Cuborock – Catanzaro Lido (CZ)
E si riscende a valle…1250 km Udine – Catanzaro! Ore 9 del mattino, il buon Pierascador partito precedentemente da Pordenone ad orari da forno, mi preleva dietro la stazione di Ferrara esattamente come la scorsa settimana: sembra un pochino quel film “Il giorno della marmotta” (“Ricomincio da capo”!) credo, quello del tizio che si sveglia sempre nella stessa giornata… Non ho dormito per niente, forse 2 ore. Il deal è che preleviamo direttamente Andrea con la batteria all’uscita di Ferentino (risparmiando praticamente un’ora e mezzo fra uscire, passare per Isola del Liri (FR) e ritornare all’autostrada) carichiamo lo strumento, pisciata, caffé, cambio alla guida del Piè e via fino a Catanzaro. L’arrivo con cena al volo sono previsti per le 10 di sera, seguiti dalle selezioni live di gruppi locali per l’Italian Wave e poi finalmente il nostro line check e concerto da ospiti esterni. Quando sono le 3 del pomeriggio (a 20 minuti da Ferentino e 600 km e passa dal Friuli) mi chiama Ema Pentotal (amico storico e promoter della serata) dandoci la “buona” notizia che il Cuborock è stato chiuso in mattinata per problemi burocratici e che tutta la serata è tassativamente saltata. Per fortuna è anche cosciente del fatto che questa data de il Cane (assieme a quella della domenica per Lecce) sono fondamentali per la band (sia a livello logistico che economico) per giustificare lo show di domani sera al Lomax di Catania, dunque ci promette di sbattersi per farci avere un altro concerto in serata in un’altra location, ma purtroppo non succederà… All’incontro in Piazza Garibaldi ci abbracciamo tutti e schizziamo a lasciare back line e bagagli nella hall dell’albergo di Tito, storico promoter calabrese, ormai da anni fuori dal giro della musica e rilassatamente coinvolto in quello della ristorazione. Segue un’eterna cena al Tonninas segnata immediatamente da grandi birre, pizze competitive e immediati chiarimenti con Ema sulle reciproche problematiche causate inevitabilmente da questa mancata data. Ci accordiamo sereni, parliamo di tope, musica, post rock (io e Andrea battero ci proponiamo come doppi batteri per il suo primo disco), la regolare fauna del venerdì sera del Tonninas, quella totalmente in bomba, quella che balla musica tamarra entrando e uscendo dal bagno, quella che da lì a breve verrà drasticamente interrotta dall’arrivo delle forze dell’ordine. Non siamo neppure ubriachi, la stanchezza è forte, la voglia di morire per 9 ore nella splendida camera dell’Hotel, lavarci, digerire, ricaricarci per Catania, è l’unica via di fuga per sconfiggere una giornata o un periodo molto “sfortunato”… Per sorridere mi basta guardare i due Andrea scherzare, mentre si dividono il matrimoniale ancora adrenalinici dopo 1250 km (guidati alla fine tutti da SuperPiè…) o pensare alle ultime splendide giornate ferraresi e udinesi, alla mia bizzarra comprensione nei confronti di alcuni colleghi ritornati al varco dopo anni di scazzo, oppure quella ovvia per Carol e Fabio e il loro ritardo di un mese nella consegna del video (modello spada di Damocle a detta del mito Carol), per fortuna dovuto ad un arrivo imprevisto di lavoro, decisamente ben pagato a differenza del nostro o al fatto che a minuti, dopo anni, attraverserò lo stretto di Messina, a mia madre in estrema difficoltà, ma incredibilmente positiva, al quinto brano del nuovo disco del Cane in fase di scrittura, urlato, elettronico, forse diverso, perchè in realtà questo giro (come sempre) non ho nulla nelle tasche, ma almeno non ho nulla di rotto dentro.