matteite

Il Cane + A Modern Way To Die

Chakra Lounge – Catania

Proviamo a vedere se riesco a ricordarmi qualcosa… mmm… so che gli ultimi giorni prima del volo sono imboscato nella dimora Dainese con la Ena a fare le riprese delle super chitarre elettriche del nuovo disco degli Alba Caduca. Venerdì attorno alle 22.00, in totale coincidenza con il concerto degli alfabox al Teatro San Giorgio di Udine, proprio quando tutti gli Alba lasciano il nido, veniamo a sapere via sms che gli Alfa hanno già iniziato a rockeggiare on stage. Dunque cambiamo tutti i programmi della squadra (inizialmente formata da Pierascador, Marta, Marty e Giove) e ci troviamo costretti a buttare nel cesso i biglietti già acquistati e smontare tutto lo studio, organizzato in precedenza nel bel mezzo del salotto di casa. Verso la mezzanotte abbiamo ancora quattro ore di stallo prima di partire in macchina con Marta e raggiungere l’aeroporto di Venezia, dunque ci concediamo giusto un piccolo assolo di drink alla Taverna dell’Angelo, contraddistinta da un Pierascador alticcio che lascia la recente e nuova veste da regista fotografo, per improvvisarsi in quella super efficace di prestigiatore con dadi… un capolavoro: non mi è ancora chiaro come faccia tutta una serie di trucchi magici. Il viaggio per Venezia è una passeggiata; Marta guida benissimo, Pierascador collassa e il sottoscritto tiene botta fino a poche decine di minuti prima dell’arrivo. Siccome la vita è tutta un boomerang, ovviamente al decollo in aereo mi accorgo che la hostess dietro di noi è Nicla di Steve, la saluto e me la rido un sacco per la coincidenza pazzesca. Mi addormento immediatamente, non sento il decollo, non sento nulla; mi sembra di essere tornato ai tempi d’oro, quando prendendo voli low cost in loop, ero costretto a farmi delle nottate deliranti in stallo a Stansted, salendo nelle medesime condizioni fisiche sui voli. All’atterraggio mi sveglio di colpo con il classico mal d’orecchie modello otite, che mi accompagnerà per buona parte della giornata. All’uscita dell’aeroporto di Catania (oltre alle solite zingare in piena elemosina) c’è un sole incredibile; senza troppe ansie, moriamo e aspettiamo mezzi nudi seduti sul marciapiede a pochi metri dalle forze dell’ordine. Luca e Stefania sono un attimo in ritardo, e comunque si deve aspettare Andrea che arriva da Roma, all’abbraccio ci fiondiamo subito a bere Peroni in un bar della zona, prima del meritato riposo collettivo, ovviamente non prima di una super mangiata nel giardino di casa di Stefy. La caratteristica di questa tre giorni è il fatto che andiamo sempre a dormire con il giorno per poi svegliarsi al tardo pomeriggio, risultato ovvio? Leggeri problemi spazio temporali, non si sa mai se si è al giorno prima o al giorno dopo… La dormita è una bombetta, mi sento abbastanza preciso, ma sono un pochino agitato perché (a parte il mac, la scheda e il mixer) si deve utilizzare l’intero backline degli splendidi A Modern Way to Die, dunque personalmente non so cosa troveremo sul palco. Dopo Nicla, la seconda splendida coincidenza di questo weekend catanese è sicuramente quella che anche Amauri (grazie a Carmelo), oggi suona a Catania al Teatro occupato: siamo rimasti che se finiamo il soundcheck ad un orario decente magari possiamo muoverci e fare due pezzi in acustico in apertura. Ovviamente questa cosa non succede perchè dopo un sacco di logistiche e ritardi, alle 22.30, e passa siamo ancora sul palco del Chakra Lounge a cercare di trovare un suono piacevole e funzionale. Il problema di base sul palco incomincia ad essere una costante, non ci sono i monitor e le uniche casse dell’impianto posizionate dietro alle nostre teste, servono per il suono in sala, in pratica c’è un rimbombo devastante e la mia voce non si sente molto, sono costretto ad urlare sperando di non devastarmela del tutto… Fedele alla linea, direi esattamene tutto quello prescritto dal dottore pochi giorni prima: non fumare, non parlare, non cantare, non bere. Le fondamentali guerriere della truppa che si aggiungono ai gentilissimi A Modern Way to Die, il fonico Fabio e Lucio e moglie del locale, sono ovviamente Valentina aka Elvira e la ragazza di Luca, Antonella. Quando verso le 23.30 Patrick tatuatore e cantante degli A Modern zompa on stage, la sala del concerto si riempie immediatamente, e anche se c’è un buio pazzesco, la loro new wave massiccia spacca e l’atmosfera darkofila mette subito a proprio agio tutto il pubblico ricco di un sacco di loro amici. Durante la performance mi permetto di illuminare con l’accendino la pedaliera del chitarrista più alto, totalmente al buio. Quando è il nostro momento sono decisamente più nervoso del solito, ordino dell’acqua gassata per il palco che mi arriva senza bollicine perchè il titolare Lucio in realtà è un pochino sordo. Partiamo con “Nero”, e i tamburi come sempre aiutano; la gente si avvicina, Stefy e altri due ragazzi ballano sotto al palco, come osservo fra un accordo e l’altro, l’espressione incuriosita del ragazzo che ha affittato i piatti della batteria per la serata. Con il fatto che non ho potuto portare la chitarra, siamo costretti a saltare una serie di brani nuovi come “Spettri” e “Vero”, ma devo dire che in generale suoniamo precisi, ci lasciamo abbastanza andare, e anche se non si è provato, i brani tornano, e tutto il lavoro fatto nelle altre 15 date del Boomerang tour è la nostra reale salvezza. Poco prima di “Dune” appaiono il Milea e Amaury, cerco di mantenere la concentrazione e non emozionarmi troppo, ad essere sincero credo che Amaury non mi abbia mai visto cantare e suonare la chitarra su un palco. Il pubblico è preso bene, si muove, di solito a Catania è molto fermo, con il fatto che sono amici degli A Modern, abbiamo una “preferenziale”, siamo un attimo paraculati eh eh! La serata degenera, mi spendo 40€ al bancone in birre perché il cachet è a percentuale sui biglietti e il bar… ovviamente al momento dei conti, arrivano comunque meno soldi e non riusciamo neppure a rientrare dei soldi dei voli aerei già anticipati da Stefy e poi coperti di recente con la cassa della band. Non è un problema, ne vale decisamente la pena, i giorni a seguire molto molesti con i nostri nuovi speciali amici Stefy, Luca, Antonella, Elvira e Patrick saranno da oscar, a partire dal mio nuovo tatuaggio “concettuale” sul braccio che renderà impossibile dimenticare questa tre giorni selvaggi: “Hey Patrick ho capito cosa voglio tatuarmi: Patrick!” e quando il lunedì pomeriggio in studio sono sotto i ferri, un collega tatuatore di Patrick mi domanda incuriosito: “Ma scusa perché ti stai facendo tatuare Patrick?”. “Perché è il nome del tatuatore, è la sua firma right?… robe da matti! Grazie siciliani, spero di vedervi in Friuli presto.