Circolo Arci Dal Verme – Roma
Risveglio da oscar. Finalmente il secondo giorno arriviamo puntuali al pranzo Angelelli, caratterizzato da dosi massicce di fave e formaggi squisiti. Prima di poter partire per Roma siamo costretti a passare per il circolo Caos a beccare i ragazzi dell’organizzazione per risolvere una bega burocratica di fatture che mi costringe a chiamare Roberto, il commercialista, in piena domenica pomeriggio… della serie rimango un piccolo disastro! Emi deve scendere in treno da Terni perché non c’è posto in pandino, io e Caio ci affidiamo al Tom Tom che manca di aggiornamenti e a parte una classica coda domenicale all’uscita del autostrada romana riusciamo comunque ad arrivare in tempo per il soundcheck. Il circolo Dal Verme lo conosco bene, come Tony e tutto lo staff, caratterizzato da due Bull terrier madre e figlia super affamate, ma super dolci. Si è invitato molta gente, stessa cosa vale per i ragazzi ai quali apriamo il concerto questa sera. Quando sono le 22.30 dopo svariate birre artigianali siamo comunque sobri ed invitiamo i pochi presenti a scendere nel bunker sotterraneo. Il risultato è che ci sono solo Federica e Silvia sedute vicino a Emi, che tra l’atro è abbastanza sconvolto del fatto che praticamente tutti i suoi amici hanno tirato pacco. Il gig con Caio è abbastanza discutibile, penso che la scaletta peggiore a prove della scorsa settimana superi di gran lunga questa performance solitaria dopo mesi di standby dal vivo per l’uscita posticipata del secondo disco del Cane. Non siamo molto concentrati, il suono è difficile, la voce manca spesso nel piccolo monitor, su “Il sole di mio padre” e “Nero” riusciamo pure a ribaltarci sulla base! Ci siamo semplicemente scaldati per il concerto del 24 maggio a Firenze, dove spero riusciremo a coinvolgere pure il Pierascador al basso, perché senza di lui la situazione è un po’ critica, poco efficace, al di là della pacca di quel fenomeno di Caio, mancano inevitabilmente un range di frequenze ciccie e basse sul palco! La serata inevitabilmente finisce al Fanfulla, dove oltre alle classiche sfide fotoniche a biliardino, becchiamo tutta la cricca capitanata da Edi. Emi e Caio sono stanchi morti, sarò l’unico a proseguire il festino con Edi in un nuovo circolo Arci, c’è un suo amico di Belluno che suona la chitarra e canta assieme a un banda di scoppiati, dopo svariate vodke sono particolarmente cucinato e opto per attaccarmi al cembalo e suonarlo per ore fuori tempo, senza suscitare interesse da parte di nessuno dei presenti. E’ la giornata sbagliata, forse devo farmi arruolare come barista o darmi alle carte, c’è qualcosa che non torna oppure che mi si è rotto dentro, per fortuna che ci sono Edi e Andrea del Fanfulla al bancone in compagnia di una ragazza molto carina a farmi tornare il sorriso e questo fa sì che non mi parta l’ordine di ricordi nostalgici del piffero! That’s it!