matteite

HONEYCHILD COLEMAN (+ il moro e il quasi biondo)

San Damaso (MO)

E’ la fine di qualcosa o l’inizio di un altro viaggio o il momento in cui la psicanalisi potrebbe essere tipo la luce alla Blues Brothers? Per fortuna non è nulla di tutto questo! Il Pierascador non è dei nostri perché ha un gran casino pratico sul lavoro (niente di così etereo) dunque siamo senza basso, gli altri arrivano scusandosi per il ritardo, mentre Stefanino lo trovo impeccabile e riposato come al solito. Ci fermiamo a Casarsa in Stazione e compriamo un biglietto del treno Bologna/Parigi per Honey relativamente costoso, ma drasticamente più conveniente rispetto ad un volo last minute. Salto il viaggio per Modena e dunque arriviamo subito alle parti piacevoli. Il locale è immenso e molto anni 80, il fonico unico responsabile tecnico Beppe è il sosia di Vasco (o perlomeno ci assomiglia molto, spero per lui sia un complimento). Fuori dal Club una Chitarra immensa illuminata modello hard rock caffè, ma decisamente più grande. Ad accoglierci il titolare Max, che dice…:” prima di smontare andate in camerino che c’è una merenda tipo dei panini e delle birre!!”. E’ obiettivamente il catering più generoso e professional del tour, una vera zizza! Segue un orgia di frutta, mortazza, prosciutto, insomma uno spettacolo! Al sound check tutto bene, proviamo svariati set con Carolina con un suono di chitarre immenso fuori per giustificare la mancanza del basso e ci accorgiamo che la baracca sta in piedi benissimo, molto white stripe, chitarra, voce e batteria, oro! La cena è un inno al fatto di voler far star bene un ospite. Ordiniamo pesce e vino a volontà, sentendoci finalmente di nuovo fortunati. Al locale continuiamo a bere e quando è il momento del moro facciamo il nostro set di fronte ad una sala immensa completamente vuota a parte qualche outsider addirittura interessato al concerto. Al momento di Honey il mac s’inpalla, proviamo a riavviarlo, ma nisba…ce ne sbattiamo e partiamo senza biondo, veramente guerrieri, tipo chitarra voce e battera. A metà del pezzo entrano di botta una cosa come 300 persone che si accomodano sulla destra della sala incominciando immediatamente ad insultare la “sfortunata” cantante di colore e il batterista “sfigato” in boxer…ih ih! Non c è problema, finito il 2 brano arriva il nostro amico fonico e ci dice che è l’una e che dunque ci si deve fermare per dare spazio al dj! Non ci possiamo credere, vendiamo 2 cd a due fanciulle dispiaciute per la stitichezza del concerto! Ci ricoprono di biglietti per bere, imbrattiamo come tutti i gruppi con un pennarello nero le pareti del camerino e ci buttiamo a ballare in una pista carica di 500 persone. A nessuno interessa un concerto, la gente in un contesto del genere ha solo voglia di andare a figa, fare a botte ballando come alibi dei brani che un dj suona guarda caso solo per i primi 30 secondi. Quando arriva Max mi consegna i soldi pattuiti dicendomi di non provare a presentarci senza bassista la prossima volta (cosa ha capito lui del set poi ? Tralatro stava in piedi ancora meglio senza basso forse…) e di smontare in 5 minuti tutto il palco e di andarsene. A questo avvertimento discutibile seguono una serie di richiami serrati da parte di un paio di buttafuori pieni di ragnatele …mi innervosisco, probabilmente ho alzato troppo il gomito, ritorno dal titolare e gli consiglio di stare attento…Che serata delirante. L’albergo era da Oscar, come tutte le cazzate che continuo a scrivere su questi blog, forse è ora di prendere un break invece di fare uscire dischi uno dietro l’altro…un abbraccio a tutti quelli che riescono ancora (e non) a starmi vicino, grazie il ragno.