The Black Stuff – Udine
Credo che sarebbe stato decisamente meglio scrivere questo blog in diretta, invece che cercare di ricordare qualcosa di impossibile ora. La prima parte della giornata è molto più chiara, divisa fra lo studio di Simo per il missaggio del nuovo cd del Cane,- colorato anche dalle noiose logistiche riguardanti il set fotografico della copertina programmato per sabato pomeriggio -, la successiva chiacchierata con Simo di fronte a un buon bicchiere di vino nel bar vicino al suo nido, che è meglio di una seduta da un analista quando la voglia di rilassarsi ha la priorità assoluta, e infine il sound check al Black previsto per le 18. Barbara, Giò e il Filippino scortati da due cagnetti asmatici sono già in loco che montano una pedana per la battera appena acquistata a Montebelluna, a sorpresa in largo anticipo arriva pure Veronica seguita da Riccardino, che riesce a far muovere tutta la squadra di Sedegliano convinto che l’inizio sia previsto per le 18. Il suono è difficile, non si sentono le basi, la mia chitarra sul palco ha un volume atomico, anche microfonandola e facendola uscire principalmente dall’impianto non riusciamo a trovare un equilibrio con l’elettronica e il suono secchissimo della batterà. Giò non crede che la gente possa arrivare per le 21, il locale non è abituato a questi orari, dunque anche se gli domando di posticipare di 15 minuti, il rifiuto è tassativo. Al secondo brano il locale è pieno. Nel pomeriggio ho cambiato le corde e di conseguenza le pause fra un brano e l’altro purtroppo diventano una routine, perché io con la chitarra sono un Cane, soprattutto ad accordarla. Siamo pieni di energia grazie alla vodka che Luca mi serve ogni giro nei bicchieri, ma non suoniamo per niente bene, l’emozione misto al fatto di essere in casa ci rende più fragili, per certi versi ci mette in pericolo. A metà gig Giò dice che se vogliamo possiamo suonare ancora, mi innervosisco, dato che sarebbe bastato incominciare 20 minuti dopo. In prima fila ricordo il Cerveza, Emi di Roma arrivato da Milano e un sacco di amici nuovi che conoscerò dopo nel momento indiano, quando vado in mezzo alla gente a vendere cd modello omino delle rose. Ricordo limoni di ogni genere, un bagno trafficato, ragazze che cercano ragazzi, ragazze che cercano ragazze, amici di ogni forma e colori, una bella energia che per fortuna compensa una performance discutibile. Ho voglia di suonare il nuovo disco, di dire delle cose diverse e smetterla di pensare che uno di questi giorni forse la finirò di fare figure di Merda con le persone che mi vogliono o voluto bene.