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Diario

Il Cane + Edith

Muisc and Drink – Lanciano (CH)

Il risveglio dei miei sogni: anche se è domenica, abbiamo dormito solo dalle 8 del mattino alle 14, mi sento forse più in forma del solito. Continuo la mia dieta ferrea di cinque, sei sigarette al giorno per gestire meglio la raucedine da ottantenne, ma non mi risparmio ad alcool, svaligiando la riserva dell’appartamento Legnini, dall’offerta incredibile, soprattutto dai vini da urlo. Durante il viaggio a panza piena, dormo e quando arriviamo a Lanciano nella terra dei prediletti del Fusa, i Management, ci troviamo in un tipico bar del centro, caratterizzato subito da quattro personaggi da urlo seduti al tavolino per tutta la giornata: la mia preferita è di mezza età, ma dal look giovanile, con scarpe da ginnastica Converse All Star a brillantini molto anni 80, la quale sfortunatamente post ictus si è appena dimentica l’italiano e mi sembra parli solo nella sua lingua di origine… il cervello è una macchina pazzesca! Ma le sorprese toste non mancano mai, come incontrare Francesco di passaggio per la Calabria perché è salito a trovare i cugini Milanesi. Organizziamo lo spazio, propongo a tutti di alzare drasticamente le casse dell’impianto voci, coperte dalle teste delle due montagne Legnini, allargandoci e invadendo tutto il locale per un lato, compresa la zona scommesse delle macchinette. Anche questo giro, dato che siamo una compagnia di otto, a parte i primi due giri, paghiamo sempre, per essere sicuri di non avere shock alla Blues Brothers. Non so che ore sono quando decidiamo di attaccare con il Cane, ma so che suoniamo per primi per valorizzare giustamente i locali Edith, e la tensione è costruttiva. Ci sono due amici degli altri che parlano di politica al bancone a mezzo metro dal mio tamburo, e in “Dune”, “Al fiume”, nei pochi attimi calmissimi, mi sorprendono quanto a chiacchierate, a fine gig lo faccio notare come una sfida, come dire ma cazzo siete a vedere un concerto, se non vi piace fatemelo capire in un modo meno ipocrita! Il festino cd in offerta funziona, soprattutto dopo l’ottimo gig degli Edith dove finirò per tre brani alle percussioni, dove prenderò Enrico e lo convincerò a fare l’omino delle rose cercando di vendere i nostri cd a tutti i presenti, senza peli sulla lingua, dimenticando la frustrazione perché tutti i presenti sono amici suoi venuti da lontano e che gli unici locali sono due molto simpatici, i quali (oltre ad acquistare il cd e le varie offerte), confermano che in settimana mentre un bar a pochi metri era totalmente stracolmo di gente, in un altro accanto si svolgeva un concerto praticamente senza pubblico. Enrico, forse un pochino ingenuo, si sfoga sul forte individualismo di certe realtà, sull’assenza della scena agli eventi, su questi meccanismi gratuiti che distruggono un evento o rendono modaioli altri ancora, quelli elitari ai quali bisogna comunque partecipare ma consapevoli che forse vivranno solo per un disco solo. Ma la soluzione è appunto organizzare anche 10 date in 11 giorni, con il sorriso, senza rimanerci di merda se gli amici rockstar più grossi o più giovani, con il mestruo o l’analista, con il pusher come la menopausa, si sono dimenticati di girarti un gancio come tu la volta dopo o viceversa; dopo 20 anni mi sembra ancora di avere appena iniziato e finché si ha l’energia e soprattutto ancora delle cose da dire, il fatto che tutti o qualcuno ci creda è relativo, la vera truffa del rock’n’roll è se noi stessi continuiamo a farlo e crederci, come dei tabagisti senza speranza, senza voce, forse ancora pieni di idee e un po’ di entusiasmo. Grazie Edith, Muleta, Gianni, Pomopero, Tetris, Resistenza, Punky Reggae, Casa del Popolo (FI), Fanfulla e Officine Indipendenti per questi 15 giorni importanti, fra 3 giorni si ritorna nelle Marche.

Il Cane + Edith

Napoli – U Turn

Siamo alle solite, ogni volta che si suona a Napoli ci sono i miei cari amici imprevisti ad accoglierci al varco maledetto e, a dirla tutta, spesso non è uno “stereotipo”. Iniziamo dal pomeriggio quando sono comodamente seduto al bancone di un bar a scrivere questi blog sulla serata appena passata, e Matteo riceve una nuova telefonata del buon Beppe (referente per la data), il quale all’ultimo lo avverte che il check è posticipato alle 21.30… e la logistica si sballa del tutto: tendenzialmente andiamo tutti in stallo per ore, i tempi morti degenerano, pure quando con due macchine in zona residenziale a Napoli, decidiamo di mangiare una pizza a rate, dandoci i cambi per controllare i mezzi in strada carichi di backline… Credo sia il giorno più stressante del tour! Siamo cotti e finita la pizza con la bufala farcita di tensione per lo stress accumulato, incastrati nei vicoli del centro rischiando le fiancate della Ford e della Panda perché il TomTom non riconosce la via, nessuno sa dove si trovi il locale e ovviamente Beppe a questo punto non risponde più al telefono, vedo la Madonna come la prima volta in LSD a 16 anni. Quando leggo l’insegna Piano B e non U Turn su una lavagna all’interno di un piccolo club, capisco che poche decine di minuti prima, in piena ricerca a piedi fra i vicoli, era ancora chiuso, scendo le scale e conosco uno dei due titolari dal basco alla Andy Capp; le logistiche si complicano perché ovviamente Beppe deve essere ancora prelevato con i tamburi ad una decina di minuti a piedi, fra la piazza dell’Obelisco e altre stracolme di ragazzini in pieno ormone, scooter con le ali, forze dell’ordine rilassate, ma anche concentrate. Nella stanchezza, camminiamo sereni, armati di aste, confrontandoci con Beppe in assetto super positivo, da sabato sera ancora tutto da scoprire. Mentre conosco il secondo titolare dal capello bianco con codino, mi faccio offrire il primo Pastis dell’anno e poi insisto regolarmente per pagare, avvertendo tutta la crew di fare ugualmente. Il club è piccolo, ma veramente carino: il palco è un po’ nell’anarchia, come le aste dei microfoni totalmente instabili, ma l’atmosfera è decisamente gradevole e dopo un check complicato, ma veloce, per le 23.30 partono gli Edith, supportati da un po’ di amici venuti appositamente, ai quali poi regalerò il cd perché, pagato il drink e l’entrata, sono rimasti a secco. La performance de Il Cane funziona, anche se ormai la mia voce è andata; i due Andrea sono una sicurezza, come gli occhi e il balcone di una fanciulla mora, scortata, modello Nina… la quale comprerà il cd; come la nostra tenacia collettiva nel voler tornare a tutti i costi in Abruzzo a dormire a casa dei fratelli Legnini, come la finta sorpresa e neppure delusione di fronte ad un cachet raccolto con le entrate che non raggiunge neppure un terzo di quello ipoteticamente promesso o per lo meno ipotizzato dal booker durante tutti i passati tre mesi di logistiche. No problem, sono vent’anni che facciamo questi festini, che ci proviamo, semplicemente se sbagliando si impara forse non abbiamo ancora capito un cazzo, oppure umanamente quando sono le 8 del mattino, è giorno, ho tenuto sveglio super Matteo Kyuss alla guida da Napoli centro a Chieti e sono stato benissimo mi viene in mente… “E come ogni volta non c’è una svolta che tenga, provare a cadere su un letto di piume di schiena, allungare la mano, guardare l’ora e sorridere, non c’è più nulla da fare a parte dormire…”.

Il Cane + Edith

Officine Indipendenti – Teramo

Giornata di sole splendida. Ore 12 sono operativo, chiamo Edi e Andrea Fanfulla per organizzare il famoso pranzo all’osteria Bonelli in zona Pignattaro e mi infilo in doccia, senza accorgermi che in realtà c’è un altro bagno molto figo direttamente nella camera dove si è collassato. Controllo internet e ringraziamo i ragazzi che ci hanno ospitato, ricordandogli che al Fanfulla troveranno in regalo dei cd de Il Cane. L’appuntamento con tutta la squadra al completo per il caricaggio e partenza per l’Abruzzo è alle 14. Ovviamente alla quarta volta nell’arco di due ore che Andrea dice: “Due minuti e arrivo al Fanfulla” sballa la logistica e mi impone di far slittare l’incontro con tutti alle 15. Il Pierasco riceve delle curiose telefonate di lavoro: sembra ci sia una cliente friulana la quale lo chiama in loop per una casa, peccato che sia convinta di parlare con un’altra agenzia immobiliare… Il pranzo è una bomba: Andrea prende del baccalà, Edi mi sembra delle orecchiette broccoli e guanciale come il sottoscritto e il Pierasco, poi arrivano le fritture di pesce e la coda alla vaccinara, insomma con meno di 15€ a testa mangiamo stra bene, serviti da una cameriera molto carina, insomma le solite cose impensabili in Furlania. Non mi ricordo se in viaggio dormo o scrivo, anzi se non me lo ricordo probabilmente vuol dire che dormo, so che quando arriviamo alle Officine Indipendenti di Teramo sono senza voce, stanco, ma allo stesso tempo pronto a fare il mio lavoro per l’ottava data in nove giorni che sommata ai tre giorni di prove a Pelago, fa un totale di quattordici giorni di festeggiamento consecutivi. Il team dell’Arci spacca, la sensazione è quella della Resistenza a Ferrara, tutti volontari, tutti pronti a festeggiare e lavorare a gratis o a bibite per la causa. Propongo agli Edith di suonare per secondi dato che sono della zona, e mentre mi faccio di insulina e osservo il pizzaiolo della pizzeria di fronte entrare all’Arci consegnando due pizze alla volta e regolarmente seccarsi una birra piccola al volo, mi immagino di essere tornato ad Aviano in pieni anni novanta, tipo Bar della Morte a Marsure. Verso le 23.15 attacchiamo: il set sarà da quaranta minuti; partiamo con “Nero” e con le doppie chitarre accordate e in parte sul palco, perché mi piacerebbe fare anche “Spettri” che al soundcheck non è venuta neppure così male. La gente è incastrata al bancone del bar ma i super Edith fra il pubblico, fighissimi, invitano tutti ad avvicinarsi al palco. Ho l’ampli puntato sui miei polpacci e sinceramente non sento così bene la chitarra, però gli altri dicono che fuori è ottimo, dunque cerco di lasciarmi andare, anche se negli ascolti mi manca pure il basso, distante e dall’altra parte del palco. Andrea battero sta suonando sempre meglio, e in generale (a parte la mia ormai cronica raucedine) non so che pensare, forse per rilassarmi dovrei semplicemente cantare nella mia ottava bassa ormai più che rodata, e dimenticarmi delle urla da gallina strozzata che emetto in pochi e sporadici momenti finti punkrock del set. “Maledizione”, “Nero” e la dolce “Dune” sono i tre brani del concerto dove slitto ai tamburi con Andrea, e devo dire che sono troppo felice che siano aumentati, è una dimensione nella quale ovviamente mi sento decisamente più a mio agio, canto le mie parti, improvvisando quelle ritmiche e facendo del sazio “laboratorio” bonghettaro, ma non fricchettone, con il talentuoso e divertito Andrea Scala. Il concerto degli Edith è bellissimo; devono solo allungare drasticamente le parti dure e tipicamente stoner, che sono stra efficaci. La serata parte con il classico dj set misto karaoke caratterizzato dal fatto che una ragazza molto carina (la quale scopro filare con un 17 enne super simpatico al quale ho dato 26 anni) e altri due scoppiati, decidono di zompare sul palco e cantare con il mio decennale microfono 58 zozzissimo e marcio… guardo la bellissima e nuova cosa bionda arrampicatrice aka Anita e le sparo nell’orecchio: “Cazzo qualcuno potrebbe avvertire quei tre freaks sul palco che quel microfono fino a poche settimane fa è stato usato non solo per virtuosismi anali?”. Beviamo, fumiamo, assistiamo a vari show deliranti e quando giungiamo a piedi e in sette a casa di Anita, morirò sul suo letto in compagnia sua e di altri due cani immensi, come al solito mi sentirò fortunato… ora pago la birra alla proprietaria di questo bar campano, dove sto facendo ufficio da ore, anzi ne prendo un’altra… rock’n’rolla!

Il Cane + Edith

Fanfulla – Roma

Upsss… troppe pippe in corso! Molliamo un po’ di materiale da Gianni e dopo quasi quattro ore di viaggio da Pelago a Pescia Romana via Lago di Bolsena, ci fermiamo a mangiare il panino confezionato più schifoso della storia, per fortuna la barista è molto gentile. L’incontro a Pescia con la squadra è rapido e pratico, sapevo che avrei potuto contare sui giovani Edith: concentrati e soprattutto assolutamente non stoner… infatti la band stoner di Matteo Edith è un’altra… ih ih! Non posso invece contare sul Messere, il quale, di recente per la terza volta, promette delle date dei Bco, questo giro per il terzo weekend di marzo, gli lascio il weekend, non chiudendo Parma e forse un’altra data per Il Cane, per poi sentirmi rispondere: “Ah si Matteo, le date in Sardegna sono solo due, dunque non facciamo nulla, non possiamo andare in Sardegna per far solo due concerti…”. A parte questa parentesi, arriviamo al Fanfulla con poche ore di ritardo e con un mood bellissimo. Io ho un solo leggero problema: non ho più la voce; passo la serata a bere tisane a base di zenzero antiossidante, limone e ovviamente grappa… Ai suoni c’è il grande Francesco Motta dei Criminal, alla logistica Andrea, al Bar Edi, Manu, Poppi, al banco dj il fratello siciliano della fanciulla degli Honey, con un suo amico mitico! Purtroppo il bar della sala concerti del Fanfulla non funziona più per problemi di permessi, dunque il vibe da ubriaconi cambia un pochino, come allo stesso tempo incide il fatto che mia cugina Chiara, Dandaddy e il buon Matteone non riescano a venire a fare festino. Incontro invece, dopo anni, Chiara Roma e ovviamente Emi il quale saluto formalmente con i brividi come la volta prima con Il Mercato Nero. La pasta a cena è squisita, molto meglio del solito, come il vino rosso, gli innumerevoli spritz con l’Averna, supportati dalle decine di consumazioni. Gli Edith portano abbastanza amici, e il loro concerto molto Radiohead e poco stoner è emozionante, anche se hanno tre chitarre sul palco e il buon Motta ha le sue difficoltà a gestire la voce un attimo troppo bassa in mezzo agli arrangiamenti molto ricchi. Quando tocca a noi sono preciso, poco ubriaco e un attimo spaventato per la voce: per fortuna quando arriva il ritornello de “Il sole e poi la pioggia” riesco a strillare e alzare l’ottava come si deve, dunque prendo coraggio, lascio parlare il buon Pierasco, invito i due Andrea ad improvvisare nei buchi, come a bere, ridere, sputare… la tensione non manca, ma stiamo crescendo data dopo data, e il lato punk quando suoniamo il mi con le corde a vuote perfettamente a sinc con i colpi di rullo o piatti, è un antidoto, uno strumento forte! Verso la fine del gig, la gente vuole il bis, devo cambiare chitarra, la faccio accordare ad Enrico, ma dimentico di dirgli che ho solo 5 corde, mi incasino e dopo 5 minuti di pubblico in stallo, declasso dicendo che vendiamo per 10€ un disco regalandone altri due. Il festino con il dj siciliano più forte di sempre è sinergia come coordinazione, non smettiamo mai di bere e fumare e, per fortuna, rimandando pure certi festini forse troppo estremi. Dormiamo in un appartamento di una coppia amica di Andrea Fanfulla, e ovviamente al rientro alle 4 del mattino il Pierascador si sbaglia e – grasse risate – entra nella camera sbagliata… sembra ci sia in corso una performance artistica… Ci addormentiamo sul matrimoniale di sbiego, ancora con la giacca, senza neppure avere la forza di fare il letto, e pensare che le lenzuola e asciugamani puliti sono posizionati sulla scrivania, basterebbe solo non essere così stanchi e ubriachi.

Il Cane

Casa del Popolo Via San Niccolò – Firenze

I Festini ferraresi lasciano il segno, sempre… La frustrazione per essermi dimenticato di aggiornare e pagare il database dell’amministrazione del sito, caratterizza il risveglio da “leoni” a casa della Nena. Grazie alla carta di credito del Pierasco risolviamo il problema, ma si deve comunque aspettare delle ore prima di poter spedire comunicati e news varie perchè sono uscite altre due recensioni molto toste e la baracca sembra sia decisamente partita come si deve. Viaggio impeccabile, anche se in realtà ho la testa che mi crolla in loop sul cruscotto della macchina della mamma d’Andrea, sono molto provato. All’arrivo in Via San Niccolò risolviamo la logistica “parcheggi in pieno centro” abbastanza velocemente usando come base la galleria del De Gara a pochi metri dalla Casa del Popolo. Inevitabilmente ho sempre associato questa via, come una buona parte del giro di persone, alla Vero la quale per anni ha studiato e vissuto in Via San Niccolò. Primo errore pratico: qualcuno degli altri si è dimenticato di caricare il rullante, dunque io e il Lega perdiamo un’ora e 20 ad andare e mezzora a tornare indietro da Pelago, per recupero ferraglia. Gli orari dello show per il compleanno di Gianni cambiano, come le logistiche sui prezzi delle bottiglie di vino con l’etichetta di “Boomerang” in vendita al bar e preparate da Gianni. Il Fabbro gira per la sala vendendo i cd de Il Cane, ha un contenitore dotato di pseudo bretelle, tipo quello per i venditori di pop corn al cinema nei film americani. Persone di una certa età si alternano a gente più giovane, nella “formalità” dell’evento, ci sono un bel po’ di ragazze molto carine e conosco dei personaggi super interessanti. Della squadra solita non manca Ale Gallicchiolo, passa pure la sua ex…, la Giulia, la Roby, Eugenia Manu con amico, Anna Sofie con la Chiara, sfortunatamente Lorenzo Napolo è in Friuli e Walter ha preso un volo per Roma prima… Quando la gente ha la panza piena e sono le 21.30, dopo decine di cambi programma, partiamo con i tamburi di “Nero”, e noto con piacere un certo interesse in sala, supportato anche dalla mia tensione diciamo costruttiva: a parte la voce a puttane, gig dopo gig siamo tutti e tre più sicuri e precisi, mi sento sempre più vicino ad un immaginario fugazziano piuttosto che pop. Suoniamo tutta “La Solitudine” sfasati di mezzo quarto rispetto alla base, rendendocene perfettamente conto, questo è un nuovo traguardo perché apparentemente suoniamo consapevoli della metrica, sappiamo dove siamo… “Dune” ha sempre il suo vibe speciale, e colpo di scena, grazie ad Adele, figlia del festeggiato, prendo il coraggio di cantare e suonare “Alla Grande” in sua dolce compagnia, leggendo il testo appiccicato su un piatto con lo scotch di carta… Va tutto bene, a fine performance mi sento abbastanza soddisfatto, smontiamo tutto il backline caricandolo e dividendolo in due mezzi e siamo pronti per seguire la macchina di Caterina e Gianni, direzione festino a Pelago. Non prima di aver fatto un’orgia di chiacchiere in galleria dal De Gara con un sacco di bella gente… lei bionda con la frangetta sta guadagnando un sacco di punti, peccato che sia accoppiata con uno pure simpatico. Questa è la sesta data, i cd si vendono sempre e questa è una novità che ovviamente mette coraggio al sottoscritto, in certi casi mi dà la forza di andare avanti divertendomi, con il sorriso e qualche euro in più nella cassa della band; tanti auguri Gianni!