Juice – Trieste
Ci siamo, almeno credo… Con una settimana alle spalle decisamente impegnativa condita da intense prove nel fortunato studio di Simo, proseguiamo armati di una Fiat Multipla a metano. La prima tappa è Radio Fragola per un set acustico. Sono le 16.30 ed è da un sacco di anni che non passo per l’O.P.P.; è stato tutto ristrutturato, e fra i glicini in fiore, il sole, le casette arancioni appena ridipinte, qualche matto che cammina sereno per il parco, sembra di essere nel paese delle meraviglie. Francesco e Cristian (il primo responsabile del programma, il secondo intervistatore) sono decisamente alla mano e disponibili. Decidiamo i brani del Cane da suonare in acustico e quelli invece da mettere sul cd e in un battibaleno mi trovo suonare in diretta, coordinato da un tecnico (al di là del vetro) con labbra per metà tatuate! Mercoledi parte lentissima, con corde nuove al limite dell’accordatura e stecche totalmente gratuite. Mi sento un po’ mona, decisamente migliore invece Male al dente, nella quale mi lascio andare senza stare pensare molto, raggiungendo un equilibrio interno, esterno, dentro, fuori… insomma è andata… Fase B. Parcheggiare l’auto in curva e in doppia fila sopra all’ex Nutty (sperando che gli autobus non la centrino) mentre aspettiamo Eros che è ancora stanchissimo per una serata di quelle brave… Al negozio di strumenti di fronte al Juice mi dimentico di prendere svariate cose importanti (microfoni, cavi, aste) e quando ce ne acccorgiamo è già troppo tardi e decidiamo che da questo momento (dato che Simo è un super fonico) sarà lui ad occuparsi di schede tecniche e liste della spesa! Siamo emozionati, oltre ad essere il primo gig con Simo, è anche il primo concerto in vita sua alla batteria, sembra quasi una barzelletta, ma invece è la pura verità! Proviamo dei brani al volo, Andrea segue i volumi nella piccola sala, però è troppo tardi per concentrarci veramente, così ordiniamo delle pizze squisite da un Serbo che parla in napoletano annaffiando il tutto con del buon Chianti requisito al Settimo nella dimora Dainese nel primo pomeriggio. Sono le 22.30, non c’è molta gente, ma quando si avvicinano le 23 fuori dal Juice è pieno di amici e conoscenti: la gente è venuta per il concerto, il fatto di essersi coordinati con i fratelli Russo e aver spostato la data al giovedi, in modo da non entrare in concorrenza con il Tetris (il pubblico è lo stesso), ha portato i suoi frutti e quando attacchiamo il concerto l’atmosfera è speciale. Chiaramente sbaglio dei testi nel primo brano, manco degli accordi in svariate canzoni, ma siamo rilassati, Simone spacca di brutto, il suo obiettivo è di essere credibile e ci sta riuscendo alla grande, così come il Pierascador. Verso la fine della scaletta siamo costretti ad abbassare i volumi per l’arrivo delle forze dell’ordine. Eros dice: “Ciò come le vere rockstar!”. La serata chiaramente degenera, non arriviamo mai più a casa di Barbara a dormire, ma per praticità ci incastriamo a casa di Antonio, che vive attaccato al Juice, scortati da “The Lord of the rings”, amici vari e da vicini decisamente comprensivi (forse sordi) che non reagiscono assolutamente al disco di Ayris che Antonio decide brillantemente di suonare a tutto volume per celebrare un alba quasi lisergica a base di limoni mancati, prima naturalmente del collasso di massa.