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Diario

IL MORO E IL QUASI BIONDO

Punky reggae pub, San Zenone degli Ezellini (TV)

Ed eccoci qui, seconda data di fila per il Moro solo di domenica. Il Punky è un Pub che conosco bene e mi ricollega inevitabilmente a Cioik (che gentilissimo ha chiuso la data), ad Andrea e al resto dei ragazzi dell’Asolo festival che, oltre ad essere presenti, ritrovo super disponibili e gentili. Dopo l’infinita statale da Montebelluna, conosciamo sul loco i ragazzi padovani e stra alla mano dei Lunainfea che apriranno la serata con del sano rock psichedelico. La cena è ottima quanto il vino e anche il nostro concerto; anche quelli che non sanno chi sia Fennesz o Mause of Mars, cresciuti a pane e hard core, ci riempiono di complimenti, sostenendo che il concerto è concretamente particolare. Vendiamo dei cd, il Lento e Mr. Cruciverba si lasciano andare con una coppia di simpaticoni al calcetto e il resto della giornata prosegue in serenità, ma di certo non come in una domenica qualsiasi.

DEJLIGT + IL MORO E IL QUASI BIONDO

BAR DELLA MORTE /MARSURE (PN)

Siamo stanchi, esausti! Il cocktail più in voga di recente porta la bandiera dell’inferno, quella con scritto sopra no mercy, senza pietà. E se la bibita diventa compagna di merende quando si è impanicati per le troppe cose da fare, non si può neppure lontanamente immaginare i suoi danni dal momento in cui si decide d’abbracciarla in onore di un previsto festino! Il Bar della Morte è la conseguenza di quello successo due giorni prima (post concerto friulano degli amici Dada) nella dimora udinese della gemellina…Ma torniamo a Marsure al Bar; con la faccia del moro sorpresa per l’estetica del locale, quella del biondo molto più grigia e appunto ancora sconvolta dal festino di ben 48 ore prima, segue Caius sorridente, ma spaventato dall’idea che la Cinzia accenda il camino dietro alla sua battera e poi ancora Pierascador, agitosissimo perché di domenica deve schizzare in ufficio a Valvasone a finire delle trattative. Io? Sto allreeet, ho passato il pomeriggio a “provare” con Dailit, ma la mia testa è perennemente concentrata sul lavoro di missaggio del disco nuovo, sulle date, i dischi in uscita dell’etichetta, sul bisogno di soldi, di un nido, forse d’innamorarmi di nuovo, di sfondarmi di schifezze, non pensare a nulla per un pochino e staccare la famigerata spina…impossibile! Il concerto di Dailit parte all’inverso, prima tutti i lentoni, poi 2 nuove in italiano e poi un pochino di rumba…Ci sono dei buoni amici ai tavoli, ma il concerto mi emoziona solo all’inizio, poi finisce in caciara perché siamo poco concentrati. Il Moro ha dei volumi nelle basi da fantascienza, non so bene cosa sto facendo, il pubblico reagisce bene quanto i vicini che si lamentano a tal punto da far interrompere il concerto. Sono di fretta, mi faccio pagare, saluto il biondo che ha appena bisticciato con il moro e sono già per strada verso il mare ad ascoltare i provini del mio disco come se da venerdì non avessi mai lasciato la regia di Moscolow Dave.

IL MORO E IL QUASI BIONDO

RIPRESE VIDEO “possono essere baciate” Via del Pigneto- Roma

Ci siamo, non ci siamo, non si capisce più nulla. So che la domenica al Fanfulla non si scherza, come il lunedì o il venerdì…Pastis, calcetto e chi più ne ha più ne metta. Una cosa alla volta. E’ l’ora di pranzo, vengo prelevato al volo e di culo a Piramide dal regista e amico Dan e, mentre passiamo di fronte al Colosseo, mi accorgo che la gente in macchina si sta moltiplicando come le telecamere. Dopo poco siamo in uno studio carinissimo in una laterale di via del Pigneto (location del video clip del moro) e all’appello, oltre ai miei colleghi, ci sono un sacco di facce nuove assolutamente simpatiche. Spilucchiamo delle pizze benedette, cerchiamo di montare la Steadycam sul gran Daddy e schizziamo sul campo di battaglia pronti a camminare per ore su e giù per questa strada pedonale appena reduce da un mercato e da una bella pulita a getto degli spazzini. Alle nostre comparse personali (Marcello, Alessandro e Mutech) armate d’ananas, banane e 24ore alla Lion, si aggiungono una serie d’inevitabili freaks seduti su delle panchine a metà via. Io nel video appaio a metà, uguale metà via, uguale sono vicino di set della panchina di satana; baratto sigarette con banane, birre, bagigi, bevo un sacco d’acqua di scena, parlo da solo, soffro il freddo (indosso solamente una bellissima maglietta a maniche corte gialla del biondo) e muoio dalle risate ogni volta che al passaggio della truppa i guest a bocca piena strillano “dai che sto giro è quella bonaaaa”. Dopo una decina di piani sequenza mi sembra che ne abbiamo già due buone, ma finché la luce tiene bisogna darci dentro e camminiamo, pensiamo, ci lasciamo andare a nostro modo, anche se la fame, misto voglia di sedersi, fare all’amore, guardare un film rilassati su un divano, cresce vorticosa. Ad un certo punto Dan dice stop e mentre una fanciulla molto carina mi offre dei biscotti alla cioccolata (che per me sono peggio del crack!), mi ritrovo con tutta la truppa in mezzo alla strada fuori da un bar a guardare dal piccolo schermo della telecamera quella che sarà la buona di questo video sofferto, ma assolutamente speciale. Dan non so come ringraziarti, ed ora siamo a due; e non c è due senza tre, ci si vede al Fanfulla il 29, din’…Peter Parker!

DEJLIGT + IL MORO E IL QUASI BIONDO

STEREO NOTTE- Radio 1- Roma

Come dicevo nella news letter di quest’avventura romana, sembra che il nome Barbara ci porti fortuna: Barbara Santi e Barbara Tomasino scrivono entrambe su Rumore, solo che la prima è il nostro ufficio stampa, la seconda conduce Stereonotte su Radio1 il sabato notte. L’invito per la matteite rec. a questo festino radiofonico nella capitale è un super piacere oltre che chiaramente dare un’ ottima visibilità per le band dell’etichetta. Siamo tutti un attimo confusi ed emozionati. Dopo sei ore di viaggio con alla guida fisso il biondo (armati di cartina della sorella) arriviamo puntuali all’appuntamento con Barbara in una pizzeria vicino al Sinister Noise (Piramide). Anche Enrico è a Roma, ma è incastrato al festival Il Sorpasso ad accompagnare Le luci della centrale elettrica; ci suonano pure i Comaneci che mi piacerebbe un sacco salutare. Siamo tutti distanti, ma lo visualizzeremo meglio nei 3 giorni a seguire. Dalla pizzeria salgo in macchina con Barbara che è in ritardo spudorato per la trasmissione. Dallo specchietto retrovisore vedo il moro imprecare mentre cerca di starci dietro nel delirante traffico romano del sabato sera. Dal delirio alla quiete più statica e statale di sempre. Dopo un giro di Pass e controlli vari e aver scaricato e trasportato un intero studio (monitor compresi) al secondo piano di una sezione della rai, crolliamo per terra, sulla moquette di un corridoio talmente silenzioso e deserto da farci scappare immediatamente a fumare sul balcone di un’uscita di sicurezza. Dopo un tg veloce, caratterizzato da un giornalista perfettamente adattato alla flemma e alla noia notturna di un posto del genere, tocca a noi che da eroi (nel tempo di due canzoni) montiamo il back line di una band e mezzo. Barbara è in piena, partono inevitabili domande sulla Matteite rec. sul nome Dailit, ma anche sul fatto che in italiano si esce con un altro nome (la gente on line inizia a proporre nomi tipo Clessidra). Poi ci sono i live: inzio con Beat the Gong; lo sgabello è troppo alto, non riesco ad appoggiare i piedi e mi distraggo amplificando l’emozione, ma mai come quella del Moro e di Roby che alle veloci domande rispondono in modo assolutamente timido. Si rifanno con una performance elettronica bellissima, non posso credere che tutto è ripreso dai microfoni della scrivania (nessun canale nel mixer) e che loro ci danno nei loro monitor di casa come dei matti. Segue il primo pezzo in italiano inedito dal vivo”…e non mi ferma più niente” che è bello triste e mi scombussola a modino! L’ora dalle 2 alle 3 vola di brutto. Siamo felici, si è fatto più o meno il nostro dovere e mentre riattraversiamo Roma ancora adrenalinici, ci chiediamo cosa avrà sentito la gente a casa dato che sembra che nessuno in studio abbia registrato. Grazie a tutte le varie Barbare e all’accoglienza delle 4 del mattino del cane di Giorgia!

IL MORO E IL QUASI BIONDO

OSTERIA AL RUSTICO- Prodolone- San Vito al Tagliamento (PN)

Uau che periodino, siamo tutti un attimo su di giri, ma anche particolarmente stressati. Questa è una piccola datina happening in zona, venuta fuori grazie alle mail random su myspace che ogni tanto portano un pochino di fortuna, oltre che qualche soldo in tasca, dato che le distanze sono minime. Non sono mai stato in questa osteria di San Vito, ma quando arrivo capisco che Carlo (il ragazzo con il quale mi sono sentito via mail) è uno dei nostri, o meglio lo metto a fuoco nei movimentati anni 90 pordenonesi. Il cachet varia a seconda della gente e dunque si passa tutta la settimana a invitare gente d’ogni forma e colore; il risultato è che siamo pieni d’amici perché alla fine ci sono un po’ tutti e il concerto diventa un piccolo e gustoso ritrovo infra settimanale. Sono molto felice, il vino della casa è buonissimo, mi tengo a stomaco vuoto saltando l’insulina e in un attimo sono in pieno concerto sul palchetto microscopico. Siamo da soli, non succede mai, il nostro set è corto, Lore dopo il pezzo alla Fantomas con il quale di solito si chiude il concerto, parte con una versione super veloce groove di …mm…non mi ricordo!? So solo che il metronomo è velocissimo e la Matteite parte in bomba con un tempo talmente veloce e impestato che dopo 10 secondi si augura di arrivare vivo alla fine…prosegue per 5 minuti buoni…e non mi ferma più niente, neppure questo male al dente eh!? La serata continua alla grande, la gente vuole i cd, e noi (che siamo dei pessimisti peggio dei Joy Division) li finiamo subito perché si è lasciato il resto delle copie a casa. Al pagamento c’è un attimo di contratto con i ragazzi che sperano di darci poco di più del minimo garantito (anche in caso di due presenti), per poi offrirci bibite e cibo 5 stelle fino a notte super fonda. Prima dell’orgia culinaria ho un attimo di tensione con il Moro, credo dovuta all’alcool, ma soprattutto al suo modo di fare filosofico e logistico con mani in tasca durante il dinamico momento dell’imballaggio…Non so bene chi stia più fuori dei due. So solo che a me innervosisce e distrae perché ho le zampe che si muovono da sole e leggo il resto del pianeta come una cosa terribilmente lenta… Grazie per avermi riportato a casa sano e salvo ragazzi e grazie a tutti gli svariati amici che hanno gentilmente deciso di passare!