Condominio Festival – Rossano Veneto (VI)
Mmmmm… Udine – Treviso, Treviso – Castelfranco Veneto, Castelfranco Veneto – Bassano del Grappa è più o meno quello che c’è stampato sul mio biglietto del treno. L’arrivo è previsto per le sei del pomeriggio, al binario infuocato appare tutto in nero, occhiali da sole, scalzo e camminata ereditaria a papera un Teno super guerriero con poche ore di sonno ma molte bibite alle spalle! Come si fa a non voler bene ad un essere barbuto così goffo ma stra dinamico e operativo? Il Team per seguire la logistica della festa di compleanno di Giovanna è composto oltre che dalla ex coppia, anche da Marco Rosso (aka il cugino) Davidonzo Muleta (un attimo malato, sembra per un eccessivo abuso di Red Bull degli ultimi anni) e il capo Tizio Bob Corn che becchiamo in assetto concerto acustico all’aperitivo di un festival ciccione in un paese del quale non ricordo neppure il nome. Al bar hanno del buon vino e dopo il rave goriziano praticamente da sobrio della scorsa notte assieme a Ricky e Frico, mi creo una base alcolica in panza cercando di rimuovere dai neuroni lo zaino con portatile e cuffie dimenticato stupidamente ad una fermata dell’autobus in settimana a Udine e tutta un serie di menate lavorative pallose. Oltre al vino, vengo aiutato pure dalla presenza di due ragazze simpatiche e festaiole di Asiago che accompagnano Bob Corn, però le salutiamo prestissimo perché a mezzanotte Giovanna stacca dal lavoro e a Rossano Veneto scattano i festeggiamenti “veri e propri”. Mi ricordo di aver rovesciato al Pomopero il gin tonic di Davide, di una partita a menori delirante e in generale di un mio assetto Matteite tanto per cambiare molto agitato. Ma Teno batte tutti; quando verso le 11 mi sveglio sul loro divano scopro che è operativo da sempre e che le sue commissioni per il festino della sera sembrano siano infinite. Giovanna festeggia in cucina fra portatile e fornelli, armata di sigaretta spenta in bocca e un dialetto fucking mubling incomprensibile che in serata verrà giustificato tipo: ”ma no vecio non stavo parlando con te, stavo borbottando da sola…ih ih!“ per fortuna la piedina a soppressa, burro, formaggio e rucola mi rimette dritto e quando arriva Bob Corn con Marco Rosso, iniziamo a concentrarci sul sound-check nel garage e quelle poche cose di nostra “competenza”. Come previsto la mia chitarra non funziona, segno il manico con lo scotch di carta della splendida Gibson acustica del Teno e mi accorgo che sia priva di aggancio per la tracolla. Laccio di scarpe sulla paletta per fissare la cinghia e via… Inizia ad arrivare gente. Gli appartamenti del condominio sono tutti chiusi e vuoti per le ferie, rimane solo quello di Ivan Croato del primo piano che conosciamo di fronte a delle birre mentre mette a disposizione ulteriori frighi per le never ending bibite. Conosco tre ragazzi giunti appositamente da Milano stra simpatici, altri più giovani tutti tatuati e in particolare uno che a metà serata sbotterà di gelosia, accusando tutti di provarci con la ragazza palesemente rassegnata alle scenate alcoliche del compagno, rivedo post Tempesta al Rivolta Teo dei Melt con donna, i titolari del Pomopero che orgogliosi mi mostrano un filmato del figlio di pochi anni che canta a squarcia gola “Il sole e poi la pioggia”… l’emozione è mega gigante, aiuto altri a mettere a mollo nella roggia dell’anguria, scopro la comodità del cesto che calato con una corda dal balcone consegna vodka con ghiaccio al tavolo in giardino evitando a molti rampe di scale, andando in ipo, mi faccio accompagnare da un ragazzo gentilissimo in pandino a comprare Coca Cola scoprendo poi che è l’ex di Ale, una ragazza molto carina che ogni volta che incontro riesce ad intimidirmi in modo drastico e in definitiva (quando entro nell’idea concerto) scopro di essere il primo grazie ad un lancio del Teno stra concentrato like: ”hei Cane è ora, inzia dài ih ih…”. La menata della cinghia è un piccolo incubo; se la chitarra suonando si sbilancia dalla parte del manico o quella opposta, non ritorna dritta costringendomi a suonare bi cordi in posizioni indescrivibili, ovviamente perché già di default non è che sia un asso di quell’affare in legno con sei corde… La gente applaude, ma tutti parlano ad alta voce e ci metto una serie di brani a segnare il territorio e a vederla muoversi sedendosi di fronte al sottoscritto! Non mi spavento, urlo delle cose più o meno sensate al microfono, cerco di coinvolgere tutti, pensando ad un Teno che cercando da anni di educare alla musica 200 persone per casa, per “giustificare” comunque il forte disinteresse, spara: ”hey man benvenuto in Veneto…”. Ma sono fortunato, gli applausi, come le emozioni non mancano, vendo dei dischi, il feedback è buono, mi sento bene e penso il grosso è fatto! Il concerto di Panda Kid è più fragile, forse perché è in inglese, forse perché lui è timido, anche se le canzoni (soprattutto quella sui due panda) sono molto dolci. La festa è partita, c’è veramente molta gente, tutti si dividono fra l’appartamento e il giardino, ovviamente si trasformano pure con l’aumentare della bibita in corpo, con la fame che sale che porterà qualcuno a “dimenticare” fette di soppressa nei cassetti della camere da letto ih ih!… Quando sono le 6 del mattino il Teno è incredibilmente collassato sul divano e in cucina o terrazzo rimangono operative solo Ale e Giovanna. Bob decide di dormire in camera del Teno consapevoli che in 3 ore si deve essere ad un binario a Bassano per prendere due treni diversi. Io per la seconda volta muoio sul solito divano pensando alle splendide chiacchierate spesso molto interessanti affrontate con lui come Teno, Marco, Davide, Giovanna… a quelle più da fine serata con Ale e a questa voglia di fare e dire che per fortuna non sta ancora passando a nessuno… mi sento fortunato.