Bookique – Trento
Siamo alle solite: dopo solo 3 giorni off di sazio festino fra Ferrara e Udine più improbabile dei concerti appena fatti nel sud Italia, riesco ad arrivare in stazione dei treni a Udine (direzione Pordenone) dimenticandomi il portafoglio sulla scrivania dello studio e senza abbastanza tempo per tornare a recuperarlo. No problem, 2 del pomeriggio, panza piena post pranzo Dainese, 2.36€ per caso in tasca con i quali non pago neppure il biglietto fino alla prima fermata e 40 minuti di viaggio, che passo come a 16 anni sprovvisto di biglietto, comodamente seduto in un treno colmo di studenti e pendolari. In stazione a Pordenone arrivano Pierasco, ma sopratutto il buon Caio dopo due settimane di latitanza per problemi personali. Pordenone – Trento sono 186 km, 3 orette scarse in statale che superiamo sereni, fermandoci in qualche bar tipico lungo la strada. Il Bookique è un locale più o meno in centro a Trento. Il gestore si chiama Marco ma il nostro gancio, grazie al quale ho chiuso la data, è decisamente Francesco, un ricercatore di Romagnolo (TN) molto gentile, ed è anche musicista. Scaricato il back line al secondo piano del locale, ci rilassiamo ad un tavolino all’esterno con Alberta (avvocato locale) molto simpatica e scambiamo un promo per una bottiglia di vino bianco deliziosa, con il distributore locale appena passato per la consegna e rifornimento settimanale del Bookique. La location è molto carina, mi ricorda molto i circoli culturali o biblioteche scandinave: essenziale, pochi mobili targati Ikea, luci semplici ma efficaci, sala concerti con arcate in legno e cuscini per terra per sedersi e via. Al soundcheck arriva il fonico con la maglietta del teatro, che dopo aver collegato il mixer con un canale per la voce e uno per la base, deve principalmente dedicarsi ai nostri volumi nei monitor. L’ambiente vuoto rimbomba un casino, preghiamo Caio di controllare la piattanza e principalmente cerchiamo di trovare un ascolto più efficacie possibile. Non si ha tempo per mangiare prima di suonare, camminiamo a piedi fino all’ostello della gioventù, check in, prendiamo lenzuola e asciugamani, ci facciamo confermare colazione e orario di rilascio delle stanze (tassativo alle 10 altrimenti si paga per il nuovo giorno) e ci dirigiamo per un aperitivo nell’osteria forse più smarza e dunque figa in centro storico a Trento: La Scaletta. La fauna locale è già in bomba e particolare, mentre ordino una Moskovskaya per me e un altro ragazzo giovane e ubriaco del posto a spese di Marco, facciamo conoscenza con le due bariste carine e tutta un’altra serie di freaks indigeni molto potenti. Il problema è che sono tutti senza dindi e vorrei invitarli al concerto, ma sono 5€ all’entrata dunque farlo mi imbarazza assai. L’errore è grande, Marco si è dimenticato di dirmi che all’ultimo ha deciso di non mettere il biglietto per il gig… Verso le 22.00 si deve inziare e il locale è decisamente pieno di gente! Oltre a Francesco con moglie e un amico in pieno compleanno, la chicca è Carlotta Venezia, migliore amica di cugina Chiareti, in pieno assetto festino. Sono abbastanza alticcio, sul palco io e Andrea si ha il rodaggio di tutte le date fatte nelle ultime settimane, dunque la missione è principalmente quella di mettere a suo agio il buon Caio e non c’è modo migliore per farlo che passargli una bireta e dirgli di fare partire la base dell’intro dello show: “Nero”. Il pubblico è preso bene, segue più attento del solito e ad ogni fine brano lo sento decisamente positivo, le mie cazzate al microfono fra un brano e l’altro stanno diventando un mio modo di essere, di affrontare il concerto e il pubblico e, per fortuna anche se mi ripeto, sembra ogni volta diverso, come il modo di interpretare le stesse canzoni e finché l’emozione rimarrà forte e la routine non la ucciderà, si andrà dritti come dei treni. Alla fine con un’ora di set, la gente vuole altri brani, passo la scaletta in sala e faccio scegliere… rifacciamo “Nero” e “Mercoledì” e poi scatta la sorpresa più bella della serata: non so se è dovuto al fatto che siamo ritornati al nord e ci sono più soldi, ma vendiamo 11 cd e la gente arriva per prima a chiedermeli e quando regalo al prezzo di uno anche un altro della Matteite records il riscontro è fortissimo. Beviamo, imballiamo, fumiamo, mangiamo, compiliamo il borderò il tutto in 30 minuti, con quella di schizzare alla Scaletta che purtroppo troviamo chiusa, no problem, compriamo 3 Becks ad asporto bevendole (neanche farlo apposta) con cinque ragazzi 21enni catanesi, appena arrivati per studio dalla Sicilia… buona notte, grazie guerriera Carlotta, Marco e Francesco.