Kandisky- Perugia
Oggi è un giorno speciale, Perugia mi ricorda Trieste. Massimo del Kandinsky, Daniele fonico assieme alle due bariste Valentina e Silvia sanno decisamente come far sentire a casa tutta la truppa. Tecnicamente il locale non è semplice, il palco è microscopico e viene occupato principalmente dalla batteria di Caio e dall’ampli del Pierascador. La cuccia del Cane in questione è invece direttamente su un passaggio a bordo stage, dove c è una scalinata capitanata dall’alto dal Matteino, armato di asta del microfono, ma stranamente non di sorriso come al solito. Passo il concerto a farmi distrarre dal passaggio della gente, da quelli che pretendono di scendere spingendomi da dietro oppure da quelli che vogliono salire, che per fortuna riesco a prevedere in anticipo. Anche se il mio stato emotivo è decisamante contaminato da queste distrazioni tecniche, l’energia nostra e del pubblico coordinata con lo splendido lavoro del fonico, è sinergia all’ennesima potenza. C’è un certo muro di suono in corso, le canzoni arrivano come mattonate nella sala, mi sento protetto dal lavoro fatto assieme al gatto e alla volpe in sala prove ad Aviano nei giorni scorsi e man mano che si avvicina la fine della scaletta sento che la voglia di festeggiare al bancone giustificherà l’orgia di bibite generosamente e tassativamente offerte dal titolare. La sorpresa vera, già testata ieri sera a Pisa, è che la gente compra i dischi. Si avvicina, si complimenta e domanda i titoli dei brani appena suonati, cercandoli sul culo della copertina. Cantare in italiano in Italia è decisamente divertente, il riscontro è immediato, qualsiasi sia l’esito della perfomance, qualsiasi sia l’interesse e la concentrazione delle persone che assistono a uno show del Cane. Il post gig, o meglio il festino vero, scatta senza ritegno, condito anche da svariate partite di biliardino assieme ad Emi, Daniele, Mary e Agata, e la sazia dormita nello splendido agriturismo di Daniele. Sgrassie a tutti.