matteite

elio p(e)tri

Vicolo Corto – Pinerolo (To)

Prima data con Andrea al basso. Questo (assieme al buon concerto) è l’unico punto chiaro della serata… Si è passato dei giorni molto faticosi per rimettere in piedi il solito set con il nuovo arrivato Andrea. Casa di Davide rimane il piccolo quartier generale, la No man’s Land di tutta la squadra di Codroipo, e nell’ansia e nella tensione del poco tempo a disposizione per le prove, quando arriva la sera si ha l’enorme piacere di sederci a tavola in cucina e di rilassarsi al caldo della stufa a legna circondati da gatti, un sacco di amici, l’assoluta ospitalità del buon Davidonzolo, discreti quantitativi di vino rosso comprati dalla contadina di fronte per cifre incredibilmente convenienti, ma soprattutto l’eccitazione per il video in rotazione su Deejay TV e l’intervista del gig al Verme di Roma su Soluzioni Semplici, la web tv del Circolo degli Artisti di Roma. La sera prima della partenza schizzo a Udine con un notturno, passo la serata al Madrid per il dj set Monociglio di Gian, dormo due ore e alle 8.30 sono a fare una panoramica ai denti devastato da un mal di gola da urlo, altro che vaccini per categorie a rischio come la mia… questa si chiama stupidità! In viaggio in macchina mi impongo di dormire e Boris è un ottimo sonnifero. C’è un tempo di merda. Ieri sera Trieste è stata devastata da una bora da 170 km/h e la neve sta scendendo sbrubaldina praticamente ovunque. Il nostro gancio di oggi è l’amico Mr. Ru Catania, da poco, dopo 15 anni, ex Africa Unite. In principio la data al Vicolo Corto è per il sabato 5 Marzo post Bergamo, poi una volta chiusa ci accorgiamo che coincide con quella di un gruppo locale (prodotto da Ruggero) allo Stranamore, secondo e unico altro circolo Arci di Pinerolo, cittadina di 30.000 abitanti… L’accoppiata non è possibile, anticipiamo al giovedì. Prima di arrivare al locale usciamo dall’autostrada e ci fermiamo in un paesino a prelevare (in teoria) le chiavi del locale dalla titolare Francesca. Peccato che siano andate perse e la logistica si fà molto più complicata dal momento in cui entro le 19.30 si deve prelevare l’impianto in affitto in un negozio a macchina vuota. Ci appoggiamo al volo con il backline in un bar del Cinema di un amico di Ru che mette a disposizione la sua cantina piena di vino pregiato e un paio di aperitivi con buffet molto graditi. Sono nervosissimo, dopo anni il fatto di non riuscire a fumare per il mal di gola mi manda abbastanza fuori di testa, la mia tolleranza è pari a quella di un Pitbull al quale stiano stringendo i coglioni… Dopo una cena magnifica da Carla (guerriera e mamma di Ruggero) per la prima volta siamo finalmente operativi dentro al Vicolo Corto; appaiono i primi amici, cerchiamo di montare il più velocemente possibile, ma siamo molto nervosi perché ci rendiamo conto che la routine non è quella di una data normale partendo dal fatto che dalle 21.00 si ha un ora di tempo per fare il sound check e incominciare a suonare. Forse io sono troppo sobrio, non so. Ruggero è gentilissimo, ci segue i suoni e si siede con a destra il mixer e a sinistra tutti i suoni compagni di merende. Il concerto funziona, spesso passa la titolare che tiene un seno modello Margot di Lupin, che sfida le leggi antigravitazionali e distrae la squadra in modo costruttivo, fomenta l’ormone, ci fa venir voglia di far finta di non prendersi sul serio, smorzando la tensione della prima con Andrea. Mentre fra un pezzo e l’altro, urlando senza microfono, ordino l’ultima birra del gig, Emi distratto prova la chitarra a vuoto modello prove, mentre Francesca mi urla delle cose dal bar dicendomi pure di togliermi le cuffie e facendomi pure passare per un “mona”… Mi incazzo con Emi in modo ridicolo, ma sono io il primo ad esserlo! Il resto della serata è in discesa per un incomprensione di soldi con Francesca. Non mi ricordo come siamo rimasti al telefono, la colpa è mia che last week non l’ho scritto e l’ho solo riportato via voce alla squadra! Però non ci si può fare nulla: Emi a conti fatti e meno soldi in mano amplifica la cosa dicendo che ci stiamo rimettendo rispetto alla data di Bergamo (non è vero) per poi ritrattare e dire che non lo ha mai detto! Il mio nervosismo esplode, lascio andare tutto il disco dei Cure nell’impianto, ordino un Pastis, compilo il borderò e mi rifiuto di vendere i cd come l’uomo delle rose. Poi la cosa avviene lo stesso, semplicemente perchè fumando la mia inevitabile seconda e dopante sigaretta del giorno fuori dall’Arci, deleghiamo dei possibili ed unici acquirenti di cd a Emi. Smontiamo e schizziamo per 20 chilometri in mezzo alla neve più che incazzata, siamo senza gomme termiche, ma la gentilezza e la speciale ospitalità delle quattro del mattino del principe Ruggero a base di centinaia di olive del padre Siciliano, affiancate da rum e altre sane leccornie notturne, riusciranno finalmente a farci atterrare sui cuscini per poche ma importantissime ore di febbre.