Casa Rossa- Rimini
Uau! Iniziano i problemi. Rimini-Roma, in ritardo con gli attacchi di ansia, un pochino nevrastenico, il tutto annaffiato con una bella serie di ipoglicemie non tanto gratuite, ma decisamente fomentate dalle misere ore di sonno e dall’eccessiva e ininterrotta assunzione di bibite the day before. L’appartamento di Erika e Alessia è bellissimo ed è situato in pieno centro a Rimini. Risolti un paio di giri in città per recuperare impianti e cazzi mazzi fra varie sale prove sotterranee, ci mettiamo poco a occupare il centro del salotto e montare il festino. E’ un vero party a circolo chiuso; la gente (una ventina di persone) si è prenotata in anticipo e quando sono le 21.30 e l’aperitivo è passato già da un pochino, il cane, il gatto e la volpe decidono di dare inizio alle danze. Il suono è bellissimo e bassissimo. Caio è una macchina da guerra e anche se suona pianissimo ha un controllo della dinamica senza perdere il groove micidiale. Andrea (armato di sorriso post cinque birrette anti stress) è seduto con le gambe distese e impiantate sulla cassa della battera, per impedire la sua inevitabile avanzata. Inizio il concerto molto emozionato per la situation super intima, per i presenti seduti per terra, vicinissimi. Mi guardano negli occhi, attenti a quello che dico e io ricambio ordinando litrate di Coca cola. Al momento è obiettivamente (assieme al gig di Perugia) la data più rilassante e professionale. Ma metto a fuoco questo stato emotivo equilibrato (meno emotionally confused del solito) solo a fine serata, seduto per terra, abbracciato ad Erika, con la casa pulita e la riserva di alcolici terminata da ore, Caio collassato su un letto e Alessia e il Pierascador presi da altre discussioni (a quell’ora divertenti) sulla logistica della casa e di queste feste speciali, dove la cultura prende inevitabilmente il suo valore più sincero e genuino.