La Tempesta al Rivolta – Marghera (VE) – Cs Rivolta
Credo di aver dormito non più di due ore e per fortuna senza domandare ad Alessia al risveglio chi fosse oppure cosa ci facesse nel mio letto o quello di mia sorella gemella… Dopo aver controllato la chitarra a volumi importanti in studiolo, compro delle pile di scorta e mi faccio mollare in stazione con ampli e chitarra. Al binario a Pordenone per fortuna c’è il magico Pierascador, segue il caricaggio incontro con Caio e in un batti baleno siamo già puntuali in autostrada. Sono molto agitato e anche stanco morto, la paranoia che la mia chitarra mi lasci di nuovo durante il concerto più importante dell’anno è altissima e assolutamente super distraente. Risparmio energetico: quando ci vuole ci vuole!! Cerco di dormire senza grossi risultati nel retro della Fiesta della sorella di Caio piena di tamburi, acustiche di scorta, bottiglie d’acqua! Al Rivolta ci sono tutti e soprattutto ci conosciamo tutti, dagli Zen, Canali, ai Melt, ai Morti, ai Massimo Volume, ai Sick Tamburo… L’atmosfera è bellissima anche con gli addetti ai lavori e quando abbraccio il Mortazza con i risucchianti elasticizzati alla milanese mi rendo conto che forse è passato veramente troppo tempo dall’ultima volta. I cali di zucchero arrivano puntuali, ma i biscotti al cioccolato incrociati con delle birre fresche dei Melt sono la mia vera ed unica terapia. Il fatto di aprire tutta la serata è una botta di culo pazzesca, siamo gli unici a montare il proprio backline incrociato con quello dei Melt e a fare un vero e proprio soundcheck. La batteria suona una bomba, la mia acustica funziona, ma ne ho comunque preparata un’altra di scorta con tanto di cinghia del Teno Blu e scotch di carta sul manico per segnare le mie mappe anti emozione, rincoglionimento… Al mixer c’è Tommy (che scopro poi ex Teatro) si complimenta per il suono, è super gentile e questa è la base per rilassarsi, salutare man mano un po’ tutti, fare un’intervista da bar con i Melt capitanata dal mitico Mr. Brancamenta Momo e prepararsi fisicamente con vodka e birra alla performance. Alle 18.30 la sala del nostro gig è super piena e soprattutto si ha la fortuna di avere tutte le band al nostro palco perché nessuna può fare neppure un line check. L’energia e il suono sul palco è speciale, ci siamo rodati bene, il nuovo materiale spacca e soprattutto quando chiamo i vecchi singoli forse per la prima volta sento la gente cantare i ritornelli (forse solo nella mia testa ah ah…). Il caldo è micidiale più delle birre, siamo tutti in camicia e in acqua, tranne quel mona di Andrea che scopro in felpa solo dalle foto del giorno dopo. Chiudiamo con “Male al dente” e “Dune” con un mood molto intimo che sembra catturare una sala colma oltre al mixer, da un pubblico decisamente attento, consapevole, caldo; non è un festival come altri e mi sento fortunato, pretty much! Una volta chiuso il fantastico concerto dei Melt… “raccontami il tuo inverno!!” i roadies del Rivolta ci aiutano a caricare immediatamente il back line nella macchina, mentre la mia roba finirà invece nella macchina di Alessia ancora in Friuli a dormire. Non mancano svariate interviste, i complimenti anche costruttivi di un sacco di amici musicanti presenti al gig, uno dei miei preferiti quello di Gigione che per la prima volta mi abbraccia e dice che si è spaccato tutto. Durante il concerto dei Sick Tamburo arrivano la Mary con la Sandre e Alessia. Iniziano orge di birre incredibili, credo di avere una cosa come 11 consumazioni, ma la cosa geniale è che nell’area catering ci sono le birette a gratis per i musicanti servite da quattro bambine molto giovani alle quali inevitabilmente romperò le Wollere tutta la sera per avere ancora più bibite. Con grande rammarico di Alessia non riusciamo a vedere il concerto dello zio Canali perché lo stanzone è impenetrabile, la cosa però pazzesca è che riesco a passare tipo due ore a girare con quel pazzo di Andrea di Bologna che non vedo da sempre e che mi riporta a dei fantastici e mitici anni 90. Quando è il momento dei Massimo Volume mi faccio furbo e grazie ai pass mi infilo con Alessia dietro il main stage guardandoli direttamente dal palco. Come mi ha confessato poco prima Egle durante una chiacchierata fighissima, non è cambiato nulla, sono esattamente come 10 anni prima, ma Egle si è scordato di dirmi che nel frattempo lui ha incominciato a muoversi e di brutto!!! Mitico! La serata è infinita, sono sereno, penso al nuovo disco in uscita per Matteite a fine gennaio, come a quello dopo ancora, che forse uscirà per Tempesta di nuovo, della serie questo è un collettivo e non ci sono regole o meglio se vuoi far succedere le cose sei libero di farlo! Quando è il momento degli Zen, Appino distrugge il pedalino del distorto e tutta una serie di chitarre che man mano Enrico Locusta gli passa dal bordo palco, c’è tensione e forse loro sono semplicemente esauriti dopo un anno e passa di date senza break! Guerrieri! Dopo il momento dindi con ulteriore buttata al centro di free drink del Mortazza, scatta una parte della serata caratterizzata da Sun –Dru-Thi e Gionata Teatro con le donne, Momo e il Branca, orge di ogni genere, il concerto fisico concettuale di Gionata (una persona veramente simpatica e un chitarrista super talentuoso) il dj set di Nikki, tante emozioni ma soprattutto un ritorno in macchina con Alessia da pisciarsi dal momento in cui riusciamo ad infilare il biglietto dell’autostrada e anche la tessera sanitaria dentro alla fessura del cd, costringendoci a smontare tutta l’autoradio un po’ con il sorriso, un po’ alla capo di cazzo, un po’ tipo same old story! Grazie Enrico.