Fanfulla – Roma
Upsss… troppe pippe in corso! Molliamo un po’ di materiale da Gianni e dopo quasi quattro ore di viaggio da Pelago a Pescia Romana via Lago di Bolsena, ci fermiamo a mangiare il panino confezionato più schifoso della storia, per fortuna la barista è molto gentile. L’incontro a Pescia con la squadra è rapido e pratico, sapevo che avrei potuto contare sui giovani Edith: concentrati e soprattutto assolutamente non stoner… infatti la band stoner di Matteo Edith è un’altra… ih ih! Non posso invece contare sul Messere, il quale, di recente per la terza volta, promette delle date dei Bco, questo giro per il terzo weekend di marzo, gli lascio il weekend, non chiudendo Parma e forse un’altra data per Il Cane, per poi sentirmi rispondere: “Ah si Matteo, le date in Sardegna sono solo due, dunque non facciamo nulla, non possiamo andare in Sardegna per far solo due concerti…”. A parte questa parentesi, arriviamo al Fanfulla con poche ore di ritardo e con un mood bellissimo. Io ho un solo leggero problema: non ho più la voce; passo la serata a bere tisane a base di zenzero antiossidante, limone e ovviamente grappa… Ai suoni c’è il grande Francesco Motta dei Criminal, alla logistica Andrea, al Bar Edi, Manu, Poppi, al banco dj il fratello siciliano della fanciulla degli Honey, con un suo amico mitico! Purtroppo il bar della sala concerti del Fanfulla non funziona più per problemi di permessi, dunque il vibe da ubriaconi cambia un pochino, come allo stesso tempo incide il fatto che mia cugina Chiara, Dandaddy e il buon Matteone non riescano a venire a fare festino. Incontro invece, dopo anni, Chiara Roma e ovviamente Emi il quale saluto formalmente con i brividi come la volta prima con Il Mercato Nero. La pasta a cena è squisita, molto meglio del solito, come il vino rosso, gli innumerevoli spritz con l’Averna, supportati dalle decine di consumazioni. Gli Edith portano abbastanza amici, e il loro concerto molto Radiohead e poco stoner è emozionante, anche se hanno tre chitarre sul palco e il buon Motta ha le sue difficoltà a gestire la voce un attimo troppo bassa in mezzo agli arrangiamenti molto ricchi. Quando tocca a noi sono preciso, poco ubriaco e un attimo spaventato per la voce: per fortuna quando arriva il ritornello de “Il sole e poi la pioggia” riesco a strillare e alzare l’ottava come si deve, dunque prendo coraggio, lascio parlare il buon Pierasco, invito i due Andrea ad improvvisare nei buchi, come a bere, ridere, sputare… la tensione non manca, ma stiamo crescendo data dopo data, e il lato punk quando suoniamo il mi con le corde a vuote perfettamente a sinc con i colpi di rullo o piatti, è un antidoto, uno strumento forte! Verso la fine del gig, la gente vuole il bis, devo cambiare chitarra, la faccio accordare ad Enrico, ma dimentico di dirgli che ho solo 5 corde, mi incasino e dopo 5 minuti di pubblico in stallo, declasso dicendo che vendiamo per 10€ un disco regalandone altri due. Il festino con il dj siciliano più forte di sempre è sinergia come coordinazione, non smettiamo mai di bere e fumare e, per fortuna, rimandando pure certi festini forse troppo estremi. Dormiamo in un appartamento di una coppia amica di Andrea Fanfulla, e ovviamente al rientro alle 4 del mattino il Pierascador si sbaglia e – grasse risate – entra nella camera sbagliata… sembra ci sia in corso una performance artistica… Ci addormentiamo sul matrimoniale di sbiego, ancora con la giacca, senza neppure avere la forza di fare il letto, e pensare che le lenzuola e asciugamani puliti sono posizionati sulla scrivania, basterebbe solo non essere così stanchi e ubriachi.