matteite

Diario

Il moro e il quasi biondo (+ The intelligence)

FESTINTENDA – Mortegliano (UD)

yesssss, queste sono le giornate che partono bene, quelle dove ti svegli e pensi: ho fatto tutto quello che ho potuto per far sì che qualcuno muova il culetto e ci raggiunga questa sera al tendone del Festin in tenda, certo la comunicazione è importante, ma stare bene, lasciarsi andare, divertirsi, concentrarsi sulla musica sarebbero le uniche cose alle quali in realtà dovremmo dare la priorità! Dino (da sempre il boss della manifestazione) che mi conosce dal 92′  per i Jitterbugs/ Meathead  (avevo 16 anni), quando mi ha chiamato lo scorso mese per chiudere una data della ormai nuovamente newyorkese Coleman accontentandosi dei guerrieri del moro, chiaramente non mi ha lasciato telefono e contatti così arriviamo in pieno diluvio attorno alle 6 del pomeriggio. Ci sono sono gli intellingence, mentre il gruppo inglese ha tirato pacco. Sembrano simpatici, sono 2 fanciulli e due fanciulle di Portland e Seattle! Non si capisce se sono due lesbiche, due gay, 4 bisessuali, 4 etero, certo loro ci giocano molto , ma alla fine non si scoprono, lasciando tutti nel dubbio, compreso il sottoscritto, il Cerveza, il Biondo e il Davidonzo con i quali per ore frullo ipotesi…Al mixer c è il mitico Giorgio di Mestre, i suoni fuori e sul palco sono talmente potenti e precisi che da metà concerto in poi perdo la concentrazione, sento così bene da distrarmi come un babbeo e vedere anche il resto dei miei compagni perdersi emotivamente. La gente è presa stra bene, il tendone si è riempito, anche i ragazzi del bar hanno chiuso baracca per raggiungerci e comprare poi anche il cd. Che strano, è un concerto così eclettico che alla fine quando credi di aver suonato alla cazzo ecco che la gente impazzisce e ti riempie di complimenti…a parte il Carli al quale annoiamo come la musica del Cane. Il concerto degli Intellingence lo ascolto dal camerino con il mitico Dino (ad 1 anno dalla pensione) e con la sua geniale e dolcissima compagna e quando arriviamo ai tavoli del tendone scatta un orgia tale di bibite e calumè della pace che nessuno è più in grado di capire gli orari, come si compila il borderaux, se si ha voglia di muoversi o bere ancora, andare a dormire o a fare all’amore, sentirsi fortunati. Cazzo mi sono dimenticato di farmi dar la copia della registrazione del gig da Giorgio.

Il moro e il quasi biondo ( + Flora )

MADLY PUB – Borgonovo valtidone (pc)

Quando passa troppo tempo diventa sempre più difficile ricordarsi le cose, ultimamente poi le amnesie sono all’ordine del giorno ah, dunque sperin ben! Ricapitolando: i Kobenhavn Store sono dei piacentini stra simpatici del giro dei my awesome mix tape ed  esattamente un anno fa (il 3 maggio 2008) li si è beccati per la prima volta con il moro al mitico New Revolution di Avellino. Lo scorso mese Lore e il biondo hanno chiuso una data ai ragazzi all’ Edera e adesso tocca a noi schiacciarci nella punto e raggiungerli per un sazio festino. La strada è infinita e anche se riceviamo svariati sms con le indicazioni, usciamo e rientriamo comunque dall’autostrada più volte…dove sia localizzata Piacenza non è chiaro fino all’arrivo. Siamo in 3 gruppi, noi si suona per secondi. Il locale è un vecchio pub immenso che ricorda alla grande il mitico Tyne di Newcastle. Mentre salutiamo i 2 batteri dei Copenhagen (il primo fonico e il secondo tutto fare), capiamo che nessuno di noi 3 ha voglia di montare e smontare per il soundcheck, dunque armati di bireta semi ghiacciata optiamo per un facile line check direttamente prima dello show. Ho una voglia matta di bere e mangiare con calma, dunque quando arriva Nicola (il super uomo orange per la testa dell ampli) finalmente ci piazziamo a tavola ordinando pizze a go go e birre dai nomi veramente bizzarri. Maria Pia (come mia zia) oltre a suonare il sax con i Flora ed essermi seduta di fronte, ha il diabete come il sottoscritto, così nella coincidenza sfortunata parte una discussione tecnica molto interessante condivisa anche dal buon biondo. C’ è caldo, durante il concerto sudo come un matto e osservo i pochi presenti decisamente interessati, mantenere comunque le distanze dal palco. Il concerto funziona alla grande, il biondo è molto felice e particolarmente entusiasta della performance, stiamo suonando prima di tutto per noi perchè si ha voglia di stare bene e questo è un trucco emotivo che alla fine è anche la chiave di tutto; quella che ti fa superare i sacrifici e che ti rende quasi invincibile durante lo show! Dopo una certa ora (tipo mezzanotte modello cenerentola) il locale cambia genere, gente, clienti, compaiono le mini gonne in pelle bianca, i buttafuori, la sala fumatori si riempie di coatti e tutti non fanno altro che ordinare da bere ad una serie di getilissime e serene bariste completamente educate alla discesa a valle dei freaks! Ma il bello deve ancora arrivare, una volta riempita la macchina di bibite e strumenti, guidati dal mitico Nicola raggiungiamo l’ostello assolutamente vuoto nel pieno centro storico del paese. Trasportiamo rum bianco, tonic, piatti e chitarre al terzo piano e jammiamo ad oltranza fino all’alba registrando e documentando il tutto (bibite comprese) come dei veri adetti ai lavori. All’alba il biondo spara che lui è un depresso, Lore opta per essere un paranoico e il Matteino si gioca la carta dell’ ansioso! direi un trio da oscar come la luce improbabile nella stanza immensa  prima di morire in branda per non più di 5 ore! Grazie un sacco a Nicola per le risate e le note magiche, alla cassa della band per la spendida colazione a gustose piadine, birra e simpatica chiaccherata con basettone, al Biondo per avermi riportato a casetta intero come al solito.

IL MORO E IL QUASI BIONDO (+ Matteo Castellano)

GAIOMERIGGIO / pescheria del foro annonario – Senigallia

Se ci siamo o non ci siamo è quasi la stessa cosa, l’importante è arrivare a destinazione. E’ passato più di un mese da quando è finito il difficile tour di Honeychild Coleman in accoppiata con il moro e dopo la mia fuga vikinghia in cerca di analisti, lavoro, amore, ma soprattutto relax, si è finalmente ripassato tutto il sabato pomeriggio a provare il set per il concerto del Moro di domani al Foro Annonario di Senigallia. Roby e Lore sono sereni, certo anche loro senza dindi e in cerca di soluzioni economiche nel domestico quieto vivere, ma decisamente positivi e con un’energia e un senso dell’ umorismo obiettivamente superiore rispetto ai  canoni stravolti (come il mio) dallo prolungata convivenza in un furgone chiamato rock n roll! Le mie ore di sonno negli ultimi 5 giorni post voli e treni tipo Billund Bergamo, Bergamo Torino, Torino Udine con annesso e ovvio festino di rientro fino all’alba con Pierascador, mia sorella gemella Martina, Matteone e Teresa, sono ridicole per non dire nulle. Ma ora è domenica e sono le 10 del mattino; In stazione a Codroipo entro nella gloriosa punto rossa del biondo appena riassestata post botto dall’ artista e amico Michele Bazzana, e muoio nella mono cuccia perfettamente ricreata fra tutto il back line nella parte posteriore del mitico e unico mezzo disponibile. All’altezza di Mestre, durante una pausa vescica in autogrill, lacrimo rischiando di svenire per terra per un tipico attacco ipoglicemico, pago in cassa per un ciccolatino e dell’acqua gassata ed esco carico di birre e coca cole. Continuo a dormire; quando dopo 4 ore mi sveglio stra felice e in piena forma sento giusto il Biondo al bar della stazione di Senigallia rassicurarci tipo: ho detto che saremmo arrivati alle 3 e ora sono le 3! Gli amici e organizzatori del Marinaio Gaio della cricca dei Chewingum e Dadamatto sono decisamente rilassati, ma anche in bieco ritardo come al loro solito ih! ih! Dopo arrivi a rate, vari trasporti di impianti e strumenti sia a piedi che in macchina, passando per il Gratis (l’altro locale ed head quarter della crew e del gentile Matteo “Beck”) riusciamo finalmente a fumarci una sigaretta tutti assieme nell’emozionante location del gig apertivo della domenica: il Foro Annonario. E’ la sede del mercato del pesce, in perfetto stile epico romano con colonnoni immensi, piccioni, topi, tavoli in marmo, damigiana da 5 di vino rosso, resa Funky dal talentuoso e dolcissimo cantautore bohemien rossissimo di Torino Matteo Castellano, rimasto sotto con gli anni 60, 2 o 3 o massimo 4 bimbe della compagnia, ma soprattutto loro: la squadra degli unici e spassosissimi senigalliesi. Siamo in pochi, ma buoni; alterniamo al vino e alla birra dei tranci di pizza squisita e quando tocca a noi l’energia è speciale. La battera rigorasamente inchiodata è l’unica su un palchetto di legno montato per l’ occasione, il mio monitor spacca di brutto e grazie ai soliti segnali via cuffia del moro modello tom tom arrivo felice alla fine del gig gustandomi la simmetria epica delle arcate del soffito e domandando magicamente ad 1 vigile (chiamato inevitabilmente dai ristoranti vicini per il delirio sonoro) di passarmi del vino rosso…Ma il bello deve arrivare durante la cena di pesce seduto vicino a cartone, il big bubble drummer, Rick Astley e Massi; quando Matteo Torinese scompare con una fanciulla in pieno assetto tempo delle mele, quando i racconti delle vecchie avventure passate degenerano come le mie amnesie, X Factor, le bibite e la voglia di proseguire nel bar di Elisa a giocare a biliardino e dimenticare le chiavi della macchina dentro l’auto chiaramente chiusa. L’importante è non farsi male, trovare la pazienza di capire, lasciarsi andare ed emozionarsi perchè si ha ancora qualcosa da dire e trovare un meccanico il lunedi (dopo 9 rarrissime comode ore di sonno) che per 30€ senza danni ti riapre la portiera dell’auto con dei cuscinetti gonfiabili, un ferro e un perno, rimettendoti con il sorriso dritto sulla via della furlania alle 4 del pomeriggio! yep!

HONEYCHILD COLEMAN (+ il moro e il quasi biondo)

San Damaso (MO)

E’ la fine di qualcosa o l’inizio di un altro viaggio o il momento in cui la psicanalisi potrebbe essere tipo la luce alla Blues Brothers? Per fortuna non è nulla di tutto questo! Il Pierascador non è dei nostri perché ha un gran casino pratico sul lavoro (niente di così etereo) dunque siamo senza basso, gli altri arrivano scusandosi per il ritardo, mentre Stefanino lo trovo impeccabile e riposato come al solito. Ci fermiamo a Casarsa in Stazione e compriamo un biglietto del treno Bologna/Parigi per Honey relativamente costoso, ma drasticamente più conveniente rispetto ad un volo last minute. Salto il viaggio per Modena e dunque arriviamo subito alle parti piacevoli. Il locale è immenso e molto anni 80, il fonico unico responsabile tecnico Beppe è il sosia di Vasco (o perlomeno ci assomiglia molto, spero per lui sia un complimento). Fuori dal Club una Chitarra immensa illuminata modello hard rock caffè, ma decisamente più grande. Ad accoglierci il titolare Max, che dice…:” prima di smontare andate in camerino che c’è una merenda tipo dei panini e delle birre!!”. E’ obiettivamente il catering più generoso e professional del tour, una vera zizza! Segue un orgia di frutta, mortazza, prosciutto, insomma uno spettacolo! Al sound check tutto bene, proviamo svariati set con Carolina con un suono di chitarre immenso fuori per giustificare la mancanza del basso e ci accorgiamo che la baracca sta in piedi benissimo, molto white stripe, chitarra, voce e batteria, oro! La cena è un inno al fatto di voler far star bene un ospite. Ordiniamo pesce e vino a volontà, sentendoci finalmente di nuovo fortunati. Al locale continuiamo a bere e quando è il momento del moro facciamo il nostro set di fronte ad una sala immensa completamente vuota a parte qualche outsider addirittura interessato al concerto. Al momento di Honey il mac s’inpalla, proviamo a riavviarlo, ma nisba…ce ne sbattiamo e partiamo senza biondo, veramente guerrieri, tipo chitarra voce e battera. A metà del pezzo entrano di botta una cosa come 300 persone che si accomodano sulla destra della sala incominciando immediatamente ad insultare la “sfortunata” cantante di colore e il batterista “sfigato” in boxer…ih ih! Non c è problema, finito il 2 brano arriva il nostro amico fonico e ci dice che è l’una e che dunque ci si deve fermare per dare spazio al dj! Non ci possiamo credere, vendiamo 2 cd a due fanciulle dispiaciute per la stitichezza del concerto! Ci ricoprono di biglietti per bere, imbrattiamo come tutti i gruppi con un pennarello nero le pareti del camerino e ci buttiamo a ballare in una pista carica di 500 persone. A nessuno interessa un concerto, la gente in un contesto del genere ha solo voglia di andare a figa, fare a botte ballando come alibi dei brani che un dj suona guarda caso solo per i primi 30 secondi. Quando arriva Max mi consegna i soldi pattuiti dicendomi di non provare a presentarci senza bassista la prossima volta (cosa ha capito lui del set poi ? Tralatro stava in piedi ancora meglio senza basso forse…) e di smontare in 5 minuti tutto il palco e di andarsene. A questo avvertimento discutibile seguono una serie di richiami serrati da parte di un paio di buttafuori pieni di ragnatele …mi innervosisco, probabilmente ho alzato troppo il gomito, ritorno dal titolare e gli consiglio di stare attento…Che serata delirante. L’albergo era da Oscar, come tutte le cazzate che continuo a scrivere su questi blog, forse è ora di prendere un break invece di fare uscire dischi uno dietro l’altro…un abbraccio a tutti quelli che riescono ancora (e non) a starmi vicino, grazie il ragno.

HONEYCHILD COLEMAN (+ il moro e il quasi biondo)

ZION ROCK CLUB – Conegliano (TV)

Siamo alla penultima, la 12° per la precisione. Mangiamo al locale da Eros, serviti da una nuova fanciulla ancora più carina, e in fretta e furia carichiamo il buon Stefanino in furgone. Il tom tom di Ale Edera non ci molla, ma consiglia di andare per le alte triestine…lo chiudiamo e decidiamo di fare a meno. Lo Zion è un circolo Arci mega gigante, ci conosciamo tutti, alle luci c ‘è il Bruno in assetto Pink floyd affiancato dal buon G8, in console c’è Checco scortato in ufficio da altri 2 che incontrerò solo a fine serata al momento dei conti. Tecnicamente impeccabile, veramente degli ascolti come si deve e anche fuori durante il concerto del gruppo che apre la serata sento una botta di basse notevoli. Dopo un tour a sognare Pizza, adesso siamo alla 3° data di fila e il buon Stefanino necessita un brodino, un sano sciacqua budella, prima dello stoppo decisivo. La grappa e il jack Daniels non sono ancora finite, come le caraffe di birra che a richiesta non mancano mai. Durante il concerto preciso del moro, ma molto freddo per i nostri rapporti umani ormai alle strette, noto il Pierascador in compagnia della sua dolce metà Mary (che è appena arrivata da Siena) posizionati in mezzo ad un pubblico abbastanza folto. Non sarà la stessa cosa durante il set di Honey, dove per i primi 2 brani ci illudiamo pure che la gente debba rientrare dalla pausa sigaretta. Stefanino è una macchina da guerra, ha un modo completamente diverso di interpretare le canzoni di Honey rispetto al buon Ru, ma in entrambi i casi funzionano, dando un energia alla roba determinante, decisamente originale, lo guardo saltare con il berrettino da marinaretto trovato al Fanfulla, ripenso ad entrambi e non posso far altro che sentirmi fortunato. Ma è sempre così, poco dopo sono anche in ufficio dove i ragazzi del locale mortificati mi pagano 220€ di meno e io mi sento mona, disarmato, decisamente a corto di energie e carattere, come durante un successivo litigio fra palco e furgone con il buon Biondo. This is the bottom line!