matteite

Diario

elio p(e)tri

Riprese basso -batteria – chitarra nuovo cd elio p(e)tri – Ostello della Gioventù – Perugia

Che dire, siamo arrivati a Perugia ma ci sono dovuti due giorni di bagordi fra i soliti bar del centro di Terni con Daniela e Patrizio in delirio ed una successiva splendida festa importante a casa di Damiano (coinquilino del loco romano di Emi) a Coppe di Stroncone (TR), per dimenticare gli scleri e le mie ipertensioni forse gratuite dello scorso venerdì! Non ho dormito un cazzo, dopo tre ore di sonno e un’ora di viaggio Terni – Perugia sono le 11.30 del mattino e mentre monto la battera nel nuovissimo studio di Daniele Rotella adiacente ad un accogliente e multietnico ostello perugino, mi sento totalmente sconnesso, stanco, mona, forse felice, pronto, ma con pochi neuroni all’appello! Un primo caffè non fomenta lo spruzzolo e neppure l’ansia ma incrocia una dolce telefonata di Chiara da una piscina udinese. Rompo definitivamente dopo anni il piedino già instabile della cassa, mangio un piccolo ma sazio panino Angelelli, trovo una nuova asta per il cembalo, accordo i tamburi, preparo i file della canzone, ma soprattutto facciamo il soundcheck della battera; il suono è strano, dopo 20 anni che faccio riprendere il mio set in studi diversi, forse per la prima volta di recente mi accorgo che il suono è diverso, è poco flat, non mi ricorda molto il mio assetto!? Dopo dei semplici accorgimenti e confronti con lo sgaio Daniele soprattutto sul suono del rullo (inizialmente un po’ Joy Division) troviamo immediatamente una soluzione e arriviamo all’originale in un batti baleno! Stessa menata anche per la chitarra di Emi che invece suona in bomba fin dall’inizio. Il cerchio si chiude con l’arrivo di Francesco bassista e una veloce riunione con Daniele sul modo di riprendere il tutto e darci dentro. Si è lavorato per sei mesi di pre-produzione con quella di registrare basso, chitarra e batteria in presa diretta possibilmente nella stessa stanza compresa di rientri nei microfoni, questo però chiaramente impedirebbe in parte editing massicci e tutta un’altra serie di problematiche tecniche. Su consiglio di Daniele decidiamo di dividerci, ma suonando comunque in real time tutti assieme e chiedendo espressamente al nostro uomo mixer di darci degli ascolti spettacolo in cuffia in modo da dare il massimo e ottenere una performance soddisfacente. Proviamo “Gesù Cristo” in piena e fra pause e menate varie credo che ce la portiamo a casa in una cosa come sette versioni. Il tempo per oggi è terminato, investiamo mezzora a schiarire il basso, a sentirlo da solo con la battera e il click per sentire il groove, renderci conto che anche il finale con l’ultimo colpo scappellato dal sottoscritto funziona alla grande!! Che zizza la presa diretta, era dal festino lo scorso inverno con i Don Vito che non mi buttavo nuovamente in questo trip importante! Ceno con Emi in una pizzeria fuori dall’ostello (birra e pizza a scelta per 6.50€) e anche se stiamo finendo tutti i nostri risparmi per questa missione, questo non ci impedisce due birre nella stupenda e arroccata Piazza 4 Novembre del Duomo di Perugia alla fine di Corso Vannucci. Ora dormo mentre Emi mi sta già russando alla grande accanto anzi, cicca della buona notte! Giorno 2: risveglio violento e di cattivo umore anche se dopo ben otto ore di sonno! Colazione all’italiana tipo caffè, cappuccino, pane, spremuta, marmellate e pipe varie seguita da una spesa ad una Coop con Emi dove mi accontento di comprare pane e formaggio perché dopo 13 giorni sto ufficialmente e praticamente finendo i dindi messi da parte con il ristorante! Siamo in anticipo, ma ho pure finito i filtrini; per cercare un tabacchi a poche centinaia di metri dall’hotel-studio, rischiamo di incastrarci in una coda di chilometri… I ragazzi della reception sono stra alla mano e oltre a prestarci un frigo negli spogliatoi, per 20€ di deposito ci mollano le chiavi della cucina con quella di lasciarla almeno nelle medesime condizioni. Decidiamo di portarci a casa i brani più difficili della scaletta e in ordine la soddisfazione è grande like: Bruco, Ti farò soffrire, Disprezzo, Blue’s elettrodomestico e praticamente tutta Capra! Siamo a sei, siamo uccisi, Francesco (dopo dei bassi veramente speciali ) schizza a mangiare pesce scaduto da amici, il sottoscritto si concede la prima doccia bollente in due giorni grazie ad un asciugamano della reception mentre Emi e Dan scompaiono a bere aperitivi e recuperare del vino prima di una sazia aglio e olio in compagnia anche di Ikiro, una ragazza giapponese conosciuta per caso in cucina. Parte una lunga e “semplice” discussione annaffiata di vino sull’integrazione degli stranieri in posti come l’Inghilterra, Parigi, Roma, Udine, Terni. Schizziamo a fare un giro per Perugia e Dan ci guida straight al Parco Sant’Angelo dove dopo una serie di birete con il titolare chiudiamo pure una data per sabato 27 assieme ai Perfect Trick di Dan e i Blue Veins. Ma non finisce qui, non contenti alle tre del mattino ritorniamo in studio e decidiamo di registrare la ghost track del disco con Emi a spippolare con degli effetti la voce di Valentina recuperata al locale e già conosciuta con il Cane al Kandinsky, Dan alla Chitarra e il sottoscritto alla batteria con le spazzole…Ci aspettano solo quattro ore di sonno ed ora che ci siamo svegliati Emi domanda: seriamente, chi ha usato la mia pedaliera ieri sera? ah ah!! Giorno 3: Colazione ricca di zuccheri per supportare le ore massicce di studio e dose umana di insulina; risultato? Puntuale vado verde dopo un’ora e rischio di svenire in reception di fronte alla responsabile decisamente non troppo simpatica; maledetto il momento in cui oggi ho deciso di tutelarmi gli zuccheri… attività fisica massiccia uguale niente doppiaggio, troppo rischioso! Finiamo Capra, Vipera, Mascella e iniziamo la prima parte di Non sono Calvino riarrangiandola completamente con click nuovo in griglia, giro di basso mostruoso e arpeggio di chitarra appoggiato con il mastice! L’idea della cena di ieri sera con Daniele e per coincidenza di nuovo con la Giapo viene ribadita con grande successo e condita da una gran voglia di ciaccolare sul lavoro, sulla scena musicale indie in Italia, sui fondi della comunità europea e non solo, su quanto sia importante avere un ufficio stampa, confrontarsi anche nel piccolo con gli addetti ai lavori, la stampa, i locali! Segue una seconda gita al parco della sera prima (quello del concerto di sabato) ove si ribecca uno dei titolari, Valentina (Giuditta) al bar, delle sue amiche in partenza per la Cina, la guardarobiera del loop Lavinia con un amico stra simpatico e nuovamente il rastone biondo della mountainbike in un posto arroccato pieno di salite come Perugia. Mentre ci si muove per l’ultimo nei vicoli del centro storico di Perugia, mi accorgo di essermi dimenticato il marsupio con l’insulina all’interno del chiosco. In centro siamo tutti cucinati, conosciamo due ragazzi libanesi gentilissimi in ramadan seduti fuori dal loro basso sulla strada e principalmente parliamo di un sacco di cose e mentre Valentina scrocca brioche, un tavolo Ikea crolla da solo nella cucina alle loro spalle e Daniele ed Emi recuperano ulteriori Tennent’s. Segue l’alba a dosi di caffè sul belvedere molto Donnie Darko vicino a casa di Daniele, dotato di Locomotiva storica, cannoni della Seconda Guerra Mondiale, un veceto con il cane a passeggio, un rettilario e una Valentina particolarmente in bomba! Giorno 4: è la stessa giornata perché entro in ostello alle 7.30 del mattino, faccio colazione senza insulina, doccia, un’ora di sonno scarsa e sono pronto per registrare in studio. Oggi siamo agli sgoccioli; finiamo la seconda parte di Non sono Calvino, Alga e ci lasciamo da parte per domani l’ultimo brano (l’intro…) assieme al lavoro di passaggio di tutti i file delle riprese dall’uno nei nostri Mac. Ora sono in albergo e fra poco schizzo a vedere il concerto dei grandi a Perfect Trick di Daniele sul lago Trasimeno! Sono morto ma ultra felice, stiamo facendo un disco grosso, ciccione e Franceso è un bassista che ti spettina con una nota sola del suo Kramer! Giorno 5: Post delle discussioni a fine serata sul palco molto curiose in compagnia del battero Federico, il risveglio è decisamente complicato, ma non la registrazione dell’intro che viene una scheggia con una concentrazione a rate della squadra obiettivamente molto efficace! Comunicazione d’ufficio: si è perso il progetto di un brano e passiamo la nottata a rimontarlo traccia per traccia oltre a passare il resto dei file di default e mancare il tanto desiderato ristorante! Non so che dire, siamo pronti per il viaggio di ritorno verso Terni, per gli ultimi due giorni di concerti fra San Gemini e Perugia e un ritorno in Friuli anticipato a domenica! Non vedo l’ora di aprire i file di questo lavoro dopo dei giorni off e capire cosa è successo dentro questo studio, dentro alle nostre teste, sulle nostre mani, nei bagni e nelle camere dell’Ostello, negli occhi di Daniele che ci ha visto sudare come animali nella sauna di satana, quasi sclerare, ma soprattutto arrivare alla fine di questa prima parte della missione not impossibile! 





elio p(e)tri

Parco Storico Fonti del Clitunno – Campello sul Clitunno (PG)

Sarò breve, non c’è molto da dire; all’undicesimo giorno di fila a suonare assieme condividendo la sala 12 ore al giorno e dei palchi la squadra si è incasinata e qualcosa di nuovo a livello emotivo è schizzato nel sottoscritto! Stiamo tornando da Savona felici come delle fave dopo la splendida serata dei cinghiali quando quel fenomeno di Daniele dello studio ci chiama delegandoci una data per la sera che avrebbe dovuto fare con la sua band! Non ci sembra vero, per la location perugina ci si deve passare comunque, si aggiunge un cachet alle spese di quello di Savona e prendiamo la palla al balzo come dei veri capi. Il nome del gruppo della serata (giovani emo all Deftones decisamente molto talentuosi) non me lo ricordo, ma l’importante è che sono simpatici, che hanno un seguito di un pochino di bimbe prese benissimo e che condividono come dei signori il backline. Il parco è molto bello, mi ricorda un posto di mare, c’è un sacco di verde che gustiamo alla grande post soundcheck, durante una cena ricca di scarnazza alla griglia, verdure, formaggi, pane, vino rosso, caffè, amari, entusiasmo e tutto quello che serve apparentemente per filare liscio e affrontare un concerto serenamente. Verso la fine dell’orgia scatta la solita discussione fra Totti ed il Baffolo sulla logistica delle riprese delle seconde chitarre e del loro potenziale in fase di arrangiamento nel nuovo disco. Sarà la sesta volta in 11 giorni che affrontiamo questa discussione e da un lato sembra retorica, dall’altro speri che una volta per tutte si arrivi ad una soluzione fra quello che propone appunto Totti e il punto di vista lucido, invalicabile ma anche esausto di Emi. Non so che dire… ribadisco quello che dice Emi ad Andrea ma il Baffolo si alza infastidito e si avvia verso il palco. Poco prima di partire Emi ridendo dice che un po’ di tensione prima di una performance può essere costruttiva… modello Gira and Co. I primi pezzi filano lisci, ma Emi non sente bene, non ci guarda a partire dall’entrata di “Macelleria” ed io molto concentrato e anche stanco incomincio ad innervosirmi. Saltiamo un brano e quando è ora di cambiare in un altro mi accorgo di essere dall’inizio della canzone che gli sputo cercando di attirare la sua attenzione e quando finalmente si accorge il giramento di coglioni esplode drasticamente nel momento in cui lui risponde ai miei sputi invece di comunicarci che è nella merda e che non sente le basi. Il festino è finito: gli tiro una bacchetta, gli lancio l’asta con il China sulla pedaliera ribaltando il timpano dell’altro battero che appare sul palco pretendendo scuse da parte mia! Ha perfettamente ragione, come Emi che dice che ho cagato fuori dal vaso, qualcosa si è rotto dentro e tutti gli altri aspettano fuori… Non so, stasera è difficile, ultimamente sono successe troppe cose fra me ed Emi; lui in veste di Freud dice che forse non le ho ancora risolte… io credo che la convivenza quando si lavora assieme spesso è letale invece che costruttiva e che comunque spesso l’istinto fomenta anche la voglia di mandare a fare in culo il prossimo, un lavoro, un’amicizia, un concerto come invece sotto stress può essere anche una presa di posizione utile a capire che cazzo stai facendo, se veramente sei in grado di voltare pagina, di accettare i propri difetti come quelli degli altri. Una cosa è certa, già da prima di ieri sera qualcosa si è spezzato e non sarà così facile da rimarginare, digerire certe emozioni, certe dinamiche così banali ma anche profonde che altri magari risolverebbero con un lanciafiamme oppure altri ancora super zen sedendosi a gambe incrociate dandosi la mano e un vibratore nel culo! La serata prosegue dal Totti che spara che io ed Emi siamo dei matti, mentre fumiamo, suoniamo chitarre acustiche ed elettriche, ci lasciamo andare al sonno su un matrimoniale che al risveglio metterà uno strano e difficile mood a tutti. L’ineluttabilità ta ta ta…

elio p(e)tri + Giorgio Canali e Rossofuoco

Balla Coi Cinghiali – Bardino

Siamo alle solite! Meglio ricordare subito prima che il nulla prenda il sopravvento: innanzitutto ci tengo a sottolineare che questo è un periodo lavorativo molto intenso per gli elio p(e)tri e che dopo sei mesi di pre-produzione del disco nuovo, questa data speciale di Bardino è un’occasione importante per giustificare economicamente i primi otto giorni consecutivi di prove nella mitica fattoria di Montecastrilli (TR) buttata al centro gentilmente da amici del fratello di Andrea Totti e di proprietà di un fattore ultra sessantenne “astemio” che parla di zoccole e Viagra, che tiene un cane (già in passato coordinatore di pecore, dolcissimo, veceto, lezzo e pieno di zecche), che non smette mai di complimentarsi per la nostra musica dai volumi apocalittici che a finestre spalancate per le temperature tropicali, rallegra le case dei vicini annoiati a 5/6 km di distanza… Il paesaggio circostante sembra fermo nel tempo, colline umbre curatissime, ricoperte da maree di girasoli megagiganti ma tante tante mosche… L’obbiettivo finale di questo lavoro sono appunto le riprese di batteria, basso e chitarra del nuovo disco che avverranno dal prossimo 21 al 25 agosto nello studio di Daniele Rotella a Perugia con Francesco Frabollini al basso. Ma torniamo a questa giornata molto rock’n’roll! Oltre alle prove per il disco, nella stessa location si è pure dovuto fare quelle per questo live in compagnia del solito Andrea Leonardi Totti al basso. Io ed Emi siamo stanchi, ma da una settimana molto concentrati e totalmente in loop, mentre Andrea ha due lavori e un bimbo e immagino che non sia così facile staccare ogni volta per 48 misere ore un tipo di vita per infilzarsi in un’altra decisamente più precaria ma forse più stimolante emotivamente…ah!? la trappola del rock’n’roll! Terni, ore 9 del mattino, con macchina carica di strumenti, cibarie e vino buttate al centro rispettivamente dalla mamma Angelelli e quella Leonardi, i tre moschettieri sono pronti ad accompagnare il dolcissimo Lorenzo (figlio di Andrea) al raccordo di Orte dove l’aspetta una madre solare e felice. La strada è lunga, si parla di sei ore di viaggio fra tornanti, cazzi mazzi, TomTom di Lalla, zuccheri discutibili e dunque la Matteite paracula sceglie il risparmio energetico addormentandosi nel retro della super Station Wagon francese e svegliandosi come un principe già in Liguria ben cinque ore dopo. Ascoltiamo il demo del Fabbro a tutto volume, seguito dalla solita raccolta ufficiale dei Cure copiata da mia sorella Betta (ormai mamma) ages ago e da lì a poco siamo già all’entrata del festival in pieno centro di Bardineto! Il nostro referente per tutta la serata sarà il gentile e pratico Marco Traverso del Raindogs di Savona, che oltre ad armarci immediatamente di pass e consumazioni, mette subito le mani avanti riguardo al quantitativo di topa presente; della serie…”meglio ignorarla altrimenti non arrivo alla fine di questi quattro giorni di festival!”. Facciamo conoscenza al bar, mettiamo il vino ruspante del nonno nei frigo, scarichiamo e montiamo il back line nella tenda camerino vuota accanto al palco e osserviamo l’arrivo dello Zio Giorgio Canali con cugino Marco. Loro sono gli unici a fare un vero e proprio soundcheck e per l’occasione hanno un battero nuovo molto giovane e talentuoso a sostituire il solito Luca ciuffolo disperso alle Canarie a dedicarsi alla sua passione numero uno: Windsurf! Arriva anche Barbuz che è al mare a Novi Ligure e la truppa è al completo. Non resta che aspettare il nostro turno delle 20.30 (slittato immediatamente alle 21.30) bevendo direte ghiacciate con il pass della Santi ormai astemia da anni, mangiare della sazia scarnazza sotto un tendone da sagra con annessa micro rissa fra me ed Emi per una birra lanciata sulla sua schiena da Andrea, rischiare di fare un giro in BMX su una pista per minorenni dotata di cunette e paraboliche in legno, condividere il rosso del nonno con grande rigurgito dello Zio che non apprezza molto la genuinità del prodotto e rimandare (soprattutto da parte mia) la voglia di piantare la tenda nel campeggio di freaks nelle vicinanze! Tocca a noi, cerchiamo al volo di comunicare con il fonico molto professional del service per discorsi di basi ed equilibri ma alla fine per fortuna deleghiamo il tutto alla Barbuz che è l’unica ovviamente che conosce il progetto! Siamo rapidi, in un batti baleno preparo la batteria, Emi mi recupera un riduttore per le cuffie distrutto nel trasporto ma ci accorgiamo di aver lasciato in auto il martello; panico: non so come fissare il Charlie, non c’è il tappeto, se avanza la cassa ancora ancora ma, l’Hi-hat è impossibile; scendo dal palco, mi metto la gonna, prendo un sasso e lo inchiodo di cattiveria on stage. Immediatamente una decina di persone si piazzano in prima fila, urlando presi benissimo! Emi si è messo l’ampli puntato in faccia modello Canali e anche alla Swans se ben ricordo, Andrea che sento a momenti spacca di brutto e qualcuno successivamente si complimenta pure con lui per il suo sound. Saltiamo “Dormire” per un’incomprensione sul palco e arrivando verso la fine dello show riconosco che stiamo crescendo notevolmente; si deve – credo – lavorare meglio soprattutto sulle voci; è ora che mi metta un microfono e incominci a fare i miei cori, che a detta della Santi sono determinanti come prendere in considerazione di avere una topa on stage per la stessa missione. Sono felice, well done, missione compiuta! Regalo un disco allo zio che ha apprezzato il live ma non le presentazioni dei brani, incontro un ragazzo con la maglietta dei Meathead regalata da uno del Conchetta, confesso il mio importante ruolo ai tamburi ai tempi che furono e lui sorpreso mi dice che pensava fosse un progetto americano… (same old story). Emi viene bloccato da un bresciano fan degli Ufo Mammut che gli offre una birra per l’ottima performance, io e Andrea una volta imballato schizziamo al campeggio in cerca di trombini e in modo super casuale risolviamo immediatamente il problema. Dopo solo tre brani dei 24 Grana sul main stage privi di chitarre nell’impianto (tra l’altro caratterizzato da un mixer totalmente spostato sulla destra…) seguono delle partite a calcetto in coppia con una ragazza mora e sconosciuta dal balcone immenso vinte da un Andrea e un Emi assolutamente e incredibilmente non distratti dalle “capacità intellettuali” della nuova amica! Si continua a girare, fra poco è il momento di Giorgio, ci prepariamo sotto il palco, c’è un bel po’ di gente, incominciando a bere il vino ghiacciato del nonno con i fan del nostro concerto, non ci sono più buoni per le birre, ma non è un problema, riesco pure a placare un pogo importante per ben due volte, barattando il vino in cambio del trombone di un omone enorme con i dreadlocks che non fa altro che fomentare zizzanie, la gente ride, qualcuno mi ringrazia, ed io e Andrea cominciamo ad essere leggermente su di giri ma, sereni, anche Emi che è in piedi ma ha un sonno bestia e l’occhio da cormorano… sale la chimica, mi dimentico degli zuccheri e mangio orge di infarinate, ma il bello deve ancora arrivare. Durante uno degli ultimi brani di Giorgio schizziamo a pisciare come sempre dietro al palco e sulla via incontriamo dietro alla tenda del camerino il cantante di una delle band con un cilindro in testa che limona con una fan più che in piena… finita la toilette dopo pochi minuti si ripassa e troviamo la fanciulla che inginocchiata ha deciso di baciare ben altro!! Scoppiamo a ridere come dei matti, condividendo il racconto pure con il contrabbassista della sua band che inevitabilmente da un pochino sta cercando il collega! Siamo alla fine, nessuno è molto in grado di montare la tenda, Giorgio fa un paio di lanci logistici e dopo un pochino ci confessa stra capo che hanno un matrimoniale libero in albergo! Ringraziamo Marco dello staff e da lì a poco sono su un balcone al terzo piano dell’hotel a raccontarmela alle 4 del mattino con un Andrea in piena forma! Grazie Giorgio, sempre molto rock’n’roll e saggio e a tutti quelli che hanno reso possibile questo diversivo alle registrazioni del nuovo album, molto molto Dailit!

Il Moro e il quasi biondo + Coro Anni Dieci

Isola della Cona – San Canzian d’Isonzo (Go)

Che da ridere, sono giornate strane e decisamente piene di input…!? I due giorni di prove, nella casa di fronte a Villa Manin di Lorenzo, sono riusciti a rimettere in carreggiata il progetto e per l’ennesima volta a dargli un’estetica nuova anche se i brani in scaletta sono più o meno sempre gli stessi! La new entry nella line up è Mr.Manuel Lithium. In principio, nel lavoro di ricerca suo e di Lorenzo, avrebbe dovuto prendere il ruolo dell’ormai milanese quasi biondo Roberto ma poi, come in tutti i laboratori che si rispettino, ha naturalmente scoperto un’altra postazione, come l’ha saggiamente soprannominato la zanzara di 30 kili a fine serata: “il domatore di cavalli, il capo zoo”… Infatti, dotato di un pad supersonico, il nostro battere dal sigaro mega gigante non ha fatto altro che rullare in modo impeccabile mirati campioni di versi di animali a seconda del brano e del tipo di zoo circostante! Ma la novità della serata è che anche Lorenzo, assieme a Davide Toffolo, ha attrezzato il Coro Anni Dieci con quella di far fare ad una trentina di persone più o meno la stessa cosa: versi di uccellini, temporali e altri immaginari molto molto suggestivi. La dinamica della cosa non è stata chiara fino a quando, dopo il concerto di un duo di Villesse violino e acustica e una lettura di un ragazzo testimone al G8 a dieci anni dalla morte di Carlo Giuliani, il coro è partito mascherato da uccellini prima di tutto camminando in cerchio attorno alle persone sedute sulle sedie di fronte al palco, tra i quali pure i miei! La sensazione è bellissima; è chiaro che siamo all’aperto e nessuno di loro è amplificato dunque per il suono e la buona riuscita della cosa si deve comunque sfruttare il riverbero naturale delle pinete, le punture di zanzare, il casino delle rane costantemente in amore, (quelle che più fai casino e più ne fanno loro perché in competizione per la riproduzione della specie eh eh!). Anche il suono sul palco è ok, ma non riesco a capire cosa succede fuori a livello di volumi, se sto picchiando, se sto suonando troppo piano, un po’ come il coro che se è troppo basso non sa se la gente a dieci metri riesce a cogliere tutti gli uccellini. Finito l’intro mi accorgo a sorpresa che tutta la ciurma di trenta di loro rimane comunque dietro il palco, continuando la performance. Di solito al massimo ho un amico o qualcuno che mi passa una birra, questo giro a non passarmela sono in trenta, chiaramente visibilissimi al pubblico. Allora la no man’s land qual è sto giro? Beh semplice: quella nei due metri che distano dal mio sedere ingonnato e dal profumo di ciclamino e la prima fila del coro! Non so bene che fare, offro il mio rosso ad una fanciulla che poi scopro francese e che per fortuna mi ritorna velocemente e poi penso ma come cazzo facciamo a dissetarli tutti eh eh? ça va, il resto è stato bellissimo. La performance dura tutto il concerto e nei momenti calmi e nei silenzi fra un brano e l’altro non si capisce più se i versi sono quelli dell’iPad di Manu, del lento detto anche il paziente o quelli veri della curva alle mie spalle… dunque silenzio, sfiorare il ride con la spazzola, dare dei colpi secchi e solitari di cassa nel bel mezzo del nulla, cercare di vedere fra il pubblico se è per caso arrivata quella fava goriziana di mio cugino Marcolino. Il resto è una gran orgia di vino, birra e risate con un sacco di amici soprattutto pordenonesi che ormai incontro veramente di rado… Qualcuno inevitabilmente mi domanda come mai non suono in casa con Il Cane a Villa Manin quando tutti i friulani sono in cartellone e l’idea di passare il prossimo sabato a rispondere a tutti i conoscenti e non, mi piglia decisamente ancora più male che non suonare. Per fortuna il lavoro chiama e la mia presenza sarà ancora più difficile evitando l’happening di default! Il ritorno in macchina dalla foce dell’Isonzo è uno spasso, il lento è lentissimo, non si vede nulla, spesso affrontiamo le rotonde due o tre volte per essere sicuri di non sbagliarci, l’importante è andare piano e come dice la super Zanzara ci si vede dopo…ih ih!?

Il Cane + Nu Bohemien

Festa di Liberazione, Stienta – Rovigo

Si riparte, forse l’ultimo concerto del Cane prima di un disco nuovo (già masterizzato lo scorso novembre). Sinceramente non è un periodo fortunatissimo; la tecnologia coordinata con il caldo, la memoria, i miei umori discutibili e la mia plateale poca cura di tutto quello che mi gira fuori e dentro, ha deciso di lasciarmi fottendomi nelle ultime ore sia la scheda audio che le valvole del Twin Fender di Fabio. La mancanza della prima mette in discussione le registrazioni della pre-produzione del nuovo disco degli elio p(e)tri ormai in fine di scrittura prima delle riprese perugine vere e proprie di agosto, mentre le valvole in tilt del secondo (Pierascador dice che vanno comunque cambiate regolarmente una volta all’anno) semplicemente evidenzia un sazio e ulteriore problema economico completamente incompatibile con la mia momentanea misera paga da cameriere nel weekend! Dopo questo intro di lamentele del piffero (non me l’ha prescritto il dottore di fare questa vita), devo dire che il resto di questa giornata è piena di elementi positivi. Il problema dell’alloggio mancato viene risolto immediatamente con una splendida tenda per tre del Caius piazzata al di sotto di uno degli immensi e svariati tendoni della Festa di Liberazione di Stienta. L’ampli sostituito per il gig con l’Orange di Diego, giovane e impeccabile chitarrista-cantante dei Nu Bohemien e neo postino da questa mattina, la scheda audio con quella del Pierascador, la mia memoria con quella di questo Mac nuovo di pacca ma già zozzo da fare schifo, la solita bottiglia Moskovskaya con una di Gordon’s della Coop locale… Ora sono in stazione a Pordenone, è da mezzogiorno che aspetto il prossimo treno disponibile (delle 13.27) per Udine, come al solito gli altri mi hanno lasciato senza vedere gli orari e per fortuna riesco ad investire questo stallo del cazzo scrivendo questo blog prima di dimenticarmi tutto come al mio solito. Ma torniamo a ieri sul palco durante il soundcheck post due orette di viaggio senza acqua e un caldo fotonico; Caio picchia sui tamburi come un animale ed è molto difficile sentire in modo umano; alzando un ampli in prestito il suono è più che saturo, non riesco a capire la differenza fra una nota e l’altra e Andrea è talmente alto con il basso nell’impianto che siamo tutti convinti di averlo anche nelle spie. Non siamo molto professionali, non riusciamo a chiedere quello che ci serve nei monitor e quando scendiamo dal palco ci sentiamo tutto tranne che sicuri di noi stessi. Ma siamo rodati e lo stato d’animo cambia a cena post soundcheck dei Nu Bohemien, di fronte a delle pizze con loro, Mike fonico, la ragazza di Diego, Olga organizzatrice con il fratello e la sorella, un litro di rosso, degli zuccheri impeccabili e la voglia di rilassarci a panza piena in modo da affrontare le disgrazie tecniche on stage in modo costruttivo. Dopo aver avvitato la cassa della battera sui piedini laterali e non come in principio al centro rischiando di rompere il cerchio in acero e averla riempita di maglie a modino, il suono è decisamente migliore! Il battero della giovane band molto Zen Circus non picchia molto ma il suono nel complesso è piacevole e siamo in una ventina a gustarcelo sotto il palco. Le loro canzoni sono efficaci come i loro testi immediati e ad ogni verso trovo il tempo per sorridere scambiandomi birre piccole con il metallaro alla mia sinistra. Sono arrivati anche metà dei Don Vito: Viviana e Fede con donne, manca comunque il Fusa che probabilmente è in Sardegna a registrare. Loro sono un ottimo stimolo per fare un bel concerto. Siamo sul palco, al volo dichiaro al microfono che dopo “Nero” e “Mercoledì” la scaletta la deciderà Caius, abbasso la chitarra nell’ampli imparando la lezione del check, ma la perdo completamente nei monitor non ritrovandola mai più per tutto il resto dello show. Il mood è figo, ogni brano spiego i testi dei brani come la scorsa settimana in Galera da Manu, i presenti ridono, li sento decisamente più coinvolti e mi emoziono anche quando ci ribaltiamo sulla base di “Male al dente”. Le nuove “Risparmio energetico”, “Il sole di mio padre” e “Raderla al suolo” vengono particolarmente meglio che nelle prove, una cosa comunque è certa, con un battero come Caio andiamo dove vogliamo infatti sarà il commento più gettonato della serata. Vendiamo dei dischi con la solita tecnica dell’omino delle rose, quando elemosino dindi in onore di un’offerta simbolica. Parte pure una partita a calcetto, dove in principio mi spaccio per portiere (era dalle medie che non ne facevo una) interrotta per gli inevitabili schiamazzi da una vicina, seguita dal gin, le birre, delle pizzette appena sfornate all’alba buttate al centro da quello con la maglietta dei NIN che si lamenta dei miei insistenti apprezzamenti al culo della sua ragazza, un collasso in tenda di poche ma importantissime ore di sonno prima di un weekend in ristorante e un leggero senso di frustrazione per la nostra mancata partecipazione al festival della nostra etichetta previsto per il prossimo sabato in casa a Villa Manin! Vorrà dire che lavorerò come nelle prossime e ormai vicinissime ore, prossima stazione Codroipo!