali stiamo lavorando. Ci siamo, all’alba mi sparo per la prima volta Cannibal Holocaust rischiando il vomito svariate volte! Giorno 6: Mancano solo le voci di tre brani, Emi finto disinvolto scende appena svegli in cucina e mi dice che vorrebbe muoversi il prima possibile; tipo sono le 15.00 e lui per le 21.00 vuole muovere il mezzo. Gli spiego che al di là delle ore che spenderà per fare queste riprese, sono da rifare delle chitarre e di seguito sono previste altre tre ore per ordinare tutti i file audio, dunque rivedere la logistica potrebbe essere tattico. Le voci sono difficili, Calvino per ultima è la mazzata nelle palle, il senso del tempo di Emi fa rinascere viaggi lisergici per Teen Agers… e una volta finite, il lavoro prosegue, come la Vodka, misto Rum, pasta e marmellata come dessert per ovvi cali di zuccheri e la voglia di prendere un treno senza saper dove scendere. Giorno 7: Risveglio di merda; la resa dei conti. In realtà si è ordinato e imballato tutto. Niente colazione, da lì a breve siamo a Terni a casa dei suoi a scaricare strumenti di altri e caricare squisite cibarie dell’orto Angelelli. In stazione compriamo il tabacco e un biglietto in cuccetta perché non son garantiti i posti e in un cazzo sono già che dormo in macchina con i Pavement ed un Emi ovviamente silenzioso. Quando sono le 14.00 e siamo in stallo da Emi dopo una ricaricante chiacchierata con Damiano, Edi passa a salvarmi e passo il resto del pomeriggio al Forte Fanfulla con il cugino Poppi, Andrea, Manu… a fare la spesa, bere birra, mangiare arancini e cercare di capire una volta per tutte come affrontare il deal elio p(e)tri. La logistica dei treni, dell’arrivo di Daniela, mi porta in cucina con Emi in tempo record; non c’è molto da dire o meglio ribadisco il mio “codice” del cazzo e scappo a ciaccolare via cel in un bar con Marty. Ora sono in treno e penso alla responsabilità di scrivere certe cose, la generale ansia di scordare o volutamente voler dimenticare tutto… ma la vita è una sola, cazzo se è vero! Non so neppure se sto scrivendo per me, per te, per lui, per la pazza, per gli altri! Questo è un feeling, una direzione lavori, un festino notturno che spesso butta in confusione ma che riesce a dare punti di vista ed emozioni totalmente differenti… certo distrae dagli obiettivi ma aiuta a sfogarsi anche quando mancano gli zuccheri e le idee come i destinatari si invertono, si annebbiano, prendono facce diverse, fino a quando torni a capo e capisci che stai scrivendo egoisticamente, principalmente e probabilmente forse solo per te stesso.