matteite

Diario

Don Vito e i Veleno (+ Red Worm’s Farm)

Festival Isola Bianca – Pontelagoscuro (FE)

Sto aspettando la Zizza e Manu sotto casa di Charlie a via Scandiana, in pieno centro storico di Ferrara. E pensare che stanotte prima di uscire (dopo tre notti al chiuso) mi sono pure scritto sul braccio Via Scandinavia per ritornare all’ovile… Il giardino del bar che mi ospita è chiaramente cinese, come ormai gran parte degli altri locali in zona, e non sono solo i testi dei Don Vito a ricordarmelo… Oggi è giovedi 16 giugno, a momenti scatterà l’ultima prova della band prima della prima performance in nuove vesti (siamo quattro in più rispetto alla line up originale) prevista per domani Venerdi 17 a un festival in zona Montedison. Dopo i mirati incontri invernali per scrivere il nuovo materiale, finalmente siamo pseudopronti a lanciarci nella mischia! La realtà è abbastanza curiosa, perchè questo giro faccio appunto base per la prima volta a casa del gentilissimo Charlie, e dato che tutti lavorano fino al tardo pomeriggio, è da lunedi che passo le giornate da solo sul suo divano a cercare di dormire, guardare film, messaggiare con Chiara, leggere mail… con un unico importante obiettivo: rilassarmi! Il risultato è molto scarso. A parte gli zuccheri a puttane e il nuovo ponte di quattro denti saltato per la terza volta cpnsecutiva poco prima di prendere il treno a Udine per venire qui, sono decisamente troppo agitato e di conseguenza la concentrazione spesso slitta. Anche se la battera di Vivio ha un suono diverso perchè, ad esempio, ho montato un cembalo al posto del tom e ho evitato di investire 30 euro nelle spazzole di legno (di solito si aprono in due prove…), il fatto di aver ricevuto i brani da imparare 24 ore prima della prima prova dopo mesi e mesi di silenzio, mi rende comunque insolitamente insicuro con lo strumento. Per fortuna ora che sono sul palco in pieno soundcheck (dopo notti insonni) è un altra menata e mi rendo conto che, invece, aver investito le ultime 48 ore a studiare come alle medie, scrivendo tutto in enorme con un pennarellone nero su dei classici A4 a quadretti scocciati a vista sulla cassa spia alla mia destra, è stato decisamente smart!!! Mi sento più Spiderman del solito e sono il primo a cercare con lo sguardo Fede, Manu, Charlie e Viviana prima dei tanto preoccupanti stacchi! Manu è molto nervoso o meglio sta fomentando una forte tensione con tutto il resto della squadra, che, a mio parere, è decisamente stufa… Poco prima di finire il soundcheck mi dice che devo pure uccidere la nota del mio rullantino alla Deftones quando è quattro giorni che lo suono, tra l’altro con la pelle già al limite e mollissima… in compenso lui continua a cantare in ritardo e suonare il basso all’inizio dei brani totalmente fuori tempo! Con la scusa di non poter cantare a prove per paura di disfarsi la voce alla fine non si è allenato un cazzo e anche se i testi sono forse la cosa più bella di questo progetto, rischiamo di sputtanare il potenziale della roba e soprattutto tutto il lavoro fatto a gratis per quattro giorni! Prima del concerto arrivano i Vermi, Pierasco con Mary, le varie donne dei Don Vito, Olga, l’organizzattrice del concerto del Cane del prossimo 7 luglio a Stienta (Rovigo) con i Nu Bohemien a seguito, svariati amici ferraresi come il Ciuffolo (già battero di Canali) e compagna, un sacco di curiosi e belle persone. Apro la Moskovskoya ghiacciata con lo stuff, ne bevo svariate senza birra, mangio mezza piada e in un attimo sono già sul palco in gonna a darci dentro. Finalmente sono concentrato. Manu suona bene le sue parti, ma la voce è un disastro. E’ collegato su altri pianeti. Io cerco di divertirmi, ma gli sguardi dei vari colleghi on stage mi fanno capire che c’è qualcosa che non torna… La gente reagisce bene, verso la fine tiro lungo un brano per guadagnare tempo e Manu pensa bene di comunicarlo al pubblico tipo:”… sì, il brano sarebbe dovuto finire due giri prima, ma il Matteino amen…”. Mi gira il cazzo in modo fotonico, passo la canzone successiva a sputargli sulla schiena, che fà molto punk e testa di cazzo, e neanche a farlo apposta se ne accorgono tutti tranne che lui! La serata degenera: la Zizza scompare in auto e Manu è sul palco a vedere i Vermi anestetizzato come al solito, e di conseguenza da solo. Pierasco, dopo il disagio dovuto alla logistica per dormire, preferisce proseguire e al sottoscritto va di lusso, perché l’idea di svegliarmi nel mio letto friulano a poche ore da una tre giorni come cameriere mi aiuta drasticamente! Il resto è tutto un po’ sfuocato, compreso il ritorno a sfogarmi in auto con gli amici pordenonesi, oppure le ciaccolate precedenti con tutti i vari presenti, in teoria fan del progetto di casa. Mi ricordo una delle Sare, la chitarrista, oppure come dicevo prima della dolce Olga con il suo amico biondo Marce o il ritorno a piedi con tutti i flight case alle 8 del mattino (dopo il treno Pordenone – Udine) dalla stazione a casa… Insomma, della serie, che bel progetto, ma che due marroni! Questa band non può richiedere un analista nel rider dio canci… Dunque sgrazie comunque Don Viti per tutte le mail, telefonate e sms rassicuranti dei successivi tre giorni, in bocca al lupo a Charlie per i vaccini e lo splendido viaggio in Messico, e spero che questa giornata abbia emozionato qualcuno sotto il palco, invece che mandare solamente noi in risparmio energetico!?

Il Cane (+ Bimbo)

Glue – Firenze

Devo andare a Udine a provare con un nuovo gruppo pseudo new wave alle quattro del pomeriggio, peccato che sono le 13.30 e sono ancora a Firenze… In realtà non è un peccato, è tutto sotto controllo e la giornata appena passata è stata decisamente piacevole. Caio è alla guida e dopo che ha passato 24 ore a dire che Firenze è una noia, adesso spara che dopo un giro in mattinata la trova bellissima… in realtà Il Pierasco sottolinea che il vichingo in questione è solamente rotolato in strada dall’ex nido di Veronica a bersi un caffè… Dopo il tragic gig di Roma in solitaria con Caio, il ritorno di Pierasco al basso ha portato una vena di sicurezza oltre che musicale anche umana. Non siamo prontissimi, però nel caldo umido della sala prove avianese la voglia di fare bella figura e tornare in sesto dopo un inverno di break è talmente importante da farti dimenticare l’intero sacrificio, un disco nuovo finito e mai pubblicato alle spalle e in un certo senso, di conseguenza, i nostri lavori “mancati”… come dice Caio traduci god bless taxi driver! Che dio tassista ah ah! Dopo una notte insonne, alla partenza avianese siamo il sottoscritto, Pierascador, Caio, Mary e Veronica: una sazia cinquina. Arriviamo in ritardo di un ora, ma il palco è comunque ancora occupato dalla band di Simone Bimbo (accompagnato alla battera da Dario, profugo che non vedo dal ’96) che tra l’atro, all’ultimo, essendo toscano, giustamente non aprirà il concerto, ma bensì suonerà
per secondo. Il momento dailit della serata è che dopo anni su anni sono riuscito finalmente a ribeccare il Marchetto Lega, con grande felicità oltre che mia, anche di Vanni al mixer e il Gallicchio. Ho invitato anche Marco Parente, ma è con la febbre mentre a sorpresa arriva pure l’ex Diaframma Nicola Vannini di Audioglobe! C’è un caldo bestia, durante il soundcheck sudiamo come delle bestie, ma la figata è che una volta preparata la baracca rimarrà nella stessa posizione fino al gig. Fra una splendida chiacchierata e l’atra con il Lega (ormai babbo da 3 anni e senza bibita molto più magro del solito) salto la cena per evitare di farmi di insulina e rischiare il collasso sul palco e quasi di “conseguenza” parte pure un’intervista decisamente divertente assieme a Bimbo, seduti su una panchina in giardino capitanata da Antonio, sosia del Gallicchio e responsabile del blog del circolo! Quando giunge la nostra ora e siamo sul palco c’è decisamente più gente del solito; trovo Caio nel backstage che si scalda con l’allenatore, facciamo partire la base di Nero e in un battibaleno mi sto già emozionando senza essere in grado di presentare in modo credibile neppure una canzone… insomma diciamo che le Tennent’s Super hanno fatto il loro, ma diciamo che stiamo anche spaccando a modino e che probabilmente, dopo tanti mesi di silenzio questo è uno dei concerti più potenti e balanced since ever! La gente reagisce molto bene, il fatto di avere Vanni al mixer che segue la baracca mi rilassa molto e mentre sto per ribaltarmi sul palco perché perdo l’equilibrio a cercare gli accordi in posizioni discutibili, mi accorgo che Caio sta suonando in modo impeccabile e che Pierasco lo segue modello macchina da guerra. Finalmente la line up spacca, perché se per caso uno è meno in forma gli altri tengono in piedi il tutto e viceversa… questo fa la differenza. Saltiamo Raderla al suolo (la ex Embassy di Dejligt) e sul finale di Dune finisco con il timpano a suonare con Caio dimenticandomi dei microfoni, della parte “tecnica” on stage… Vendo quattro dischi con i quali mi ci pago la colazione, finiamo la bottiglia di Moskovskaya comprata alla Coop di Firenze sud e buttata al centro nel frigo del locale appena acquistata, passando pure come dei principi (cosa rara nel mondo del rock ‘n roll che la band paghino da bere al locale… exception on the rule!) e in definitiva mi rilasso cercando da fumare, ma soprattutto di divertirmi. Sul palco lo dico pure, io sono appena stato arruolato come cameriere nel weekend, Caio monta cappelli sui tetti delle case e Pierasco è un agente immobiliare since ever dunque se avete lavoro per noi non esitate ah ah! Non è un sborata per pompare la working class, ma da quando ho ricominciato anche a fare la stagione chiaramente tutto il resto (forse nell’ipocrisia per la pilla in tasca…) sembra meno portatrice di ansia, più  equilibrato, paradossalmente credibile… e io che mi sento comunque e sempre un punk di merda… altri direbbero povero mona, come la mia ex nonna Renata “ce fai o ce sei ?” e così di istinto allora mi vengono in mente anche Martina che cita Verdone, “famolo strano”, oppure il tatuaggio da galera del quale racconta Augusto (il mio titolare) “113 non te temo” e via fino al sottoscritto, che alle cinque del mattino nella ex cucina di Veronica descrivendo l’homeless che si spaccia per handicappato facendo la carità all’uscita del autostrada di Firenze sud, urla: “Ma cazzo questa merda di uomo sta sputtanando una categoria”… stop al panico… il vino è buonissimo… come la pizza dalla tipa dell’Ecuador sotto casa di prima… rock ‘n roll, grazie Gallicchio, Marco e soprattutto Caio che ci sta riportando tutti in Friuli!

elio p(e)tri

riprese del live acustico sul terrazzo di Max – Roma

Ok siamo al terzo giorno di festino importante. Dopo un classico pranzo rigeneratrice in compagnia di Edi, Damiano (nuovo coinquilino e amico di Emi), l’Eleonora, Caius e all’ultimo Andrea, che appena ha staccato dalla Coop e risceso in treno da Terni, ci piazziamo in un bar del Pigneto ad assaggiare grappe e digestivi. Sulla strada a piedi incrociamo una ragazza bionda molto carina e a sorpresa, quando entriamo nel secondo bar della pedonale per beccare tutta la cricca dei registi, la ritrovo seduta al tavolino con un Caio decisamente interessato al suo “cervello”… ah ah! Emi è un attimo nervoso perché in realtà non abbiamo molto il controllo della situazione o meglio non è ancora molto chiaro quali siano le dinamiche del lavoro sul terrazzo e dunque salta svariati giri di vodka ghiacciati alle tre del pomeriggio… la location (appunto il terrazzo di Max, regista insieme a Paolone) spacca tantissimo, direi spettacolare, una vista sulla pedonale da urlo e anche un’ottima visibilità per i condomini circostanti, che inevitabilmente alla prima rullata appaiono infastiditi, ma in alcuni casi anche curiosi e, a detta di Emi (io sono orbo), c’è anche una bella topa mora che sembra seguirà l’intera performance! L’idea è di fare un live in acustico di quattro brani: Bradipo, volare, la ricetta del uomo e rape rosse! Andrea ha una piccola fisarmonica con la quale farà le linee di basso, Emi ovviamente voce e acustica arricchita da scotch di carta con scritta elio p(e)tri “Non è morto nessuno”, Caio al ride, rullo e timpano e io sono pieno di catini di plastica e sgabelli che userò deliberatamente come percussioni. C’è un caldo mostruoso, decido almeno in principio di suonare in mutande, con grasse risate di tutto lo staff super disponibile! Chiaramente dopo svariate birre e rodaggi dei pezzi assolutamente in nuove vesti, la luce inizia a scendere, come ad aumentare il vento, che disturba selvaggiamente la ripresa audio del tutto! Max ci invita a concentrarci, siamo in piano sequenza, facciamo i quattro brani ripetendoli per errori vari senza essere molto soddisfatti e cercando di capire al volo come renderli credibili! Nel frattempo abbiamo un piccolo festino di amiche pronte a fare il coro di Rape rosse. In ordine casuale: Apocavulva Giorgia, Federica, Edi ed Eleonora! Ogni brano mi rimetto un vestito, prima i pantaloni, poi la camicia, il vento è una menata molto noiosa, però almeno qualcuno dice che mi sto abbronzando. Quando la luce è ormai agli sgoccioli e il nostro stato emotivo alle stelle, prendiamo coscienza che forse è meglio fare una scalettatirata al volo cercando di portarci a casa più materiale possibile. Caio dice che siamo troppo teatranti e quando sull’ultimo brano mi domanda per l’ennesima volta di suonare la battera, prendo l’occasione al volo scoprendo a malincuore su “L’uomo che imparò a volare” che forse avrei potuto fare tutto il concerto in quell’assetto, che tra l’altro sarebbe il mio ruolo ufficiale nella baracca… Al momento dello smontaggio, prima della cena in un ristorante con tutta la truppa, Caio spostando la macchina dal parcheggio sotto casa si perde in giro per Roma e rimaniamo come degli imbecilli io, Edi, Federica e Max con il cucciolo di cane super schizzato ad aspettarlo per un’ora senza notizie. Emi per fortuna l’ha incrociato sotto casa, e dopo una bella camminata, svariati litri di vino rosso aspettando il resto della squadra al ristorante, finalmente incominciamo la grande abbuffata che con Emi offriremo a Max e Paolone per lo splendido piacere del lavoro fatto assieme. Sono stanco morto e a panza piena passo il resto della cena a scherzare con Federica e Edi, lanciandogli i tovaglioli, giocando all’impiccato, scegliendo come indovinello l’espressione tipicamente romana “Sti cazzi” per poi finirmi del tutto al Fanfulla con Tony Verme in piena sfida di 7 pollici noise anni ’90 vs il francese Manu. Adesso che sto risalendo la Romea con Caio mi viene pure in mente che ieri sera Chiara mi ha chiamato per dirmi che non le danno il lavoro al bar in centro perché sostengono che poi io farei base fissa nel locale… roba da matti, non so a chi credere e comunque questo nuovo gossip mi sta decisamente facendo girare i coglioncelli! E’ ora di guardarsi un film e rilassarsi… grazie Caio e a tutto lo staff del video sul balcone!

Il Cane

Circolo Arci Dal Verme – Roma

Risveglio da oscar. Finalmente il secondo giorno arriviamo puntuali al pranzo Angelelli, caratterizzato da dosi massicce di fave e formaggi squisiti. Prima di poter partire per Roma siamo costretti a passare per il circolo Caos a beccare i ragazzi dell’organizzazione per risolvere una bega burocratica di fatture che mi costringe a chiamare Roberto, il commercialista, in piena domenica pomeriggio… della serie rimango un piccolo disastro! Emi deve scendere in treno da Terni perché non c’è posto in pandino, io e Caio ci affidiamo al Tom Tom che manca di aggiornamenti e a parte una classica coda domenicale all’uscita del autostrada romana riusciamo comunque ad arrivare in tempo per il soundcheck. Il circolo Dal Verme lo conosco bene, come Tony e tutto lo staff, caratterizzato da due Bull terrier madre e figlia super affamate, ma super dolci. Si è invitato molta gente, stessa cosa vale per i ragazzi ai quali apriamo il concerto questa sera. Quando sono le 22.30 dopo svariate birre artigianali siamo comunque sobri ed invitiamo i pochi presenti a scendere nel bunker sotterraneo. Il risultato è che ci sono solo Federica e Silvia sedute vicino a Emi, che tra l’atro è abbastanza sconvolto del fatto che praticamente tutti i suoi amici hanno tirato pacco. Il gig con Caio è abbastanza discutibile, penso che la scaletta peggiore a prove della scorsa settimana superi di gran lunga questa performance solitaria dopo mesi di standby dal vivo per l’uscita posticipata del secondo disco del Cane. Non siamo molto concentrati, il suono è difficile, la voce manca spesso nel piccolo monitor, su “Il sole di mio padre” e “Nero” riusciamo pure a ribaltarci sulla base! Ci siamo semplicemente scaldati per il concerto del 24 maggio a Firenze, dove spero riusciremo a coinvolgere pure il Pierascador al basso, perché senza di lui la situazione è un po’ critica, poco efficace, al di là della pacca di quel fenomeno di Caio, mancano inevitabilmente un range di frequenze ciccie e basse sul palco! La serata inevitabilmente finisce al Fanfulla, dove oltre alle classiche sfide fotoniche a biliardino, becchiamo tutta la cricca capitanata da Edi. Emi e Caio sono stanchi morti, sarò l’unico a proseguire il festino con Edi in un nuovo circolo Arci, c’è un suo amico di Belluno che suona la chitarra e canta assieme a un banda di scoppiati, dopo svariate vodke sono particolarmente cucinato e opto per attaccarmi al cembalo e suonarlo per ore fuori tempo, senza suscitare interesse da parte di nessuno dei presenti. E’ la giornata sbagliata, forse devo farmi arruolare come barista o darmi alle carte, c’è qualcosa che non torna oppure che mi si è rotto dentro, per fortuna che ci sono Edi e Andrea del Fanfulla al bancone in compagnia di una ragazza molto carina a farmi tornare il sorriso e questo fa sì che non mi parta l’ordine di ricordi nostalgici del piffero! That’s it!



elio p(e)tri

Anfiteatro Fausto – Terni

“Ti prego portami fuori e tirami un’altra testata, ho bisogno d’affetto!!…”. Siamo all’Irish pub di Terni, Caius sta fuori di sé, la stanchezza per la discesa in pandino Aviano-Terni via Romea scortato dal sottoscritto misto un’orgia di bibite iniziata ancora alle prove degli elio p(e)tri in quello dello Skylab, ha messo knock out il mancato guerriero yankee… Per fortuna i pochi delinquenti pugili che vorrebbero fargli il festino hanno capito la sua buona fede e mentre il piccolo lord rovescia pinte tirando pugni sul bancone e urlando: “Guardami negli occhi!!??” a un tifoso della curva tutt’altro che sobrio, io ed Emi ci consoliamo assieme a Tiziano e Daniela con del sazio ma discutibile assenzio! Quando sono le dieci del mattino sono l’unico ancora sveglio sul balcone di casa loro e quando ci svegliamo alle 14.30 in bieco ritardo per il pranzo a casa Angelelli, scopriamo che siamo tutti senza cellulare e che chiaramente ci stanno cercando tutti da ore! L’anfiteatro romano di Terni è un piccolo capolavoro in pieno centro storico, gli organizzatori sono tutti gentilissimi, come i proprietari del chiosco all’esterno delle mura! Oggi siamo al completo, oltre al roadie Caiusss, c’è il magico Daniele sceso appositamente da Perugia per farci da fonico e Matteo al violino. Si deve condividere il palco con i numerosissimi e vicentini Osteria popolare berica, ai quali si è promesso che presteremo i fusti della batteria! C’è un frigo con due casse di birra sul palco. Mentre aspettiamo impazienti che si freddino a modino montiamo con attenzione il backline scherzando sull’accento esotico dei vicentini rispetto a quello ternano o friulano! Caio è in pieno hangover per i danni molto discutibili di ieri sera, io mi sento concentrato, si ha voglia di fare un bel concerto e non i baby sitter come ieri sera, anche se Emi si è tagliato un pollice e ha serie difficoltà ad affrontare una serie di arpeggi! Dopo una cena in un tendone modello sagra quando sono le 22.30 siamo pronti ad affrontare il concerto. Mi prendo delle birre, mi metto la gonna e con grande delusione mi girano subito i coglioni, perché quel mona di Caio mi ha distrutto le bacchette nel pomeriggio e si è dimenticato di dirmelo. Risultato, devo fare il concerto con le sue che sono delle pannocchie quanto a diametro e il mio mood degenera immediatamente. Il suono invece spacca a palla, Daniele al mixer è una garanzia, come Matteo al violino che improvvisa sempre di più, ma soprattutto grazie a un impianto e un palco più che anomalo rispetto ai nostri standard, riusciamo finalmente a capire cosa suona, come si muove sulle basi! Nel pubbilco ci sono svariati amici ternani di Emi, sua madre Daniela e la sorella Ele, Lalla con Lorenzo, il figlio di Andrea, insomma chi più ne ha più ne metta! Non è una delle nostre performance migliori, però due ragazze ci comprano dei dischi, anche se a fine concerto non facciamo partire il merchanda perché nessuno a cazzi di farlo! Ehi si perde in un brano e lo canta a metà, io devo ancora prendere sicurezza con il nuovo pedale, Andrea ogni tanto suona il basso come un chitarra e si dimentica di appoggiarsi sulla cassa oppure nuovamente (come al Circolo a Roma) decide di chiudere con Emi sul finale lasciandomi da solo su un crescendo di piatti! Stiamo crescendo, ma ogni tanto ti viene da dire veramente… “A chi serve musica come questa?”. La serata continua al chiosco con gli amici storici di Emi, dove c’è più gente che dentro l’anfiteatro per il concerto dei vicentini. L’evento è gratuito e quando vedo fighette tutte truccate con i maritini che si affacciano snob rimanendo in entrata mi verrebbe da prendere un lanciafiamme e bruciarli tutti! Questo è il solito prezzo della cultura o dell’ignoranza! Questa sera non si dorme da Daniela e Tiziano, ma io e Daniele siamo da Silvia e Claudio da Emi! Quando il bar sta per chiudere, mentre aiutiamo Chiara e il Titolare a chiudere il chiosco con delle tavole di legno improbabili, mi va per storto una vodka e la rigurgito accanto senza che nessuno apparentemente se ne accorga! Segue la rivincita del Matteino, che dopo 24 ore di cazzate di Caio, decide di pisciargli sulla portiera del pandino, chiamando all’appello per la performance pure tutto il resto dei presenti armati di camera e filmino! Caio ora in macchina sostiene che è stata una partita a tennis…