matteite

Diario

DEJLIGT (+Comaneci+Planetanon)

DO NUCLEO CULTURALE- Faenza

E’ la settimana del MEI di Faenza. Dato che la Matteite Records è appena nata e per il 2007 ha fuori solo il disco di DEJLIGT, assieme all’ufficio stampa constatiamo che solo un concerto o show case potrebbe giustificare il piccolo banchetto all’interno della rinomata manifestazione. Proviamo dunque a chiedere ospitalità senza successo all’Indipendulo: un festival indie all’interno della fiera organizzato fra i vari anche dai gentilissimi Mariposa. Ma la speranza è l’ultima a morire e fortunatamente all’ultimo ci propongono di suonare a Faenza il sabato sera ad un festino extra MEI (con tanto d’Air guitar contest) in accoppiata con i dolcissimi Comaneci. Loro sono un trio “spettacolo”, così prendiamo la palla al balzo per muovere il furgone dalla Furlania, anche se non è previsto nessun tipo di rimborso spese.
Il locale è gelido come lo staff, che trovo un attimo bloccato, forse disinteressato alla cosa; superiamo l’imbarazzo pagandoci le bibite e la cena. Michele Mariposa sale sul palco ed introduce al microfono il festival della domenica dove sono previste le migliori band indie del 2007. Da festino extra MEI la situazione si trasforma in una piccola “competizione” lasciandoci un certo amaro in bocca o meglio, facendoci sentire (come dice qualcuno di sincero ed intelligente durante la serata) i tappabuchi o outsiders del MEI. Ma non mancano ovviamente i sorrisi, quando ad es. riceviamo il premio per la band indie con il nome più impronunciabile: quanto è vero eh eh! I Comaneci fanno un concerto speciale quanto la serata che passiamo assieme a Ravenna post: calpestata e trasporto di cacca della Matteite sul furgone con inevitabile asfissia di tutta la squadra e schivate acrobatiche di fazzoletti incriminati da parte della Mercedes “Comanecia” giusto in corsa dietro al Dailit Van…so fare a “fare” rock n’roll animale…

DEJLIGT (+Flap)

DE NIEUWE ANITA– Amsterdam (NED)

Forse dovrei fumare e rilassarmi un attimo; è da quando sono tornato dalla città dei balocchi che non tocco una sigaretta e che non riesco a smettere di pensare a quanto mi sia divertito. I Flap sono tre esseri dolci e divertenti, nel mondo della Matteite riescono perfettamente a destreggiarsi fra elfi, nanetti e pure qualche sirena. Il PierascoM veste e beve solo di marca, direi molto Higgins di Magnum P.I.! Rimane la psichedelica e fatata Nea che, oltre ad organizzare il cocktail magico concerto più festino di laurea, riesce a riempire enormi taglieri di formaggi e soppresse da competizione. Ma alla splendida corte olandese gli amici si moltiplicano e durante il concerto dei frapposi credo di avere la mia prima allucinazione importante della tre giorni: vedo scendere dalle scalinate un pochino d’udinesi come Matteone, Ila, Ale, Maela…peccato che siano veri! Il festino degenera, “l’energia” sale a go go! La Matteite non ha dormito due giorni per riscrivere le nuove batterie vere con le quali ha farcito e rifatto per l’ennesima volta le basi di Dailit; sembra che lui ed Andrea da soli vogliano imparare a spaccare sempre di più…la base parte nell’impianto e Jerome (il fonico) la alza come si deve. Shirley Temple incomincia a ballare da dietro il laptop, scuotere i riccioli, osservare la Matteite darci dentro con il suo ampli mega potente…Mi sa che questo giro il set elettro incomincia a girare; certo, lo si pensa e dice ogni volta, e dunque vuol anche dire che c’è ancora molto lavoro, ma stiamo crescendo ed è ora di girare l’Europa con gli splendidi Flap. E’ anche ora di sparare fuori il nuovo di Dailit che, a meno di un anno da quello prima, non riesce a resistere nel cassetto ed è già mezzo esploso dal vivo. Un ringraziamento speciale va alla super Nea, poi a voi ragazzi che mi avete riportato a casetta ed in fine (chiaramente non per importanza) alla speciale Ila che settimanalmente mi carica queste borse del despar…

DEJLIGT acoustic set (UP session2)

CIRCOLO EDERA – Codroipo (UD)

I dailit hanno già in programma una data all’Edera per il compleanno del circolo che avverrà il prossimo 8 dicembre. Nel frattempo ci sono le famose jam session per beneficenza organizzate dai vari Nicola di “UP“, il mitico programma radiofonico di Onde Furlane. I Dailit sono stati invitati già da mesi e chiaramente la Matteite ha fatto pure in tempo a dimenticarsene. Nessun problema! Si zompa su di un trenino Udine-Codroipo, si decide di fare un set acustico in modo da non proporre lo stesso set elettro di Natale e ci si prepara ad incontrare un pochino d’amici super. A parte gli splendidi ragazzi della radio, i personaggi chiave della serata sono Ale dell’Edera ed Enrichetto Fungolo, che trovo entrambi in piena forma. Il concerto fila ok, eccetto uno svarione per troppa insulina in corpo che mi costringe a sedermi a metà concerto. Cerco di riprendermi suonando due pezzi nuovi in italiano; mi diverte sapere che la gente può capire quello che “dico” più del solito…hei fungolo come sarà il futuro? ih ih…

CAROLYN HONECHILD COLEMAN

10-30 ottobre 2007 – Williansburg- Brooklyn- New York (U.S) 

Come al solito ho mille immagini nella testa che potrebbero egregiamente descrivere questa prima parte della registrazione del disco della mia amica Carolina. Inizierei dall’ospedale di Udine, quello con il divieto d’uso di cellulari, con la Matteite con due portatili in rete che riceve in diretta da Brooklyn files con chitarre scordate e deliri vocali registrati al volo in bagno dalla sorella Coleman. Io sono pronto a drizzarli e condirli nella calma della notte ospedaliera, con bassi, battere, suoni e suonetti rubati ai vicini di letto… Il successivo mese a casetta a registrare batterie, ricercando dopo dieci anni, senza grandi risultati, una nuova rieducazione ispiratrice al magico trombino! Poi c’è l’immagine dell’arrivo in studio a Ferrara, con l’infinito svuotamento dei files nel computer di Manu o Max Stirner (non si sa ancora che super eroe sarà questo giro!), realizzando che il tempo non è dalla nostra parte e che, al posto di percuotere l’Hollywood del Natural, è meglio che incominci a preparare le borse con la Zizza e Manu, cercando di impacchettare un intero studio di registrazione. L’immagine successiva è il geniale stupore negli occhi dell’Ale e il profumo l’odore del “Fusarillo” nel retro del taxi del portoricano che ci sta portando da JFK dritti dritti nel cuore di Brooklyn. Seguono giorni per svuotare il nido Coleman e trasformarlo in recording-studio, trovare una sistemazione mai sfruttata a casa dei giapponesi Maria ed Haiato, assistere a tutti gli incredibili e discutibili concerti degli Apollo Heights per la settimana del CMJ, rincontrare finalmente i the Gang. E poi tutto d’un fiato schivare per un pelo Kelly, conoscere una volta per tutti Monk, smonarsi della polacca al secondo appuntamento, combattere alcune ipoglicemie per le prime colazioni newyorkesi, con due dollari e mezzo del solito panino mega gigante dall’ispanico al corner sotto casa a base di ham, swiss maionese caliente e soda compresa. Con l’equilibrio collettivo dentro e fuori ai nostri corpicini incominciamo a lavorare ogni giorno di più e a prendere un piacevole e rilassante ritmo, cercando di acchiappare in due- tre ore a sera più voci e chitarre possibili della sorella e passare il resto della giornata a costruirci batterie attorno, bassi, chitarre, piani, registrare un sacco di special guests, emozionandoci alla vista delle riprese della Zizza che, alla fine di queste tre settimane, sembra intenzionata a portare a casa pure un video clip. Il disco prende forma, certi ritornelli incominciano ad incastrarsi modello jingle nelle nostre testoline, come i nomi di ospiti del calibro di Mad Professor o Robin Guthrie che danno sicurezza e importanza alla direzione lavori. Il vichingo, buon amico e sposino novello Thomas, è a New York, perché la sua fanciulla in “cintola” sta prendendo un master in medicina; inevitabilmente è perennemente con noi e si prende la responsabilità di occuparsi delle foto di questo disco ma, anche di cambiare al volo la location di uno shoot al primo giorno di riprese, facendo stupidamente camminare tutta la squadra sotto la pioggia al buio in un posticino non tanto sicuro vicino al ponte di Brooklyn… Ogni tanto la sfortuna ci segue fedele, come quando ci rubano l’I –Pod di Manu sull’autobus oppure quando i nostri bagagli arrivano in ritardo di un giorno particolarmente compromessi.La maggior parte del tempo però non posso fare a meno di pensare a quanto sia piacevole lavorare con Manu, la Zizza e Honeychild, cenare con loro attorno alla tavola (mai usata prima) nel tinello, bersi una birra alla Church in Williansburg, mentre un sacco di gente balla e canta la musica del reverendo, scortata dai magici assoli di sax e trombone degli splendidi Dave e Paula… Ci si vede al mixaggio animali, e la prossima volta scattano i ragnetti sulle spalle di tutti e cinque…

DEJLIGT

CONTROSENSO – Prato

Ed eccoci qui! Tutta la squadra riunita al Natural Head Quarter Recording studio di Ferrara. Dopo la super colazione a base di pizza con Francesca, Andrea mi ha lasciato per due giorni qui a Ferrara per registrare le batterie del disco di Carolyn che finirò nei prossimi giorni nella Grande Mela. C è un sole bellissimo: i Flap sono con il Topo e la Roby, Andrea è scortato da mia sorella Martina; riassestiamo il furgone e ripartiamo carichi, ma rilassati! La truppa è fighissima, riunirla tutta per la data di Amsterdam sarebbe un piccolo sogno. Al rock club toscano, oltre ad una mega Cadillac parcheggiata all’ingresso, troviamo anche il titolare e un dalmata enorme spaparanzati sui divanetti in pieno hang over della sera prima. Gabri (in forma come sempre) ha preso la data di Dejligt, ma oltre a lui al locale non c’è molto entusiasmo e collaborazione e veniamo lasciati allo sbaraglio durante tutto il sound check. A cena siamo in troppi, per venire incontro all’organizzazione ci accontentiamo di un take away per strada, in seguito scopro che tutti gli amici presenti si sono pagati la cena e le successive bibite…La vera presa in giro avviene al concerto, quando il fonico-titolare scompare di nuovo, lasciandoci suonare ad un volume talmente imbarazzante che pure le voci dei pochi presenti (ci sono centinaia di persone che fumano sigarette fuori dall’entrata ) spesso coprono le nostre basi …Sono deluso, questa è una di quelle serate dove mi manca il fatto di non potermi ubriacare a modino, bevo coca cola per riprendermi un attimo e me la rido con l’Alice; anche se siamo entrambi sobri, le discussioni diventano alquanto psichedeliche e divertenti. Per fortuna che ci siamo portati dietro i Flap…