matteite

Diario

DEJLIGT (+DADA MATTO)

NEW REVOLUTION – Avellino

Abbiamo dormito strabene per due giorni a casa del Babbo di Vittorio, lo salutiamo per la seconda ed ultima volta e torniamo (in ritardo) al Rifrullo con quella di beccare Roby e le tre nuove amiche che sembra abbiano voglia di mare. La new entry divertente (oltre alla bellissima barista Francesca) è sicuramente lo spericolato musicista di strada e matto professionista Giovanni.A Lorenzo e agli altri non sembra vero, passiamo un’ora a jammare con lui armati di chitarre acustiche, cembali, maracas, ovetti, documentando il tutto con foto e riprese varie targate U-tube.Una volta ad Avellino scopriamo che il soundcheck è appena alle 8 di sera, sono le 5 del pomeriggio, investiamo le successive tre ore in una sana pennichella in albergo: zizza!Il locale dove dovremmo passare le nostre prossime quarant’otto ore sembra quell’osteria marcissima del film di Tarantino “Dal tramonto all’alba”. Fumiamo un sacco di sigarette, decido di far suonare i Dada Matto come headliner (dato che la data era loro in principio) e facciamo conoscenza con la squadra del locale ovvero: mastro Antonio, Oscar (adesso ha il taglio di capelli di Warhol), il gentilissimo fonico Luigi, la cuoca e tutto fare Rosal “Daniela”, la mitica Francesca con compagno, del quale chiaramente non ricordo il nome…Le logistiche del bancone dicono che, come i Blues Brothers, fra noi e Dada Matto siamo già ad un conto che sfora i 150 euro…Antonio dice che i nostri compaesani Trabant la settimana prima lo avevano avvertito del potenziale a bibite della Matteite, in realtà siamo in più di nove persone, è normale amministrazione. Il concerto di Dailit spacca; sul palco sento poco, forse perché i volumi sono improbabili, ma Lorenzo dice che fuori è la guerra, mi fido e arriviamo dritti fino alla fine sudati come poche volte. I Dada Matto sono fighissimi, hanno un tiro genuino, si vede che è tanto che suonano assieme, sembrano fratelli! L’umore della squadra va alle stelle quando convinco Antonio a lasciare il backline al locale e a schizzare in albergo a rilassarci. Ottima serata, impeccabile direi, grazie Oscar, Antonio e “Daniela” eh!

DEJLIGT (+ IL MORO E IL QUASI BIONDO)

Fabbrica Pezzullo/Nestlè – Eboli (SA)

Risveglio veloce e dritti alla “pasquetta” del 1 maggio. Luigi genio ha invitato tutta la ciurma per un pranzo spettacolo nella sua mansarda/attico in centro. Sta cucinando in terrazzo una cosa come sette chili di carne, le bistecche stanno prendendo la dimensione di pagine gialle, Francesco rasta ha la responsabilità dell’aglio e olio per trenta, in più ci sono i cannoli siciliani, un sacco di fanciulle simpatiche, cascate di vino rosso, un sole feroce e una semplice ma genuina voglia di rilassarsi e non pensare ad altro che mangiare. Sono le quattro del pomeriggio, gli splendidi Andrea e Vanna aprono delle bottiglie di Rum e Pera, mentre Roby ricorda ai musicanti che è ora di andare a fare il soundcheck. Di fronte alla fabbrica ci sono delle manifestazioni in corso. In questi giorni stanno licenziando un sacco d’operai e inevitabilmente c’è della tensione, ma anche del buon interesse nei confronti del concerto sul palco dall’impianto discretamente grande. Nell’organizzazione sono tutti molto disponibili, ma i tempi tecnici sono eterni e la Peroni calda, sommata alla stanchezza e al sole, a lungo andare stufa. A sorpresa arrivano da Salerno Paolo, Carmine e Pepo con compagna, più tutti i ragazzi del pranzo che chiaramente non hanno mai smesso di festeggiare la “pasquetta” indiavolata eh! Sul palco si alternano gruppi locali e quando è il turno del Moro sono rimasti in pochissimi nel piazzale immenso. Decidiamo di caricare il furgone e di saltare il concerto di Dejligt. L’alternativa preferita è quella di andare (come la sera prima) a mangiare delle paste e bere degli aperitivi nel bar di Michele assieme a Luigi, Peppe e tre fanciulle scatenate che ci seguiranno pure nei giorni a seguire. Un day off come “altri”…

DEJLIGT (+ IL MORO E IL QUASI BIONDO)

Bar Rifrullo – Eboli (SA)

Eccoci, siamo alla prima di quattro datine selvagge in giro per la Campania; in assoluto è la regione che ospita più spesso Dejligt e in questo caso questa nuova avventura del Moro e il Quasi Biondo. Dopo quindici ore notturne di furgone i mitici Roby e Vittorio del Rifrullo ci aspettano come al solito al Bar d’Eboli; di fronte ad un’orgia di caffé strettissimi giro a Roberto dei cd con un paio di file audio di DEJLIGT (pure lui si vuole lanciare nel trip dei DEJLIGT remixes) e vengo a sapere che il giorno dopo (a sorpresa) siamo stati invitati a suonare ad una manifestazione per il 1 maggio di fronte alla fabbrica Pezzullo d’Eboli. Questa sera Dailit suona per secondo, assieme al Moro facciamo una squadra coordinata e affiatata di sei persone; giusti giusti riempiamo il furgone che gentilmente Mr. Sleepy ha affittato alla truppa. Il palco è molto piccolo, ma incredibilmente riusciamo a montare al completo le magiche cianfrusaglie elettroniche di tutti e, dopo un assolo di birrette e una pizza molotov, siamo pronti con l’intro dei fonetici. E’ la nostra terza data e chiaramente cresciamo a vista d’occhio, le logistiche sul palco, al bancone, in autostrada si semplificano, i consigli deliranti di Lore nelle mie cuffie, affiancati a quelli di Roby (ogni canzone chiama il pezzo), aumentano la comunicazione durante la performance…a questo punto ci serve un Walkie Talkie per intercettare Mario al mixer. Prima del gig di Dailit c’è un certo interesse del pubblico, la gente si avvicina al palchetto, ci osserva montare, qualcuno compra fortunatamente i dischi del Moro. Caio il Magnifico è in piena forma, un treno incontrollabile, sia con la battera che con le fanciulle. Il concerto diventa un bellissimo festino, l’atmosfera e il suono sono ottimi. Prima di andare a dormire a casa del dolcissimo babbo di Vittorio, rimaniamo a parlare nella piazza fuori dal locale assieme a nuovi amici, come Luigi genio, Francesco rasta, Alessandra fotografa.

DEJLIGT (+ Il Moro e il Quasi Biondo)

Osteria da Zucolo – Bar Giallo – Porcia (PN)

Il risveglio dal Pierascador è stato impeccabile! Mega toast, insulina, spesa e poi via dritti a scaricare tutto a Porcia al locale. Per me è una piccola emozione suonare per la prima volta in quest’osteria storica, è talmente piccola e frequentata principalmente da amici che siamo più che certi che la serata verrà qualcosa di carino. Il gestore Marchetto è un attimo inpanicato perché si ha il back line dei Pink Floyd, ci aspettava in tre in acustico, invece…eh eh! Siamo pieni di Mac (tipo quattro per la precisione), il dolcissimo Luca Cani mi domanda se vogliamo aprire un internet point e soprattutto se può giocare al solitario! Scocciare i cavi per terra, togliere tavoli, portare le custodie vuote in magazzino, trovare una location per ogni pezzo nella saletta, ci porta via un sacco di tempo…saltiamo la cena e con le pancette piene solo di birrette inauguriamo la serata con l’intimo ed estremamente sentito concerto del IL MORO E IL QUASI BIONDO. Togliamo due brani convinti di essere tardi (Marchetto è stato radicale) e filiamo via dritti fino alla fine. L’atmosfera mezza dark si lascia addolcire dagli speciali filmati (sincronizzati alla musica) gestiti dal buon baffolo Marione. Siamo felici, i presenti e i curiosi reagiscono molto bene, sono sicuro che con il tempo il Moro dal vivo diventerà qualcosa di speciale ed interessante. Siamo alla seconda data di questo tour e, mentre il Pierascador prepara la stanza per il Gig di Dailit, rimango fuori in strada a fumare e a parlare a random; devo staccare e prepararmi psicologicamente al prossimo concerto. La poca voglia ritorna appena Simon, Cristina e tanti altri esultano perché arrivati tardi pensavano di aver perso la performance di Dailit. Beviamo delle cosine a collo, facciamo un line check veloce con l’aiuto del Piccione che non vedo da una vita e ci lanciamo nella mischia. La Eva dice che suoniamo da cani, ma che facciamo un ottimo cabaret! Io sto molto bene, le canzoni hanno la loro magia. Caio il Magnifico cerca di suonare piano, il Pierascador è nel suo mondo dietro di me che suona ad occhi chiusi, io mi lascio andare agli sguardi degli amici che sono presenti fino alla fine supportandoci e chiedono bis, perché è venerdi sera e alla fine i Dailit al bar Giallo credo siano un’alternativa più che divertente, oltre che un’ottima occasione per beccarsi un po’ tutti. Grazie Marco e per le tre dell’Ave Maria (Elena, Maura e Paola): scusate per le “inconsce” scoreggine…ih ih. Din’

DEJLIGT (+ Three in one gentleman suite +Il Moro e il Quasi Biondo (presentazione disco))

LOCOMOTIV- Bologna

Bene! Siamo alla prima per il IL MORO E IL QUASI BIONDO! I nuovi arruolati del carrozzone Matteite Records questa sera presentano il loro disco “Questa è una parentesi :)” che uscirà nei negozi in Italia il 1 maggio, distribuito da Venus. Oltre ad essere la data zero del tour è anche il loro primo concerto in assoluto. Siamo tutti particolarmente nervosi, in settimana si è lavorato duro provando la notte e la mattina presto nei tempi morti del PD, che durante le ultime sfortunate elezioni ha deciso (come il Moro) di chiedere ospitalità all’Edera. Siamo senza furgone, ci muoviamo con svariate macchine, scortati da Ale Edera (che assieme alla Matteite ha curato il booking di questo tour) più il Carletto, Andrea, Filippo Flap e più tardi Francesca Comaneci e il geniale Carlo Strata. I gentilissimi Three in one gentleman suite sono già operativi sul palco per il sound check; chiariamo subito una serie di noiose beghe burocratiche: infatti se non fosse stato per noi e per loro nessuno avrebbe saputo che, oltre ai potentissimi Three one in gentleman suite, in scaletta sono previsti pure il Moro e Dailit! C’è stata una forte mancanza di comunicazione o meglio indifferenza da parte del locale, non siamo mai stati segnati in cartellone e i poster del tour non sono neppure mai stati appesi all’interno del “Teatro”. Mangio una pizza, bevo caffé, penso al fatto che comunque la location è molto bella, che è un sacco che non suono la batteria dal vivo e che fare due set con due band non mi spaventa per niente. La serata è aperta in mega ritardo da un quarto gruppo jazz (del quale non ricordo il nome) che suona senza essere interrotto sforando completamente sulle tabelle di marcia. Inevitabilmente suoniamo tutti molto di meno, togliendo al volo pezzi dalle rispettive scalette. Per Dailit dovrebbe essere tipo il settantesimo concerto del “Feed the dog” Tour, siamo abbastanza concentrati, ma non è uno show che ci emoziona più di tanto. Con il Moro ho un volume nei monitor improbabile, non riesco a sentire il suono della mia batteria (suonata quasi sempre con le spazzole), ma capto forte e chiaro nelle cuffie gli utili segnali vocali registrati in precedenza da Lorenzo, assieme al click, per darmi i cambi nelle canzoni…” Ok fratello, siamo arrivati, occhio al cambio il prossimo giro, rilassati e buona giornata…” era da una vita che non ridevo così tanto da solo su un palco, sgrassie! Alla fine di tutto di fronte a del whisky e del rum scopriamo che Michele del Locomotiv è molto simpatico e rilassato. Ricuperiamo con il sorriso il nostro umile cachet e c’infiliamo in macchina verso il Veneto (c’è da scaricare Shirley), pronti poi a congedarci a Pordenone ormai in pieno giorno; dunque, Ale e Carletto grazie un casino per l’infinita chiacchierata e spero vivamente di non avervi alienato con le mie solite 2000 parole al secondo!