elio p(e)tri (+ il Moro e il Quasi Biondo )
DalVerme – Roma
Tutto sotto controllo? Me lo auguro, non ricordo bene. Ho saltato la cena, ho fatto due concerti di fila alla batteria e le 5 del mattino a bere birra e vodka in tre circoli Arci della capitale. E’ due giorni che facciamo base al Pigneto, a Roma, provando in una sala prove ancora vergine messa a disposizione dal gentilissimo collettivo del Fanfulla. Dopo l’esperimento triestino e milanese con Il moro in accoppiata a Elio e viceversa, decidiamo di ribadire il festino, con la differenza sostanziale che il mio impegno alle pentole viene come dicevo automaticamente raddoppiato. All’appuntamento delle 18.30 per il sound check incontriamo operativi Daniele Babbo e un suo amico di Sporco Impossibile. Il deal è che devono riprenderci e intervistarci per una nuova web tv chiamata Soluzioni Semplici che ha già avuto come guest gente come Capovilla del Teatro degli orrori, Lydia Lunch e molti altri. Il palco è piccolo, si ha un unico monitor microscopico che spesso va in protezione lasciandoci nel buio sonoro e il backline di entrambe le band montato sul palco non lascia di certo molto spazio libero… il mio piatto China gratta sulla parete o sul ride ad ogni colpo. Quando sono le 21.40 iniziamo per primi con Il Moro. Il sottoscritto è a stomaco vuoto, la stanzetta di sotto si riempie velocemente e anche se il suono sul palco è ridicolo riusciamo comunque a trovare un bell’equilibrio sia “sonico” che emotivo. I soliti segnali fuori tempo in cuffia registrati dal moro ages ago mi parano il culetto, ricordandomi centinaia di stop and go improbabili, facendoci passare spesso per dei matematici nerds che al primo concerto stringono decisamente l’occhiolino a svariate improvvisazioni. Il biondo non suona più nella baracca da tempo, si ha un uomo in meno e Lorenzo dovendo suonare drasticamente di più la chitarra sta pure prendendo in considerazione anche il fatto di imparare a suonarla una volta per tutte eh eh! Quando è il turno degli elio la situation tecnica e logistica si fa decisamente più complicata! Due strumenti elettrici in più aumentano la caciara sonora e riuscire a sentire la voce o una tastiera è praticamente impossibile. Fa un caldo inverosimile e quando il delirio diventa forte decido di rimanere direttamente in mutande. Urliamo, improvvisiamo, ci lasciamo andare al fatto che non c’è molto controllo del sound e che il pubblico molto divertito e incuriosito ci prende pure come un gruppo punk. Il moro ci confessa che durante un’improvvisazione infinita sembriamoun gruppo da 10€ a biglietto! La serata degenera in compagnia di molta Vodka e amici come Chiara, Edi, Dan e donna, la scolpita, degli scivoloni nel guardaroba di un altro Arci con inevitabili lividi ed ematomi vari, mancate interruzioni del concerto del fonico del Fanfulla al Clockwork e soprattutto la solita pasta delle sei del mattino che chiaramente non ricordo, ma che degenera completamente le mie glicemie.