matteite

Diario

IL MORO E IL QUASI BIONDO

CIRCOLO ARCI SESTO SENSO- Bologna

Stanno occupando le università e le scuole in giro per tutta l’Italia, la tensione fra destra e sinistra cresce come i decreti discutibili e la confusione generale. Il Sesto Senso è un covo bolognese in piena zona universitaria che in passato mi ha dato un sacco d’emozioni sia con Dailit dal vivo che semplicemente passando a berci degli aperitivi con gli Ulani. I titolari sono dei nostri, appena c’incrociamo al di là del balcone (coscienti del possibile poco pubblico dovuto alle occupazioni) scattano un’orgia d’aperitivi e di promesse bellicose sull’esito del resto della serata. Francesco Trees of Mint oltre ad essere dj e prendere il posto di Dimitri (che è suonare a Torino con Postal) è quello che gestisce l’evento, il nostro riferimento, quello che mi salverà durante tutto il resto della giornata e che alla fine di numeri improbabili e racconti di tipica espressione di matteite cronica all’ennesima potenza, mi farà gentilmente morire sul suo enorme divano dal quale poi cadrò sbattendo la testa, ma russando con il sorriso stampato. Mi ricordo prima una ragazza mezza slovena dagli incredibili occhi azzurri che solo ad inizio serata si offre pure di ospitarmi a dormire con la madre e poi la barista della mattina che invece (in compagnia di un ragazzo molto simpatico, il sottoscritto e il Carletto Strata) non si tira mai indietro nell’ordinare bottiglie di vino bianco greco da 13 gradi. Il concerto mi sembra vada bene, ma i vicini chiamano per il casino e anche se potremmo divertirci siamo tutti in tensione per paura di fare troppo rumore. Alla quinta bottiglia dopo una cena di 3 panini, un tagliere di salumi squisiti e una mega insalata stra piena di Tabasco, la Matteite e il Carletto decidono sbrubaldini di andare in missione a vedere se Egle o il giro dei De lano lavorano sempre in un baretto vicino…Bingo! becchiamo tutti i Blake/e/e al completo (manca Egle), veniamo a sapere che quella fava del De Carlo non ha fatto da piccione viaggiatore e nessuno è stato informato del gig. Nessun problema, tutta la crew al completo ritorna al Sesto Senso e poi mi è veramente difficile ricordare…so solo che la mattina dopo come un fiore schizzo al locale a scusarmi, trovando tutto lo staff molto gentile e assolutamente comprensivo. Li abbraccio, immagino di aver rischiato d’essere eliminato come in una partita di risiko e mi congedo con un sano rock n’roll! Uno sgrassie sincero ai Blake/e/e, al Moro, a tutto lo staff dell’Arci per avermi sopportato.

IL MORO E IL QUASI BIONDO

>CIRCOLO ARCI FANFULLA- Roma

Le date, l’investimento d’energia, soldi, tempo per organizzarle, la logistica on the road, il bisogno di dire delle cose e di confrontarsi per cercare di crescere in questo mestiere (o in questo hobby di myspace più popolare che mai…), sono tutti elementi affrontabili singolarmente, ma dal momento in un cui diventano un’unica missione, lo sforzo (che diventa necessario) è spesso anche estremamente impegnativo soprattutto se gestito da una persona sola. Dall’altra parte della “scrivania” invece, gli equilibri in una band rock ‘n’ roll sono altri e spesso sono molto sottili, soprattutto se questa ultima viene giustamente viziata perché già coordinata di default da un’etichetta, un distributore fisico e digitale, un ufficio stampa e un booking agency. Il moro e il quasi biondo sono un laboratorio live e non solo, esattamente come la Matteite rec. che, capitanata dal sottoscritto, non può far altro che lanciarsi e crescere on the road, sia come artista (battero del moro) che come struttura d’edizioni. Anche sei i ruoli e i doveri di tutti sono chiari, quando certi obbiettivi contrattuali ed economici fra le due realtà vengono raggiunti, è chiaro allora che rimane solo la voglia di dire assieme delle cose musicalmente, unico vero motore di tutta questa avventura chiamata IL MORO E IL QUASI BIONDO “Questa è una parentesi :)”. Questa data di Roma del Fanfulla rispecchia perfettamente questo equilibrio fragile, reso oggi concretamente più solido da una performance e un pubblico decisamente speciale. Alle luci e proiezioni il mitico Mutech, nel pubblico un sacco di curiosi e amici, tra cui Dan il regista, Tommy, la Tomasino, lo staff, Rosal…la cosa funziona, si sente bene e la gente è nello spirito perfetto per affrontare lo show e soprattutto divertirsi e lasciarsi andare anche con un genere apparentemente così di nicchia. Ci sono difficoltà con il dormire, quelli su cui contavo si sono scordati; mi organizzo con il circolo e alla fine dormiamo dentro al locale, con la serenità di non dover smontare o preoccuparsi di lasciare in strada gli strumenti. La magnifica compagnia di un po’ di gente speciale e un impedibile torneo di calcio balilla da nottambuli, fanno sì che non veda l’ora di rifare un concerto al Fanfulla con la stessa energia e credibilità!


DEJLIGT (+Il moro e il quasi biondo)

La taverna di Franz – Lignano (UD)

Si ritorna in Friuli e per la precisione, anche se l’estate è finita da mò, a Lignano. Questa è un’altra di quelle date che nascono per caso da myspace, il locale (che non conosci) ti contatta, chiedi un cachet, pensi alle spese dell’etichetta, fai due conti e ti senti fortunato. Siamo in coppia con DEJLIGT che chiudono questo “feed the dog tour” iniziato ancora a marzo 2007 con oltre 90 date in cartellone. La Matteite si dimentica la chitarra a Udine, s’ingegna assieme al gladiatore Caius per attaccare una cinghia con il Gaffa sull’acustica del biondo e cerca di capire l’esito di questa serata tutta particolare. Non c è nessuno in giro per Lignano, c’è un concerto in un bar vicino, ma sembra ci siano 20 persone. Franz del locale e il suo collega sono sereni perché dicono che la loro Taverna sta aperta fino alle 7 del mattino e dunque ha una clientela di nottambuli. Verso la mezzanotte siamo in pochi, ma il buon Marco Pilia è arrivato con una macchina piena di Fanciulle carine fra le quali la splendida Astrid appena tornata da Tokyo. Li osservo sorridendo al microfono e constato che è il concerto con la percentuale più alta di topa. Con Dailit partiamo di nuovo con le lente, ma Caius è distratto, forse perché deve andare a Gorizia dalla donna e questo giro la performance risulta effettivamente discutibile, non ci siamo proprio; non ci penso, esclusivamente in funzione del super lavoro che fra poco dovremo affrontare per preparare il set dal vivo del nuovo disco in italiano, appena finito di mixare dal buon Moscolow Dave e in uscita a Marzo su Tempesta. Il biondo e il moro si devono ancora riprendere dal festino veronese, il concerto fila liscio, ma siamo un attimo scarburati, forse anche per il poco pubblico e il contesto veramente distante dal loro immaginario. La serata si sposta in principio a casa d’Irene (che prende gentilmente in custodia a tempo indeterminato il 4 coni Marshall del Biagio) con il resto della squadra stra in forma, mentre il biondo rimane a dormire in macchina sotto casa. Per fortuna io e il buon Pierascador non ci si vede mai, dunque quando inevitabilmente il mood nell’appartamento cala, decidiamo di ritornare alla taverna e affrontare il bancone e il tavolo da biliardo da veri guerrieri. I discorsi si fanno vaghi, ma il titolare del loco oltre ad essere molto generoso, verso le 7.30 del mattino dice che potrebbe incominciare a prendere in considerazione il fatto di andare a dormire, io e il Pie’ siamo un attimo confusi…l’orario ci lascia perplessi, sorridiamo, ringraziamo, paghiamo e schizziamo a dormire nel nido Dainese di Lignano pineta. Well done!

IL MORO E IL QUASI BIONDO (+Rue Royale)

Circolo Arci KROEN- Villa Franca (Verona)

Ci mettiamo un attimo per trovare lo splendido circolo nella campagna veronese, ma una volta giunti a destinazione non possiamo far altro che rilassarci e goderci questa location ricca di splendide sorprese. La prima è che al mixer a fare i suoni dei Rue Royale trovo il gentilissimo Romano armato di maglietta Dailit, scoprendo così che tutto il collettivo dell’Arci Kroen è costituito da vecchie conoscenze locali. Questo rilasserà tutti di default, soprattutto alla cena, quando scopriamo che i cuochi dalla cucina buonissima e stilosa vivono quest’arte magnifica esattamente come la programmazione dei concerti, organizzando cene a tema, scambi culturali, confrontandosi prima di tutto con le persone che ricoprono di prelibatezze. Alla fase grappe scopro che la famiglia Dekker salta il giro, trovandomi così di fronte ad un assolo di piccoli ma efficaci bicchierini di vetro. Il moro e il biondo non parlano molto l’inglese, ma seduti a tavola li sento più partecipi, siamo tutti molto curiosi e anche pieni d’idee, pensiamo che potrebbe essere carino (oltre a farsi un sano week end a Venezia con il duo) registrare delle cose assieme. Bene, a questo punto arrivano dei free drink e la fanciulla dietro il bancone dice che un loro amico nord africano beve regolarmente questa pozione magica: Amaretto di Saronno, rum e birra. Mi lascio convincere facilmente e il nostro concerto cresce meglio di quello prima, anche i due nuovi brani in scaletta rendono il tutto ancora più credibile del solito. I Rue Royale sono delle macchinette e, anche se le loro canzoni si assomigliano molto, sono particolarmente belle ed è veramente facile lasciarsi andare ed emozionarsi appena si ha l’illusione di capire qualche linea dei loro testi…soprattutto quando a Brookln scappa un “ghe sboro” insegnato a cena dalla mente bischera del Matteino. U eff ou! Facciamo tardi, passiamo tutta la sera a parlare con i presenti che verso fine sembrano di più, a parte la dolce Caterina che deve schizzare presto a lavorare in ospedale. Ci addormentiamo in una stanza al terzo piano dell’edificio dotata di mitici e comodi letti a castello, scortati da un cane simpaticissimo che decide di rispondere al mio russare con una genuina abbaiata e concludere le sue presentazioni ufficiali con un sano balzo dritto sul letto dove giace alla frutta il biondo. Il risveglio sarà meglio dell’arrivo, i cuochi ci sorprendono nuovamente con un pranzo speciale e un energia veramente competitiva rispetto alle condizioni della tavolata. Bellissimo, estremamente Dailit direi. Grazie a tutti di cuore, anche ai Rue Royale che da questa mattina sono già per strada verso Salerno.

IL MORO E IL QUASI BIONDO (+Rue Royale)

Circolo Arci TETRIS- TRIESTE

Ok ci aspettano tre date di fila e le prime due in compagnia di questa coppia duo di sposini dei Rue Royale: lei di nome Ruth (che si pronuncia come tetto in inglese) di Birmingham (UK), come gli Iron Maiden, e lui Brookln di Chicago come un sacco di band che amiamo. Lei, per essere della terra del fish and chips, è obbiettivamente molto carina, quanto è stra rilassato e gentile il suo compagno. Sono in giro da mesi e si vede che sono super rodati come il loro Tom Tom sulla macchina con guida a destra. Il Tetris è un locale perfetto per conoscere i nuovi compagni d’avventura; il collettivo ci ama, riempiendoci di birete, pizze mega giganti, fotografie, gentilezza misto completa disponibilità! Il guest della serata è sicuramente il Carli che oltre ad ospitarmi a notte fonda, risulterà un perfetto cicerone pre concerto…Mentre ci congratuliamo a vicenda per le rispettive performance con i Rue Royale, i ragazzi ci raccontano di essere stati derubati in Olanda e di essere tremendamente e costantemente in paranoia per il loro back line. Ma il festino s’impenna come al solito solo quando i nostri doveri come musicanti, bookers, venditori di cd, drivers, navigator manuali con mappa, si concludono! Da quel momento (a parte le fotografie che ho in testa sugli amici entusiasti per il concerto) i discorsi e i racconti della serata si fondono come in un perfetto cocktail, quello che di solito ti lascia spegnere e risvegliare the day after in un treno con l’ansia di esserti dimenticato l’insulina o d’essere in ritardo, mentre ci si accorge d’indossare una maglietta nuova di provenienza non ben identificata.