matteite

Diario

HONEYCHILD COLEMAN (+ il moro e il quasi biondo)

TÜWI – Vienna (AUSTRIA)

Ormai sono 10 giorni che facciamo base e prove a Valvasone nella splendida dimora dei 3 allegri ragazzi morti. Loro sono gentilissimi e assolutamente sensibili e preparati alle tempistiche domestiche inevitabilmente complesse di una band che in una settimana ha deciso di riarrangiare un disco con un live di 12 brani. É un lavoro impegnativo, ma ci siamo. Una volta svezzato il primo tetris nel furgone del Pierascador e presa l’autostrada per Tarvisio, non ci resta altro che contarci in furgone: Honey, Ru, il Biondo, il Lento e la Matteite. Ci prepariamo ad una sana tripletta di 1500 km (escluso il ritorno) del tipo: Vienna, Berlino, Odense. In settimana è mancato il nonno del Pierascador, dunque preleviamo il guerriero post funerale all’aeroporto di Vienna armato di baffi e racconti di un viaggio in business class privo di catering, ma trascorso in compagnia di una modella molto incuriosita dal non chiaro lato rock ‘n’ roll dell’agente immobiliare in questione. Il Tuwi è un ibrido fra uno squat, un centro culturale e una caffetteria, dotato di un alimentari ricco di cibi e bibite prodotti direttamente dal collettivo, un palco abbastanza grande, un cane bianco tipo zanna bianca di nome Roger, svariati divani e tavolini pieni di portaceneri (yes, possiamo fumare dentro), birre in bottiglia da litro e una fonica tutto fare molto molto carina di nome Christine. Dopo una serie di problemi tecnici e un sound check interminabile è già ora d’incominciare il doppio show. La data è stata chiusa da Marco (un amico di Codroipo del Biondo) che però ha deciso di scendere in Italia proprio oggi, dunque preleviamo dal furgone delle bottiglie di rosso friulano e  andiamo ad addolcire o corrompere la fonica al mixer. Non c è molta gente, ma siamo tardi e i pochi presenti reclamano l’inizio del festino, in questo caso svezzato dalla Coleman. La gente balla da subito, soprattutto i pezzi più dub della scaletta che sono decisamente quelli più coinvolgenti sia sopra che sotto al palco. Vendiamo dei cd al banchetto merchandising improvvisato in velocità e mentre un dj set drum and bass tiene il groove della serata agitoso, incominciamo un live del moro particolarmente sentito probabilmente perché per la prima volta in due settimane di prove con Honey lasciamo da parte tutto lo stress accumulatosi per fare spazio alla voglia di suonare e “lasciarsi andare” per 30 minuti. Il seguito è da copione: il 90% della truppa a dormire, il Matteino in gonna armato di birete che si aggira fino all’alba per il locale ancora in tema carnevalesco, rincitrullito dagli occhi della fonica tutto tranne che lesbica e dalle logistiche di questo tour ormai completamente annebbiate. Punk is not dead yet!

IL MORO E IL QUASI BIONDO (+ Father Murphy + Chewingum)

CIRCOLO ARCI EDERA – Codroipo (UD)

Questo è un sabato che tutti aspettiamo da un pochino! E’ una serata molto eclettica, i gruppi non si assomigliano per niente, ma sono uniti da un’amicizia e da un rispetto reciproco tale da rendere possibile un’unica soluzione: “Feeeeeeestino (let’s celebrate…!?)”. Ho passato le ultime 48 ore in questo locale di nome Edera; prima il venerdì sera al concerto del floydiano e ultra basettato Giotto (terminato poi in un noto night club della zona, dove per fortuna non mi sono innamorato…), e poi a provare tutto il sabato pomeriggio con il Moro. Sono le 7 di sera, la pennichella pomeridiana di 15 minuti sui sacchi di Fantozzi mi è servita solo per rassegnarmi al fatto che il lavandino del bagno non è una doccia, che la fame non mi salirà tanto più di così e che è troppo bello svegliarsi, raccogliere il bianco da terra e salutare una squadra di grandi giocatori di calcetto dandogli subito degli ecclesiastici e delle Big bubble! La pasta è al dente e aiuta a far scendere l’orgetta di caraffoni di rosso che regolarmente vado a farmi riempire dall’analista barista, quella che ti fa sentire in colpa, quella alla quale chiedi un cuba libre e ti domanda: un altro? Fede Dracula Murphy butta al centro una discussione sul quel nazi mancato di Michael Gira, racconto la mia discutibile avventura di ego echo del 2000, mentre mi accorgo che il sugo è dailit, ma è per 4 e siamo in 15! Baratto una bruschetta con il cartone barbuto (quello che ha il basso di McCartney, e la barba e le altezze di Lemmy!) e vedo il locale riempirsi piano piano in modo notevole. C’è il problema che l’ Edera non è più un arci e bisogna fare una tessera a vita e a questo si sommano i 3€ del ticket, totale 10 banane. Qualcuno entra for free altri no, alla fine l’ EDERA supera i 130 paganti e la cosa mi rasserena molto. Noi siamo pagati in bibite (altrimenti non saremmo in grado di coprire le spese fisse dei marchigiani e dei veneti), questo mette il trio in una prospettiva molto rock’n’roll! Io e fede vinciamo a calcetto con il verde e il lento (non ci credevo proprio), ma poi di fronte al Barbuto e Rick Astley perdiamo 2 chili e reputazione. Il concerto dei Chewingum (Big Bubble) per me spacca di brutto, le cose che dice il Gran Dandy sono speciali, come le battere elettroniche suonate a mano, ma il formato è talmente Pop (come la sua voce) che qualcuno non coglie e guarda già i compressori di Michele a bordo palco pronti per la successiva scaldata noise del Moro. Fanculo le glicemie ordino un cacciavite alternativo (succo d’arancia+vodka) più un birra e vado sul palco a preparare la battera, la gonna, le cuffiette, le scarpe, la ferramenta…Il locale è super pieno, c è un sacco d’attenzione, aspettativa e amici come il Piccione che non vedo da sempre. E’ tutto molto veloce, un pezzo dietro l’ altro, sono troppo concentrato, mi emoziono di rado, il biondo dice di non capire un cazzo, Michele ubriaco che si sta divertendo di brutto mentre il moro sul gran finale salva il suo mac dal crollo del mio ride che questo giro non perdona la scheda audio e se la trascina per terra dritta all’inferno! Puzzo, sono sudato, bevo rum e pera per festeggiare il compleanno di Carlotta, mentre mi occupo del catering dei Murphy basato su acqua, whisky e mood volutamente intimista. Al cambio palco ci confessano che non vogliono suonare dopo il nostro show, ma per fortuna la cosa succede ed è molto molto emozionante. Il pubblico si è ridotto, ma ci si conosce a palla e siamo tutti super interessati, l’energia è ottima come la loro performance particolare, sentita, direi molto in chiesa, decisamente! Mentre una tossica gli sputa on stage, io ricambio mostrandole il culo intravedendo un principio di sorriso sulla faccia composta di Fede. La serata è infinita, vengo a sapere che fra 2 settimane incroceremo questi ragazzi nei loro nidi per registrare delle cose assieme, stessa cosa con i Chewing-gum con i quali tralaltro farò le 9 del mattino ad alici, burro, crackers, vino rosso, sigarette, biliardo, nella splendida dimora dell’ormai tailandese, squisito e gentilissimo Dividono.

IL MORO E IL QUASI BIONDO (+FLAP)

UNGAWA- Bergantino (Rovigo)

Meglio raccontare il tutto subito, altrimenti finisce che ci si dimentica i momenti più particolari, come il back line in giro per l’Italia. L’ Ungawa normalmente ha una programmazione prettamente garage, ma anche se è disperso nel nulla della nebbia e della campagna, da mesi ha intelligentemente educato il suo splendido pubblico ad andare ai loro concerti domenicali per l’ aperitivo. I compagni d’etichetta e super amici Flap, oggi presentano la loro nuova creaturina formato cd “Trees are talking while birds are singing” e lincati con il gentile gestore del locale Luchino, hanno organizzato una serata veramente speciale. Le tre sale, dall’estetica completamente surf garage, alle sette di sera sono stra colme di gente e tutto il giro di amici di Montagnana e Rovigo non fanno altro che pregarci d’incominciare il festino sul palco. Siamo partiti a mezzogiorno, sono passate sette ore in mezzo alla neve, la nebbia e un gelo veramente competitivo. Il catering è un fusto di Becks da 5 litri incrociato alla voglia di non deludere nessuno, e con dei presupposti e ingredienti del genere il cocktail è inevitabilmente magico: la battera fa un gran casino, ma le basi fuori sono a palla, Filippo mi passa le birete entusiasta e dice che fuori è una bomba. Perdo le cuffie, mi agito più del solito, incrocio con lo sguardo i sorrisi dei miei compagni in azione per conto di tutti i pappagalli, scimmiette e uccelletti che sfoggiano accuratamente vicino ai loro mixer. Durante la lenta mi emoziono più del solito mentre il finale è la guerra di rullate alla Slayer e di clarinetti targati satana. Ma siamo solo all’inizio; il concerto dei Flap è una chicca assoluta, solo ad Amsterdam gli ho visti così coinvolti e precisi. Ricambio il favore a Filippo e così arriva un nuovo fusto da 5 litri…La mia preferita è la prima del concerto e anche del loro nuovo disco, ma quando Tizio Bob Corn li raggiunge alla voce sono troppo, troppo felice per loro. Segue il merchanda dove vendiamo meno dischi del previsto, uno smontaggio nel gelo e in mezzo a una sala stra colma di danzerai sexy del “calibro” di Roger, una super pizza con doppaggio esagerato d’insulina ( più tardi perderò i pochi zuccheri in corpo…), dei baci modello tempo delle mele, Federico che perde le chiavi di casa e un ritorno in macchina direzione Montagnana (casa di Cristian e la Roby) in compagnia del Topo Alice, Pinus e la tonna nostroma Cesca! Cacchio che splendida giornata e che belle persone; grazie ai Flap e a quelli che ho già ampiamente ringraziato in separata sede.

IL MORO E IL QUASI BIONDO (+ Captain Mantell)

cantiere sociale CHIOGGIA LAB. – Chioggia (VE)

E siamo alla terza! Attacchi di panico, rincoglionimento o no, ci siamo e siamo pieni di buoni propositi pre natalizi ah ah! Chioggia è una zona che non conosco proprio, nel senso che è una parte del veneziano che non rientra nella mia ipotetica cartina, dunque sono molto curioso. Appena arrivato mi informo al bar della stazione accanto al locale, su eventuali treni (vorrei farmi raggiungere da freaks e cugini veneziani vari) e scopro che ce ne sono due soli al giorno: uno la mattina e uno il pomeriggio tardi. Siamo isolati nel nulla. Il gruppo di supporto durante la cena a base di ottimi, infiniti e squisiti tranci di pizza fuma un sacco, ma come fanno notare i miei colleghi fan, non butta al centro. I tre personaggi chiave della seratasono invece: Rocco fonico tutto fare, Enver armato di bicicletta e Mattia battero blake/e/e/e che biondissimo con quella giacca 70 mi sembra uscito da Cristiania a Copenaghen, awesome! Il posto è microscopico, fuori c’è un umidità e una temperatura da oscar, ma dentro si fuma e si beve al super caldo e questa a casa mia si chiama libertà: zizza! Del concerto ricordo poco, a parte i danni alla strumentazione; nel senso che io sto suonando con lo sgabello del lento perchè non ho i dindi per comprarmene uno nuovo, il biondo si è dimenticato il trasformatore del mixer (come io la felpa) ad Avellino ed infine al Moro non funziona più il suo mixer…Stiamo facendo del nostro meglio e fra superstizione, sfiga, lagune, spritz, gonne con spacco, voglia di raccontare e dire le cose, il Moro è in attivo in cassa già da un pochino e fra poco potremmo pure permetterci di registrare e pagarci in anticipo un nuovo disco fatto tutto di collaboration: ogni pezzo Moro versus un amico, un eroe, uno spacciatore, un’amica, una generazione, un ricordo, un altro come noi tipo: Emotionally confused! Domani siamo con i Flap e si muore dal ridere!

IL MORO E IL QUASI BIONDO (+ Fabio Magistrali duo)

Tana del topo – Jesi ( Ancona )

3 concerti di fila in 3 giorni è chiaro che (se ti piace divertirti ) possono essere un impegno fisico e anche psicologico importante, ma nella squadra del moro si è fatto ben peggio, dunque si va’ dritti come dei treni e dentro la piccola macchinetta rossa di Roby siamo alla giornata 2 in viaggio dalla Campania verso le Marche. Il supereroe Spiderman è seduto davanti con il Biondo ed ecco che per un attimo perde i sensi, blatera cose senza senso ai colleghi per poi “riprendersi” e domandare alla squadra: “chi siete? cosa faccio qui?” Sono sobrio, ho le glicemie perfette, ma non sto dormendo un cazzo da settimane e questa specie di attacco di panico domestico (come sottolinea Lore) è un classico allarme che dice una cosa sola: “Matte io mi preoccuperei se non ti succedesse, perché allora vorrebbe dire che sei un alieno…”. La location del concerto è molto molto carina, come tutto il team assolutamente disponibile, simpatico e pure completamente coinvolto dall’immaginario musicale e non solo del Moro! Girano torte, prelibatezze fatte in casa, del buon vivo rosso; mentre ascolto il sound check di Fabio Magistrali e compagna, guardo le splendide foto disposte con cura sulle volte di questo circolo misto galleria, valorizzato anche da un illuminazione semplice, ma estremamente efficace! Per fortuna l’aperitivo all’esterno del locale (in molti preferiscono stare fuori) viene giustificato dall’evento e con l’intro del Moro lo stanza si riempie completamente dando un energia alla performance decisamente diversa. Mi ricordo l’esaltazione dei ragazzi al bar, quando prima del finale schizzo a prendere da bere, come il sorriso più tardi di 4 giovani fanciulli che decidono incuriositi di comprare il cd al merchanda; 4 cd per 20€…Colgo l’occasione per ringraziare l’organizzazione per lo splendido ostello + guida notturna e salutare Fabio Magistrali che incrociamo la mattina seguente durante una splendida giornata di sole.