matteite

Diario

Il Cane

Festa Privata – Firenze

Di indole un cane del genere se ti attacca ti spacca una gamba, ma non è cattiva, è semplicemente scioccata da i primi due anni della sua vita… Siamo a casa di Gerardo Gendarme, 200 metri da casa di Veronica, artefice con la Matteite di questo festino fiorentino prima della data di mercoledi a La centrale di Pisa. L’idea è che i vari amici dei Malvachimica e di Veronica mettano 3-5 euro per il gig e che in più portino da bere. Alle quattro del pomeriggio io Simone, Veronica, Walter Pelù, Pinky (il pitbull scioccato) e una tipa mezza nuda collassata dall’alba prima sul divano del nido, approfittiamo per svuotare il salotto e aiutare un altro ricciolo a traslocare in un apartamento moquettato a 50 metri in Via delle Badesse. Per le 17 la casa è pronta, come il sound check per il gig in elettrico. Giorgia pesarese arriva con del vino e Walter con delle Moretti dalla Coop. Non sappiamo bene che fare, aspettiamo come dei cani l’arrivo dei freaks. Attorno alle 10 la location è piena di folli ubriachi. I Malvachimica fanno il loro timido concerto in acustico, e a quel punto incominciamo a tarare le basi e i volumi del tutto. Dopo pochi pezzi del cane la sala è ancora più piena, si affaccia pure la vicina di casa spaventata dal volume mostruoso, invitata poi da Veronica nell’ufficio di Fonzie (il cesso) per chiarire le dinamiche del festino in corso. Il concerto è emozionante, l’intimità della situazione, incrociata con l’energia dei presenti crea una sinergia esplosiva notevole. Sparo cazzate al microfono guardando negli occhi Chiara, Anna Sofie, Lorenzo Napoli e Veronica che canta i brani uno dietro l’altro. Appena finisce la scalettta ne scatta una seconda, la gente chiede Mercoledi, Nero, Dune, si ricordano i titoli delle canzoni e questo mi emoziona, come la voglia di dire le cose, di stare assieme, di mettersi in discussione, organizzando qualcosa di inusuale. Alexander, organizzatore della data al Porto di Mare del 15 maggio, è entusiasta, e mi sembra particolarmente divertito dalla situazione, come altri svariati matti decisamente più off the map, ma comunque divertenti. Alle 5 del mattino (Gerardo) padrone del nido in trasferta nella cucina di Giorgia, assaggiando un aglio e olio e peperoncino piccantissima, spara: ”Beh, questo è il minimo del piccante…”. Il Matteino quasi sviene, non riesco a chiudere la bocca ustionata, non riesco a ridere, ma sono felice come una pasqua.

Il Cane

Shelter – Sequals (PN)

Siamo puntuali, dopo essere passati per Udine a prelevare la battera , siamo di fronte allo Shelter, in mezzo alla campagna sperduta, a fare conoscenza con i ragazzi dell’impianto. Il sound check fila liscio, cerchiamo di spiegargli la necessità di trovare un equilibrio tra le basi e il resto degli  strumenti e a quel punto siamo pronti per la cena. Anche questo giro scattano incomprensioni, Richard sosteneva ai tempi di avere una “cucina” e quando è il momento di mangiare, il nostro casca dalle nuvole. Per fortuna scatta il buon senso e ci mandano in una pizzeria in paese. Alla cena, oltre ai ragazzi del service e il buon Caio Swaighel, arrivano anche la gemella Martina scortata da Alice, Silvia, Carlo e Marco. Dopo svariate caraffe di vino, decidiamo di affrontare il locale. Bevo a collo un “cacciavite” con aggiunta di vodka e doppia cannuccia con Marty e siamo operativi. Sul palco le basi sono basse, la mia voce è rauca, ma il pubblico è decisamente caldo, soprattutto grazie alla splendida sorpresa di Manuel “Il Fabbro” accompagnato da Fierch, Mario e altri freaks molto simpatici. La serata prosegue con la discoteca modello Velvet, decisamente anni 90, decisamente old school! Passiamo in mezzo al locale pieno con il backline e quando è il momento di farsi pagare Richard è decisamente corretto e caccia quanto pattuito. Sarei rimasto a festeggiare con Claudio (che non vedo mai), ma la truppa, dopo questi 4 giorni intensi, si divide fra Udine e Pordenone per due soli giorni off, prima di altre 6 date di fila in giro per la penisola. Sono felice, il Cane in tre con Simone ai tamburi, è decisamente più stabile, anche a livello umano e professionale, c’è una certa esperienza di fondo che ci permette di affrontare imprevisti logistici e menate di ogni genere con un controllo efficace e decisamente più sereno. Mentre penso al nuovo disco già scritto e al lavoro per le riprese che mi prende nei buchi di questi concerti, mi rendo conto di aver ancora voglia di dire delle cose, giocare, scrivere frasi sui pacchetti di cicche, come questo blog in stazione a Casarsa, dopo aver recuperato i cd dalla Tempesta e aver incrociato Cala, Mortazza, Nina e Roberto di ritorno da un avventura decisamente analoga.

Il Cane

Lostaria – Asolo (Tv)

Il risveglio a rate “aiuta” il mio sistema nervoso. Antonio si dimentica di un appuntamento e verso le 10 del mattino il campanello della splendida dimora incomincia a suonare. So di aver aperto la porta e di avere anche riconosciuto qualche amico, ma per fortuna, modello sonnambulo, riesco a ributtarmi sul divano con un torcicollo da Oscar. Quando è l’una siamo operativi. Risveglio con pennette, cipolla, zucchine, capperi, vino e birra e siamo di nuovo on the road. Il tom tom di simo è così figo che grazie ad un softwerino ci indica dove sono localizzati fuori dall’autostrada i vari indispensabili distributori di metano. I cachet di questo tour, come per la buona parte delle band indie al primo disco, sono imbarazzanti. Diciamo dei rimborsi spese che spesso creano dinamiche con i gestori dei locali da guerra dei poveri. Il risparmio sul cibo, sulle cene, il fatto di poter dormire in case amiche, spesso ci permette di dormire quattro ore in più e di risparmiarci squallidi e noiosi pranzi in autogrill! Al locale troviamo solo Andrea, battero dei Normal Insane, e in pratica organizzatore della data. Il resto della band sono dei “fioi” simpatici che appena arrivano al locale incominciano a riempirsi di birre da mezzo, probabilmente perchè (a differenza del previsto) né noi né loro siamo compresi nella cena pugliese da 25€ a capa che si svolge nel salone accanto. La pasta è buona, dopo il caffè e la cicca, a scoppio ritardato, arriva della carne di cavallo tiepida e delle altre caraffe di vino rosso! Tommy e Laura sono decisamente gli ospiti della serata, assistiamo assieme al gig caciaroso ma abbastanza divertente dei Normal insane e quando è il nostro turno, il sottoscritto ha già recuperato il backline dal magazzino delle conserve preparandolo vicino al palco. Beviamo delle birre giganti sgasate dimenticate dall’altra band sulla testata Marshall del cantante e attacchiamo il gig. L’atmosfera è ottima, la gente a panza piena post cena riempie la sala ubriacandosi selvaggiamente e quando siamo verso la fine incomincia a filmare, fotografare, insomma il festino parte. Il bis diventa un altro concerto intero. Le canzoni si ripetono a loop e il gran finale è una jam delirante di 20 minuti, dove il matteino finisce alle pelli e simo alla chitarra… A sorpresa finiamo a dormire in un albergo (mai chiesto) in centro ad Asolo e come previsto, dopo 2 ore di sonno, finiamo in una pizzeria a Bassano. Sul ritorno, a mente lucida, ci fermiamo al locale per farci pagare e discutendo con Eleonora (padrona del bar) scopriamo delle innumerevoli tensioni fra lei e il responsabile Andrea, che per telefono riporta ben altro al Team del Cane. Per fortuna veniamo pagati, mi spavento pensando di aver dimenticato giacca e portafoglio (il tutto è sotto un ampli nel furgone) fra pizzerie e locali vari, e proseguiamo verso la quarta data. Amen!

Il Cane

Juice – Trieste

Ci siamo, almeno credo… Con una settimana alle spalle decisamente impegnativa condita da intense prove nel fortunato studio di Simo, proseguiamo armati di una Fiat Multipla a metano. La prima tappa è Radio Fragola per un set acustico. Sono le 16.30 ed è da un sacco di anni che non passo per l’O.P.P.; è stato tutto ristrutturato, e fra i glicini in fiore, il sole, le casette arancioni appena ridipinte, qualche matto che cammina sereno per il parco, sembra di essere nel paese delle meraviglie. Francesco e Cristian (il primo responsabile del programma, il secondo intervistatore) sono decisamente alla mano e disponibili. Decidiamo i brani del Cane da suonare in acustico e quelli invece da mettere sul cd e in un battibaleno mi trovo suonare in diretta, coordinato da un tecnico (al di là del vetro) con labbra per metà tatuate! Mercoledi parte lentissima, con corde nuove al limite dell’accordatura e stecche totalmente gratuite. Mi sento un po’ mona, decisamente migliore invece Male al dente, nella quale mi lascio andare senza stare pensare molto, raggiungendo un equilibrio interno, esterno, dentro, fuori…  insomma è andata… Fase B. Parcheggiare l’auto in curva e in doppia fila sopra all’ex Nutty (sperando che gli autobus non la centrino) mentre aspettiamo Eros che è ancora stanchissimo per una serata di quelle brave… Al negozio di strumenti di fronte al Juice mi dimentico di prendere svariate cose importanti (microfoni, cavi, aste) e quando ce ne acccorgiamo è già troppo tardi e decidiamo che da questo momento (dato che Simo è un super fonico) sarà lui ad occuparsi di schede tecniche e liste della spesa! Siamo emozionati, oltre ad essere il primo gig con Simo, è anche il primo concerto in vita sua alla batteria, sembra quasi una barzelletta, ma invece è la pura verità! Proviamo dei brani al volo, Andrea segue i volumi nella piccola sala, però è troppo tardi per concentrarci veramente, così ordiniamo delle pizze squisite da un Serbo che parla in napoletano annaffiando il tutto con del buon Chianti requisito al Settimo nella dimora Dainese nel primo pomeriggio. Sono le 22.30, non c’è molta gente, ma quando si avvicinano le 23 fuori dal Juice è pieno di amici e conoscenti: la gente è venuta per il concerto, il fatto di essersi coordinati con i fratelli Russo e aver spostato la data al giovedi, in modo da non entrare in concorrenza con il Tetris (il pubblico è lo stesso), ha portato i suoi frutti e quando attacchiamo il concerto l’atmosfera è speciale. Chiaramente sbaglio dei testi nel primo brano, manco degli accordi in svariate canzoni, ma siamo rilassati, Simone spacca di brutto, il suo obiettivo è di essere credibile e ci sta riuscendo alla grande, così come il Pierascador. Verso la fine della scaletta siamo costretti ad abbassare i volumi per l’arrivo delle forze dell’ordine. Eros dice: “Ciò come le vere rockstar!”. La serata chiaramente degenera, non arriviamo mai più a casa di Barbara a dormire, ma per praticità ci incastriamo a casa di Antonio, che vive attaccato al Juice, scortati da “The Lord of the rings”, amici vari e da vicini decisamente comprensivi (forse sordi) che non reagiscono assolutamente al disco di Ayris che Antonio decide brillantemente di suonare a tutto volume per celebrare un alba quasi lisergica a base di limoni mancati, prima naturalmente del collasso di massa.

Il Cane

Blue Dahlia- Maria di Jioiosa Jonica (RC)

Ci svegliamo alle due del pomeriggio in relax. C’è una giornata di sole splendida e anche se il vento spacca le palle, decidiamo di mangiare dei panini all’aria aperta. Una volta a Gioiosa l’incontro con Ruggero del locale è quasi epico: ci conosciamo da sempre, la prima volta nel ’94 con i Jitterbugs e i Chokebore. Il Blue Dahlia è stato ridipinto e curato nell’estetica e probabilmente anche nel suono, che tra l’altro organizziamo in breve tempo, coscienti della possibilità di suonare a massimo volume anche in spazio così ridotto. I ragazzi dell’altro gruppo, Giuliano e Mauro, sono in ritardo spietato perchè la finanza in un paesino sperduto ha deciso di ribaltargli la macchina. Al rituale della cena, quello più dolce, non manca una pasta buonissima, delle tartine piccanti, fiumi di vino rosso, caffè, Amaro del Capo, dolcetti, risate e discorsi molto interessanti con i nuovi vicini di palco milanesi. Al momento del concerto il locale si riempie, però Ruggero si sente poco bene e ci troviamo senza uomo al mixer. C’e un attimo di panico generale, ma in realtà Giuliano ha un suono super relax e ci mettiamo poco a ricorreggere i volumi della sua voce nell’impianto. Il nostro gig è decisamente più difficile, sono stati invertiti dei canali e abbassando il volume delle basi nell’ impianto e nei monitor in realtà perdiamo anche la voce e ci mettiamo gran parte del concerto per trovare un ascolto umano e sentirci a nostro agio nuovamente. Questo però non uccide l’entusiasmo del pubblico che fin dalla prima canzone è presente, sufficientemente caciaroso, insomma decisamente festaiolo! Questo giro il buon Pierasco mi deve una birra perchè il Matteino riesce pure a spiegare l’aneddoto di Here I stay riscuotendo un ottimo feedback dai presenti. Stiamo rifacendo partire la serata, Rosa (moglie di Ruggero) mi prega di suonare altri brani anche se la scaletta è finita, così chiedendo al pubblico (non più vergine) qualche preferenza, in risposta partono dei cori con svariati titoli. Tutti si ricordano i brani, c è chi urla Nero, chi Dune e via dicendo! Vendiamo dei dischi, ci riempiamo di bibite, balliamo e la serata degenera fino alle cinque del mattino, quando dopo quindici chilometri di tornanti collasseremo stanchi morti in una casa dove entra la pioggia dal tetto e scola dritta sul letto di Pierascador e Caio. Grazie al gatto e alla volpe per la comprensione durante tutta questa dodici giorni di chilometri e risate!