La Taverna della Taranta-Galatina (LE)
Sono le 10 del mattino, non ci siamo svegliati, ma “per fortuna” Andrea battero sta girando per la casa nel panico… non ha praticamente dormito (a parte un’ora sul balcone sotto il sole…) una fortissima allergia, misto asma, problemi di respirazione dovuti ai peli e alla polvere massiccia della casa, l’hanno stroncato selvaggiamente, quanto le risate del Pierascador che (in buona fede, stra brillo) poche ore prima, in piena crisi del collega, non ha nemmeno lontanamente immaginato che le condizioni dell’altro fossero serie. No problem… Schizziamo alla Lomax, in ritardo, in piena lezione di percussioni, ci scusiamo e in un batti baleno carichiamo la Multipla parcheggiata all’esterno da ieri. Si prosegue dritti come dei caccia verso lo stretto di Messina, dove ci aspetta il traghetto. Il tom tom di default ci manda in porto e quando mostriamo il ticket di ritorno al traghetto ci dicono che quello è il ferry boat dell’FS e che il nostro è Caronte e si deve invece prenderlo dall’altra parte… Per fortuna siamo i primi e scendiamo dal mezzo ciclopico in contromano. Arrivati sul continente il viaggio non perdona. Si ha il soundcheck per le 19.30 e il tom tom dice che arriveremo verso le 22.00. Non sono mai stato in questo locale, la data l’ha chiusa Roberta e fra una discussione e un’altra sullo show siciliano, tope e cazzate varie, effettivamente per la prima volta, Andrea battero si mette alla guida. Siamo verso il tramonto, il guerriero guida con gli occhi attaccati al lunotto per 200 km scarsi , ma buoni e già attorno ai primi 70 (con aria condizionata attaccata senza neppure saperlo) ci domanda da quanti giorni è alla guida eh eh… L’assetto Pierasco Matteino davanti ritorna immediatamente senza problemi e contenti per il suo gesto e quando alle 20.30 siamo al locale con ancora metano nel mezzo e solamente con un’ora di ritardo la satisfaction collettiva è notevole. Siamo in pieno centro a Galatina, i titolari Maurizio e Carla (in attesa di un pargolo) sono molto semplici, alla mano, ma anche molto indaffarati perchè è l’ora di cena e comunque loro sono principalmente una pizzeria. Il palco è microscopico, smontiamo e ci organizziamo con Tony Fonico, un ragazzo disponibile, un po’ stanco dalla sera prima che infatti scomparirà appena finite le prove. Sulla destra c’è un tavolo di sei bambini che mangiano la pizza, mentre di fronte un tavolo credo 20 coperti, di gente fighetta, più o meno della nostra età, che maleducatamente durante il soudcheck domanda di abbassare il volume… un branco di fighetti ignoranti, probabilmente pure schizzati di domenica sera… Alla 3° bireta piccola, mentre tengo pubbliche relazioni con Antonio, Flavio, forse un certo Andrea, coordinati con Maurizio incominciamo lo show. Sono rilassato e anche se strillo, ho un controllo maggiore della voce, forse al terzo concerto di fila mi sento semplicemente più sicuro. Il gig non è male, siamo decisamente rodati, Andrea battero spacca come il Pierascador che ha seguito i suoni in sala grazie ad un jack jack mega gigante. I pochi presenti sono presi decisamente bene, come i tre ragazzi nel primo tavolo e altri in piena forma che si affacciano a rate all’entrata della sala; il problema sono la solita tavolata del check, quella che mangia e apposta parte con battute sgradevoli urlando durante la nostra performance, scavalcando fin i nostri volumi a detta degli altri presenti. La tensione arriva quando in pieno cabaret domando se hanno voglia di un brano dolce o incazzato e uno, in risposta, con il boccone ancora in bocca, ci domanda se possiamo fare una pausa modello juke box… vedo le facce delle altre tavolate imbruttirsi, sale il disagio, l’ipocrisia è grande, quanto la sua ignoranza e quella della sua tavolata indifferente… scendo istintivamente al “suo livello” e domando al microfono a Maurizio titolare se, in caso di pausa, il nostro cachet rimane invariato? Per fortuna non mi risponde! Ma la giustizia come il destino sono forti e la sinergia vuole che scontrandosi con la sensibilità di una generazione forse più giovane della mia, ma ignorante e vecchia dentro, per grazia di satana (durante uno degli ultimi brani) questa decina di spocchiosi, decida di alzare i loro culi larghi, muovere i baffetti da sparvieri e i balconi rifatti delle loro principesse, uscendo definitivamente dalla sala come dalle nostre vite. Tutti tirano un sospiro di sollievo, anche l’ultimo arrivato moro, gentile, al quale domando deliberatamente se conosce Valerio dal microfono…. per il quale a richiesta risaliremo entusiasti sul palco a rifare “Raderla al suolo” menzionando pure la macchinetta dei capelli, che in pratica, dovrebbe radere al suolo tutte queste tope anni 70 e mitteleuropee… Il bad and breakfast sotto casa di Maurizio è una bomba, come i cd venduti e autografati prima di collassare o la fuga al volo con il ragazzo moro all’Arci vicino con la speranza di incrociare Valerio amico di Andrea… come lo smontaggio stra rapido del back line, la splendida cena a base di pizza, ma arricchita da un insalata molto rock’n’roll, il sorriso di Antonio quando ci presentiamo all’entrata in segno anche di rispetto, dal momento in cui viene a sapere che il nostro contachilometri segna 2300 km in 3 giorni dalla partenza… Grazie Maurizio e compagna, Elena, Sabrina, i ragazzi dell’Arci, ma soprattutto gli ultimi pochi, ma buoni a fine serata. Ci si vede il prossimo week end fra Trento e Mantova, si ritorna al nord con ai Tamburi Caio, che mi ha appena chiamato in Puglia da un numero sconosciuto…