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Il Cane

>Dalla Cira – Pesaro

L’eroe indiscusso di Porto San Giorgio è decisamente Stefano “One Love Banane”; sarà difficile dimenticare il suo cane Birillo, il pranzo da urlo al ristorante in centro e soprattutto la corsa in Vespa per i colli di Porto San Giorgio, uno spettacolo geniale che lancia il sabato sera off ospitati, coccolati, viziati e ubriacati alle Officine Indipendenti di Teramo. Il gancio è la bellissima Anita e prima ancora i guerrieri Edith, grazie al concerto chiuso di recente… diciamo che si è preso totalmente in parola il barista: “Dai ragazzi passate a ritrovarci presto, non fate passare troppo tempo…” sono bastati due weekend eh eh! Il risveglio da Anita incomincia ad essere un rituale: questo giro il suo cane Ughetto decide di sbattermi la sua sacca pallacea direttamente in faccia, svegliandomi a scodinzolate sul lettone della sua speciale padrona. Scrivo a Diego per sapere l’orario del check a Pesaro, dato che siamo a 2 ore di macchina e so che si suona per l’aperitivo. Mi inoltra il numero di Francesco del locale, avverto che ci servono i fusti della battera e un ampli di chitarra, pranziamo di lusso e per le 18 arriviamo a destinazione. Ho già suonato in passato dalla Cira, peccato che al momento non mi venga in mente con che band, basterebbe andare a rileggere questi blog, una cosa è certa, la guerriera e padrona Cira me la ricordo bene, indistruttibile! Francesco è molto gentile, mi domanda dei Chewingum e gli spiego che sarebbe figo incontrarli, ma so che questo weekend sono in giro con Maria Antonietta, dunque la vedo difficile. Il palco è spazioso e ordinato, come la battera e l’ampli a transistor della Marshall suonano di brutto. Il dj amico di Daniele Rotella, il fonico e Francesco sono super alla mano, e mentre facciamo i suoni nel tipico bar da lungo mare, una stanza adiacente a quella del concerto pullula di gente della domenica che gioca a ping pong, beve, si sfonda di stuzzichini dell’aperitivo. Provo la mia voce a puttane nel 58 sul palco, penso a quanto probabilmente sarebbe piaciuto questo locale a mia madre, mi sale la malinconia o come cavolo si può chiamare uno stato emotivo del genere, cerco di abbatterla con dei Negroni, forse se mi ubriaco e mi lascio andare, quando devo cantare delle parti di voci al momento impossibili, almeno strillo e non mi blocco… Con il concerto di questa sera si chiudono le prime dodici date di questo Boomerang tour e nei prossimi giorni dovrò concentrarmi e lavorare sull’editing del disco degli Alba, e anche se si sono posticipate le registrazioni delle loro chitarre e le date in Sardegna dei BCO ovviamente sono saltate, non ho poi così tanto tempo a disposizione per chiudere questo lavoro un attimo prolisso. Anche questa sera quando iniziamo il festino on stage, chiudendo probabilmente la sala ping pong, paradossalmente il locale si svuota e rimaniamo in pochi ma buoni. I pezzi con i tamburi partono bene e per la prima volta riesco a cantare interi ritornelli spingendo ma sulla mia solita ottava bassa tutto sommato credibile, basta convincersi. I presenti sono presi bene e pure noi nel relax della domenica ci sentiamo a nostro agio, mi piace questa cosa di suonare alle otto di sera. Proviamo anche “Alla Grande” ma mi dimentico di dire ad Andrea battero di far partire la base con il nuovo synth preparata appositamente in viaggio di recente, dunque dopo pochi giri inevitabilmente Pierasco perde la metrica, io sono ai tamburi, canto il testo ma qualcosa non gira come dovrebbe, step by step… “Dune” come “Al fiume” vengono apprezzate molto, e come ormai per routine, sono quelle che ci faranno vendere ben cinque dischi, speciale certezza e sorpresa di questo tour del terzo disco. Andiamo a dormire presto, sento Marta bevendo una Menabrea sul terrazzo al quarto piano di una casa nel centro di Pelago, c’è caldo, è presto, ho la panza piena, le glicemie in regola ma una strana sensazione: sono più felice del solito.