matteite

elio p(e)tri

live acustico Radio Città Futura + Circolo degli artisti (+Marco Parente) – Roma

Eccoci, partiamo da ieri mattina, perché una giornata così sfigata o discutibile non succedeva da un pochino. Mi sveglio alle 9 a Udine nel letto con Chiara (dopo un week-end assieme post quasi un mese di silenzio) e chiamo al volo Zarli il dentista a Codroipo perchè la sera prima mi si è staccata per la seconda volta una delle due protesi provvisoria da quattro denti. Il guerriero Settimo mi porta con la nuova Fiat nera (colore scelto all’acquisto da Mamma Orsa, rinnegato poi automaticamente al primo incontro metallico) e verso le 11 siamo in studio. Nella logistica dovrei prendere un treno in direzione Trieste alle 11.20, incrociarci sopra zia Maria da Venezia e concludere il meeting a Gorizia con zia Elena e zia Sandri. Risultato? Un disastro, slitta tutto! Mio padre mi porta a Palmanova guadagnando pure tempo sulla tabella di marcia iniziale, ma a quel punto Zia Elena in buona fede ha già posticipato il tutto e dunque l’aspettiamo al bar del casello per 40 minuti annaffiando il tutto con della sazia birra fresca. Si riparte direzione piazzale Roma, Venezia, per caricare Walter, altro animale arruolato in settimana (assieme al sottoscritto) come manovale in vista apertura dell’agriturismo di Castiglione d’Orcia di Zia Elena e Andrea. Quando sembra tutto ok un incidente blocca la squadra in mezzo all’autostrada all’altezza di Padova per più di un ora e, news da urlo, mio padre chiama imbarazzato dicendo che mi sono dimenticato a casa, sotto la tovaglia in cucina, il mio marsupio nero con insulina, ormoni, antistaminici, aghi, gocce omeopatiche anti gatti, analisti portatili… una farmacia. Sono agitato. Dopo varie telefonate optiamo per farmi spedire il tutto via DHL e farlo arrivare la mattina successiva a Roma proseguendo il viaggio. Devo farmi mollare a Chiusi dove partirò in direzione di Orte per farmi prelevare da Emi e schizzare a Terni a provare, ma quando sono in stazione (in ritardo di 2 ore) e cerco di fare il biglietto all’automatico perché le biglietterie sono chiuse, la macchinetta non mi molla il resto, o meglio mi sgancia il biglietto e 5 euro invece che 15 o un ticket di mancato pagamento. Sul treno rischio di non scendere ad Orte perchè le stazioni sono al buio, non illuminate e nessuna voce dall’autoparlante informa la clientela sul nome della prossima stazione! La sfiga sembra finita, a prove conosco Matteo (nuovo e simpatico primo violinista ingaggiato dal vivo nella squadra), proviamo la scaletta due volte lasciando comunque anche i violini nella basi e cerchiamo di fare del nostro meglio con così poco tempo ed energia a disposizione. Sono molto stanco, ma quando sono per strada alle tre del mattino in macchina con Emi, dopo della verdura importante, ci rilassiamo ascoltando a massimo volume “The ideal crash” dei Deus scoprendo dopo ere chitarre, cori, rumori nuovi di un disco amatissimo, emozionandoci in modo importante per tutto il viaggio. Bene, dopo una dormita da letargo, finalmente siamo a questa nuova giornata da cinebrivido… Risveglio impeccabile coordinato con l’arrivo del corriere e dell’insulina e un pranzo da urlo in compagnia dei due fratelli Angelelli. La logistica di questa giornata in principio sembra tranquilla poi chiaramente degenera. Radio Città Futura è in piazza del Gesù, in piena ZTL romana, e ovviamente è raggiungibile solo con i mezzi tipo tram e autobus. Io ho il flight case del rullo bello pesante, carico di aste e menate, ed Emi la sua acustica. L’andata funziona, arriviamo in radio in anticipo. Il responsabile Fabio e la sua collega (della quale purtroppo non ricordo il nome) sono molto gentili e preparati e dopo un soundcheck veloce e la chiusura del programma del Piotta nella regia accanto, entriamo immediatamente nel vivo dell’intervista alternata da due brani con cori a cappella del Matteino tipo Bradipo e La ricetta dell’uomo perfetto. I ragazzi dicono che hanno ricevuto svariati sms di apprezzamento durante la performance, iniziamo a prendere seriamente coscienza che il concerto di stasera al circolo sarà un ottima vetrina per la nostra baracca. Salutiamo, arriviamo in autobus a stazione Termini dopo averne evitati svariati perché erano tutti pieni zeppi di freaks e quando siamo sull’ultimo ci rendiamo conto che sono già due ore che scleriamo in giro per la capitale. Marco Parente e la sua band sono incastrati in autostrada perché hanno bucato una gomma, Andrea, Daniele e Matteo, in arrivo da Terni, sono senza Tom Tom, il circolo ci prega di arrivare prima per il soudcheck, io Emi ci avviamo da casa sua nuovamente a piedi con degli strumenti… E’ dai primi concerti del tour che non suono con le bacchette e mi accontento delle spazzole per le dimensioni ridotte dei club, questo giro sono in piena e in modo rapido ed efficace, coordinati con il nostro piccolo mago fonico Daniele (grande!) e per la felicità dell’organizzazione, ci portiamo a casa velocemente le prove on stage. Slittiamo alla pizzeria del locale dove incontriamo Silvia e Federica e più tardi, al momento di caffè, amari e vodka (buttati al centro dalla gentilissima superstar Valentina) anche Dan e i ragazzi di Sporco Impossibile, unici veri fautori di questo evento per gli elio p(e)tri. Il concerto funzona bene: corto, efficace, la gente applaude in piena e molti sono amici che ha invitato Emi. Non sento molto il violino nel monitor megagigante, ma essendo la prima preferisco, in modo da non farmi distrarre troppo. Sul finale Emi rompe le corde e decide di chiudere, Andrea lo segue e stacca il jack del basso non accorgendosi però che sto scendendo con i piatti per un ipotetica chiusura sul rullo che concludo da solo con Matteo spiegandolo e ringraziando il pubblico in sala. Sono esausto, libero il palco come una scheggia, imballo tutto per paura di scordarmi roba, compilo il borderò e a quel punto, esausto, sono pronto per un’orgia di pinte di Birra con Edi durante gli ultimi cinque brani dello splendido e sentitissimo concerto di Marco Parente, affiancato da una band veramente valida e simpatica. Nel loro camerino, mentre mi complimento per la performance paragonando il bassista esteticamente a quello degli Ac Dc e il battero a quello dei Doors come modo di suonare, scopro che il chitarrista è quello dei Comaneci di Francesca. La serata degenera in modo positivo già a piedi per strada con Daniele ed Emi di fronte a un cantiere della Metro e poi al Fanfulla, perché è il compleanno di Andrea e siamo tutti letteralmente in piena forma. Grazie Edi, Valentina, gli Sporchi, Barbuz, Marco per la pazienza dato il Matteino in piena Matteite, Daniele per gli splendidi suoni a detta anche della gente in sala e il Settimo per l’insulina a domicilio.