matteite

elio p(e)tri

Farm – Bologna

Uau, ci sarebbe molto da dire come anche no!… Ne ho viste troppe nella mia vita di situazioni dette a rischio e dato che ci sono in mezzo fino al collo non posso né lamentarmi, né fare finta di niente, si può solo fare analisi e capire i pro e i contro coscienti che dipenderà solo ed esclusivamente da noi se in futuro ci troveremmo a confrontarci nuovamente in menate del genere. Ora è domenica, sono le 14.30 e sono con Emi in macchina fuori dal circolo dove si è suonato ieri sera ad aspettare che uno dei responsabili ci paghi il rimborso spese della data, peccato che il suo telefono sia staccato… per fortuna c’è un sole primaverile da urlo! Ma torniamo indietro, torniamo alla serata di Ieri. L’appuntamento per il check è relativamente presto, tipo alle 20 perché prima la sala principale è impegnata con altre attività del Farm. Buona parte dei miei amici bolognesi è incasinata e dunque non prevedo un grande afflusso di conoscenti a parte il buon regista Carlo Strata che (accompagnato dal sosia di Renè di Boris, Claudio) vive di fronte al locale. L’idea è quella di presentare e proiettare il video prima del concerto e discuterne di fronte ad una telecamera con i presenti. La cena sono dei sandwich abbastanza orripilanti, per fortuna non manca la birra e il vino, anche se il nostro, decisamente superiore, è finito poche ore prima. Le cose si accavallano, a parte la stanchezza e il fatto che Andrea deve prendere un treno alle due del mattino per Terni, non c’è un cane! Ci sono due amici di Emi, Carlo con Claudio e poi un altra decina di ragazzi che arrivano a fine concerto comprando pure il cd! I primi due brani non usciamo dall’impianto, ma solo dal monitor della battera e sono caratterizzati dal faretto del proiettore sparato dritto nei nostri occhi. Il lavoro fatto in precedenza sui volumi si azzera, passiamo il resto del festino ad avere i violini e la voce nei monitor a volte bassissimi, a volte mostruosamente alti! I pochi presenti sono anche presi bene, il problema è che oltre al nostro slogan e titolo del disco tipo “a chi serve musica come questa?” la domanda giunge spontanea… a chi serve un locale del genere? se un circolo sta in piedi anche con i dindi del comune con l’intento di fare cultura, promuovere gli eventi, come mai a parte i nostri amici non è arrivato un cane? Forse perché noi non siamo gli Iron Maiden… l’unica giustificazione plausibile… L’ospitalità per il dormire salta dal momento in cui il solito responsabile dice che ci si deve svegliare alle nove del mattino perché gli arriva il veterinario. Per fortuna il buon Carlo butta al centro il nido, oltre che una bellissima serata in compagnia di Claudio. Ma ora siamo qui fuori dal circolo e non sono più le 14.30, bensì le 16.30, e l’appuntamento era per le 12.30. Ho perso già tre treni per Udine ed Emi sta aspettando di ritornare in macchina fino a Roma. Sempre il solito innominabile ha pensato bene di fare le sei del mattino (come noi tra l’altro) e di non presentarsi per darci il rimborso spese, anche se ridicolo. Il resto del collettivo è più innervosito di noi, parlano di principio e io di educazione. I rapporti umani nella famosa guerra dei poveri hanno sempre duemila facce, questo la tiene di merda, perché al di là del buco di serata, non ha neppure le palle di presentarsi dopo cinque ore di ritardo, darci il poco che ci deve e scusarsi per la ill comunication. Per fortuna ora sono su un treno per Udine preso al volo dopo che venti minuti fa uno dei ragazzi del collettivo si è presentato totalmente mortificato per il comportamento del boss consegnandoci al volo l’intero misero bottino della serata! Emi mi chiama e dice: “Preso il treno?”. “Sì, vai tranqui” gli rispondo “ci sentiamo domani mattina quando ci svegliamo. Buon viaggio, rock ‘n roll molto alla cazzo di cane e soprattutto che posto di merda!”