HONEYCHILD COLEMAN (+ il moro e il quasi biondo)
JUICE – Trieste
Di questo viaggio non mi ricordo un piffero, ma neppure di una buona parte della serata. Avere il diabete e dover stare dietro ai pochi zuccheri (dette anche ipoglicemie) non è una passeggiata, ed anche se sono stato educato particolarmente bene, ogni tanto sotto stress arriva la botta e quella che non perdona di solito ti fa perdere coscienza…Entriamo al Juice, chiedo 2 coca cole ad Eros e poi non ricordo più…so che mi sono svegliato con una pizza in bocca e quando poco dopo sono alla battera gira pure voce che sorpreso mi lamento per i jeans con le ali da tamarro che indosso da 10 giorni! Il resto è un piccolo disastro, a partire da un doppio concerto discutibile, risse fuori dal locale, un sacco di amici che mi guardano ormai cosciente da ore come se fossi un mezzo freak, una Veronica allegra, ma non quanto un’Irene collegata con Telecapodistria, un cugino Tony pluriavvertito che manca all’appello tanto per cambiare, dimenticarsi, post bisogni in un bagno pubblico, di togliere un insolito tappo di plastica… I lati buoni sono Eros in piena che suona Dailit e compra tutta la discografia della matteite offrendo infiniti giri di grappe alla newyorkese, una ragazza bionda molto carina (che scopro essere la sua fiamma), collassare al nido sotto tetto di Eros a 5 minuti a piedi, avere il furgone carico, sapere di potersi svegliare per la prima volta dopo 4 giorni dopo pranzo, imbattersi per la prima volta in un cesso bidè, docciarsi, sapere di essere ormai alla fine di un tour, avere ancora la forza di scacciare la malinconia che di solito arriva puntuale dopo una brutta discussione, non sentirsi in debito o meglio essere coscienti di aver fatto il massimo, crederci almeno in parte.